Il Papa detta la linea sui migranti, banani in Piazza Duomo e quel bullismo radical sul figlio di Trump
“Quanti fuggono dai propri Paesi a causa della guerra, delle violenze e delle persecuzioni hanno diritto di trovare adeguata accoglienza e idonea protezione nei Paesi che si definiscono civili”. Queste le parole pronunciate ieri da Papa Francesco durante l’incontro con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, esortando i magistrati a “dedicare ogni sforzo, specialmente nel contrasto della tratta di persone e del contrabbando dei migranti”. Se poi vi avanza tempo per espellerne qualcuno o evitare che nascano ghetti tipo Molenbeek, meglio, altrimenti poco male.
Cari laicisti dei miei coglioni, quelli che non appena arriva l’inizio di dicembre cominciano a rompere i coglioni contro presepi e recite scolastiche nelle scuole, in nome dello Stato laico, nulla da dire al riguardo? Tutto bene che un capo di Stato estero, perché tale è il Papa nella loro visione della cose, metta becco nell’amministrazione della giustizia italiana e nelle priorità del contrasto alla criminalità? Perché se così fosse, allora non è la laicità dello Stato a starvi a cuore, vi sta sui coglioni il Natale, perché dovete fare i Charlie Hebdo de noantri. Ma si sa, quando c’è di mezzo il migrante, va bene tutto, si fanno i patti anche con il diavolo. O con l’acquasanta, a scelta.