ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 15 ottobre 2017

«infine il mio Cuore Immacolato trionferà»


Il Cuore Immacolato nel messaggio di Fatima: “via”, “salvezza”, “rifugio”.    
         

Dall’insieme del messaggio della Vergine, risulta che la Devozione/consacrazione al Cuore Immacolato possiede una valenza salvifica universale straordinaria (salvezza della propria anima, salvezza di tante anime dall’inferno, salvezza del mondo dalle catastrofi annunciate – come la guerra – qualora il mondo non si fosse piegato ad accogliere le richieste della Vergine SS.); rende anime elette e predilette, particolarmente amate da Dio e Maria che godranno di una immensa gloria e speciali privilegi nella vita futura; già in questa vita i devoti al Cuore Immacolato ricevono garanzia di protezione (“rifugio”) e sono illuminate in modo da percorrere la strada sicura della santità, della salute, della salvezza eterna (“via” che ti condurrà a Dio). 
La Vergine Maria, a Fatima, fa riferimento alla Devozione al suo Cuore Immacolato a più riprese nel corso delle apparizioni. Queste le sue parole:
« Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere ed amare. Vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. A chi la praticherà prometto la salvezza. Queste anime saranno predilette da Dio, e come fiori saranno collocate da Me dinanzi al Suo trono » (1) (la Madonna a Lucia, 13 Giugno).
« Non ti scoraggiare, Io non ti abbandonerò mai. Il Mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà a Dio » (2) (la Madonna a Lucia, 13 Giugno).

Qualcuno dice che il nostro odore è cattivo


Elogio della naftalina

    Buongiorno. Sono una pallina di naftalina.
Non chiedetemi come, ma anche qui, dentro l’armadio di nonna Carlotta, arrivano le notizie. Ho saputo così che il papa Francesco ha parlato di me, di noi. Il che da un lato mi ha fatto piacere, naturalmente, ma dall’altro ha rinnovato un’antica sofferenza. Riguarda quel modo di dire diffuso tra la gente, per cui «stare in naftalina» equivale a vivere al chiuso, in un posto buio, lontani dal mondo e dalle belle cose della vita. Il che sotto molto aspetti è vero, perché noi in effetti abbiamo questo compito di conservare gli abiti e in generale i tessuti, e quindi svolgiamo il nostro lavoro per lo più negli armadi e nei guardaroba. Ma ciò non significa che noi palline di naftalina dobbiamo essere disprezzate. Ed ecco perché mi spiace molto che perfino Francesco, che è tanto buono e misericordioso, sia caduto nel luogo comune e abbia contribuito a rafforzarlo.
Che cosa ha dunque detto Francesco? Ecco la frase da lui rivolta al Pontificio consiglio della nuova evangelizzazione: «La Tradizione è una realtà viva e solo una visione parziale può pensare al “deposito della fede” come qualcosa di statico. La Parola di Dio non può essere conservata in naftalina come se si trattasse di una vecchia coperta da proteggere contro i parassiti!»

Gesù non è venuto per la salvezza di tutti?


LA PIETRA DELLO SCANDALO       
     
Relativizzazione della Verità cattolica e il "deicidio" dimenticato: la preghiera "Oremus et pro perfidis Judaeis" la cui modifica fu un autentico capolavoro di equilibrismo ma anche la pietra che rimossa fa vacillare la Chiesa 
di Francesco Lamendola  

 
  
Per millecinquecento anni, ininterrottamente, nella celebrazione solenne del Venerdì Santo, milioni di cattolici hanno pregato, fra l’altro, con queste parole: Oremus et pro perfidis Judaeis, preghiamo anche per i perfidi Giudei. Una preghiera “cattiva”, nevvero? Meno male che lo “spirito” del Concilio Vaticano II l’ha spazzata via, insieme ad altre insopportabili anticaglie e a non pochi residui di antigiudaismo. Già. Peccato, però, che perfidis non significhi solo “perfidi”, nel senso di “subdoli e sleali”, ma anche, e principalmente, “increduli”, nel senso che i giudei non hanno voluto credere che Gesù, giudeo Lui pure, fosse il Messia da loro tanto atteso e annunciato dai profeti. Si trattava, dunque, di una preghiera per la conversione dei Giudei, affinché anche loro possano godere dei frutti di salvezza dell’Incarnazione del Verbo, così come i cristiani. E, inoltre, cosa ancor più importante, peccato che la preghiera per la conversione dei giudei fosse la probabile risposta, piena di mitezza e di compassione, a una serie di “preghiere” giudaiche, che erano, in realtà, altrettante maledizioni scagliate contro i seguaci del Nazareno. Ce n’era un vero florilegio, tratte dai racconti delToledot Yesu, pieni di sconcezze, insulti e blasfemie contro la religione cristiana e il suo fondatore, un vero e proprio anti-vangelo sarcastico e sacrilego: in particolare, c’era - e c’è tuttora: le cose non sono cambiate, anche se si fa finta di nulla, in tempi di “dialogo” post-conciliare, che poi è un dialogo a senso unico – la Birkat Ha Minim, ossia la “dodicesima benedizione”, parte integrante dellaHamidah, la preghiera fondamentale che ogni ebreo ortodosso recita più volte nel corso della giornata. Peccato, dunque, che più che una “benedizione”, si tratti di una vera e propria maledizione, scagliata con perfetta lucidità e intenzionalità contro i cristiani, della quale esistono varie versioni, e che suona press’a poco così: Che per gli apostati non ci sia speranza; sradica prontamente ai nostri giorni il regno dell’orgoglio, e periscano in un istante i “nozirim” (i cristiani) e i “minim” (gli eretici). E anche se i linguisti discutono tuttora se i nozirim siano tutti i cristiani, o solo gli ebrei convertiti al cristianesimo, la cosa fa poca o punta differenza,  visto che i cristiani, in quanto tali, tutti, di origine ebrea e non ebrea, rientrano nella categoria dei minim, i “dissidenti”, ossia gli eretici.

È quello che tutti i bambini vorrebbero

Il Vaticano benedice il megashow sulla Cappella Sistina


Musiche di Sting, esperti di videogames e nove milioni di euro per ricreare i tormenti di Michelangelo per il “Giudizio Universale”


Due momenti dello show sul «Giudizio Universale», creato da Marco Balich con la consulenza scientifica dei Musei Vaticani Lo show partirà il 15 marzo: due volte al giorno per un anno all’Auditorium Conciliazione di Roma

È quello che in fondo tutti i bambini vorrebbero: entrare dentro un evento e sentirsene parte integrante. Figuriamoci se a un adulto viene proposto lo stesso gioco: immergersi in un’opera d’arte, tornare a quei luoghi e in quel tempo come se il miracolo si compisse in quell’istante. Proprio a questa fascinazione punta la Artainment Worldwide Shows che, con la consulenza dei Musei Vaticani, ha messo in piedi lo spettacolo Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel che debutterà all’Auditorium Conciliazione di Roma, giusto in faccia al Cupolone, il 15 marzo 2018. Sarà programmato due volte al giorno per almeno un anno e con la possibilità di seguirlo anche in inglese e, più avanti, pure in altre lingue. «Ma si spera - dicono gli organizzatori - di farne uno spettacolo fisso come avviene in altre capitali». 

Straordinario? No!


DUE ANNI FA SUPPLICA AL PAPA SUL MATRIMONIO. ORA QUASI 900MILA FIRME. IMBARAZZANTE (IMBARAZZATO?) SILENZIO DI PIETRO.

  
Due anni dopo. Prima ancora che la controversa esortazione apostolica Amoris Laetitia, con tutte le sue volute ambiguità, fosse pubblicata, e alla vigilia della seconda tranche del Sinodo sulla Famiglia, era partita nei confronti di Francesco una “Supplica Filiale”. Il testo chiedeva a Papa Francesco “una parola chiarificatrice” che dissipasse il “generalizzato disorientamento causato dall’eventualità che in seno alla Chiesa si aprisse una breccia tale da permettere l’adulterio in seguito all’accesso all’Eucaristia di coppie divorziate e risposate civilmente”.
Tuttora il coordinamento della “Supplica Filiale”, che rappresenta una coalizione di oltre 60 organizzazioni pro-famiglia e pro-vita dei 5 continenti, non ha ricevuto nemmeno una nota di avvenuta ricezione da parte della Santa Sede.
Straordinario, no? Specialmente se si tiene conto che l’onnipotente Segreteria di Stato risponde a tutti, comprese le coppie omosessuali, augurando ogni bene e facendo così qualche piccola gaffe. Ma ovviamente i cattolici non hanno diritto a risposta. Nel frattempo la supplica filiale è stata firmata da 1378 “firmatari qualificati”; cioè religiosi, religiose, vescovi, cardinali, accademici e studiosi: mentre la raccolta di firme fra i semplici fedeli ha raggiunto quasi le novecentomila adesioni (879.451, per l’esattezza).

Il peccato non esiste...

Bergoglio sulla pena di morte, e l’agenda dei radicali

Qualche giorno fa, Bergoglio ha lanciato l’ennesimo attacco, questa volta contro la dottrina della chiesa sulla pena capitale. Nel celebrare i 25 anni del Catechismo cosa ha fatto? Ha parlato di ciò che è del tutto attuale? Della necessità dell’uomo di guardare a Dio? Dei principi non negoziabili, sanciti dal catechismo, e oggi sotto attacco? No, nulla di tutto ciò. Bergoglio ha parlato di qualcosa che, apparentemente non ha nulla a che vedere con l’attualità: quello della pena di morte non è oggi un problema che si pone, nell’orbe che fu cattolico. Perchè allora tirarlo in ballo?

Il suo Gesù

ABASCAL: RELATIVISMO ESTREMO

La quintessenza del relativismo più estremo: malizia e disonestà intellettuale di padre Sosa Abascal. La dottrina gli piace poco, forse perché essa ha il brutto vizio di definire con chiarezza ciò che è vero e ciò che è falso
di Francesco Lamendola 



Nel febbraio del 2017 il nuovo generale dei gesuiti, padre Arturo Sosa Abascal  ha pensato bene di presentarsi per mezzo di una intervista (oggi si usa così...) al giornalista svizzero-ticinese Giuseppe Rusconi, per il sito rossoporpora, intervista poi ripresa e pubblicata sul Giornale del Popolo di Lugano. Polemizzando, neanche tanto indirettamente, con il cardinale Gerhard Ludwig Müller, il quale aveva ribadito, a proposito dell'insegnamento cattolico sul matrimonio, che le parole di Gesù circa la sua indissolubilità sono chiarissime, e quindi la dottrina cattolica è immodificabile, Sosa ha fatto una serie di affermazioni a dir poco sconcertanti, del seguente tenore:

Intanto bisognerebbe incominciare una bella riflessione su che cosa ha detto veramente Gesù. A quel tempo nessuno aveva un registratore per inciderne le parole. Quello che si sa è che le parole di Gesù vanno contestualizzate, sono espresse con un linguaggio, in un ambiente preciso, sono indirizzate a qualcuno di definito. [...] 
Nell'ultimo secolo nella Chiesa c'è stato un grande fiorire di studi che cercano di capire esattamente che cosa volesse dire Gesù. Ciò non è relativismo, ma certifica che la parola è relativa, il Vangelo è scritto da esseri umani, è accettato dalla chiesa che  fatta di persone umane. [...] 
Perciò è vero che nessuno può cambiare la parola di Gesù, ma bisogna sapere quale è stata!
[E sulla posizione della Chiesa circa l'indissolubilità del matrimonio] Io mi identifico con ciò che dice papa Francesco. Non si mette in dubbio, si mette a discernimento.[...] 
Dottrina è una parola che non mi piace molto, porta con sé l'immagine della durezza della pietra. Invece la realtà umana è molto più sfumata, non è mai bianca o nera,  è in un sviluppo continuo".

sabato 14 ottobre 2017

“C’è la speranza, ma è inutile se non è accompagnata da opere ”


NIGERIA CONSACRATA AL CUORE IMMACOLATO. MIRACOLO DEL SOLE?


“Miracolo del Sole in Nigeria,il 13  ottobre, dopo la riconsacrazione della Nigeria al Cuore Immacolato di Maria, in occasione del centenario dell’ultima apparizione a  a Fatima”
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“Benin City, nello Stato di Edo, Nigeria.  Si dice fosse presente l’intera Conferenza Episcopale”



Tutto sembra autentico.  Qualcuno  può confermare questa notizia?

Tempo che fa?

Supplica Filiale al Papa. 870 mila firme, 3 cardinali, 9 vescovi, oltre 600 preti

Tempo fa venne proposta al Santo Padre una Supplica filiale, da non confondersi con la più reccente Correzione filiale , riguardante la sacralità e l'indissolubilità del matrimonio. Oggi la supplica ha raggiunto numeri di tutto rispetto. Ciò ha spinto gli estensori della supplica a sottoporre una Dichiarazione, reperibile qui. Di seguito il comunicato.
3 cardinali, 9 vescovi, 636 sacerdoti religiosi e diocesani, 46 diaconi, 25 seminaristi, 51 fratelli religiosi, 150 religiose di vita attiva e contemplativa, oltre a 458 persone fra professori di teologia, insegnanti di religione, catechisti, agenti pastorali e accademici in genere, firmano una “Dichiarazione di fedeltà all’insegnamento immutabile della Chiesa sul matrimonio e alla sua ininterrotta disciplina” ricevuta dagli Apostoli. 

Indré o avant?

Ci sono novità dai Vangeli che ancora non conosciamo?



Sì, ma riguarda la nostra conversione alle dottrine dei Vangeli già chiaramente emerse, non si tratta di convertire le dottrine alle mode dei tempi!
La frase di cui vogliamo occuparci proviene dal Discorso del santo Padre Francesco, vedi qui, e che sta suscitando imbarazzo ed anche confusione. La frase è questa: “Non è sufficiente, quindi, trovare un linguaggio nuovo per dire la fede di sempre; è necessario e urgente che, dinanzi alle nuove sfide e prospettive che si aprono per l’umanità, la Chiesa possa esprimere le novità del Vangelo di Cristo che, pur racchiuse nella Parola di Dio, non sono ancora venute alla luce…”
Perciò proponiamo la questione con una semplice domanda: ci sono ancora novità dai Vangeli che ancora non conosciamo?

Se vogliamo sperare di non perire


OGNI COSA TENDE A DIO                 


Quell'impronta di vita ispirata ai principi e valori cristiani: la fortuna della mia generazione è aver visto che "ogni cosa tende a Dio", è qualcosa che agisce in profondità e alimenta le radici stesse della vita interiore di Francesco Lamendola  
 
  
Ogni cosa tende a Dio.
Quanto è stata fortunata la mia generazione! Forse perché il Friuli è una terra periferica, almeno rispetto all’Italia (ma non rispetto alla Mitteleuropa, suo vero contesto storico-culturale), e il  “miracolo economico” vi è giunto con parecchio ritardo, sta di fatto che quanti vi sono cresciuti fra gli anni ’50 e i primi anni ’60 hanno fatto in tempo, tra le molte altre cose positive – una famiglia ben solida; una scuola molto seria; un’infanzia fatta di giochi e di stupore, e non di telefonini e computer - a ricevere una vera educazione cattolica, e soprattutto un’impronta di vita complessiva ispirata ai princìpi e ai valori del cristianesimo: ed è l’impronta di vita ricevuta nell’infanzia che decide tutto il resto. Non è importante, o almeno non è decisivo, che quell’impronta di vita venga subito accettata e fatta propria dall’individuo; non è neppure indispensabile averla vista incarnata e realizzata coerentemente nella maggioranza delle persone o delle famiglie, e, al limite, neppure nella propria: è importante averla vista, anche poche volte, e aver constatato che essa è possibile, che può tradursi in un modo di vivere, di amare, di sognare, di agire, di studiare, di lavorare, di stare insieme agli altri. L’impronta di vita è come la bussola per il marinaio o come l’ago magnetico per la bussola: è qualcosa di cui si sa l’esistenza e di cui ci si ricorda, magari a distanza di anni, perfino di decenni; è qualcosa che agisce in profondità, che alimenta le radici stesse della vita interiore, perfino all’insaputa della coscienza, ma che, un bel giorno, riemerge, in tutta la sua forza. Che siano benedetti quanti, con il loro modo di essere, aiutano il bambino a ricevere una positiva impronta di vita; che siamo maledetti quanti lo sporcano e lo contaminano con un’impronta di vita negativa. Se ogni uomo è una storia sacra, ogni bambino rappresenta una storia doppiamente sacra, perché le pagine nel libro della sua vita sono ancora quasi tutte bianche, e su di esse egli, crescendo, potrà scrivere un poema paradisiaco, oppure una storia di brutture e di orrori.

Apud surdas aures

Non v'è peggior sordo...


Anche i filosofi si "correggono". Buttiglione e Pierantoni a duello su "Amoris" laetitia               
Pierantoni
Francesco non è certo un papa filosofo, viste la disinvoltura con cui maltrattail principio di non contraddizione e l'inconsistenza dei quattro postulati ai quali dice di appendere il suo pensiero.
Curiosamente, però, offre ricca materia di "disputatio" proprio ai filosofi. Uno di questi, Rocco Buttiglione, è sceso in campo pochi giorni fa per demolire punto per punto la "Correctio filialis" recapitata al papa lo scorso 11 agosto da 40 studiosi cattolici di tutto il mondo, anch'essi in prevalenza filosofi, con la richiesta di correggere sette eresie annidate – a loro giudizio – nel capitolo ottavo di "Amoris laetitia".
Buttiglione ha formulato la sua apologia della perfetta ortodossia del papa in questa intervista ad Andrea Tornielli su Vatican Insider del 3 ottobre:
E ora ecco un altro filosofo che contrattacca, smontando a sua volta le tesi di Buttiglione e di nuovo criticando "Amoris laetitia".
Lo fa in un'intervista a Diane Montagna su Life Site News del 10 ottobre, pubblicata in inglese e in italiano:
Si tratta del professor Claudio Pierantoni (nella foto), che insegna filosofia medievale alla Universidad de Chile ed è uno dei firmatari della "Correctio".

Al posto del Dio vivente

Teologia in ginocchio

Nel reagire a un estremo, non bisogna cadere nell’estremo opposto. Per mantenere una retta fede, bisogna respingere sia le sciocchezze di chi ha studiato una “teologia” modernista, sia le forzature teologiche di chi ha fatto dell’antimodernismo una ragione di vita. La seconda opzione è molto attraente per chi è esacerbato dalla deriva apostatica di buona parte degli ambienti ecclesiali o dalle contraffazioni di una cattolicità puramente nominale e di facciata. Tuttavia il cristiano non vive unicamente per combattere le deviazioni, bensì per amare Dio e il prossimo portando a tutti la luce del Vangelo e, per mezzo di essa, schiudendo l’accesso al bene più alto cui si possa oggettivamente aspirare, l’unione con Dio. Se però lo zelo di propagare la verità si riduce a un indottrinamento più o meno elegantemente camuffato, ciò non è rispettoso né del mistero di Dio né della coscienza del prossimo, cosa che la carità presuppone come naturale fondamento.

No dubia


FATIMA: Caso Ratzinger-Dollinger TUTTO CONFERMATO


Manca ormai poco al termine dei cento anni da quel lontano 13 ottobre 1917 in cui nella gremitissima "Cova de Iria" a Fatima (circa 70.000 persone) si compì, di fronte allo sbigottimento generale, il Miracolo del Sole.

Ora, di fronte al terribile spettacolo (per coloro che hanno occhi per vedere) della Chiesa allo sbando, guidata dal Falso Profeta (ved. QUI QUI) in totale sintonia con lo spirito del mondo, non possiamo che implorare per tutte le popolazioni del pianeta l'arrivo dell'«Avvertimento» (cfr. QUI QUI) affinché illumini le coscienze e con esse la Realtà Vera.

E mentre la Polonia si è mobilitata lungo i suoi confini, con MILIONI di persone in preghiera recitando il Rosario a protezione sua e dell'Europa, a Fatima si è indetto un concerto (sic) in occasione del centenario (cfr. QUI), probabilmente sotto l'influenza della nuova Chiesa modernista guidata da Bergoglio. (Leggere QUI, documentandosi anche sui post con l'etichetta a suo nome).

Pur tuttavia, in Italia c'è una bella iniziativa che segnalo ai Lettori QUI, per venerdì 13 ottobre, al fine di chiedere alla Madonna di "salvare l'Italia e il continente europeodal nichilismo islamista e dal rinnegamento della fede cristiana".

Mi permetto di suggerire di elevare anche una richiesta accorata per il pericolo incombente di guerra, visto che Trump ha espresso quattro giorni fa, davanti a tutti i suoi generali invitati alla Casa Bianca con le rispettive mogli e ai giornalisti presenti, questa frase sibillina: "È la calma prima della tempesta"... aggiungendo poi... "Quale tempesta?" ‒ "Lo scoprirete!" (Cfr. QUI).

venerdì 13 ottobre 2017

Custos quid de nocte?

Il card. Piacenza a Fatima: “Maria a Fatima ha profetato...”
In prossimità della chiusura del Centenario, con una importante omelia, il card. Mauro Piacenza a Fatima ha colto molto opportunamente gli elementi più rilevanti del Messaggio, ricordando ai fedeli che le parole della Beata Vergine a Fatima non riguardano il passato, ma il nostro presente ed il futuro.
Lo scorso 12 settembre a Fatima il card. Mauro Piacenza, Penitenziere maggiore presso il Tribunale della Penitenzieria apostolica, ha tenuto un’omelia degna di nota che vale la pena leggere e meditare per intero. In questo articolo possiamo di certo cogliere quei passaggi di maggior rilievo che meritano una giusta attenzione soprattutto in occasione di questo avvio di conclusione del Centenario di Fatima che avrà il suo termine ufficiale il 13 ottobre prossimo, giorno in cui si commemora l’ultima delle sei apparizioni della Regina del Rosario alla Cova da Iria.
Quale messaggio ci lascia il Centenario che la Chiesa ha celebrato? Questa è la domanda fondamentale a cui è doveroso dare una risposta. L’omelia di card. Piacenza ci aiuta in questo senso. 

L' ‘Utopìa del neutro’

DIRE E NON DIRE
Ovvero, come accontentare tutti. 





Se dovessimo fermarci a commentare ogni uscita ‘ufficiale’ o ‘a braccio’ del nostro felicemente regnante  Bergoglio, Papa e Vescovo di Roma, dovremmo star inchiodati alla scrivanìa in perenne battere i tasti del nostro PC. E non per una ansiosa pignoleria tesa a cercarne, per anatomizzarla, la benché minuscola imprecisione, stranezza concettuale o linguistica, e tanto meno per preconcetta ostilità. Gli è, piuttosto, che il Vescovo di Roma non formula e sparge il suo pensiero alla buona, senza valutarne il peso e la lega, perché ad onta di quanti lo ritengono non sufficientemente provvisto di scienza e di tempistica egli, con un forte senso di strategìa, sa dire e non dire tale che, anche quando sembra assumere un volto severo e fortemente censorio contro la cultura del mondo, riesce sottilmente a collocarsi come uomo di ‘medio limite’, direbbe Ovidio (Met. VIII, 21), un centrocampista, così da essere approvato dalla schiera progressista - è sempre dei nostri - e lodato da quella che si denomina ‘tradizionalista’ - finalmente un parlar tosto!.
   

Il colabrodo

La Tradizione e la naftalina 
Le infelici metafore di papa Bergoglio




Roma, 11 ottobre 2017, Discorso ai partecipanti all'incontro promosso da Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione

Quando si cerca di spiegare le cose serie con metafore da poco, si corre sempre il rischio di banalizzare il serio fino a renderlo ridicolo.
Lo stesso accade col provare ad offrire concetti importanti attraverso un linguaggio popolare, attuando una sorta di volgarizzazione che finisce con lo stravolgerne il vero significato originario.
Il Signore giustamente ammoniva dal dare le perle ai porci (cfr. Mt. 7, 6), ma occorre anche tenere presente che spesso chi si dispone a volgarizzare, spinto dall’idea di meglio far comprendere ai più, incomincia col formare in sé medesimo una distorta comprensione di ciò che pensa di dover offrire alla comprensione altrui.

Venendo al dunque, ancora una volta papa Bergoglio si lancia in una reprimenda contro l’integra conservazione del Deposito della Fede.
Parlando a coloro che dovrebbero promuovere la “nuova” evangelizzazione, questo 11 ottobre 2017, ha tenuto a precisare che
«La Tradizione è una realtà viva e solo una visione parziale può pensare al “deposito della fede” come qualcosa di statico. La Parola di Dio non può essere conservata in naftalina come se si trattasse di una vecchia coperta da proteggere contro i parassiti!»

Contra los paraculos

Our Lady of Fatima International Pilgrim Statue | CC BY-SA 2.0

Rosario e digiuno in tutta Italia in occasione del centenario dell'ultima apparizione a Fatima. L'appuntamento è per le 17.30

Oggi alle 17.30 in molte parrocchie italiane si celebrerà un rosario. È per la conclusione del centenario di Fatima, ma sicuramente la voglia di organizzarsi in rete, in gruppi l’ha data anche la notizia del grande rosario collettivo polacco.
Non pensavo sarebbe mai stato necessario riflettere su questo, ma pare sia necessario. Allora, precisiamolo. Una preghiera non potrà mai essere contro nessuno. In un rosario, un rosario intero modello hard come fanno i polacchi, non la versione light degli italiani, si chiede per venti volte al Padre comune di perdonare noi come noi perdoniamo gli altri, si chiede per duecento volte alla Madre comune di pregare per noi che siamo peccatori, e non si dice di certo che i peccatori sono gli altri. Una preghiera, una supplica come questa, non può essere mai un atto di accusa.

Dio non è pervenuto..

IL CRISTIANESIMO SENZA DIO !       

Come è triste il cristianesimo ridotto a solo umanesimo Dio non è morto semplicemente è assente? Una forma sofisticata di relativismo: il situazionismo che adattato al neo cristianesimo rinuncia a distinguere tra il bene dal male 
di Roberto Pecchioli  





Non siamo teologi, la nostra preparazione religiosa è quella di tanti italiani formati da modeste famiglie cattoliche e da quella che una volta si chiamava dottrina, gli insegnamenti del catechismo appresi in parrocchia. Siamo vissuti con le semplici formule da mandare a memoria, chiare e prive di sfumature: Dio è l’essere perfettissimo creatore del cielo e della terra. Retaggi del passato, affermazioni nette, apodittiche, che destano orrore nell’uomo moderno e che la Chiesa nasconde, trascura, tutt’ al più confina nell’allusione e nella disprezzata fede popolare. Pensavamo queste cose assistendo, come è nostra abitudine mattutina, alle rassegne stampa televisive. Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, scrive di tutto, in particolare di immigrazione, ius soli, politica di governo e fatti internazionali, ma non nomina mai il nome di Dio, tanto meno parla di anima, del destino finale dell’uomo, di premio o castigo eterno. E’ un giornale, si potrebbe ribattere, il suo compito è fornire notizie. Vero, ma un foglio cattolico, espressione dei pastori di quello che un tempo avremmo chiamato popolo di Dio, dovrebbe diffondere e ribadire i fondamenti della fede e porli alla base del giudizio sui fatti. Capiamo poco delle questioni poste da alcuni porporati a Francesco, dubia che ci sembrano ragionevoli; ancor meno sappiamo valutare il merito della “correzione filiale” contenuta nel manifesto di 62 sacerdoti, professori ed intellettuali cattolici, al di là dello sconcerto per encicliche che parlano del Creato ma tacciono sul Creatore. 

Ma chi sono i più deboli oggi in Italia?


Avvenire fa lo spot allo “Ius Soli e “dimentica l’aborto            


Già da diversi anni i dati Istat certificano il drammatico calo delle nascite nel nostro paese, tanto che il numero dei morti ha ormai superato quello dei nati. Eppure, Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, sembra focalizzare l’attenzione sul problema demografico proprio ora, guarda caso nel bel mezzo del dibattito politico circa l’approvazione dello “Ius soli”.
In un articolo dell’otto ottobre dal titolo “Senza i figli degli immigrati inverno demografico più rigido”, Francesco Riccardi descrive con dovizia di particolari statistici il trend negativo delle nascite in Italia, per concludere che l’apporto demografico degli stranieri, seppur non sia risolutivo, rappresenta una delle poche ancore di salvezza cui aggrapparsi.
In sostanza, il quotidiano Avvenire pare mettere in luce dati certi e ormai ampiamente noti per finalità puramente ideologiche, dal momento che nell’articolo non v’è alcune menzione circa le cause profonde dell’inverno demografico del nostro paese, se non un timido riferimento a motivazioni generiche e facili da spendere, come la crisi economica e i cambiamenti culturali. Nessun accenno dunque alla causa prima del drammatico calo delle nascite in Italia ma anche in Europa, ossia l’aborto volontario.