ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 23 gennaio 2017

Suum Cuique..

I Gesuiti e la scristianizzazione della Chiesa



Chi sta de-cattolicizzando la Chiesa cattolica? Ma si tratta proprio del glorioso ordine fondato da Sant’Ignazio di Loyola. In questo studio, cercheremo di capire il come e il perché di questa diabolica deriva, che segue l’intuizione del prete apostata Ernesto Buonaiuti, “guru” del modernismo italiano: «Fino ad oggi si è voluto riformare Roma senza Roma, o magari contro Roma. Bisogna riformare Roma con Roma».
L’arcivescovo di Milano, San Carlo Borromeo, che approvò  l’insediamento dei Gesuiti a Lucerna nel 1578, ben presto comprese quali sarebbero state le conseguenze di quell’atto, come ci ricorda J. Huber«Carlo Borromeo scrisse al suo confessore che la Compagnia di Gesù, governata da leader che erano più politici che religiosi, stava diventando troppo potente per preservare la moderazione e la sottomissione che erano necessari… Essa domina re, principi e signoreggia, sia sulle faccende temporali, che su quelle spirituali. Questa “pia” istituzione ha perso lo spirito che originariamente l’animava e per questo motivo saremo costretti ad abolirla…».[1] L’ordine fu poi soppresso da papa Clemente XIV[2] nel 1773 – la Compagnia sopravvisse però nei territori cattolici della Russia, perché la zarina Caterina II non concesse l’exequatur al decreto papale di soppressione –, fu ricostituito da papa Pio VII nel 1814.

Eretico e scismatico e apostata chi?


AMORIS LAETITIA FA IL PRIMO “MARTIRE”. È UN SACERDOTE COLOMBIANO. NEGA L’EUCARESTIA PER I DIVORZIATI RISPOSATI.


E’ purtroppo confermata una notizia che quando l’ho letta parecchie ore fa mi è sembrata irreale. Un sacerdote colombiano è stato sospeso a divinis da suo vescovo per aver espresso le sue critiche e il suo disaccordo con l’esortazione apostolica Amoris Laetitia, nella parte che si riferisce all’eucarestia per i divorziati risposati. La notizia è stata data da Adelante La Fè, che ha postato anche una testimonianza audio, in spagnolo del sacerdote.
Luis Alberto Uribe Medina, così si chiama il sacerdote, della diocesi di Pereira, è stato convocato dal suo vescovo, Rigoberto Corredor. Uribe Medina, secondo quanto afferma un comunicato della diocesi, ha “espresso pubblicamente e privatamente il suo rifiuto del magistero dottrinale e pastorale del Santo Padre Francesco, soprattutto per quanto riguarda il matrimonio e l’eucarestia”. E’ inutile spiegare che si tratta delle famose noticine del documento che contraddicono il magistero precedente; quello della Chiesa fino al 2016, ciò che hanno insegnato San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, oltre al Catechismo della Chiesa cattolica, che si presume sia ancora valido.

San Francesco era modesto

CHI RUBA LA SPERANZA CRISTIANA

    E se a rubare la Speranza cristiana fosse proprio il papa? Il nome Francesco? San Francesco era modesto Bergoglio ostenta la modestia: e non è certo la stessa cosa. Un papa campione di umiltà e di modestia oppure no? 
di Francesco Lamendola  





Jorge Mario Bergoglio è dal 13 marzo 2013 il duecento e sessantaseiesimo papa della Chiesa cattolica romana, con il nome di Francesco. A rigore, si dovrebbe dire Francesco I; ma, poiché è il primo papa nella storia ad aver scelto questo nome, tutti lo chiamano “Francesco” e basta. Viene da chiedersi come mai nessuno dei suoi predecessori abbia scelto questo nome, assumendo il pastorale come vescovo di Roma, nei quasi otto secoli che ci separano alla morte del Poverello di Assisi; e perché proprio lui, Bergoglio, abbia fatto questa scelta. La prima cosa che viene in mente è che nessuno dei papi vissuti fra il XIII e il XXI secolo si è sentito degno di imitare, anche solo da lontano, la santità di Francesco d’Assisi, o, comunque, di essere a lui paragonato. Si obietterà che un papa può essere santo, ma che per fare bene quel che si è stati chiamati a fare dal conclave dei cardinali, cioè per essere un buon papa, la santità non è indispensabile; il che è vero, almeno parzialmente (parzialmente, perché tutti gli uomini, e tutti i cristiani, quindi figuriamoci se rimane escluso il papa, sono chiamati alla propria santificazione personale). D’altra parte, assumere un nome da pontefice equivale a dare un’indicazione di quel che si vuol fare, dell’impronta o indirizzo particolare che s’intende conferire al proprio pontificato, fermo restando che il papa non è il padrone della Chiesa e che non è, di conseguenza, nemmeno il padrone del gregge dei fedeli, ma soltanto il vicario di Cristo, cioè il pastore del gregge.

La tolleranza è impossibile verso la Verità



Alessandro Gnocchi, nella sua rubrica settimanale Fuori moda pubblicata su Riscossa Cristiana ha espresso alcune valutazioni sulla regolarizzazione della Fraternità San Pio X da parte della Santa Sede. Gli ha risposto don Angelo Citati, presumo cum permissu Superiorum.

Devo dire che la risposta del sacerdote mi è parsa certamente equilibrata, ma forse un po' prolissa. E questa prolissità ha finito per confermare i timori di Gnocchi, e di quanti come lui ritengono inopportuna ed improvvida ogni regolarizzazione che abbia come controparte Bergoglio. Vorrei tuttavia soffermarmi su una citazione di mons. Lefebvre:

Santo Padre, ci faccia fare l’esperienza della Tradizione. In mezzo a tutte le esperienze che si fanno attualmente, che ci sia almeno l’esperienza di ciò che è stato fatto per venti secoli!

Di chi è la responsabilità?



Ancora una volta, una mano sacrilega ha profanato il tabernacolo di una chiesa e ne ha sottratto la pisside contenente il Santissimo Sacramento. E' avvenuto nella chiesa di Santa Chiara, a Ferrara. 

La cosa che mi scandalizza è che in moltissime chiese la chiave del tabernacolo si trovi spesso o attaccata alla portella, o sotto la tovaglia dell'altare, in violazione alle norme canoniche ed al più elementare buon senso. 


In questo tempo di lupi

Il “senso della Chiesa” e il “senso del soprannaturale” 



A scorrere, anche velocemente, quanto abbiamo scritto in questi ultimi anni e quanto abbiamo riportato di ciò che è stato scritto da altri, si coglie un richiamo ricorrente a ciò che si è inteso chiamare “senso della Chiesa” e “senso del soprannaturale”. E cioè quel sentire che tiene sempre presente il valore soprannaturale della Chiesa e la necessità di appartenervi e di aderirvi, unito a quel sentire che considera sempre necessario uniformare i propri pensieri e le proprie azioni al convincimento che tutto è comunque retto dalla volontà di Dio e che quindi ogni cosa umana, sia pure la più inverosimile, è affidata alla misericordia e alla volontà di Dio attraverso la Sua Divina Provvidenza, soprattutto riguardo a quelle problematiche che umanamente appaiono irrisolvibili.

Paglia che brucia

Effetto Paglia: alla Pontificia Accademia per la Vita si cancellano le tracce di san Giovanni Paolo IIEra già tutto organizzato nei minimi dettagli, ma il seminario internazionale del 2 marzo per i trenta anni della Donum Vitae, è stato prima rinviato, e ora annullato. È solo l’ultimo episodio che racconta dello smantellamento della Pontificia Accademia per la Vita come papa Giovanni Paolo II l'aveva voluta nel 1994 per rispondere all’attacco del mondo contro la vita e la dignità umana. Sono bastati pochi mesi al nuovo presidente monsignor Vincenzo Paglia per imporre una svolta che snatura l’Accademia.

Pure io fui eletto..

Papa Francesco: "Trump? Pure Hitler fu eletto..."

Papa Francesco a El Pais: "Nei momenti di crisi si cerca un salvatore. Pure Hitler fu eletto". Salvini: "Credo che Bergoglio sia stato frainteso..."
Sospende il giudizio - per ora - Papa Francesco su Donald Trump.


Ma con un accostamento ben più pesante che se un giudizio lo avesse espresso.
"Si vedrà. Vedremo ciò che fa e allora valuteremo", dice infatti il Pontefice al giornalista di El Pais che gli chiede un commento sull'elezione del tycoon a presidente degli Stati Uniti, "Nei momenti di crisi si perde la lucidità di ragionamento e questo è stato sempre per me un riferimento da tenere a mente. Cerchiamo un salvatore che ci ridia una identità e la difendiamo con ogni mezzo, muri o qualsiasi mezzo dagli altri popoli, per timore che inquinino la nostra identità e la danneggino. E questo è grave".

Da semplice fedele

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IL FEDELE HA IL DIRITTO DI SAPERE: Sì O NO? 

di Stefano Maria Chiari
Preti maltesi sono stati minacciati dai loro vescovi di sospensione a divinis se non danno la Comunione ai divorziati. Un prete colombiano  è stato di fatto sospeso a divinis per lo stesso motivo.
Ora,  è chiaro che ciò nasce dalla Amoris Laetitia – interpretata come un sì incondizionato alle Comunioni di divorziati conviventi. Ma la lettura del testo non autorizza affatto questi atteggiamenti punitivi, persecutori, da parte dei vescovi “aperti”. Anzi, mantiene volutamente una notevole ambiguità.
“Non tutte  le discussioni dottrinali, morali o pastorali  devono essere risolte con un intervento del magistero”   E’ un continuo invito a , agli stessi sacerdoti, a distinguere caso per caso-. “un nuovo incoraggiamento ad  un responsabile discernimento personale e pastorale dei casi particolari”;  “il colloquio col sacerdote, in foro interno, concorre  alla formazione  di un giudizio corretto su ciò che ostacola la  possibilità di una più piena partecipazione alla vita della Chiesa e sui passi che possano favorirla”.
Ora, mi sembra evidente che un sacerdote, fatto tutto “il discernimento”  necessario, giunga alla convinzione di non dovere, in coscienza, dare l’Eucarestie a  due divorziati che vivono more uxorio;  allora cosa c’entra l’intervento autoritario  del vescovo, anzi prevaricatore della coscienza del suo sacerdote?
Qui si vede  benissimo come è necessario che il Papa risponda   ai “dubia” dei quattro cardinali. Non crei queste lacerazioni. Se vuole la Comunione ai divorziati, lo dica chiaro.

domenica 22 gennaio 2017

Dubia non habemus




(Luis Badilla - ©copyrightEcco alcuni passaggi dell'intervista di Papa Francesco alla testata spagnola "El País": 
La strada
Continuo ad essere un (uomo) di strada. Non appena posso esco, per strada, a salutare la gente, nelle udienze, e poi viaggio ... La mia personalità non è cambiata. Non dico che sia una cosa che mi sono proposto. Mi è venuto in modo spontaneo.. No, qui non si deve cambiare. Cambiare è artificiale. Cambiare a 76 anni era cosmetico. Certo, non sempre posso fare tutto ciò che desidero, ma l'anima di strada c'è, e voi lo vedete. 

Spade e foderi

Chi di spada ferisce. Don Angelo Citati FSSPX risponde ad Alessandro Gnocchi

Riprendiamo e pubblichiamo volentieri la risposta apparsa nel sito ufficiale del distretto italiano della FSSPX (vedi qui) a un articolo recentemente apparso su Risposta Cristiana (vedi qui e in seguito qui) in cui Alessandro Gnocchi adotta le pericolose categorie della "neochiesa" nell'affrontare alcuni problemi fondamentali del momento presente. Con l'augurio che questo scritto possa frenare l'errore dilagante tra molti cattolici tradizionalisti.

«Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada» 

Rispondendo, in un articolo apparso sul sito «Riscossa Cristiana», ad una sua lettrice che gli domanda cosa pensi di alcune questioni di attualità, tra cui la recente intervista in cui mons. Athanasius Schneider auspica una soluzione canonica per la Fraternità San Pio X, e riprendendo un suo intervento analogo sul medesimo sito del 12 maggio 2016, il 16 gennaio scorso Alessandro Gnocchi, noto giornalista e apologeta cattolico, esprime delle considerazioni dal tono fortemente critico nei confronti della Fraternità. Benché non venga da lui sollecitata una risposta da parte nostra, essendo stati chiamati in causa e con toni decisamente severi, ci sembra utile fornire il nostro punto di vista sui problemi sollevati.


Non sai che casino ci combinano

Brasile, Africa, Germania... Geografia di una Chiesa a pezzi    
     
Norcia
Per papa Francesco il 2017 è cominciato amaro. La sua popolarità continua ad essere alta, ma senza che vi corrisponda una pari vivacità della pratica religiosa. In America latina si registrano addirittura dei crolli.
Clamoroso il caso del Brasile, dove quelli che dichiarano di appartenere alla Chiesa cattolica sono precipitati negli ultimi due anni dal 60 al 50 per cento della popolazione, stando a un recentissimo, capillare sondaggio di Datafolha.

Horribile dictu?

UN EPISCOPATO CHE RESISTE

    Giacomo Biffi e Carlo Caffarra, un episcopato che resiste fieramente alla neochiesa modernista. Bisogna avere il coraggio di dire, almeno adesso, che l’arcivescovo Biffi aveva ragione, che aveva colto nel segno 
di Francesco Lamendola






Qualcuno ricorda ancora che nel 2000, diciassette anni fa, l’arcivescovo di Bologna, monsignor Giacomo Biffi, fine teologo oltre che pastore di anime, prese pubblicamente posizione  contro l’accoglienza indiscriminata di immigrati stranieri, quasi tutti di religione islamica, sostenendo che l’Italia e l’Europa avevano il diritto di vagliarli e di accettare quelli suscettibili d’integrazione, e, dunque, di dare la precedenza a quelli di religione cristiana e cattolica, ad esempio i filippini o i latino-americani, a preferenza degli islamici, i quali sono ben decisi a non integrarsi?
Il 30 settembre del 2000 egli disse testualmente che i governi dei Paesi europei avrebbe dovuto privilegiare l'ingresso degli immigrati cattolici mentre quelli musulmani nella stragrande maggioranza vengono da noi risoluti a restare estranei alla nostra umanità, individuale e associata. Difficile immaginare un discorso più politicamente scorretto, più impopolare, più controcorrente. Per dare un’idea dell’aria che tirava, già allora (e le cose, in questi ultimi anni, non hanno fatto che peggiorare ulteriormente, con il concretizzarsi della minaccia del terrorismo islamico fin nel cuore delle nostre città e delle nostre chiese), c’era chi, fra gli islamici, chiedeva la distruzione o la “copertura” dell’affresco medievale della cattedrale bolognese di San Petronio, nel quale, secondo l’immagine presente nella Divina Commedia, Maometto è raffigurato all’inferno, nudo e tormentato dai diavoli.

Guai a questa grande città!

PASSARE OLTRE E CHIESA DI SATANA

    Dove non si può più amare bisogna passare oltre: da Nietzsche a Cristo la filosofia del passare oltre riguarda anche il Cristianesimo fa parte dell'insegnamento di Gesù e a torto è stata messa fra parentesi da molti cristiani 
di Francesco Lamendola  



In Così parlò Zarathustra (Terza Parte, Del Passare oltre; traduzione di Giuseppina Quattrocchi), Nietzsche fa dire dal suo eroe, al pazzo furioso che gli si era parato davanti, all’ingresso della grande città:

Anche questa grande città mi fa schifo, non solo questo folle. Qui e là non c’è nulla da migliorare, nulla da peggiorare.
Guai a questa grande città! E vorrei vedere già la colonna di fuoco in cui sarà incendiata!
Simili colonne di fuoco devono precedere il grande mezzogiorno.  Ma questo ha il suo tempo e il suo destino.
Tuttavia per commiato ti do questo insegnamento, o folle: dove on si può più amare, bisogna PASSARE oltre!
Così parlò Zarathustra e passò oltre la grande città e il folle.

Dunque: là dove non si più amare, bisogna saper “passare” oltre. Quest'aurea massima dello Zaratahustra ci mostra un aspetto abbastanza caratteristico del pensiero di Nietzsche, derivante dal suo aristocraticismo e dal suo rifiuto dei compromessi, delle mezze misure, del voler accomodare a ogni costo le situazioni di tensione e di conflitto: quel modo sprezzante di porsi davanti a ciò che ostacola il cammino (del superuomo), quel rifiutarsi di perdere tempo con chi non capisce, non vuol capire, ed elabora inganni e perfide astuzie per difendere ferocemente la propria pochezza, la propria meschinità, il proprio "sacrosanto" diritto a ruminare l'erba come le mucche, inconsapevoli e indifferenti a ogni slancio eroico.

sabato 21 gennaio 2017

Non sapete né il giorno né l'ora

Abbiamo dimenticato chi è il Signore della natura
L'ultima tragedia in Abruzzo, provocata dal combinarsi di terremoti e nevicate eccezionali, dovrebbe riportarci alla realtà del rapporto tra uomo e natura. E rivolgersi al Signore, che placa le tempeste e comanda ai venti. Per secoli il popolo cristiano lo ha fatto, ricevendo grazie. Ma l'uomo d'oggi, chiuso nella sua presunzione, lo ha dimenticato.

Scosse continue di terremoto (ormai centinaia dallo scorso agosto), temperature polari e nevicate storiche. E ora anche la slavina, tragica combinazione di terremoto e neve, che ha distrutto l’Hotel Rigopiano, alle pendici del Gran Sasso, inghiottendo una trentina di persone che da ore aspettavano dei mezzi per portarli in salvo, bloccati anche loro da una neve senza precedenti. 

Accortasi d’esser nata femmina

Bambini “fa’afafine“: il sogno della ministra Fedeli

di Irma Trombetta Marzuoli

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La consapevole prospettiva di genere nei processi educativi importa primariamente la decostruzione critica delle forme irrigidite e stereotipate attraverso cui le identità di genere sono culturalmente e socialmente plasmate, stimolando al contempo l’auto-apprendimento della e nelle complessità”.
Valeria Fedeli scrive così e nessuno che ami la Patria e voglia bene alla lingua italiana dovrebbe perdonarla!
Mostriamo pure indulgenza per il tentativo penoso di farsi chiamare dottoressa.
Fingiamo, consapevoli d’essere al cospetto di gente le cui parole valgono come quelle dei torturati, d’aver dimenticato la promessa di dimissioni nel caso di vittoria del NO.
Ribelliamoci, però, ad un ministro dell’Istruzione che scrive come un azteco inebriato da funghi allucinogeni!
Certo, della Valeria non inquieta solo la sintassi, perché, qualora si riesca, malgrado quella, a capir qualcosa di ciò che intende, sono i contenuti a scioccare.

Davanti all’evidenza

                                                    

La famiglia di Al-Assad al completo, il Presidente con sua moglie ed i suoi figli, aveva celebrato la festa cristiana del Natale nel Monastero di Nostra Signora di Saydnaya, una località (abitata dalla comunità cristiana) molto vicina a Damasco, dove la famiglia si è soffermata per varie ore in compagnia dei monaci. Poi il Presidente ha pronunciato alcune parole che sono  state calorosamente applaudite dai vicini che si affollavano nella cappella del Monastero.

Nell’anno precedente Al-Assad aveva fatto lo stesso presso Maalula, un’altra località cristiana che era stata appena liberata dall’Esercito regolare, una espressione che per i cristiani di Siria era un sinonimo di risurrezione.
In uno Stato laico il Presidente della Repubblica può rimanere al margine di qualsiasi espressione religiosa o deve partecipare a quelle. Lo stesso non si può fare in paesi come la Spagna, una monarchia “delle banane”, partecipare soltanto ad alcune di quelle. Qui non vedreme mai il capo di Stato in una moschea durante il Ramadan, neppure il Presidente del Governo.

Cuore duro e dito puntato

Il tema delle ‘chiacchiere’ nocive al benessere della comunità cattolica è ormai uno dei più ricorrenti in papa Francesco. Così come quello dei ‘cattivoni’, quei ‘dottori della legge’ pronti 24 ore su 24 a segnarti a dito come trasgressore della norma. Intanto ‘Avvenire’,quotidiano della Conferenza episcopale italiana e campione galantino della Nuova Misericordia, ‘bastona’ un membro eminente della stessa Conferenza.

Nel Magistero di Francesco due argomenti ricorrono ormai a giorni alterni e sembrano assumere sempre più lo status di vere e proprie emergenze pastorali. Il Papa non cessa di mettere in guardia dalle “chiacchiere” e di scagliarsi contro i “dottori della legge” dal cuore duro e dal dito puntato. C’è su questi temi un’insistenza che colpisce, che appare a numerosi osservatori (curiali e non) sproporzionata e che dà origine a interrogativi di non poco conto sui motivi di tale accanimento ben poco misericordioso. Due gli esempi della settimana: il primo durante l’omelia della santa messa celebrata domenica 15 gennaio a Santa Maria a Setteville di Guidonia (un’omelia come minimo assai singolare), il secondo in occasione della quotidiana Meditazione a Santa Marta di venerdì 20 gennaio.

Lacrime da Cipollla

Preti, peccati sessuali e vaniloqui 


Dopo lo scandalo di Padova. Un clero che è immerso nel “sociale”, che è del mondo (quel mondo il cui principe risponde al nome di Satana), che si occupa di tutto ma non dell’anima, che non parla più di peccato e di grazia, dei novissimi, della Messa come rinnovazione del sacrificio della Croce, del valore delle nostre afflizioni, delle nostre sofferenze da offrirsi a Dio, non è più in grado di opporsi alle tentazioni.
di Giovanni Lugaresi
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La vicenda triste, dolorosa, di Padova, tale da far riecheggiare Isaia (“amaritudo mea amarissima”), ha visto i media scatenati, ovviamente, data la vicenda di per se stessa, e quindi l’allargamento dello scandalo dal parroco di San Lazzaro a un confratello della zona collinare euganea, presentato da giornali e televisioni come “il padre spirituale di Belen Rodriguez” (prosit!). Entrambi protagonisti di avventure erotiche, con annessi & connessi, per così dire, cioè (addirittura) orge, strumenti da sexy shop, videoporno, giro di donne, e di soldi…
Complimenti a chi avrebbe dovuto vigilare, complimenti a chi è deputato alla formazione dei sacerdoti in seminario, complimenti a chi non ha capacità di vedere, di avvertire che un giovane non è fatto per il sacerdozio, per la vita religiosa.

«Noi, dunque, non ci stupiamo più»!

Vaticano 2017, un inizio col botto!

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In Vaticano il 2017 sembra essere iniziato sulla scia del 2016. Sono appena passati una ventina di giorni dai festeggiamenti per il nuovo anno e già se ne sono lette e sentite diverse. Una notizia che ha avuto una notevole risonanza è stata l’emissione da parte della Santa Sede di un francobollo celebrante lo scismatico Lutero a cinquecento anni dalla sua rivoluzione. È Vittorio Messori dal suo Vivaio a sottolineare l’insolita celebrazione che stupisce più i “laici” che i cattolici i quali, sottolinea il giornalista, «sanno come papa Bergoglio abbia voluto volare in Svezia … per onorare il “coraggio“ di quel frate che osò sfidare la Chiesa indegna del XVI secolo. Noi, dunque, non ci stupiamo più».

Nel soggettivismo più spinto

La coscienza dispersa nelle acque di Malta



Che il capitolo ottavo della Amoris Laetitia (AL) non sia affatto chiaro diventa ogni giorno sempre più evidente. Infatti, l’interpretazione della AL che traspare dalle linee guida pastorali date dalla diocesi di Roma è diversa da quella di Firenze, quella della Conferenza Episcopale Polacca è contrapposta a quella Argentina, quella di Milano è diversa da quella di Malta, quella data dal card. Kasper è assolutamente opposta a quella data dall’arciv. Chaput di Filadelfia, e così via.

Qualche giorno fa sono state pubblicate le linee guida di AL nella piccola isola di Malta. Esse sono state pubblicate dall’Osservatore Romano, quasi un suggello del contenuto da parte del Vaticano. Queste linee hanno fatto molto rumore. Il perché è presto detto. Il passo che ha destato più “scalpore” è il seguente (mia traduzione): “se, come risultato del processo di discernimento intrapreso con ‘umiltà, discrezione e amore per la Chiesa ed il suo insegnamento, nella sincera ricerca della volontà di Dio e nel desiderio di giungere ad una risposta più perfetta ad essa (AL 300)’, una persona separata o divorziata che vive una nuova unione arriva — con una coscienza formata e illuminata — a riconoscere e credere di essere in pace con Dio, non le potrà essere impedito di accostarsi ai sacramenti della riconciliazione e dell’eucaristia».

Non è mai troppo tardi per fare penitenza


Censurato


Per inculcare una nuova visione della realtà che faccia da supporto ideologico al regime che si vuole imporre, bisogna manipolare i testi fondativi di una società o, quando possibile, impedirvi l’accesso. Nella Chiesa Cattolica questo è accaduto durante e dopo il Vaticano II. La seconda soluzione fu adottata per tutti (o quasi) gli esponenti della teologia precedente, completamente scomparsi dai libri e dall’insegnamento, nonché dai cataloghi delle case editrici; i nomi e le opere degli autori tra l’Otto e il Novecento furono radiati dalla storia o, nel migliore dei casi, condannati alla damnatio memoriae: se non altro si poteva ancora sapere che erano esistiti, ma solo per farne bersaglio di esecrazione o di dileggio. Contemporaneamente veniva tolto ogni argine agli scrittori dubbi o palesemente eretici, che assurgevano al ruolo di maestri indiscutibili – e, soprattutto, intoccabili. Là dove un’operazione del genere non era possibile (cioè con i testi biblici) si scelse invece la prima soluzione: una vera e propria manipolazione perpetrata in nome dell’approccio scientifico.


venerdì 20 gennaio 2017

Chiedi una grazia alla Vergine

175 anni di miracoli: si festeggia la Madonna della Medaglia Miracolosa

Chiedi una grazia alla Vergine nel giorno del suo 175esimo anniversario


Esattamente 175 anni fa, il 20 gennaio del 1842, nella Basilica romana di Sant’Andrea delle Fratte, tempio officiato dai Minimi di San Francesco di Paola ed ubicato a pochi passi dalla celebre Piazza di Spagna, l’Immacolata della Medaglia Miracolosa apparve all’ebreo ed ateo Alphonse Ratisbonne, che si convertì istantaneamente al Cattolicesimo (http://www.acistampa.com, 19 gennaio).
Per ricordare tale evento miracoloso, per tutto il 2017, nella Basilica dei Minimi – progettata da Francesco Borromini e baciata dalla rara bellezza dei due “Angeli della Passione” di Gian Lorenzo Bernini – si terranno diverse manifestazioni di carattere artistico, religioso e culturale.

Non conoscono tregua, né vergogna

RICATTO BUONISTA UMANITARIO

    Dietro il ricatto morale buonista una feroce volontà di autodistruzione sociale e religiosa. Il cristiano ha il diritto di scegliere e decidere in quale forma esercitare la sua carità. Di buone intenzioni è lastricato l’inferno 
di Francesco Lamendola  






Ormai non conoscono tregua, né vergogna; hanno deciso di percorrere quella strada sino in fondo, e niente e nessuno potrebbero mai farli recedere, o anche solo sostare per una qualche forma di riflessione critica o autocritica. No: essi rappresentano il bene e i valori “migliori” dell’Occidente: l’accoglienza, la tolleranza, la solidarietà; e rappresentano il “vero” volto del cattolicesimo e della Chiesa, la capacità di vedere il Cristo sofferente in tutti gli uomini, specie se poveri, bisognosi e stranieri.
E non importa se sono, per esempio, meno bisognosi di tanti italiani e di tanti europei i quali, dignitosamente, senza abbandonare le loro famiglie, senza fare leva sul ricatto morale di mettersi in pericolo immediato di naufragio, senza gridare ai quattro venti  la loro indigenza, e poi sfasciare tutto se il soccorso che ricevono non è, secondo loro, adeguato alle necessità.