ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 2 ottobre 2017

Essendo sommo sacerdote profetizzò..?


Il messaggio di Fatima opportunamente ripresentato dai Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II nel corso dei loro quattro pellegrinaggi a Fatima (uno di Paolo VI e tre di Giovanni Paolo II) ebbe il suo “CORONAMENTO PROFETICO” nei contenuti offerti dal terzo Papa pellegrino, Benedetto XVI. Mi sembra di poter dire che, nella considerazione attenta di tutti gli interventi dei Pontefici che si recarono alla Cova da Iria, si riceve il pieno disvelamento del mistero di Fatima, anche se insieme a tante affermazioni esplicite se ne trovano altre velate da allusioni indirette che tuttavia, a chi li sa cogliere, trasmettono contenuti importanti.
Questo accade soprattutto per quei nuclei tematici più decisamente profetici a cui papa Benedetto XVI ha fatto discretamente riferimento nel 2010, quando si portò anche lui a Fatima in occasione del 10° anniversario della beatificazione di Francisco e Giacinta.

Se lo conosci lo eviti

EL PAPA: “UN RAPPORTO PERSONALE CON GESU’ E’ NOCIVO E PERICLOSO” . LUI INFATTI LO PREFERISCE CON SCALFARI.


Parlando durante una delle sue prediche in Vaticano, il Papa ha rotto migliaia di anni di tradizione cristiana quando ha detto ai suoi seguaci di evitare di avere un rapporto personale con Gesù Cristo, anche avvertendo che farlo potrebbe risultare “pericoloso e molto dannoso ‘.

Il dito nella piaga

Bux e Valli. Che cosa sta accadendo, oggi, nella Chiesa?


Venerdì 29 settembre sono riprese le conferenze promosse dall’Associazione Culturale Oriente Occidente, delle quali si è parlato quiqui e qui. Gli incontri si tengono, come avvenuto precedentemente, nella sala conferenze della chiesa san Carlo Borromeo, in via Vincenzo Gentiloni 4 ad Ancona.

La prima conferenza di questo secondo ciclo di appuntamenti è stata una conversazione ‘a due voci’ con gli interventi di Aldo Maria Valli (giornalista, vaticanista del TG1, laureato in scienze politiche all’università cattolica di Milano) e di mons. Nicola Bux (sacerdote dell’arcidiocesi di Bari, esperto di liturgia orientale e di sacramentaria, consultore della congregazione della dottrina della Fede e della congregazione per le cause dei santi, collabora con la rivista Communio). Lo spunto di riflessione da cui ha preso avvio l’incontro è la parola “confusione”, termine che viene usato sempre più spesso dai fedeli, che vivono in un crescente disorientamento; la causa di tutto ciò in cosa è rintracciabile? Nella penetrazione di pensieri spuri nella Chiesa? Stiamo vivendo ciò che il beato Paolo VI dichiarò a Jean Guitton, ossia che siamo di fronte alla presenza dentro la Chiesa cattolica di un pensiero non cattolico il quale, seppur divenisse maggioritario, non sarà mai il pensiero ufficiale della Chiesa?

Non saremo soli


ECCO QUAL'E' IL PUNTO           
  
Una Weltanschauung cattolica: una chiesa compendio di tutte le chiese del mondo. Composizione perfetta che riassume il senso di una civiltà, quella italiana ed europea. Un universo dell’ordine morale del Vangelo di Gesù Cristo 
di Francesco Lamendola   
 

 Uscendo dal centro rinascimentale, avevo varcato un portone di legno, enorme, carico di secoli, un oggetto quasi impensabile in altre parti d’Europa, per non parlare degli Stati Uniti, che si apre nella cinta muraria, e avevo proseguito lungo la strada in discesa che porta all’antico borgo, appollaiato a mezza costa della collina, su cui si affacciavano alcune botteghe e locali nello stile degli anni ’50 del Novecento, come se il tempo si fosse fermato; di lì, andando ancora dritto, avevo scoperto un altro borgo ancora, attraversato da un’arteria assai lunga e fiancheggiata da muretti su un lato, da case sull’altro, che parevano sospese sul ripido versante del colle, affacciato sulle Alpi maestose, vicinissime, i profili dentellati e quasi surreali, sotto un cielo estivo azzurrissimo.  Le case, come in tutti i borghi prealpini, con i vasi di gerani alle finestre, presentavano il ballatoio di legno e le scale esterne e avevano la caratteristica struttura a cortivo, con degli spazi interni che s’intravvedevano dai portoni incorniciati d’edera, sormontati da archi secolari. Ora il movimento si era fatto scarsissimo, ma s’intuiva, da vari particolari urbanistici, che il borgo, un tempo, doveva essere stato tutt’altro che la periferia in senso economico, bensì la parte pulsante di quella splendida cittadina ai piedi delle montagne, coi suoi opifici e magazzini, con le sue fontane e botteghe; mentre il centro storico, più antico, era stato interamente occupato dai prestigiosi palazzi della nobiltà, coi loro mascheroni in pietra e i loro terrazzi di marmo, con le chiese eleganti e i vari uffici amministrativi e direzionali.

Saremo ottimisti?

                                                
                   L’Europa e San Tommaso

Viaggio, guidato dal Chesterton, tra la filosofia ed il pensiero di San Tommaso. Un'analisi capace di confrontare l'opera del teologo italiano con il pensiero moderno.

Ma se la crisi dell’Occidente, l’epoca del nichilismo e l’era della tecnica non fossero il capolinea definitivo, l’alba dell’apocalisse? Se dietro a quest’epoca di spaesamento e obsolescenza di tutti i valori si preparassero una rinascita, una redenzione e una riscossa? E se questa rinascita non passasse da simboli ed ideologie nuove, ma dalla Fede cristiana, dalla promessa di redenzione della Croce e di salvezza della resurrezione? Non stiamo fantasticando, ma solo cercando di riportare, in modo forse un po’ troppo ottimistico, ma comunque lucido, una sensazione che riscontriamo, un sentore diffuso che ci sembra di cogliere, una percezione di reale e concreta inversione di tendenza. Si notano molti ragazzi che, stanchi dello sballo da discoteche, ritornano in oratorio a costruire progetti e a rinsaldare comunità vive; altri che ritornano a sposarsi in Chiesa, guardando con diffidenza o con insoddisfazione la semplice convivenza; perfino in merito alle vocazioni – pur in un tempo di calo verticale delle ordinazioni – ci sembra di vedere in giro più preti giovani, freschi di sacerdozio e con un entusiasmo diverso nella predicazione e nell’aggregazione di ragazzi.

Sensus fidei


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Perché abbiamo inviato la lettera Corretio filialis a Papa Francesco

Chi sono i firmatari della Correctio filialis indirizzata a Papa Francesco? Non “eretici”, “lefevriani” e nemmeno “tradizionalisti”, come vengono definiti, ma cattolici, apostolici romani, mossi solo – come scrivono nel loro documento – “dalla fedeltà a Nostro Signore Gesù Cristo, dall’amore alla Chiesa e al Papato”, e dalla devozione filiale verso Papa Francesco, ma costretti a rivolgere al Santo Padre, “una correzione a causa della propagazione di alcune eresie sviluppatesi per mezzo dell’esortazione apostolica Amoris laetitia e mediante altre Sue parole, atti e omissioni”.
Questo gesto non è sembrato scandaloso né al cardinale Gerhard Müller, ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha proposto un dibattito teologico tra alcuni cardinali, nominati dal Papa, e gli autori dei Dubia e della Correctio, né al cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di Papa Francesco, che ha dichiarato: “Le persone che non sono d’accordo esprimono il loro dissenso ma su queste cose si deve ragionare, cercare di capirsi”. Malgrado il loro attaccamento al papato i firmatari del documento, il cui numero si è quadruplicato in questi giorni, non hanno rinunciato all’uso della ragione, perché la fede cattolica ha un fondamento razionale.

Dalla P2 a P3

Poveri, pane e Parola: il Papa "riabilita" Lercaro


Il viaggio emiliano romagnolo di papa Francesco si è concluso ieri con la messa allo stadio Dall’Ara di Bologna, dove il vescovo della città, monsignor Matteo Zuppi nel suo indirizzo di saluto ha citato indirettamente le parole del cardinale Giacomo Lercaro. «Abbiamo condiviso il pane del cielo, impariamo tanto a condividere il pane della terra».

Pane, parole e poveri, sono le tre “P” che papa Francesco ha richiamato nell’omelia, tre parole molto care proprio al cardinale Lercaro, indiscusso protagonista di una stagione ecclesiale carica di profezia e controversie. L’arcivescovo di Bologna Giacomo Lercaro (1891 – 1976) fu uno dei tre punti di riferimento di papa Paolo VI al concilio ecumenico Vaticano II, insieme al cardinale tedesco Dofpner e al Primate del Belgio Suenens;  fu promotore del rinnovamento liturgico e di una “chiesa dei poveri”. Celebre il suo discorso al Concilio del 6 dicembre 1963, in cui affermò chiaramente una sorta di “opzione preferenziale per i poveri”, per Lercaro quello della povertà doveva essere «l’unico tema di tutto il Vaticano II».

Con Dio non si scherza?

MARTIN LUTERO NELLA LITURGIA DOMENICALE 



La testata e la pag. 2 del foglio pubblicato da La Domenica

La figura di Lutero troneggia oggi, Domenica 1 ottobre, 26.ma del tempo ordinario, sui fogli della liturgia domenicale come grande conquista ecumenica di Papa Bergoglio! Che merito c’è in questo? Basta rinnegare Gesù Cristo e si può andare a braccetto con tutti: Buddisti, Musulmani, atei… perfino col diavolo. Semplice no?

Ma allora a che è servito dare la vita per amore di Gesù Cristo per milioni di cristiani perseguitati e tuttora in carceri terribili? Come Asia Bibi da sette anni in carcere in Indonesia per non voler rinnegare Gesù abbracciando Maometto.

domenica 1 ottobre 2017

La questione è complicata

CONTRO L’ERESIA. CARDINALE BURKE: “Il male nella Chiesa, il papa e l’unica salvezza”



Pubblichiamo il testo integrale del discorso del cardinal Burke tenuto lo scorso 21 luglio a Louisville (Kentucky) all’incontro annuale del forum americano Church Teaches, da titolo “Il messaggio di Fatima: la pace del mondo“.
Recentemente ho partecipato ad una conferenza di tre giorni sulla Sacra Liturgia a cui erano presenti molti giovani e bravi preti. Ci sono state diverse occasioni per parlare del loro ministero sacerdotale. Dal momento che la mia esperienza in molti luoghi che visito è quella di preti che esprimono una grande preoccupazione circa la situazione in cui il mondo e la Chiesa si trovano. È un momento che può essere semplicemente descritto come una confusione, una divisione e un errore. Alla fine della conferenza, un giovane sacerdote mi ha avvicinato chiedendomi: “Cardinale, pensa che siamo giunti alla fine dei tempi?”. L’espressione sul suo volto mi ha fatto comprendere la sincerità della sua domanda e la preoccupazione profonda che lo animava. Non ho quindi esitato a rispondere: “Potrebbe essere”.

Per le fusa della gatta Ipazia?

Cardinal Burke: Società di San Pio X "scismatica"


"La Società di San Pio X (FSSPX) è scismatica da quando lo scomparso arcivescovo Marcel Lefebvre ordinò quattro vescovi senza il mandato del Pontefice Romano", ha detto il cardinale Raymond Burke in luglio alla conferenza della Sacra Liturgia a Medford, Oregon.

Secondo un audio del discorso pubblicato su Aka Catholic, Burke ha detto che "non è legittimo frequentare la Messa o ricevere sacramenti" in una chiesa della SSPX.

Coincidenze?

Vescovi italiani uniti contro il nemico


Il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire ha assunto come vignettista Sergio Staino, redattore de L’Unità, che era stata fondata come quotidiano ufficiale del Partito Comunista Italiano. Staino è il presidente onorario dell'Unione Razionalisti Ateisti e Agnostici, un gruppo d'odio che opera con slogan come "La cattiva notizia è che Dio non esiste. La buona notizia è che non ti serve".

Antonio Socci commenta: "Staino è l'uomo perfetto per il quotidiano della Chiesa italiana a cui non piacciono i credenti".

Foto: Sergio Staino, © Niccolò Caranti, CC BY-SA#newsOcgdmpodju

PEZZO GROSSO SU UN BEATO PIEMONTESE TROMBATO NEL 1852 DAL POTENTE DI TURNO. INDOVINATE PERCHE’…COINCIDENZE CHE SI RIPETONO.


Sterquilīnum

Pensieri su Lutero a confronto ..... Foglietto domenicale versus due Santi .... ed il magistero della Chiesa

Foglietto liturgico "La Domenica" di domenica 1.10.2017

Immagine goliardica della "canonizzazione" de facto dell'eresiarca tedesco da parte della neo-chiesa. V. blog Opportune Importune, 3.12.2016


Il cammino del letame

Vatileaks III?

Molinari, Tornielli, Becciu, alla presentazione dell’ultimo libro di Tornielli
Nella nota intervista al Corriere Libero Milone, “ex revisore dei conti vaticani… addita Giovanni Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, e Domenico Giani, capo della gendarmeria vaticana, due fedelissimi di Bergoglio”.

La radice dell’incredulità dell’uomo moderno


IL DRAMMA DELL'UOMO MODERNO                 
Dramma e paradosso dell’uomo moderno, con la sua superbia intellettuale è "Non poter credere". La civiltà moderna si basa sul rifiuto di Dio e la controprova è che solo l’uomo occidentale sta vivendo questa fase d’irreligiosità 
di Francesco Lamendola   


L’uomo moderno rappresenta un tipo antropologico particolarissimo: la sua caratteristica fondamentale, e il suo intimo dramma, è non riuscire più a credere, ad aver fede in Dio, ad accogliere una verità soprannaturale. Per l’uomo pre-moderno, la fede in Dio non era un problema, anzi: era il fondamento della vita stessa. Ovunque andava, il pius Aeneas innalzava altari, recitava preghiere, interrogava la divinità per mezzo dei responsi, interpretava i sogni; non trascurava mai una cerimonia, non faceva nulla che potesse tradire mancanza di rispetto e di devozione verso il mondo dell’invisibile; non tralasciava né le solenni esequie funebri, né i loro anniversari: e i morti gli erano accanto quanto i vivi, erano presenze autentiche nella sua esistenza. La stessa attitudine era condivisa dall’uomo medievale: non si vive solo per se stessi, si vive per Dio, con Dio e in Dio; la vita è un pellegrinaggio, la nostra meta, la nostra patria vera è il Cielo; i santi e le anime beate sono al nostro fianco nella battaglia terrena contro il male, mentre il diavolo e le sue schiere cercano di sviarci, di perderci. 

Un vero complimento all'arte culinaria..^


SAN PETRONIO, BOLOGNA. AH NO, SCUSATE…ERA UNA PREVISIONE PER IL FUTURO. ASPETTANDO I SALAFITI…:-)))

Invece l’aspetto della cattedrale felsinea trasformata in sala da pranzo con bagni annessi era questo:

Il meglio di sé..


Francesco a ruota libera… arrota tutto!
Anche la correctio filialis




Quando Francesco si ritrova a colloquiare in mezzo ad un qualche gruppo di persone, con le quali scambia impressioni stimolato dalle loro domande, accade che egli esprima il meglio di sé. Lasciandosi andare all’entusiasmo della comunicazione spontanea, apre il suo bagaglio di nozioni personali e sciorina una sequela di pensieri che danno l’impressione di riflettere una visione del mondo e della Chiesa maturata come intorno ad un tavolino da caffè.

Nel corso del suo viaggio in Colombia – 6-11 settembre 2017 – il 10 settembre ha incontrato, nel cortile della casa-santuario di San Pedro Claver, a Cartagena, un nutrito gruppo di suoi confratelli gesuiti.
La Civiltà Cattolica (Quaderno 4014 del 16 settembre 2017) ha pubblicato il resoconto di questo incontro, da esso abbiamo tratto le citazioni qui riportate.

Dopo i consueti applausi e saluti, Francesco ha dato inizio al solito scambio di domande e risposte.

sabato 30 settembre 2017

Una chiesa inutile

Una Lepanto culturale


  Ci vuole una nuova Lepanto, una Lepanto culturale, ma non contro i Turchi questa volta, ma contro gli effetti devastanti della Protestantizzazione Cattolica.

  Nel 1571 il Papa S. Pio V riunì nella Lega Santa le corone cattoliche, perché unite difendessero la Cristianità contro l'invasione mussulmana dell'Impero Ottomano. Cosa sarebbe rimasto del Cristianesimo se questa vittoria della flotta cattolica non fosse avvenuta? I re obbedirono al Papa, la Madonna intervenne e la Cristianità fu salva: da quel 1571, il 7 di ottobre, la Chiesa ricorda quel miracolo, seguito ad un prodigioso impegno, con la festa della Madonna del Rosario, all'origine chiamata Nostra Signora delle Vittorie.

  Ma di un'altra Lepanto c'è bisogno, di una Lepanto culturale, che richiede altrettanto prodigioso impegno di lavoro (di battaglia) e di preghiera.

Cosa non si diventa per una porpora..

Il triangolo Fedeli-Bergoglio-Moraglia

Sta destando molto scalpore il libretto di Josè Mario BergoglioImparare ad imparare. Riflessioni sui temi dell’educazione, con prefazione del ministro Valeria Fedeli.
I motivi sono molteplici e riguardano, anzitutto, la sempre crescente commistione tra Chiesa e politica.
Siamo stati abituati ad una Chiesa che, all’epoca di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, interveniva molto di rado nelle questioni nazionali, attentissima a non apparire schierata con un partito o un’area politica. Certamente la Chiesa non rinunciava a dire la sua sulle questioni essenziali, i cosidetti principi non negoziabili e la dottrina sociale della Chiesa, ma sempre evitando che il suo scendere in campo fosse equivocabile e fazioso. All’epoca del Family day del 2007, per fare un esempio noto, la Chiesa italiana si trovò in disaccordo con un governo guidato da cattolici come Romano Prodi e Rosi Bindi sul tema dei Dico, cioè della famiglia. L’allora presidente della Cei, cardinal Camillo Ruini, propose alla guida del Family day due persone di estrazione diversa, Eugenia Roccella, di centro destra e Savino Pezzotta, sindacalista e uomo di centro sinistra, con il mandato, ad entrambi, di mettere al centro solo e soltanto la singola questione di una legge sulla famiglia. E così fu.

Molto più in là di quanto appaia.

Siria, né guerra, né pace: da Aleppo il racconto dei Maristi Blu

Aleppo: 6oo mila persone ritornate alle loro case 

 Lettera dalla Siria di Nabil Antaki – Maristi Blu / Aleppo
qui europa - Aleppo, 6oo mila persone ritornate alle loro case











 A sei anni dal conflitto e 350 mila morti          
Aleppo - Lettera di Nabil Antaki, Maristi Blu - Né Guerra né Pace. È così che posso definire la situazione attuale in Siria in questo settembre 2017, sei anni e mezzo dopo gli
            eventi che hanno causato la morte di più di 350.000 persone,
                              distrutto gran parte del Paese,
                          sfollato un terzo della popolazione,
                     spinto all'esilio oltre 3 milioni di persone e
        distrutto i sogni e il futuro dei giovani e di più generazioni di Siriani.

Cosa si legge nella ta terrazza di paglia?

Paglia, travisare GPII per sostenere la rivoluzione


Mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita e Gran Cancelliere del Pontificio istituto teologico San Giovanni Paolo II per le Scienze sul matrimonio e sulla famiglia, e mons. Pierangelo Sequeri, Preside del suddetto istituto, hanno rilasciato una lunga intervista al sito statunitense Crux (clicca qui) sul futuro di questo istituto. Molti i punti indagati, ma qui vogliamo mettere sotto la lente di ingrandimento solo alcuni di essi.

Mons. Paglia dichiara: «La vera rivoluzione è avvenuta sotto Giovanni Paolo II, non sotto Francesco, che non è ancora stato compreso. Bisogna ricordare che prima della Familiaris Consortio (FC), accadeva che i divorziati risposati non solo non riuscivano a fare la Comunione, ma erano stati praticamente scomunicati ed espulsi. Erano outsider. Dopo Giovanni Paolo, tutti erano dentro la casa … Non posso spedirli ora in terrazza!».

Un fuoco sotto la cenere

DA UNA NOTA FACEBOOK DI VIK VAN BRANTEGEM. Circoli di ultramontani, vaticanisti e falsi “amici” intorno al Papa si comportano in modo totalmente pazzo e ingiusto…

… causando danni incalcolabili per il Papa stesso, per la Chiesa e per il Popolo di Dio.
Per il bene della Curia e della Chiesa dovrebbe esserci dialogo aperto (auspicano i Cardinali Müller e Parolin, certamente non possono essere lapidariamente liquidati in modo sprezzanti e trattati come teologi o diplomatici di quattro soldi).
“The best thing would have been for the Holy Father to have had an audience before their publication. Now we have the spectacle of a trial of strength. It’s better to speak before and to deepen the questions and give good answers. (…) What the Church needs in this serious situation is not more polarization and polemics, but more dialogue and reciprocal confidence” (Cardinal Gerhard Ludwig Müller).(…)
“Corruptio optimi pessima – What was great, once corrupted, is aboninable – Ciò che era ottimo, una volta corrotto, è pessimo” (San Gregorio Magno).(…)barbarossa

Come sfuggire lo spirito mondano dello scisma

La regola di Burke: Maria, catechismo e martirio


Come può un semplice cattolico vivere la propria fede in una situazione di crescente confusione quale quella attuale? È la domanda cui ha risposto il cardinale Raymond Leo Burke in una lezione magistrale svolta a Louisville (Kentucky) lo scorso 21 luglio, ma che vale la pena riprendere per la sua estrema attualità (QUI IL TESTO INTEGRALE). Senza fare sconti sulla verità dei pericoli presenti, Burke ha spiegato come sfuggire lo spirito mondano dello scisma, fino a chiedere la prontezza di donare la vita per la Chiesa.

«È un momento - ha cominciato il cardinale - che può semplicemente essere descritto come una confusione, una divisione e un errore». Poi ha parlato di un giovane sacerdote che lo aveva avvicinato chiedendogli: «Cardinale, pensa che siamo giunti alla fine dei tempi?». «L’espressione sul suo volto - ha detto Burke - mi ha fatto comprendere la sincerità della sua domanda e la preoccupazione profonda che lo animava. Non ho quindi esitato a rispondere: “Potrebbe essere”». Perché «viviamo nei tempi più travagliati del mondo ma anche della Chiesa». Poi Burke ha citato l’ideologia gender dilagante e distruttiva dell’uomo, la negazione della libertà religiosa per vietare ogni discorso pubblico su Dio, la contraccezione, l’eutanasia, l’indottrinamento dei bambini. Nello stesso tempo la ricerca spregiudicata «del piacere e del potere mentre il ruolo della legge, dettato dalla giustizia, viene calpestato», per cui vige «una legittima paura di uno scontro globale», perché «la situazione attuale del mondo non può proseguire se non portando ad un annientamento totale».

Un esempio per noi


Dio ci chiama a una nuova crociata / 3

L’albero di fichi senza frutti significa la stessa cosa della donna curva; il fatto che sia risparmiato l’albero di fichi indica lo stesso che il raddrizzamento della donna (san Gregorio Magno).

Non è un indovinello. San Gregorio Magno sta commentando, collegandole, due pericopi che nel Vangelo di san Luca si susseguono: la parabola del fico sterile e la guarigione della donna curva (Lc 13, 6-17). L’esegesi allegorica del grande Papa vede in entrambi un’immagine dell’umanità, piegata dal peccato originale e incapace di portare buoni frutti, nella sua condizione decaduta. Il fatto che il padrone del campo vada a cercare frutti per la terza volta richiama al Pontefice le tre forme in cui Dio ha soccorso l’umanità: la legge naturale, che ogni uomo può riconoscere con l’intelletto per dirigere i propri comportamenti; la legge positiva, rivelata per mezzo di Mosè al popolo eletto; la grazia, concessa con la propria stessa presenza grazie all’Incarnazione. Le anime dei perversi non si lasciano però né correggere dalla legge naturale, né istruire dai precetti né convertire dai miracoli, nonostante le cure di quanti sono preposti alla vigna del Signore.