PRASSI E TEOLOGIA "ERETICA"
Se comandano i teologi "la prassi domina la dottrina". La distanza abissale che separa la Chiesa del 1962, da quella odierna, che è la caricatura e la contraffazione eretica, qualche volta blasfema, della vera Chiesa cattolica
di Francesco Lamendola
La gravissima crisi in cui versa la Chiesa cattolica ai nostri giorni non è la conseguenza dell'elezione al soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio; questa ne è, semmai, la conseguenza. La crisi parte da molto lontano; e, osservando attentamente fra le pieghe della storia della Chiesa, se ne potrebbero scorgere alcune avvisaglie risalendo indietro addirittura di secoli: perché è da alcuni secoli che forze non cattoliche operano nell'ombra per insinuarsi nella Chiesa cattolica e per condizionarne, dall'interno, la vita, la pastorale, la dottrina. Nondimeno, se vogliamo fissare una data simbolica più vicina, e di più evidente risonanza, senz'altro dobbiamo indicare il Concilio Vaticano II, o meglio, l'elezione di Giovanni XXIII, ossia del papa che, pur anziano e malato, volle fortissimamente convocare il Concilio, quel Concilio, con quelle caratteristiche, con quella prospettiva, con quegli obiettivi, pur conoscendo benissimo - Pio XII li aveva giustamente paventati - i rischi enormi che ciò avrebbe comportato. Bergoglio, quindi, non è che l'ultimo, in ordine di tempo, e il più esplicito, quanto alla sua azione e anche alle sue intenzioni, di una serie di papi, sei per l'esattezza, a partire dai quali si è mostrata una manovra, sempre più evidente, per stravolgere la dottrina della Chiesa e per portare un miliardo e mezzo di fedeli cattolici verso una religiosità che non è più cattolica, ma eretica, e che tale sarebbe stata sicuramente considerata, e condannata, da uno qualsiasi dei duecentosessanta papi che hanno preceduto il conclave del 1958. Facciamo questa affermazione, di per sé gravissima, con perfetta cognizione di causa, anzi ribadiamo il concetto: nessuno dei papi che si sono succeduti nell'arco di millenovecento anni, da san Pietro, il capo degli Apostoli, a Pio XII, avrebbe trovato normale la prassi che si è instaurata nella Chiesa del Concilio e del dopo Concilio; in tutti gli ultimi sei pontificati vi sono elementi, dottrinari, pastorali o liturgici, gravemente difformi dalla vera dottrina cattolica; elementi che avrebbero provocato una reazione di censura, e, nei casi più gravi, di scomunica, da parte della legittima autorità ecclesiastica, cardinali, vescovi e sommi pontefici in testa.