ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 1 agosto 2017

Che pensarne, dunque?

Ancora su mons. Lefebvre, il Concilio e mons. Schneider

         Circola in questi giorni in rete un articolo di mons. Athanasius Schneider sull’«interpretazione del Concilio Vaticano II e la sua relazione con l’attuale crisi della Chiesa»[1]. Non è la prima volta, nel corso degli ultimi anni, che il Vescovo ausiliare di Astana interviene sull’argomento. È però la prima volta che afferma esplicitamente che il Concilio Vaticano II contiene delle proposizioni erronee (che ce ne fossero di ambigue, lo aveva già ripetuto a più riprese) su temi di notevole importanza della dottrina cattolica – l’ecumenismo, la collegialità, la libertà religiosa, le relazioni con il mondo moderno – e individua in questi errori del Concilio i prodromi della crisi attuale.
         Nell’articolo cerca anzi di fare una sintesi generale del suo pensiero attuale sul Concilio. L’evento non può lasciare indifferente il mondo tradizionalista. Che pensarne, dunque? Un paragone con le parole e l’operato di quella che è stata indiscutibilmente la principale figura di riferimento del movimento di reazione alle riforme conciliari, mons. Marcel Lefebvre, ci sarà di ausilio per trovare una risposta.

Voce dal sen fuggita?

L’INTERVISTA PROIBITA, PERDUTA E RITROVATA. “RATZINGER AVEVA RAGIONE SU TUTTO”

L’intervista proibita e perduta



Quanto segue è la versione di un libro-intervista scomparso e messo al bando trent’anni fa: il controverso colloquio di Vittorio Messori e Hans Urs von Balthasar, é stato pubblicato da pochi giorni dal sito Papale Papale ed integralmente ricopiata dal suo direttore, Antonio Margheriti Mastino. Il quale racconta -e fa raccontare a Vittorio Messori- nella succosissima prefazione al testo dell’intervista i retroscena ed i postscena di questo caso editoriale che non potè diventarlo. Un racconto che potrete leggere direttamente qui. Ringraziamo PapalePapale.com e Antonio Margheriti Mastino per il contributo di questo prezioso (ed attualissimo ) testo a questo nostro archivio messoriano. 

Dio li fa, poi li accoppa?

Come noto, il Generale dei Gesuiti, Padre Sosa, ultimamente, si è fatto fotografare, con altro sacerdote, in preghiera, in un tempio dedicato a Buddha. La Fede Quotidiana ha chiesto un commento al noto  teologo, filosofo e  fondatore dell’ Associazione Fides et  Ratio, Monsignor Antonio Livi .
Monsignor Livi, ha visto quella foto?
” Certo. E lo ritengo un fatto grave, che va contro la Chiesa cattolica, commesso dal Generale dei Gesuiti Padre Sosa, del resto, non è nuovo ad uscite simili. Infatti Sosa nel recente passato, ha detto cose errate e persino eretiche. Evidentemente si deve sentire appoggiato”.

Una vera profezia purtroppo avverata

1883 Patriarca di Venezia profetizza l’apostasia e la fine della Famiglia


La Lettera che segue è stata da noi scansionata da un opuscolo originale del 1883 (vedi foto nostra), a firma dell’allora Patriarca di Venezia il cardinale Domenico Agostini (1825-1891).
La proposta di caldeggiare paternamente le Famiglie Cristiane per una Consacrazione alla Sacra Famiglia, viene espressa dal Movimento Cattolico nel gennaio 1881 e sollecitata dallo stesso cardinale a seguito della grave situazione morale del tempo, tutta già dedita ad un’attacco frontale contro la Famiglia. Tale premura si rinforzò grazie anche all’enciclica di Leone XIII in difesa della Famiglia, Arcanum Divinae, dopo le dure denunce contro coloro che minavano le sue fondamenta.

Prima della pubblicazione della Lettera pastorale del Patriarca, attraverso il Movimento Cattolico, viene diffusa una “Importante Proposta” indirizzata a tutta la comunità cristiana che riproponiamo qui integralmente, col medesimo linguaggio e testo originale:
I – Che in ogni parochia d’Italia venga istituita la pia Associazione delle famiglie cattoliche consacrata alla Sacra Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, e sia diffuso Il Divoto di S. Giuseppe — periodico mensuale che stampasi in Modena per annue L. 3. — Il direttore dell’ Associazione è il M. R. Paroco Pietro Bonilli — Trevi-Umbria.
Una grande Imagine, che s’intitola — Patto di unione eterna tra la famiglia cattolica e la Sacra Famiglia, — è il simbolo della Pia Opera nelle domestiche abitazioni. — La preghiera della sera, fatta in comune davanti quest’Imagine è terminata coll’ invocazione stabilita: “Gesù, Maria e Giuseppe illuminateci, soccorreteci, salvateci”, — ne è la pratica essenziale.
II – Che tutte le Associazioni cattoliche d’Italia eleggano a loro principale Patrono lo Sposo purissimo di Maria Vergine Immacolata, S. Giuseppe, e si associno al sopra indicato periodico.
III – Che tutte le scuole private cattoliche esistenti e quelle che verranno istituite, sieno poste sotto la protezione di S. Giuseppe, e che in ogni scuola oltre al Crocefisso, vi sia il quadro della Sacra Famiglia.
Visto, FRANCESCO Can.o MION V. G. (pubblicato il 15 gennaio 1881)
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Brancaleone e il piccolo gregge


La Bonino in chiesa e il «piccolo gregge»

All’inizio ho provato forte disagio, nell’apprendere che Emma Bonino, a Biella, abbia potuto predicare in una chiesa a (coi pro life presenti allontanati, e Crocifisso e tabernacolo coperti). Poi mi sono ricordato ciò che è il mondo cattolico odierno, ossia un’armata Brancaleone dove ci sono pastori che ringraziano Allah (Libero, 2.9.2011); che prima che fossero legge chiedevano il riconoscimento delle unioni gay (La Sicilia, 13.1.2012) e che oggi benedicono gli anelli delle unioni civili (Il Giornale di Vicenza, 27.6.2017); che fanno omelie leggendo editoriali de L’Unità (Il Giornale, 3.2.2011), che distribuiscono preservativi (Libero, 28.10.2010), che sostengono che la Madonna di Lourdes voti Pd (Il Giornale, 3.4.2008), che il diavolo non esiste (La Verità, 4.6.2017) e che è opportuno, a Messa, pregare tutti insieme per lo Ius soli (La Verità, 28.6.2017).

«Com'è possibile che Dio non si sia ancora stancato di noi?»

PERCHE' DIO CI SOPPORTA


    Un mistero senza risposta cui ci si approccia con tanta umiltà: per rendere il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo ricevuto allorché per la prima volta abbiamo spalancato gli occhi su di esso colmi di trepidante meraviglia 
di Francesco Lamendola  



 «Com'è possibile che Dio non si sia ancora stancato di noi?».
Questo mi domandava un amico, qualche giorno fa, nel corso di una conversazione.
Si parlava del bene e del male, e di come nel mondo si potrebbe vivere infinitamente meglio, se negli esseri umani non insorgessero di continuo gli istinti dell'egoismo, della sopraffazione, della violenza; se così tanti di noi, fin dai loro microcomportamenti quotidiani, non appesantissero l'atmosfera e non angustiassero il prossimo con la loro incoercibile tendenza a prevaricare, a far di tutto per mettersi in mostra, a scaricare sugli altri - nel modo più grossolano - i propri conflitti irrisolti, la propria immaturità e la propria mancanza di autostima, malamente mascherata da narcisismo paranoide.
Lui sosteneva di non sentirsi migliore  di nessuno, di non voler giudicare nessuno, pur ritenendo suo dovere sforzarsi di agire rettamente e opporsi al male, ogni qual volta ciò sia possibile. Mi citava una frase di Gandhi, secondo la quale la nonviolenza non è affatto sinonimo di rassegnazione o, peggio, di acquiescenza davanti al male: se vediamo qualcuno commettere violenza su un bambino, ad esempio, abbiamo il preciso dovere di intervenire; non possiamo trincerarci dietro il pretesto di non voler alimentare la spirale della violenza.
Io gli rispondevo che esistono diversi livelli evolutivi e che chi ha raggiunto il livello minimo della decenza etica, consistente nel sapersi guardare dentro e nell'agire verso gli altri come noi vorremmo che essi facessero con noi, non deve paragonarsi a chi non ha mai neanche tentato di fare altrettanto, limitandosi a rovesciare su tutto e su tutti i propri peggiori istinti e comportandosi come se il mondo avesse il dovere di sopportarlo all'infinito.

Continueremo ad illuderci?

IL DIVORZIO FU L'OCCASIONE PERDUTA
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno X n° 8 - Agosto 2017



 Non c'è niente da fare, nessuno ci toglierà dalla testa che il cambiamento della Messa, operato dalla Chiesa con un autoritarismo senza precedenti a fine anni '60, fu il “cavallo di Troia” con il quale entrarono tutte le più devastanti derive nel mondo cattolico.

 Il Concilio Vaticano II, pastorale per espressa volontà dei Papi Giovanni XXIII prima e Paolo VI poi, si era ormai concluso. I testi, nella loro prolissità e stile discorsivo, avevano confermato tutti nella propria opinione: i Conservatori erano convinti che nulla fosse cambiato nella sostanza della Tradizione Cattolica; i Progressisti invece, rumorosi ma in fondo minoranza all'epoca, avevano salutato l'avvento di un'era totalmente nuova. Ognuno cercava nei testi la conferma delle proprie opinioni e attitudini. Chi è vissuto in quegli anni può confermare tutto questo, testimoniando della storia della propria parrocchia.

 Intervenne, a quattro anni dalla chiusura del Concilio, la nuova messa e tutto poteva diventare chiaro.

 Con la nuova messa, valida in sé ma non buona come tentiamo di dire da sempre (cfr. editoriale “Radicati nella fede”, anno V, marzo 2012, n° 3), non sarebbe stato possibile interpretare il Concilio in continuità con il passato della Chiesa Cattolica. La nuova messa diede la chiave ermeneutica secondo cui il Concilio Vaticano II è una “nuova Pentecoste”, il punto sorgivo di un Cristianesimo liberatosi dalla zavorra del suo passato, capace di scelte più pure che il mondo moderno avrebbe presto accolto con commovente entusiasmo.

lunedì 31 luglio 2017

Essi hanno innalzato il trono della loro abominevole empietà

LA PROFEZIA DI LEONE XIII CIRCA LA FUTURA APOSTASIA A ROMA L’ORAZIONE ORIGINALE A SAN MICHELE ARCANGELO …TUTTI NOI DOVREMMO RECITARLA A FINE SANTA MESSA… UN DOCUMENTO DA CONSERVARE E CONDIVIDERE IN ETERNUM …




L’orazione originale di Papa Leone XIII a San Michele: una profezia circa la futura apostasia a Roma.L’orazione originale di Papa Leone XIII all’Arcangelo San Michele fu profetica. Composta oltre 100 anni fa, dipoi soppressa dato il suo struggente contenuto, l’orazione originale di Papa Leone XIII a San Michele è una delle più interessanti e controverse preghiere colleganti alla presente situazione nella quale trovasi la vera Chiesa Cattolica. 

Pregate e il tempo passerà più veloce

IL PRODIGIO DI SAN NICOLA IN RUSSIA: MOSTRARE AL MONDO CHE C'È ANCORA CHI CREDE NELL'AIUTO DEI SANTI

Il prodigio di san Nicola in Russia: mostrare al mondo che c'è ancora chi crede nell'aiuto dei santi
Un avvenimento aspettato da tempo. Già in passato si era parlato dell’eventualità di una “visita” del santo più amato dagli ortodossi russi. Ma quando questa è finalmente divenuta realtà, la portata della devozione popolare ha superato tutte le aspettative.
Le code per venerare la reliquia di san Nicola nella cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca sono durate anche dieci ore. Nell’occasione, la Chiesa ortodossa aveva preparato anche alcune istruzioni: «Per non perdere tempo invano bisogna avere con sé il Vangelo, il libro delle preghiere, l’acatistos a san Nicola... Aspettando il vostro turno, fate il lavoro spirituale per il santo che vi vede e vi sente, che gioisce della vostra fede. Pregate e il tempo passerà più veloce.

Una noia mortale

La Messa dove l'hai messa? (Pungente ma veritiero)

Tra chitarre e aria fritta, la comunione e le minigonne, il segno della pace e i lunghissimi annunci finali
di Rino Cammilleri
L'altra domenica, nella chiesa dove vado di solito, agli annunci finali il prete si è scusato. Si era dimenticato di dire un pezzo della messa. Era troppo intento a dare il via a uno dei "canti" (il cui libro è l'unico che trovate sui banchi, al posto dell'ormai obsoleto Vangelo) e aveva saltato alcuni passaggi. Pazienza. Che volete che sia un pezzo di messa di fronte all'importanza del canto? Non lo sapete che come diceva sant'Agostino (solo Agostino per gli amici), chi canta prega due volte? Secondo me, però, si riferiva ad altro tipo di musica. Ma torniamo al pezzo di messa mancante. Ora, la cosa curiosa è che non se ne era accorto nessuno.

Come se facesse un'orgia


Il riassunto del lunedì. Vatican Sniper e il tempio maledetto


Il riassunto di questa settimana è piuttosto ricco, ma come sempre facciamo, cercheremo di trovare un filo conduttore. Andiamo con ordine.

Charlie Gard. Hanno staccato la spina al bambino inglese, che è morto. Questa storia dovrà essere studiata bene e valutata con cura nei prossimi tempi. Si sono scontrate infatti due concezioni dell'esistenza, quella della vita e quella della morte, dando vita ad un evento epocale. La mobilitazione globale per ribadire che l'uomo non è proprietario della vita che Dio ha donato.


Church exit


UK: 9 CRISTIANI SU 10 PENSANO CHE IL CRISTIANESIMO SIA MARGINALIZZATO. 7 SU 10: NON SI PUÒ MOSTRARE LA FEDE IN PUBBLICO.


Nove cristiani su dieci in Gran Bretagna ritengono che la loro fede sia marginalizzata nel Paese. Sono risultati di un sondaggio condotto da Premier Christian Communication, di proprietà dal Premier Christian Media Trust, un ente che ha sede a Londra. Il sondaggio è stato condotto su una base di dodicimila persone.
Nel Paese che ha visto la battaglia per la vita – e la speranza – dei genitori di Charlie Gard, conclusasi tragicamente, il 93 per cento dei cristiani che hanno risposto “credono che il cristianesimo sia marginalizzato” in Graan Bretagna, mentre ben il 50 per cento afferma di aver sperimentato delle forme di pregiudizio a causa della sua fede.

Nemo?

DON MINUTELLA INTERVISTATO DALLA RAI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! DIFFONDI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

06:46
Bellissima intervista al grande martire della Verità, e lungimirante teologo, Don Alessandro Maria Minutella sulla trasmissione Nemo. Assieme a lui, il Professor Roberto de Mattei, il più grande fra gli intellettuali cattolici 30/03/2017
Bellissima intervista al grande martire della Verità, e lungimirante teologo, Don Alessandro Maria Minutella sulla trasmissione Nemo. Assieme a lui, il Professor Roberto de Mattei, il più grande fra gli intellettuali cattolici 30/03/2017

Siamo cattivi !

PONTIFICAZIONI SINISTRE

    Siamo cattivi? Grazie tante, lo sapevamo già. Detto da voi "Buonisti" poi è una lode. E siamo cattivi, perché pensiamo che la migrazione in atto da parte di sedicenti profughi sia una invasione bella e buona del nostro Paese 
di Francesco Lamendola  





Qualcuno va dicendo in giro che siamo proprio cattivi. Siamo cattivi, perché pensiamo che la migrazione in atto da parte di sedicenti profughi sia una invasione bella e buona del nostro Paese, e vorremmo che qualcuno facesse qualcosa per fermarla. Siamo cattivi perché osserviamo che l’integrazione degli immigrati è una pia illusione (pia, si fa per dire: piuttosto truce, semmai), come lo è quella del dialogo con il cosiddetto islam moderato. E siamo cattivi perché diciamo che sbagliano quelle scuole che rinunciano a partecipare alla santa Messa, per non “offendere” gli immigrati di altra religione. Che sbaglia quella scuola di Corsico (vicino a Milano) che ha sanzionato il professore reo di avere “insultato” l’islam, su denuncia della famiglia di un’alunna musulmana che aveva incominciato la lezione restando seduta, mentre tutti i suoi compagni si alzavano in piedi all’ingresso del docente, sostenendo che non poteva farlo, perché si era in tempo di Ramadan. E che sbagliano (o peggio, molto peggio) quelle organizzazioni non governative che vanno a imbarcare i “profughi” nelle acque territoriali della Libia, dietro segnalazione telefonica o visiva, e poi li scaricano tutti nei porti italiani, perché tanto l’Italia è grande, buona e generosa. 

Il Trionfo del Cuore Immacolato…


I consacrati di Maria e il Trionfo del Cuore Immacolato. Urgenza profetica della consacrazione a Maria.


Solo chi “entra” nel Cuore Immacolato di Maria, chi gli si affida, chi gli si consacra è certo, oggi, di ottenere salvezza, rimanendo invece a rischio di salvezza eterna chiunque rifiutasse questo mezzo eletto dal Cielo per la salvezza del mondo. Qualche riflessione conclusiva sulla relazione che intercorre tra consacrazione a Maria e Trionfo del Cuore Immacolato…
cuore immac
Una consacrazione autenticamente vissuta, come si diceva (1), abilita il consacrato di Maria ad operare per l’avvento del Trionfo iniettandogli nell’anima, come suo “effetto collaterale”, una carica di militanza spirituale assolutamente necessaria, anzi urgente, nella situazione presente. La promessa di Maria è incondizionata: il Trionfo verrà e i segni dei tempi indicano che all’orizzonte appaiono già le luci sacrali del Regno di Maria che è prossimo a venire.
 Se così stanno le cose, non vi è alcun motivo per adattarsi agli stereotipi religiosi, culturali, sociali e politici mondani; non vi è nessun motivo per accettare supinamente la mentalità rivoluzionaria trionfante perché questa scomparirà definitivamente, sarà precitata agli inferi “tutto d’un colpo” – e con essa tutti coloro che le permettono di incarnarsi nel tessuto della vita temporale e spirituale dei popoli – quando il Trionfo del Cuore Immacolato si compirà. Per cui vi è più ragione nel resistere allo spirito rivoluzionario che permea la Chiesa e la Società civile mondiale piuttosto che compromettersi con esso: la vittoria sarà di Maria e di tutti coloro che militano a suo servizio, segnati dal « marchio di fuoco » della totale dedizione a Lei. In questo modo la speranza nel compimento delle promesse di Maria è assolutamente benefica per gli Apostoli degli ultimi tempi, i veri figli di Maria: « La prospettiva del Regno di Maria è non solo lecita ma anche raccomandabile ed anzi potremmo dire doverosa, poiché è richiesta dalla fede nella Divina Provvidenza nell’attuale situazione storica […]. Essa svolge anche un prezioso ruolo pedagogico. Essa infatti, da una parte impedisce che i cristiani si adagino nella comoda illusione di poter sopravvivere adattandosi all’attuale situazione di apostasia; dall’altra impedisce pure ch’essi cadano in una sterile rassegnazione che li spinge al degrado e al fallimento. Se i fedeli ieri erano sottoposti soprattutto alla prima di queste tentazioni, oggi essi rischiano di cadere piuttosto nella seconda » (2).

domenica 30 luglio 2017

La parte più aggressiva della processione

All’indomani del 29 luglio riminese...

Ospitiamo questo scritto di un testimone.

Canto finale, “Noi vogliam Dio”.
In questo inno certamente si nascondeva la parte più aggressiva della processione.
Citiamo dal testo: “Noi vogliam Dio perché la Chiesa pasca le genti di verità”. 
Pascere le genti: che violenza!
E ancora: “Fratelli unanimi il patto antico stringiam gridando contro il nemico: 
«noi vogliam Dio, Iddio lo vuol!»”. Gridano contro il nemico il desiderio di Dio: 
che scandalo, che muri!
All’indomani del 29 luglio riminese appena trascorso, è utile tirare le somme e guardare i fatti per quello che sono.

Gli sfolgorati

AUGIAS VS SCALFARI/ Antonio Socci: “sfida a chi è più ateo e senza Dio”

Corrado Augias vs Eugenio Scalfari: sfida a Repubblica su atei, non credenti, agnostici e senza Dio. Antonio Socci attacca il giornalista e amico di Papa Francesco, ecco cosa è successo
Eugenio Scalfari, gli atei e i "non credenti"
Eugenio Scalfari, folgorato dall’amicizia e dal rapporto con Papa Francesco, non si definisce più “ateo” bensì “non credente” creandosi una sorta di categoria a metà tra l’ateo, il religioso e l’agnostico. Sempre su Repubblica un suo storico collega (ateo anch’egli) lo ha pubblicamente “ripreso” chiedendosi cosa realmente voleva dire Scalfari con quell’editoriale molto particolare apparso nei giorni scorsi. In tutto questo il giornalista Antonio Socci, oggi in prima pagina su Libero, tenta di fare un parallelo sulla “sfida tra chi è più senza Dio” nel mondo liberal-radical chic di Repubblica & L’Espresso: «l’ateo è una persona che non crede in nessuna divinità, dopo la morte, per l’ateo, non c’è che il nulla. Da questo punto di vista sono assolutisti, in un certo senso si potrebbero definire clericali perché la loro verità la proclamano assoluta». Queste alcune delle importanti e clamorose parole, dette da un ateo e storico militante in contrapposizione contro la Chiesa di Cristo e tutti gli ultimi papati; tutti, tranne Bergoglio che con il rapporto speciale nato in questi anni sta velocemente facendo “cambiare” idea al fondatore di Repubblica. 

Se non una risata ..tante lacrime



RVC: LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE DIVENTERANNO CINQUE. E MOLTO ECOLOGICHE E MIGRANTISTE.

Attenti, Stilumcuriali, si avvicina una settimana di vacanza per il vostro anfitrione. Che comincerà più o meno da martedì prossimo; e vi avverto che lascerò il computer a casa, per cercare di staccare veramente. Nel frattempo, posto che le notizie vere sono tutte piuttosto brutte, vi invito a fare se non una risata almeno un sorriso leggendo quello che Romana Vulneratus Curia ha saputo nei suoi colloqui riservati con gli spioni virtuali delle ipotesi di revisione della dottrina cattolica ….

La genialità del male ?

L'INGANNO MODERNISTA

L’inganno modernista: un trucco da quattro soldi. Fa rabbia pensare a come sarebbe facile vedere il trucco rendersi conto di che cosa si tratta, se solo si avessero occhi ancora capaci di vedere e orecchi ancora capaci di udire 
di Francesco Lamendola  

  
Verrebbe quasi da ridere, se la serietà, anzi, la drammaticità dell’argomento, lo consentisse, di fronte all’incredibile semplicità, alla banalità, alla semi stupidità del trucco fondamentale sul quale si regge tutto l’inganno modernista, che affligge, avvelena e devasta la Chiesa cattolica, o quel che ne rimane, ai nostri giorni. E fa rabbia pensare a come sarebbe facile vedere il trucco, rendersi conto di che cosa si tratta, se solo si avessero occhi ancora capaci di vedere, e orecchi ancora capaci di udire, e una mente ancora capace di pensare. È la genialità del male: servirsi di strumenti semplici, semplicissimi, talmente semplici e poveri, talmente rozzi, talmente banali, da parer quasi inoffensivi: chi andrebbe a pensare che un piano talmente vasto, un disegno così terribile, perseguito fin dalla notte dei tempi, il diavolo lo sta portando avanti per mezzo di idee così povere e di uomini tanto meschini? Eppure è così; senza ombra di dubbio, è proprio così. Da qualunque parte lo si consideri, il piano è di una semplicità tremenda, perfino disarmante. 

Athos, Porcus &..?


I tre moschettieri della corte di papa Francesco           

I partiti comunisti classici avevano i loro "intellettuali organici". Ma anche papa Francesco li ha. Si chiamano Antonio Spadaro, Marcelo Figueroa, Víctor Manuel Fernández.

Il primo è italiano e gesuita, direttore de "La Civiltà Cattolica". Gli altri due sono argentini e il secondo non è nemmeno cattolico ma pastore presbiteriano, e nonostante ciò Francesco l'ha messo a capo dell'edizione di Buenos Aires de "L'Osservatore Romano".

La via cattolica all'eutanasia

Vescovi inglesi, Avvenire, D'Agostino, Paglia: Charlie ci fa scoprire la via cattolica all'eutanasia

Il caso Charlie ha fatto emergere con chiarezza che oggi domina anche nel mondo cattolico una cultura favorevole all'eutanasia. Se il professor D'Agostino ridefinisce il concetto di accanimento terapeutico ed eutanasia, monsignor Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, chiede solo di evitare conflitti. E mentre il cardinale Nichols ringrazia i medici che hanno ucciso Charlie, Avvenire scandalizza i lettori negando l'evidenza di quanto accaduto.

sabato 29 luglio 2017

Il diavolo, comunque, è instancabile.

VERITA' E SELEZIONE DEI MIGLIORI

    La ricerca della verità crea la selezione dei migliori. Abbiamo deriso e svalutato per decenni l’idea che la verità esiste. E applaudito qualunque imbecille che gridasse che esistono tante verità quanti sono gli esseri umani                                                                                                                            di Francesco Lamendola  
    

  
È un errore pensare che la ricerca della verità sia una cosa che riguarda solo poche persone, cioè i filosofi di professione, mentre la gran parte degli esseri umani ha cose più concrete e più importanti da sbrigare, come sbarcare il lunario, mantenere una famiglia, occuparsi dell’educazione dei bambini e dell’assistenza ai vecchi. Al contrario, non c’è nulla che sia più importante della verità, nulla che venga prima di essa. E, del resto, la ricerca della verità non è un’altra cosa rispetto alle normali e necessarie attività della vita quotidiana, ma è la stessa cosa, solo fatta con piena ed intera consapevolezza, laddove, molto spesso, quelle attività vengono espletate alla meno peggio, come si sa e come si può, cioè senza consapevolezza autentica di quel che si sta facendo, e del perché lo si stia facendo.
Ma facciamo un passo alla volta. Una società sana è una società nella quale le singole persone cercano di realizzare il loro fine individuale, ma anche il fine proprio dell’essere umano: nella quale, cioè, ciascuno è aiutato a trovare e costruire se stesso, non solo come un atomo disperso e isolato, ma come parte della famiglia umana, dalla quale riceve gli strumenti per diventare ciò che deve essere, e alla quale restituisce, a sua volta, tali strumenti, nelle persone dei propri figli, amici, colleghi, eccetera. In una società di questo genere, la verità è percepita come un elemento essenziale per orientarsi nella vita, sia a livello individuale, sia a livello collettivo: il solo fatto di credere che essa esiste crea una interazione virtuosa fra il singolo individuo e la società nel suo insieme, a cominciare dalla sua cellula fondamentale e naturale, che è la famiglia. Ovviamente parliamo della famiglia vera, quella formata da un uomo, una donna e, possibilmente, dei bambini; non delle sue sconce contraffazioni odierne, e meno ancora di una famiglia “aperta”, “fluida” e fluttuante, secondo gli umori e gli orientamenti psicologici e quelli sessuali, più o meno transitori, più o meno durevoli, dei suoi membri.