ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 2 maggio 2018

Pensaci Tu

Visita speciale, inedita, a Don Dolindo Ruotolo, per Voi


“Non è più tempo di fare propaganda, né più tempo di fare progetti e castelli, dal momento che solo il Signore deve operare per la Sua Chiesa che sarà sottoposta a dura prova…” (Don Dolindo Ruotolo)
Si dice che eventi e fatti non organizzati siano quelli che riescono meglio, ed effettivamente possiamo narrarvi di una visita speciale, non propriamente organizzata, ma tutta lasciata in mano alle disposizioni della Divina Provvidenza, bastante il vivo desiderio di poter sostare e pregare sulle sacre spoglie dell’amato Sacerdote Don Dolindo Ruotolo e portare i saluti di quanti si erano affidati alle nostre preghiere, ai tanti ai quali avevamo promesso questa preghiera speciale.

Guerra giusta.. e no^

La guerra giusta deve essere combattuta. Anche da ciascuno di noi

L’importanza della virtù di forza  



                                       Giovanni Di Paolo, Santa Caterina da Siena nella Curia pontificia d’Avignone
                                                    non recede dalla “guerra” per il “giusto giudizio”
Sulla guerra giusta San Tommaso d’Aquino ha scritto alcune scultoree parole che sono un’indicazione particolarmente attuale ai capi di Stato, ma anche un suggerimento morale a ciascuno di noi, specie quando si tratta di non sottovalutare il dovuto esercizio della virtù di forza. Un cristianesimo “dolciastro” infatti ha fatto spesso dimenticare che in alcuni casi c’è un vero e proprio dovere di scendere in guerra se è in gioco il bene della patria, ma anche se è necessario ristabilire la giustizia, e ciò - dice San Tommaso - anche rischiando di persona. Pubblicheremo alcuni brevi articoli su temi politici che ci toccano da vicino sul piano naturale e soprannaturale, ma anche internazionale, ecclesiale e personale. 

Il nocciolo della preoccupazione

DOVE VA LA CHIESA?
"Riaffermare il Vangelo", l'appello dei preti ai vescovi

“Appello pastorale ai vescovi per una riaffermazione apostolica del Vangelo”: così si chiama un’iniziativa destinata ai vescovi, e che ha per strumento i singoli sacerdoti. Dal contenuto dei punti richiamati, c'è anche “Amoris Laetitia”, nelle sue interpretazioni più liberali.



“APPELLO PASTORALE AI VESCOVI PER UNA RIAFFERMAZIONE APOSTOLICA DEL VANGELO”: così si chiama un’iniziativa destinata ai vescovi, e che ha per strumento i singoli sacerdoti, che dovrebbero farla propria, e in questo modo farla giungere al proprio ordinario diocesano. Come spiegano gli organizzatori: “Cosa chiediamo ai sacerdoti: per favore considera di firmare l'Appello e di inviare una copia al tuo vescovo (vedi www.curapastoralis.org).

Per la sua natura di atto pastorale e di testimonianza sacerdotale a Cristo e al suo Vangelo, l'appello richiede un impegno personale piuttosto che l'anonimato. Inoltre, non possiamo rimanere anonimi, mentre chiediamo ai vescovi di accettare le sfide di agire pubblicamente. I sacerdoti che firmano sono impegnati in uno sforzo pastorale, non in un'iniziativa politica. Agiscono a loro nome, non come membri di un gruppo o movimento all'interno della Chiesa. Chiediamo che discutendo l'Appello, chiariscano che stanno parlando per se stessi, non per gli altri che hanno firmato. Riconosciamo che possono esserci sacerdoti che sono d'accordo con le preoccupazioni fondamentali e le affermazioni del Vangelo espresse nell'appello, ma che per legittimi motivi prudenziali scelgono di non firmare. Chiediamo le vostre preghiere”. Dal contenuto dei punti richiamati, che vedrete più sotto, ci sembra di capire che sia soprattutto, ma non solo, “Amoris Laetitia” nelle sue interpretazioni più liberali il nocciolo della preoccupazione.

Con quasi 80 anni di ritardo

Il caso Alfie e la dittatura delle parole vuote

(di P. Serafino M. Lanzetta) In un mondo in cui le persone vogliono disfarsi di Dio, con la conseguenza di un significativo oblio della ragione umana, la verità è stata usurpata dal potere. Questo non è necessariamente politico o economico, ma – così sembra – è il potere delle parole. È l’abilità di saper esprimersi in modo da inviare un messaggio che crei la verità e faccia sì che altri lo credano vero.
Oltre a questa capacità di far accettare come verità ciò che uno dice, sembra che non ci sia un altro modo per convincere qualcuno che la verità invece esiste per se stessa. Si tratta certamente di un modo soggettivo di dire la verità o piuttosto di convincere le persone ad accettare la mia verità.
Oggi facciamo i conti con questo potere di manovrare le parole in una direzione che sia nel miglior interesse di colui che parla e che così tenta di affermare la sua verità. Ci sono tanti esempi di questo tipo, cioè di parole che sembrano grandi discorsi, ma che di fatto nascondono un pre-concetto o perfino un’ideologia. In realtà, o la verità esiste per se stessa o non esiste affatto. Nessuno la può creare, ma può solo scoprirla come frutto di una ricerca seria e diligente.

Gli strumentalizzatori

  • DOPO LA MORTE

Parola d'ordine: confondere le idee sul caso Alfie

Alfie non è stato ancora sepolto, ma la gara per confondere la memoria di quanto è successo è già in pieno svolgimento. Dietro la narrazione dei "poveri genitori strumentalizzati" c'è il disegno di allargare la sorte di Alfie a tutti i disabili gravi.
Stato di polizia
Alfie non è stato ancora sepolto, ma la gara per confondere la memoria di quanto è successo è già in pieno svolgimento.
A dare la linea ci aveva già pensato il giudice Hayden nell’ultima udienza da lui presieduta ad Alfie già staccato dall’apparecchio che garantiva la ventilazione: comprensibile la difficoltà dei genitori ad accettare la tragica condizione di Alfie, purtroppo ci sono alcuni che hanno approfittato per strumentalizzare. E ovviamente, eroici i medici dell’Alder Hey che hanno sopportato tutto questo pur prodigandosi in tutte le maniere per Alfie e la famiglia.

Peccato che in quelle ore stesse andando in scena tutta un’altra storia, come abbiamo abbondantemente documentato giorno per giorno, ora per ora. Non importa, la teoria dei “poveri genitori strumentalizzati” ha avuto successo e dopo la morte di Alfie è diventata un ritornello. Lo ripetono i grandi giornali - il The Guardian ha dedicato pure una mini-inchiesta alla scoperta degli strumentalizzatori -; lo sostiene anche il cardinale Vincent Nichols, primate cattolico della Chiesa inglese; lo sostengono esimi medici che non fanno che tessere le lodi di questo ospedale modello che sarebbe l’Alder Hey.

Morti viventi

NOSTRO SCOPO E CUPIO DISSOLVI


Cercare il bene e lodarlo lo scopo ringraziandone l’Autore: è la verità di cui l’uomo abbisogna. La civiltà moderna "non sa che fare"per i suoi intellettuali non ci resta che vagare senza meta fra le macerie di perdute certezze 
di Francesco Lamendola  

 http://www.accademianuovaitalia.it/images/gif/chiesa/0-109-crsitos.gif

L’atteggiamento più diffuso e più tipico della modernità è quello del non saper che fare: il reale è troppo complesso, troppo mutevole e imprevedibile; la stessa condizione umana è ambigua, elusiva, contraddittoria: non resta che vagare senza meta fra le macerie di perdute certezze, rimestare fra le ceneri di verità spente; e portar fiori, ironicamente, come Mattia Pascal, sulla propria stessa tomba, riconoscendo così la propria condizione di morti viventi. In questo contrasto, l’impotenza è d’obbligo e l’inconcludenza, uno stile di vita; l’agnosticismo diviene saggezza e lo scetticismo sistematico, una pratica di salute mentale. Non c’è niente di più irritante, di più insopportabile, quindi, d’imbattersi in qualcuno che osa pensare in maniera positiva, che si permette di usare volontà e intelligenza non solo per cercare, ma per trovare, e che, horribile dictu, alla fine qualcosa ritiene d’averla trovata per davvero – non una verità qualsiasi, non una verità provvisoria e strumentale, e neppure un alibi, una pseudo verità di cui drappeggiarsi per meglio perseguire i propri scopi, o semplicemente per dissimulare la propria ignoranza, ma proprio la verità di cui l’uomo abbisogna: il motivo per cui gli è data da vivere la vita. E se, poi, costui esplicita tale verità in questa semplice formula:la vita ci viene data affinché si vada in cerca del bene e, trovatolo, lo si lodi e lo si celebri, e se ne ringrazi l’autore, allora l’incredulità cede il posto allo sdegno, l’ironia viene sostituita dalla rabbia, e il malcapitato, fra un volare d’insulti e un digrignar di denti, viene prontamente ridotto al silenzio, affinché non rechi danno ai suoi simili, diffondendo tali false e perniciose dottrine. Non c’è posto per lui, nella società moderna, la quale tutto può tollerare, comprendere e perfino giustificare in fatto di aberrazioni umane, dall’incesto alla pedofilia, dal sadismo alla bestialità, dall’inversione alla necrofilia, ma una cosa non arriverà mai a capire, o giustificare, e meno ancora a perdonare: la salute della mente e dell’anima, la boccata d’aria pura in mezzo al tanfo soffocante di cadavere che ristagna ovunque. 

Compatibile con la fede e l'unità della Chiesa?

Un cardinale, sette vescovi e quattro nuovi "dubia". Questa volta sull'intercomunione


Sabato scorso, 28 aprile, papa Francesco ha ricevuto in udienza il prefetto della congregazione per la dottrina della fede, l'arcivescovo e gesuita Luis Francisco Ladaria Ferrer, accompagnato dal segretario della medesima congregazione, Giacomo Morandi.
È ragionevole immaginare che abbiano parlato dello scontro in atto tra i vescovi della Germania riguardo alla possibilità di dare la comunione anche ai coniugi protestanti sposati con un cattolico.
A conferma di ciò, infatti, il 30 aprile la sala stampa vaticana ha informato che il 3 maggio si terrà in Vaticano un vertice mirato proprio ad affrontare questa questione.
Ma come essa è entrata prepotentemente in agenda? Facciamo un passo indietro.

martedì 1 maggio 2018

Una «religione insipida e superficiale»

Traduzioni sbagliate

Testo dell'audio
In questa sezione faremo alcuni brevi commenti alle traduzioni, che si trovano nel Nuovo rito.
Abbiamo già osservato come uno dei vantaggi della lingua latina sia la sua universalità. Una volta tradotta la Messa, il senso della lingua volgare può non corrispondere esattamente al senso dell’originale o può essere addirittura completamente diverso da quel senso. In tali casi la fede non viene più espressa in modo chiaro e pure la validità stessa della Messa può essere messa a rischio.
La santa Messa è stata tradotta ormai in un’infinità di lingue: pensiamo solo a quelle dell’Africa, compresa ad esempio la bizzarra pseudo-lingua di pidgin-English. Ma queste traduzioni sono ovviamente state fatte senza che nessuno in Vaticano ne abbia potuto controllare l’accuratezza.

Gli inutili saranno salvati dalla messa cattolica

                        LA MESSA CONTEMPLATIVA


  La cosa più insopportabile a un cuore cristiano è vedere attentare alla vita contemplativa, che è l'anima della vita cristiana.

  “Quanta utilità e gioia divina rechino la solitudine e il silenzio dell'eremo a coloro che li amano, lo sanno solamente quelli che ne hanno fatto esperienza. Qui, infatti, agli uomini forti è consentito raccogliersi quanto desiderano e restare con se stessi, coltivare assiduamente i germogli delle virtù e nutrirsi, felicemente, dei frutti del paradiso. Qui si conquista quell'occhio il cui sereno sguardo ferisce d'amore lo Sposo, e per mezzo della cui trasparenza e purezza si vede Dio. Qui si pratica un ozio laborioso e si riposa in un'azione quieta. Qui, per la fatica del combattimento, Dio dona ai suoi atleti la ricompensa desiderata, cioè la pace che il mondo ignora, e la gioia nello Spirito Santo.
 Che cosa è tanto giusto e tanto utile, e che cosa così insito e conveniente alla natura umana quanto l'amare il bene? E che cosa altro è tanto bene quanto Dio? Anzi, che cosa altro è bene se non solo Dio? Perciò l'anima santa, che, di questo bene, in parte percepisce l'incomparabile dignità, splendore e bellezza, accesa dalla fiamma d'amore dice: L'anima mia ha sete del Dio forte e vivo; quando verrò e mi presenterò davanti al volto di Dio?».

Il mese delle grazie

Maggio è il mese di Maria!

Risultati immagini per maggio mese della madonna

Maggio è tradizionalmente il mese dedicato alla Madonna. 

Siamo a Maggio, mese significativo per la comunità cristiana. E’ il mese,che nella tradizione popolare è dedicato a Maria. Vogliamo viverlo, quale preziosa opportunità per fermarci a guardare questa Madre, con gli occhi del cuore.

Maria è madre sollecita nel promuovere in noi la crescita della vita di Gesù. E’ ausiliatrice che risveglia le risorse, facendole convergere verso il servizio della comunione e della gioia, come testimonia l’episodio del banchetto di nozze a Cana di Galilea.


Alla lunga vengono a noia

Come Facebook, Twitter, ecc., sopprimono le verità chiave…..
President Barack Obama, with Facebook CEO Mark Zuckerberg, holds a town hall meeting at Facebook headquarters in Palo Alto, California, April 20, 2011. (Official White House Photo by Lawrence Jackson)
di  Eric Zuesse
Il 23 aprile Rd , il grande giornalista d’inchiesta indipendente, Craig Murray – un ex diplomatico britannico – ha titolato nel suo blog, “Condemned By Their Own Words” (condananto dalle proprie parole) , e lui stesso ci ha postato la trascrizione tradotto da Inglese (tratto sotto) per questa radio ebraica israeliana, in onda il 21 aprile , in cui un israeliano, un generale di brigata, di nome Fogel, ha spiegato il motivo per cui le truppe israeliane stanno facendo la cosa giusta con lo sparare e persino l’ uccidere gli abitanti di Gaza che vengono (in modo non meglio specificato) troppo vicino al muro che separa Israele dalla Gaza:
Qualsiasi persona che si avvicini alla recinzione, chiunque possa essere una futura minaccia al confine dello Stato di Israele e dei suoi residenti, dovrebbe pagare un prezzo per tale violazione. Se questo fosse un bambino o qualcun altro che si avvicina alla barriera per [il soldato pensa forse] nascondere un ordigno esplosivo o [per] controllare se ci sono zone morte lì o per tagliare la recinzione in modo che qualcuno possa infiltrarsi nel territorio dello Stato di Israele per ucciderci …

La notte di Valpurga

I BULLETTI DELLE SCUOLE
L'istinto al potere. Vietato vietare in un deserto di valori e principi. L’ondata di violenza abbattutasi negli ultimi mesi sugli insegnanti e la sindrome di Stoccolma di alcune vittime: in fondo i colpevoli sono “bravi ragazzi”? 
di Roberto Pecchioli   

00 scuola 500

Alcuni mesi fa chi scrive chiese a una ragazza della quarta ragioneria, già due volte bocciata, come procedessero gli studi, specialmente nelle materie per lei più ostiche, matematica e francese. Rispose che tutta andava benissimo, poiché “le prof. hanno capito chi comanda.” Sarà per questo che non ci stupisce - né in fondo ci indigna troppo – l’ondata di violenza abbattutasi negli ultimi mesi sugli insegnanti. Inutile e carente per difetto enumerare gli episodi diffusi da Nord a Sud dello Stivale, alcuni davvero disgustosi. Per soprammercato, occorre dare conto delle aggressioni – fisiche e verbali- di diversi genitori ad insegnanti rei di non trattare come principini i loro beniamini e eredi, nonché l’alluvione di cause civili e amministrative per opporsi a bocciature, cattivi voti e perfino bei voti, ma inferiori alle aspettative. Nessuno stupore, nessuna indignazione a comando. Solo le gonne strappate di migliaia di vestali meravigliate. Ma come, pensano, si ribellano proprio a noi, tanto amichevoli, tolleranti, permissivi/e, democratici!

Per i cristiani è il tempo della responsabilità?

IL CARDINALE
Incredibile Nichols: attacca chi ha difeso Alfie

Sconcertanti dichiarazioni del cardinale Nichols sul caso Alfie: sostiene a spada tratta medici e giudici con la loro teoria del "miglior interesse" e attacca quanti hanno lottato per la vita del piccolo Alfie.



Il cardinale di Westminster, Vincent Nichols, dice di credere che tutto il possibile è stato fatto per aiutare Alfie Evans; e ha criticato – senza specificare a chi si riferisse – coloro che hanno “cercato vantaggi politici” dalla tragedia, “senza conoscere i fatti”. Il porporato si trovava in Polonia, come inviato papale, e ha parlato all’agenzia KAI.

Il cardinale, con una visione tutta personale del catechismo e della situazione di Alfie, ha detto: “È importante ricordare che l’Alder Hey Hospital si è occupato di Alfie non solo per due settimane o due mesi, ma per diciotto mesi, consultandosi con i migliori specialisti del mondo – così che la posizione dei suoi dottori, secondo cui non poteva essere dato nessun aiuto medico ulteriore era molto importante. La Chiesa dice molto chiaramente che non abbiamo un obbligo morale di continuare una severa terapia quando non ha nessun effetto, mentre il Catechismo della Chiesa inegna anche che le cure palliative, che non sono una negazione di aiuto, possono essere un atto di pietà. Un’azione razionale, purificata dall’emozione, può essere un’espressione di amore; sono sicuro che Alfie ha ricevuto questo tipo di attenzione”.

Un degrado all’ultimo stadio?


L’ultimo dogma: il fallimento del cristianesimo.


Il Mysterium iniquitatis in Sergio Quinzio




Due parole su Sergio Quinzio

Sergio Quinzio pensava che la Chiesa postconciliare avesse lasciato progressivamente decadere l'aspetto escatologico ed immaginava quindi che in un futuro non troppo lontano, l'ultimo papa, Pietro II, tenterà di rivitalizzare questo fondamentalissimo pilastro della fede ormai quasi indifferente alla maggior parte dei fedeli.
Al di là dei documenti papali e del profluvio di parole fuoriuscite dalle commissioni teologiche, che peraltro si sospetta ben pochi leggano, devo constatare che è nelle messe domenicali che i contenuti di fede devono essere trasmessi. Nelle omelie invece spesso si tenta di storicizzare l'escatologia: ciò è evidente anche in Brianza dove abito ossia una delle aree più "bianche" non dico d'Italia, ma addirittura del mondo (e non esagero affatto).

lunedì 30 aprile 2018

Pietro, senza Cristo, non è nulla

A petra Petrus



Sono un po’ di anni che si parla di un “ripensamento” del papato. Giovanni Paolo II, nel 1995, auspicava che si potesse trovare «una forma di esercizio del primato che, pur non rinunciando in nessun modo all’essenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova» (enciclica Ut unum sint, n. 95). Papa Francesco, nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium (2013), ha parlato di una vera e propria “conversione del papato” (n. 32). Ai nostri giorni sono sorprendentemente soprattutto i tradizionalisti a interrogarsi sui limiti dell’autorità pontificia. Penso che qualsiasi riflessione su un problema tanto delicato non possa che prendere le mosse dalla tradizione dei Padri, che conserva un carattere normativo per la Chiesa di tutti i tempi. 

Ebbene, la Liturgia delle ore odierna, per la memoria liturgica di San Pio V, offre un testo di Sant’Agostino che potremmo considerare in qualche modo parallelo a quello proposto per la solennità dei Santi Pietro e Paolo. Oggi ci viene presentato un brano dei Trattati su Giovanni, mentre il 29 giugno un brano del discorso Nel natale degli apostoli Pietro e Paolo. Vorrei riportare un passaggio da ciascuna di queste due letture. Si tratta di due testi molto simili fra loro, che a mio parere ci possono aiutare a capire quale sia il vero ruolo del Romano Pontefice.

La sofferenza vicaria

«Sono intervenuta tante volte per placare l’ira del Padre. Ho impedito l’arrivo di calamità offrendogli le sofferenze del Figlio sulla Croce, il Suo prezioso sangue e le anime dilette che Lo consolano formando una schiera di anime vittime»: il ruolo delle anime-vittima nel messaggio di Akita



Addentriamoci nel cuore del messaggio di Akita per scoprirne i tesori e le ricchezze. Un tema che si evidenzia all’interno del breve ma denso messaggio è la necessità e l’urgenza della riparazione e la nobilità della sofferenza vicaria.

È una questione seria

DON ORIONE E PADRE PIO UNITI DALLA LUCE DI CRISTO


«Attraverso la celebrazione della santa Messa, che costituiva il cuore di ogni sua giornata e la pienezza della sua spiritualità, raggiunse un elevato livello di unione con il Signore».

Obbedendo all’impulso impetuoso e generoso del suo temperamento, Emanuele Brunatto, sicuro del fatto suo, quale cittadino adottivo di San Giovanni Rotondo, scavalcando ogni procedura protocollare, partì alla volta di Roma, con una valigia contenente due faldoni di documenti, determinato a far pervenire alle autorità della Chiesa, entro il portone di bronzo del Vaticano, i suoi due incartamenti riguardanti il “caso padre Pio”: “All’attivo, le testimonianze dirette e indirette su Padre Pio e i fatti a carattere sovrannaturale che gli erano attribuiti; al passivo, i risultati della sua inchiesta sul Palladino, Prencipe e Gagliardi”. Ascoltiamo da Brunatto stesso la narrazione di come avvenne l’incontro con Don Orione, e come fu accolto, una volta giunto a Roma.

La febbre della verità

L'ORIZZONTE ESISTENZIALE


L'eroismo del vero Cattolico. Ciò che amplia e restringe "l’orizzonte esistenziale" e la febbre della verità: la strategia è chiara separare l’uomo da Dio facendone ancora un misero adoratore del "vitello d’oro" di questo mondo 
di Francesco Lamendola  
 00 prete osserva

Vi sono cose che allargano e cose che restringono il nostro orizzonte esistenziale, la nostra coscienza di noi stessi e del mondo, la nostra gioia e la nostra comprensione del reale: perché comprendere è anche gioire, come ben sa lo studente che, per esempio dopo essersi a lungo affaticato, riesce a risolvere un problema di geometria: è come se gli oggetti della sua riflessione si spalancassero di colpo, e come se tutto apparisse improvvisamente sotto una luce nuova, una luce più vivida e affascinante, che conferisce un nuovo splendore a ciò che, prima, appariva grigio e smorto. È chiaro che quanto più è ampio il nostro orizzonte di esistenza, tanto maggiore diviene la nostra comprensione e tanto maggiore sarà anche la nostra gioia di vivere; e, rispetto a questo, possiamo considerare come un inconveniente secondario il fatto che non sempre comprendere è comprendere nella verità, perché, quanto più si allarga l’orizzonte, tanto più cresce il desiderio della verità e noi diventiamo dei ricercatori sempre più esigenti, incapaci di accontentarci di una verità qualsiasi; il nostro appetito ha ormai bisogno di un cibo sempre più sostanzioso e di una bevanda che spenga la sete per davvero, e questo fa sì che noi non ci accontentiamo più delle mezze verità, delle verità apparenti e superficiali, ma ci avviciniamo realmente al centro della realtà, dove le cose sono come devono essere e non come, semplicemente, appaiono. In questo senso, se è vero che ogni ricerca è un cammino, un percorso, e quindi, specialmente nelle fasi iniziali, un andare a tentoni e anche un cadere – proprio come accade al bambino di pochi mesi, che sta imparando a camminare con le sue gambe – è altrettanto vero che il cercare è sempre un cercare la verità, e che il desiderio, la febbre, quasi, della verità, cresce mano a mano che l’orizzonte si allarga, per cui arriva il tempo in cui l’anima non vuole nulla di meno che la verità in se stessa, e disdegna ciò che, in un altro tempo, l’avrebbe forse soddisfatta. Questo, almeno è quanto accade alle anime realmente desiderose del vero, alle anime integre, use a non barare mai al gioco della vita, neppure con se stesse, e indifferenti al plauso o al biasimo altrui, perché di una cosa sola sono impazienti: d’incontrare l’approvazione del maestro interiore che giace in fondo all’anima e che riceve ispirazione, guida e sostegno da quel’altro Maestro, che è al di sopra di noi, perché è al di sopra di tutto e di tutti.

"Fino a che la distruzione non sarà completa."

Cardinale Burke a Bratislava: attacco devastante sulla Chiesa perfino dalla "sua guida"



I nemici della Chiesa sono felici del "devastante attuale attacco" sull'autorità divina della Chiesa proprio dal suo interno, "perfino dalla sua guida", ha detto il cardinale Raymond Burke a un pubblico a Bratislava, Slovacchia (27 aprile).

Parlando durante la festa Bratislavské Hanusove Dni di matrimonio e famiglia, ha fatto notare che i nemici della Chiesa non riconoscono pubblicamente la loro gioia per far sì che le persone per bene [stupide] non capiscano cosa sta succedendo, "fino a che la distruzione non sarà completa."

I nostri preti mediatici farebbero bene a meditare

ALFIE. NON È UN PROBLEMA DI FEDE E PRETI, MA TUTTO LAICO.



Cari Stilumcurialisti, parliamo ancora di Alfie Evans. Cominciamo offrendovi, grazie alla cortesia di Edward Pentin e del National Catholic Register, un breve commento in video di mons. Negri. E la foto di testata è quella dello striscione apparso a Torino, durante Torino-Lazio; preparato dai tifosi biancazzurri, ma pubblicato anche sul sito granata, un momento di unione verso una vicenda che ha toccato i cuori di molti. 

Fariseo ipocrita, sepolcro imbiancato

DISTINGUERE VERI E FALSI PASTORI


Come distinguere i veri pastori, da quelli falsi. Non c’interessa quanto è lungo lo strascico episcopale di monsignor MacMahon. Lo Stato laico, la nuova divinità da adorare: un dio che decide freddamente l’infanticidio di Stato 
di Francesco Lamendola  

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Quando, nel 1610, la polizia inglese lo trascinò davanti al giudice che lo avrebbe condannato a morte, nel nome della regina Elisabetta, in quanto sacerdote cattolico, il monaco benedettino Giovanni Roberts (nato nel Galles ma divenuto religioso in Spagna) rifiutò di salvarsi firmando un documento di compresso, e disse semplicemente di essere giunto in Inghilterra per salvare le anime, e che avrebbe continuato a farlo per tutta la vita.
E quando il vescovo bulgaro Eugenio Bossilkov, dopo essersi recato a Roma, presso Pio XII, fu sconsigliato di tornare nel suo Paese, perché le autorità comuniste potevano arrestarlo in qualsiasi momento, tranquillamente aveva risposto a un amico: Sono il pastore del mio gregge; non posso abbandonarlo. Venne arrestato sotto la falsa accusa di attività antisovietiche, processato, torturato, infine condotto davanti al plotone d’esecuzione, l’11 novembre 1952.
Sono solo due esempi ma potremmo farne decine e centinaia; potremmo riempire un libro, un’intera enciclopedia. Così ragionavano i pastori del gregge cattolico, così sentivano, così confidavano in Dio: impavidi, affrontavano il martirio per amore delle loro pecore; se avevano paura, chiedevano il coraggio a Gesù e alla Madonna; non temevano la morte quanto la vergogna e il rimorso di non aver saputo amare il loro gregge fino al dono più grande, quello della vita. 

La definizione di “follia”

Giudici contro la legge pur di uccidere Alfie

Le linee guida del General Medical Council sul "miglior interesse" del paziente sono state contraddette da medici e giudici convinti che la morte del piccolo era la risposta alla sua vita. Inoltre, il documento specifica: «Non si dovrebbero formulare supposizioni ingiustificate in merito al superiore interesse di un bambino o di un giovane sulla base di fattori irrilevanti o discriminatori, come il loro comportamento, il loro aspetto o la loro disabilità».
Abbiamo già evidenziato in articoli precedenti che i giudici inglesi avevano ordinato allo staff medico dell’Alder Hey di compiere un atto eutanasico, seppur vietato sul suolo inglese, e non di astenersi da una terapia che configurava accanimento terapeutico

Vae orthodoxis!

Ordine di Malta, torna l'intrigo. Festing: "Ero una minaccia perché ortodosso"

L'ex Gran Maestro dell'Ordine di Malta, Fra' Matthew Festing, parla dopo le dimissioni chieste dal Papa: "Non piaceva la mia ortodossia"
Un anno fa Fra' Matthew Festing venne ricevuto in udienza privata da Papa Francesco. Il pontefice gli chiese le dimissioni. E lui, gran maestro del Sovrano Ordine di Malta, decise di sottomettersi alla volontà del successore di Pietro.

Oggi, però, l'ex vertice del più antico ordine cavalleresco della Chiesa, torna a parlare del caso dei preservativi distribuiti in zone di guerra che fu all'inizio dello scandalo dell'aprile scorso.