ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 20 dicembre 2017

Il mistero di due avvenimenti

"FINE DEI TEMPI" O "FINE DI UN TEMPO"?... Il Servo di Dio don Dolindo Ruotolo "scioglie il dilemma".


ABBIATE LA PAZIENZA DI LEGGERE... NEI POCHI CAPOVERSI CHE SEGUONO DON DOLINDO OFFRE UNA MAGISTRALE E DOTTA SPIEGAZIONE AD UNO DEI QUESITI PIU' CONTROVERSI, COMPLESSI ED IMPUGNATI DAGLI ERETICI DI OGNI EPOCA STORICA. E' IMPORTANTE AVERE A RIGUARDO IDEE CHIARE.

« Per procedere avanti in questo misterioso capitolo e in quelli che seguono, è necessario richiamare alla mente l’ordine e la tessitura del Sacro Libro. Questo sguardo generale e sintetico su tutto l’argomento che tratta ci orienterà nel cammino. Lo riportiamo come ce lo presenta L’A. Lapide (volume XIXo, pag. 767):

Nei primi tre capitoli ci sono correzioni istruzioni e ammonimenti alle sette Chiese dell’Asia. Poi si propone il libro, l’Apocalisse, segnato da sette sigilli, e questi sigilli si aprono sino al capitolo XIo. Questi sigilli contengono ciò che dovrà avvenire alla Chiesa sino alla fine del mondo, e principalmente i castighi e i prodigi, precedenti l’anticristo e l’estremo giudizio. Dal capitolo XIo alla fine, aperti già i sigilli, si narrano le visioni e le predizioni che riguardano l’anticristo, il Giudizio universale e la gloria dei beati.

Come in un gioco di prestigio


IL PATTO TRADITO


Esuli in Patria esuli nella Chiesa il patto che non viene più lealmente rispettato: lo Stato italiano come la Chiesa verso il fedele ha cambiato le regole del gioco nei confronti del cittadino e senza averne chiesto il consenso 
di Francesco Lamendola   

 

È uno strano, stranissimo destino, quello capitato agli italiani della nostra generazione: agli italiani che oggi sono negli -anta. Da bambini, era stato insegnato loro ad amare la Patria e ad amare la Chiesa; ed era stato assicurato loro che la Patria e la Chiesa, a loro volta, vegliavano su di essi: la prima, sul loro posto di lavoro, sui loro risparmi, sulla loro sicurezza, sulla loro proprietà, e sul futuro dei loro figli; la seconda, sulla salute della loro anima, guidandoli alla conoscenza di Dio e alla felicità della vita eterna. In cambio, la Patria ha chiesto loro di rispettare la legge, di pagare le tasse, di obbedire a tutto ciò che lo Stato riteneva utile e necessario per il bene collettivo, compreso il servizio militare obbligatorio; e la Chiesa ha preteso che vivessero in conformità alla legge del Signore, con un sano timor di Dio, dalla culla alla tomba, cioè dal Battesimo fino alla Estrema Unzione. Gli italiani, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno ritenuto giusto e ragionevole questo patto, sia con la Patria che con la Chiesa: si sono fidati, hanno ascoltato, hanno obbedito, hanno messo in pratica quanto veniva richiesto loro di fare; e se, qualche volta, hanno trasgredito, hanno tuttavia riconosciuto la propria colpa, non hanno cercato scusanti, né si sono sottratti, ma hanno accettato di pagare le conseguenze della loro colpa: allo Stato nelle aule di giustizia, alla Chiesa nel segreto del confessionale. 

Fuori controllo..

UN FILM IN USCITA A GENNAIO GETTA NUOVA LUCE SULLA CRISI IN VATICANO, E SUL SUO LEGAME CON IL TERZO SEGRETO DI FATIMA, come già predisse nel 1984 l’allora Cardinale Ratzinger…..



C’è un nuovo lungometraggio -documentario che arriverà nei cinema il 18 gennaio 2018 chiamato The Vatican Deception. È un’indagine potente nel secolo scorso attraverso la lente delle profezie di Fatima, e offre approfondimenti sull’attuale crisi in Vaticano, su come la crisi è legata ai principali eventi globali, e sul perché ci sia una battaglia in Vaticano per nascondere le profezie . Coloro che conoscono la storia vedranno molti temi familiari passati in rassegna in un documentario completo progettato per affascinare gli esperti tanto quanto quelli che ne sanno poco o nulla. Il film rivela anche a chiunque cerchi di dare un senso a questi tempi turbolenti che se si guarda indietro a tutti i disastri naturali, terrorismo, sparatorie di massa, frodi, violenze, avidità e “guerre e rumori di guerre” (Matteo 24: 6 ), nel contesto di queste profezie, si ottiene una prospettiva che fa riflettere sul perché il mondo sembra essere fuori controllo.

Dettami e dottrina di papa Francesco


“secondo la dottrina di papa francesco”            

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Vedete quell’uomo nudo? A destra, accanto ai Re Magi.
Come? Non si vede vede bene? Allora aspetta un attimo.
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Ecco, mò si vede meglio?

Un inverno lungo e cattivo...

CI OCCORRE UNA TREGUA. CONTEMPLATIVA.


O che ho l’impressione di aver detto  ciò che occorreva,  e non ci sia più nulla da dire; o che ormai sia inutile rilevare per l’ennesima volta le aberrazioni immedicabili del nostro tempo, sento che ho – abbiamo – bisogno di una tregua.

Stati alterati di coscienza

  • PROGRESSISMI

A chi interessa rilanciare Teilhard de Chardin 

                  

Marilyn Ferguson, autrice del testo classico sulla New Age, The Aquarian Conspiracy , negli anni Settanta fece un sondaggio fra 200 di quelli che chiamava i “cospiratori dell’Aquario”, gente impegnata silenziosamente a sovvertire gli elementi chiave del pensiero occidentale, e trovò che alla domanda “Chi sono le persone le cui idee ti hanno più influenzato?”,  la maggioranza citava il  sacerdote gesuita, Pierre Teilhard de Chardin [1881 – 1955] .
Tanto noto agli specialisti quanto pressoché sconosciuto al grande pubblico, il sacerdote Teilhard fu un geologo paleontologo che è considerato antesignano della New Age per la commistione che egli fa fra spirito e materia, sulla base del concetto di coscienza in evoluzione,  una coscienza collettiva che sarebbe presente anche nelle più piccole particelle di materia inanimata.
La sua influenza permise ai giovani cresciuti nella “controcultura” degli anni Sessanta di seguire la moda della meditazione orientale, con annessa ricerca degli stati alterati di coscienza, senza sentirsi in conflitto con la propria identità cattolica o cristiana.  Per questo la Chiesa cattolica nel 1962 emise un monito con cui esortava «tutti gli ordinari, nonché i superiori degli istituti religiosi, i rettori dei seminari ed i presidi delle università a difendere gli animi, soprattutto degli studenti, dai pericoli insiti nelle opere di Padre Teilhard de Chardin e dei suoi seguaci».

Un Dio ingiusto?


GESU' E L'INFERNO                  


Gesù è venuto a salvare ciò che era perduto "a salvare noi". La dannazione consiste nel rifiuto dell’amore di Dio e della salvezza che viene da Lui solo. L’inferno c’è, perché noi abbiamo "la tremenda libertà di rifiutare Dio" 
di Francesco Lamendola  


 

Oggi è venuto di moda, nella neochiesa progressista e modernista, negare l’esistenza del diavolo e negare anche, esplicitamente o implicitamente, l’esistenza dell’inferno; in subordine, e già da qualche decennio, essa ama sventolare l’ipotesi di compromesso del teologo Hans Urs von Balthasar, secondo la quale l’inferno certamente esiste (e vorremmo ben vedere che qualcuno dicesse il contrario: è verità di fede, più volte ribadita nel Vangelo), ma potrebbe anche essere vuoto. Il libro dell’Abbé Guy Pagès, della diocesi di Parigi, Giuda è all’inferno?, recentemente uscito e presentato da un’intervista di François Billot de Lochner (intervista riportata il 18 dicembre scorso sul sito Libertà e Persona da Claudio Forti, e ripresa da altri siti e blog cattolici, come Il fumo di Satana) dà una risposta a queste ipotesi bizzarre e non ortodosse, ribadendo, una volta per tutte, che l’inferno esiste, che non è vuoto e che non può essere vuoto. Se fosse vuoto, vorrebbe dire che tutti gli uomini hanno pienamente accolto la Parola di Gesù Cristo e si sono convertiti, o si sono pentiti profondamente dei loro peccati; il che vediamo manifestamente non essere vero. Non solo: se nessuno fosse all’inferno, non ci sarebbe bisogno del Giudizio di Dio: tutti andrebbero direttamente in paradiso. 

My name is Jordan


http://www.reggioreport.it/wp-content/uploads/2014/01/Diavolo.gif
Riceviamo questa segnalazione di come la neochiesa franceschiana protestantizza il Sacramento della Confessione

Il cantiere della conversione
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Ci vuole una comunità di fratelli e sorelle con i quali fare un cammino di conversione. Il cambiamento della mia vita non è solo affar mio, non riguarda soltanto la mia esistenza e le mie scelte, ma coinvolge sempre gli altri. Non c’è conversione possibile senza qualcuno che mi apra gli occhi e che mi prenda per mano. Per convertirci abbiamo bisogno di una comunità di fratelli con cui camminare, sostenerci, comprenderci. Dio chiama sempre un popolo alla salvezza. 
Il sacramento della penitenza 
Per questo vogliamo rinnovare il modo di celebrare il sacramento della penitenza, rimettendo al centro la misericordia di Dio (Dio non si stanca mai di perdonarci, ricorda sempre Papa Francesco) e il cammino di conversione del cuore (che non è solo “liberarsi la coscienza”). Questo sacramento ha visto tante modalità celebrative nella storia della Chiesa e crediamo sia importante non fissarsi soltanto sulla “confessione auricolare” che abbiamo ereditato, dove al centro sembra esserci il colloquio con il prete. Mercoledì 20 a S. Giovanni e domenica 24 a Novellara celebreremo comunitariamente il sacramento della penitenza, accogliendo la Parola che ci annuncia il “giorno della salvezza” e ci racconta la misericordia senza limiti di Dio che “ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio unigenito, non per condannare, ma per salvare” (cfr Gv 3). Poi ci riconosceremo peccatori davanti a lui come il pubblicano che battendosi il petto diceva: “abbi pietà di me peccatore”. Ci metteremo in cammino, come popolo per ricevere la assoluzione personale del peccato e rinnovare la grazia del Battesimo che ci ha purificati. Infine pregheremo perché la grazia del sacramento porti frutto nelle nostre vite e nella nostra comunità e il mondo renda gloria a Dio vedendo le nostre opere. Qualcuno guarderà con sospetto questa diversa modalità celebrativa. Comprendo un po’ di smarrimento di fronte alle novità. Sarà possibile nei prossimi giorni celebrare il sacramento nel modo tradizionale grazie alla disponibilità dei sacerdoti. L’importante è che tutti apriamo il cuore alla conversione, accogliendo la grazia di questo tempo. 
                                                                                                 Don Giordano

http://www.novellara.net/wp-content/uploads/2017/12/Bollettino-n.-46.pdf

martedì 19 dicembre 2017

What is your name?

SAPETE PERCHÉ, DURANTE UN ESORCISMO, SI CHIEDE AL DEMONIO DI DIRE IL PROPRIO NOME?

Sapete perché, durante un esorcismo, si chiede al demonio di dire il proprio nome?
Bisogna confessarlo: il tema “esorcismo” e “possessione diabolica” suscita in genere, nella nostra mentalità moderna, una reazione a metà tra la fascinazione per quegli aspetti di mistero che evoca e l’aperta incredulità. Materia per i film, viene da pensare. Ma la pratica dell’esorcismo è regolata dalla Chiesa cattolica con il rituale De exorcismis et supplicationibus quibusdam (Rito degli esorcismi e preghiere per circostanze particolari, adottato nel 1998 in sostituzione del precedente più antico che comunque può essere usato), ed è soggetta a vincoli e prescrizioni. Affonda le sue motivazioni nella Sacra Scrittura e nella teologia. E’ materia delicata che deve essere trattata con prudenza da sacerdoti preparati e equilibrati (“ornato di pietà, di scienza, di prudenza e integrità di vita”), espressamente autorizzati dal proprio vescovo. Aleteia ne ha parlato con p. Cesare Truqui, esorcista della diocesi di Coira, in Svizzera, e relatore all’XI corso “Esorcismo e preghiera di liberazione” in svolgimento all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma per iniziativa dell’Istituto Sacerdos dello stesso ateneo, in collaborazione con il Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa di Bologna (Gris) e l’Associazione internazionale esorcisti (Aie).

Perdono di qua, perdono di là...

LA CHIESA PUO' PECCARE? NO PERCHE' E' SANTA! Chiesa "santa e peccatrice?" Eresia!

Introduzione

Se è vero che la storia non può giudicare il Cristianesimo è anche vero che il Cristianesimo non può prescindere dalla storia. Infatti, se il Cristianesimo non si esaurisce nell' ambito della storia, ma va al di là (indicando all'uomo una meta che supera la dimensione terrena e temporale), è pur vero che il Cristianesimo non è un'astrazione ma costituisce una risposta tanto alle ansie escatologiche (attinenti all'aldilà) quanto terrene dell'uomo.

Ecco perché è importante conoscere, almeno a grandi linee, la storia della Chiesa; e quando parliamo di «storia della Chiesa» non intendiamo la conoscenza di tutti i fatti (che è degli specialisti) quanto possedere concetti generali per capire... e soprattutto per non farsi truffare da chi vuol presentare alcuni fatti storici in maniera poco veritiera.

Spesso e da più parti si sente parlare di «colpe» della Chiesa cattolica e di relativi «perdoni». Perdono di qua, perdono di là... sembra che al cattolico non tocchi altro che fare «mea culpa»su presunte colpe, per giunta non personali, ma di altri.

Cerchiamo di capire, in primo luogo, in che senso sia giusto parlare di colpe della Chiesa e, in secondo luogo, se la Chiesa può davvero peccare.

Va là..al-walà wa-al-barà

Cardinale Betori tutta l’Italia pagherà la sua superba “generosità”



«L’islam invaderà l’Europa»… profetizzava san Giovanni Paolo II e mons. Betori offre loro la Toscana su di un piatto d’argento.
Sant’Agostino d’Ippona nei suoi Sermones (164, 14) afferma: Humanum fuit errare, diabolicum est per animositatem in errore manere (“cadere nell’errore è stato proprio dell’uomo, ma è diabolico insistere nell’errore per superbia”), da qui la  locuzione latina errare humanum est, perseverare autem diabolicum, che tradotta letteralmente significa “commettere errori è umano, ma perseverare (nell’errore) è diabolico”.
E’ di questi giorni il “regalo di Natale” di mons. Giuseppe Betori, arcivescovo cardinale di Firenze, a riguardo della vendita di un territorio della diocesi per darlo ai musulmani che vi costruiranno una Moschea. Di questi tempi sarebbe una “non notizia” vista l’assillante imposizione, l’obbligo del dialogo “ad ogni costo”, del volemose bene e di un “ammmore” che non sarà mai corrisposto, anzi, come un Cavallo di Troia si stanno offrendo all’Islam le “chiavi delle città”, delle città italiane, con conseguenze future drammatiche.

Si vantano di ciò di cui si dovrebbero vergognare

 QUESTO CE LO DEVONO SPIEGARE



Ed è se la Chiesa di oggi sia la vera Chiesa cattolica di ieri e di sempre o se sia diventata un’altra cosa come l’attuale pontefice si vanta voler fare ma Lutero non era scomunicato? Il caso della suora di clausura Lucia Caram
 di Francesco Lamendola  
  
  

Ci devono spiegare, i signori della neochiesa, che non osiamo neanche chiamare sacerdoti, perché sono semmai degli abusivi del sacerdozio, come mai una suora carmelitana di clausura non vive affatto in clausura, ma va ogni giorno in televisione a parlare e straparlare di tutto e di più, dalla cucina alla politica; perché si è schierata apertamente per l’indipendenza catalana, lei, argentina residente a Barcellona, Spagna, contravvenendo alla regola che i religiosi non devono fare politica attiva, salvo dispensa; e soprattutto perché Lucia Caram, dopo aver dichiarato nel corso di un programma televisivo che Maria Vergine faceva sesso con suo marito, come (parole sue) tutte le coppie ”normali”, non è stata ancora cacciata dal suo Ordine. Ci devono poi spiegare come mai un documento come Amoris laetitia, che, se fosse stato presentato da José Mario Bergoglio quando era arcivescovo di Buenos Aires, sarebbe stato sicuramente bocciato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede – sono parole di un noto canonista cattolico americano, Gerald Murray, della diocesi di New York -, ora che lui è diventato papa, pretende d’imporlo come la linea ufficiale della Chiesa in materia di divorziati risposati o passati a un’altra convivenza; tanto più che, come è noto, ne esistono diverse interpretazioni e quella che viene applicata nella stessa diocesi di Roma è diversa da quella del clero di Buenos Aires, avallata dal papa stesso, col risultato che la Chiesa cattolica ha perso la sua unità magisteriale, i suoi vescovi non parlano più con una voce sola, ma sta accadendo in essa come nelle numerosissime chiese e chiesette protestanti, dove ciascuno si fabbrica la sua personale lettura del Vangelo. E ci sono tante, tantissime altre cose che ci devono spiegare, dai corsi per fidanzati omosessuali, varati in numerose diocesi e strutture della Chiesa cattolica; alla persecuzione contro i Francescani e le Francescane dell’Immacolata, centinaia dei quali, disperati, hanno lasciato l’abito e sono tornati nel mondo (un fatto che dovrebbe pesare come un macigno sulla pur durissima coscienza di papa Bergoglio), al silenzio assordante della C.E.I. e del papa stesso allorquando il Parlamento italiano vara delle leggi chiaramente anticristiane, come quella sul testamento biologico, laddove l’una e l’altro si mostrano fin troppo loquaci quando si tratta di temi che poco o nulla hanno di religioso e di cristiano.

Il nuovo inno del Vaticano

MELANCONIE DI SUPER EX. UN BEL 2017, CON IL PAPA CHE CELEBRA PIÙ LUTERO DELLA MADONNA DI FATIMA. VEDIAMO NEL 2018 CHE SI INVENTA…

 SuperEx, ve lo ricordate: quello ex di Avvenire, ex dei movimenti per la vita e così via? Ci ha scritto per fare gli Auguri di Buone feste, a noi e alla Chiesa cattolica. E guardandosi indietro, ai dodici mesi che si stanno per compiere gli sono venute come delle melanconie. Perché, come scriveva quello lì, non ci sono parole più di tristi di “avrebbe potuto essere”. E invece sappiamo come vanno le cose nel regno di Re Francesco, Sovrano pontificio…

Come agiscono i membri della setta conciliare

Nuove minacce anonime: questa volta Baronio chiede la collaborazione dei Lettori


Questa mattina, dopo la S. Messa, ho aperto la casella di posta elettronica del blog ed ho trovato questo messaggio, spedito ieri sera a commento del mio articolo sul Pater noster (qui): 

Ne devi ancora ingoiare di merda, caro Baronio. Conserva ancora un po' del tuo veleno, ti servirà per l'onda di depressione che si abbatterà su voi fanatici verso marzo-aprile del prossimo anno. Lì ci sarà da ridere.

Fra grandi profeti ci si intende..

"Papa Francesco è un grande profeta!" il teologo Vito Mancuso a Che tempo che fa (Video Integrale)


"Papa Francesco è un grande profeta!!" 
 Vito Mancuso
a "Che tempo che fa"
(Video Integrale)

Il teologo ha portato in studio il suo nuovo libro 
"Il bisogno di pensare'' 
(Tratto da "Che tempo che fa" del 18 dicembre 2017)



"Papa Francesco è un grande profeta! Ha un grande pensiero! Ha una visione! E' persona che a partire dal suo pensiero ha la capacità di infondere energia positiva nel mondo, perché quando lo ascolti, hai più voglia di vivere.

Ma quanti sono disposti a seguirlo veramente?

Sarà un caso?

  • IL RITRATTO DI DON VIGANO’

Il comunicatore vaticano e il colosso gay friendly

Il Vaticano ha deciso di creare un nuovo portale di comunicazione chiamato Vatican News e per la realizzazione ha chiamato la prestigiosa multinazionale della web solution per le imprese, Accenture. Ma di che cosa si tratta? Si tratta di un’impresa ai vertici nel campo della gestione di portali internet e non solo, che però ha aderito come molte altre multinazionali al credo Lgtbt come elemento distintivo di un nuovo modo di lavorare e rapportarsi con il dipendente e il cliente. 
A notare il "dettaglio" è il portale spagnolo Infovaticana in un articolo del suo direttore Gabriel Ariza, che non manca di sottolineare come Accenture sia una realtà imprenditoriale molto coinvolta con i “valori” Lgbt. Un esempio? Non è difficile trovare nel suo sito espressioni come questa: «Siamo impegnati a sensibilizzare e educare le nostre persone al rispetto verso la nostra comunità LGBT, sostenendo allo stesso tempo tutti i nostri dipendenti e fornendo loro un luogo di lavoro che garantisca sempre una positiva integrazione». 

lunedì 18 dicembre 2017

La via dell'inferno è aperta e larga


NEOCHIESA: INFERNO DI FALLITI


I Santi hanno visto l’inferno e il papa? Ecco da chi è formata la neochiesa modernista e progressista: da un esercito di falliti e frustrati, residuati della stagione della contestazione, carichi di rancore e bramosi di rivalsa 
di Francesco Lamendola   
 

Farebbero sorridere, se non suscitassero indignazione, le parole di padre Arturo Sosa Abascal sulla non esistenza del diavolo: perché,se il diavolo non esiste, non esiste neppure l’inferno; e se l’inferno non esiste, allora il cristianesimo è una menzogna e Gesù Cristo è venuto sulla terra per niente, dal momento che le anime non corrono alcun pericolo di dannazione e che il male non doveva essere affrontato e vinto dal Figlio di Dio, per riscattare l’umanità che giaceva sotto il suo dominio. Ma che l’inferno esista, ed esistano pure i diavoli, non è affatto una opinione personale di qualcuno, di qualche cattolico tradizionalista e bigotto: è parola del Magistero, e, prima ancora, parola di Dio. Gesù ne ha parlato spesso; lo ha affrontato faccia a faccia, nel deserto, quando ha subito le sue tentazioni, e le ha vinte; e poi, lungo tutta la sua vita terrena, quando ha liberato una quantità d’indemoniati. Anche gli altri testi del Nuovo Testamento, le lettere di san Paolo, quelle di san Pietro, i due principi degli Apostoli, parlato del diavolo e della sua terribile realtà; e così pure l’Apocalisse, che descrive la battaglia finale fra le armate del diavolo e gli Angeli del Signore.  Non solo: molti Santi e Sante, anche nei tempi moderni, hanno visto l’inferno: la beata Anna Katharina Emmerick, Jean-Marie-Vianney, il santo curato d’Ars, san Giovanni Bosco, santa Faustina Kowalska, suor Lucia dos Santos, padre pio da Pietrelcina: lo hanno visto così come voi vedete le case di fronte, quando uscite in strada dal vostro portone; lo hanno visto e ne hanno riportato un’impressione fortissima, incancellabile. Ne hanno poi parlato, naturalmente, per mettere in guardia le anime contro il pericolo di finire in esso.

“Non si sa”?

Si andrà tutti in paradiso?





Intervista di François Billot de Lochner all’Abbé Guy Pagrès per presentare il suo libro “Giuda, è all’inferno?”, con sottotitolo: Risposte a Hans Urs von Balthasar (con una supplica al papa) – 16 dicembre 2017
François Billot. – Cari amici, ho la grande gioia e l’onore di avere ospite l’Abbé Pagrés, della diocesi di Parigi, che ha scritto diversi libri, e il titolo del suo ultimo libro, che presentiamo oggi è: “Giuda, è all’inferno?”, con un sottotitolo interessante: “Risposte a Hans Urs von Balthasar, che, come tutti sapete, è un famoso teologo della fine del XX secolo.
Il Cardinale Muller, prefetto della Dottrina della Fede, con un messaggio personale, ha dato un completo sostegno al suo libro. Allora, la prima domanda che le porgo, signor Abate, riguarda il titolo del suo libro, piuttosto provocante: “Giuda, è all’inferno? Esiste l’inferno?
Abbé Guy. -Io penso che oggi la risposta a queste due domande, contestate in generale nella chiesa, tendono a far credere che l’inferno sia vuoto e che quindi nemmeno Giuda vi sia in esso. Ho inviato la mia opera a diversi vescovi chiedendo che mi facessero una prefazione, ma nessuno fra essi è stato in grado di dirmi che Giuda è all’inferno. Tutti mi hanno risposto: “Non si sa”.

Anche Troia ha il suo presepe


Se nel presepe Gesù Bambino sembra un intruso

Alla fine ci sono andato. A vedere il presepe di piazza San Pietro. Ieri è stato il mio amico pizzaiolo di Borgo Pio a spingermi: «Ci vada, ci vada, poi mi dirà».
Gli ho chiesto: non le è piaciuto?
«Per niente».
E perché?
«Mi ha messo a disagio. Con quell’uomo nudo in primo piano, il palestrato. Ma che? È un poveretto quello? Andiamo! Sembra appena uscito da un centro benessere. E poi Maria e Giuseppe sono persi là in mezzo, quasi nascosti dagli altri personaggi. Ci vada, ci vada, poi ne parliamo».

Il bardotto di Troia

ANONIMI DELLA CROCE RICORDA AL TEOLOGO ANDREA GRILLO ALCUNE COSE CATTOLICHE SULLA TRANSUSTANZIAZIONE.




Anonimi della Croce, l’interessante blog di informazione vaticana ed ecclesiale, è in piena polemica con Andrea Grillo, un docente di teologia molto noto e molto mediatico, che insegna a Roma, a Sant’Anselmo. Il suo nome era circolato nei mesi scorsi come uno dei membri del gruppo(?) commissione(?) think tank (?) tavolo di lavoro (?) che avrebbe studiato la possibilità di una “messa ecumenica”, una celebrazione a cui potessero partecipare sia cattolici che protestanti. Alla fine il Vaticano ha smentito l’esistenza di una tale commissione (che peraltro non era mai stata nominata ufficialmente, e quindi era assolutamente smontabile). Che però qualcuno, alcuni abbiano lavorato all’ipotesi è un’altra storia. Ora il centro di quel problema era proprio il centro della polemica fra Grillo e gli Anonimi: e cioè la transustanziazione.

La sua cavalla

Maria Caram, la "suora" blasfema della neo-chiesa bergogliana



Nel novero dei personaggi impresentabili della setta conciliare merita in esser inserito il nome di Lucia Caram, suora domenicana di clausura (?) di origine argentina che lo scorso febbraio, nel corso di un programma spagnolo (qui), ha bestemmiato la sacra Verginità di Maria Santissima affermando: 
Maria e Giuseppe avevano una relazione normale di coppia che ovviamente comportava anche fare sesso come tutte le coppie normali.

Un cavallo di Troia


Samir: moschea sul terreno della Chiesa? Una follia


Un cavallo di Troia. E’ la costruzione della moschea di Sesto fiorentino su terreni ceduti dalla diocesi di Firenze all’Ucoii. Ne è convinto padre Samir Kahlil Samir, gesuita e islamologo di fama internazionale che non ha mai taciuto sul rischio di islamizzazione dell’Occidente. Secondo Samir, in questa intervista alla Nuova BQ, la decisione del vescovo di Firenze, mons. Giuseppe Betori, è provocata da un irenismo in buona fede, ma miope. La prima conseguenza infatti sarà che le associazioni islamiche andranno alla ricerca di altri terreni in altre diocesi per quella che diventerà un’operazione di conquista su larga scala. Una conquista islamica di cui non ci si vuole accorgere e che lui si incarica di denunciare nella scomoda parte di Cassandra.

Locutus chi?

Buenos Aires contro Roma. Con Bergoglio in ambedue le squadre, e arbitro        


"Roma locuta, causa finita"? Niente affatto. Anzi, la controversia sul capitolo ottavo di "Amoris laetitia" sembra adesso ancor più arruffata di prima. Basti vedere che cosa accade nella diocesi di Roma, la diocesi di cui il papa è vescovo, dove le istruzioni riguardo alla comunione ai divorziati risposati sono molto più restrittive rispetto a quelle dettate dai vescovi della regione di Buenos Aires e approvate per iscritto dallo stesso papa.
L'enigma è sorto proprio dalla pubblicazione sugli "Acta Apostolicae Sedis" della lettera in cui Francesco non solo approva le linee guida dei vescovi argentini, ma scrive  che "no hay otras interpretaciones", non ci sono altre interpretazioni.
Se questa frase fosse presa alla lettera, infatti, anche la diocesi di Roma dovrebbe applicare i criteri adottati dai vescovi argentini con l'approvazione esplicita di Francesco.
Ma non è così. Perché la diocesi di Roma continua ad attenersi a criteri suoi, stabiliti ancor prima che i vescovi della regione di Buenos Aires pubblicassero i loro. Portano la firma dell'allora cardinale vicario Agostino Vallini (nella foto), che ne diede lettura solenne il 19 settembre 2016 nella cattedrale di San Giovanni in Laterano, anche in questo caso – si sa per certo – con l'approvazione del papa:

«Amici di Francesco»?


Le intenzioni del Papa non cambiano la dottrina


Recentemente è stato resto noto che il 5 giugno scorso papa Francesco aveva ordinato la pubblicazione negli Acta Apostolicae Sedis di due documenti, specificando che essi costituiscono «magisterium authenticum»: si tratta di una lettera con cui egli approvava i provvedimenti adottati dai vescovi della regione ecclesiastica di Buenos Aires per applicare nel proprio territorio le direttive pastorali dell’esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia (AL), e del testo di quel pronunciamento episcopale. La pubblicazione di questi documenti ha fatto esultare alcuni cattolici che ne hanno assunto la difesa d’ufficio contro altri cattolici (non esclusi autorevoli teologi e nemmeno alcuni eminenti uomini di Chiesa, come ad esempio i cardinali Raymond Leo Burke, Carlo Caffarra, Walter Brandmüller, Joachim Meisner, Robert Sarah e Gerhard Ludwig Müller), etichettati come «nemici del Papa».

Chi ha il senso della dignità


GESU' E DIGNITA' DELLA MORTE


I fautori dell’eutanasia e i loro “colleghi moderati” del testamento biologico giocano tutti i loro argomenti sul concetto-chiave della "dignità del morire", ma che forse la morte in croce di Gesù Cristo è stata poco dignitosa? 
di Francesco Lamendola  


I fautori dell’eutanasia e i loro “colleghi” solo apparentemente più moderati, quelli del testamento biologico, giocano tutti i loro argomenti intorno a un concetto-chiave: quello della dignità del morire. Ciascuno, essi dicono, in presenza di gravi malattie invalidanti e incurabili, ha il diritto di scegliere per sé una morte “dignitosa”. Non dignitoso, dunque, per essi, è lasciare che la natura faccia il suo corso e che Dio chiami a sé una persona, quando ritiene che sia giunto il tempo; e, imbrogliando le carte, fanno passare per “accanimento terapeutico” anche la normale somministrazione delle cure di mantenimento, nonché l’alimentazione, l’idratazione e la ventilazione di un organismo non più capace di svolgere da sé tali funzioni, ma, per tutto il resto, ancora pienamente efficiente e funzionante (la povera Eluana Englaro, ad esempio, quando venne lasciata spegnersi per disidratazione, cosa che le provocò un arresto cardiaco) aveva ancora le mestruazioni). Per svelare il sofisma dietro cui si nascondono, come sempre fanno e sempre hanno fatto, i radicali e tutti gli altri sostenitori di un siffatto “diritto della persona” e di una tale “battaglia di civiltà”, ben decisi, in effetti, a far passare il principio che l’uomo deve essere riconosciuto come il padrone della morte (non potendo esserlo, o non altrettanto bene, pure della vita), è necessario allora fermarsi a riflettere su che cosa sia la “dignità”; solo allora si potrà valutare serenamente e obiettivamente se una certa morte si possa considerare “dignitosa” oppure no.