VESCOVO CIPOLLA SI DIMETTA !
Ma che aspetta a dimettersi il vescovo Cipolla? Nascosto dietro la sottana di Sua Santità ha sbagliato mestiere dimostrando di non avere intelligenza e stoffa per dirigere una grossa diocesi con un milione d’abitanti
di Francesco Lamendola
Sì, è vero: l’argomento è talmente squallido e deprimente, che si preferirebbe sorvolare, parlare d’altro, fare finta di nulla. Disgraziatamente, la politica dello struzzo non è mai servita a migliorare le cose, e dunque tanto vale affrontare i problemi, senza rimandare, senza dare loro il tempo d’incancrenire: perché, quando la cancrena si è diffusa, non resta altro da fare che l’amputazione chirurgica, ossia il rimedio estremo. Prima di arrivare a tanto, vediamo se non sia possibile limitare i danni, mettendo bene a fuoco la natura del problema.
La natura del problema creato a Padova dal comportamento del parroco della chiesa di San Lazzaro, don Andrea Contin, si può riassumere in una formula semplicissima: le dimissioni del vescovo, monsignor Claudio Cipolla, fedelissimo di papa Francesco, dal quale aveva ricevuto la nomina, evidentemente per le sue benemerenze di ex prete di strada, nonché di entusiastico sostenitore del “nuovo corso” modernista e progressista. Il problema non è più don Contin, tardivamente e un po’ ipocritamente sospeso a divinis, quando ormai i buoi erano scappati dalla stalla e lo scandalo, enorme, correva sulle bocche di tutta Italia, e forse anche all’estero.