ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 15 agosto 2017

Scheda bianca

Che dire della tesi di Socci: “NON E’ FRANCESCO”?





Mi sembra che la tesi di Socci sia questa: Papa Bergoglio combina un sacco di guai: e perché? Perché gli manca la grazia di stato; e perché gli manca la grazia di stato? Perché la sua elezione è invalida e quindi priva dell’avallo divino, che gli consentirebbe di essere salvaguardato da errori e da prese di posizione improvvide.

Tutto il libro di Socci è teso a dimostrare che l’elezione di Bergoglio è invalida, sciorinando tutta una serie di comportamenti sbagliati di Papa Francesco che deriverebbero da tale invalidità, che comporta la mancanza della grazia di stato.
Il suo discorso poggia tutto su tale presunzione, ma di presunzione appunto si tratta, perché di prove non ne porta nemmeno una.
Se le cose in conclave sono andate come lui sostiene, potrebbe anche avere qualche ragione; ma le cose sono andate proprio come da lui riferite sulla base di confidenze non si sa quanto attendibili e verificabili? Nessun Cardinale presente in conclave ha confermato la ricostruzione di Socci, e ciò sarebbe già più che sufficiente per far crollare tutto il castello da lui costruito.

Ma anche ammettendo che le cose siano andate proprio come da lui riferito sul fondamento delle “rivelazioni” di una giornalista argentina, che pretende di risalire a confidenze fattele dallo stesso Bergoglio, resterebbe sempre da dimostrare che ci sia stata mala fede e che i Cardinali abbiano subìto un vero e proprio sopruso.
L’accettazione della terza votazione contrariamente alle disposizioni della Universi dominici gregis [=Udg], senza che alcun cardinale si sia opposto, non è più che valido argomento a favore della validità dell’elezione di Bergoglio?
La cosa però, si potrebbe obiettare, può essere contestata, per il fatto che nessun cardinale oserebbe venire allo scoperto, manifestando la propria contrarietà.

E qui vengo a quella “qualche ragione” che potrebbe avere Socci: se la Udg prevede che si facciano non più di due votazioni al mattino e non più di due al pomeriggio, e se si pensa che tale limitazione è motivata dalla ferma volontà del legislatore di lasciare un congruo spazio di tempo per la riflessione dei Cardinali, onde dar loro la possibilità di valutare le varie candidature e informarsi sul candidato maggiormente votato, qualora da qualcuno non fosse del tutto ben conosciuto (e questa è la vera motivazione, non quella molto speciosa sostenuta dal Socci, dello stress che causerebbe una terza votazione per dei Cardinali piuttosto anziani), allora avrebbe ragione lui a sostenere che con una terza votazione si è forzata la mano agli elettori, inducendo anche i più indecisi e quelli che non conoscevano bene  il cardinale più votato, a votare per quest’ultimo.
Insomma il Socci sostiene che la terza votazione ha stravolto lo spirito autentico della Udg, che prescrivendo di non procedere a più di due votazioni, intendeva mettere il conclave al riparo da frettolose e poco ponderate elezioni. Chi può dire, è la sostanza del discorso di Socci, che la pausa della cena e il tempo e il consiglio della notte, invece che far guadagnare altri voti a Bergoglio, non glieli avrebbero fatti perdere? E come sarebbero poi andate le cose? Dunque, secondo lui, l’elezione di Bergoglio è stata una forzatura e quindi è invalida.

Certo il dubbio può venire, ma bisognerebbe stabilire se la limitazione a sole due votazioni al mattino e alla sera, sia assolutamente ad validitatem. In altre parole ci chiediamo: qualora le cose siano andate precisamente come ricostruito da Socci, l’elezione di Bergoglio, a causa del vulnus della indebita terza votazione, è invalida o soltanto viziata di forma, ma immediatamente sanata dall’unanime accettazione dei Cardinali elettori, poiché nessuno ha posto obiezione?
Per ulteriore chiarezza faccio questo ragionamento:

Socci parla della famosa scheda in più (anche se bianca e presumibilmente rimasta inavvertitamente attaccata a un’altra scheda) e che avrebbe reso nulla la votazione. In questo caso che si fa? Secondo me dipende dal risultato della votazione e i casi sono due:
Primo caso – Bergoglio supera abbondantemente il quorum richiesto per l’elezione. E’ chiaro che in questa eventualità la scheda in più sarebbe del tutto ininfluente e l’elezione sarebbe valida. Ma per superare l’eventuale obiezione di nullità, la si ripete. Ciò non significa che si tratta di una terza votazione, ma semplicemente della ripetizione formale della seconda. E crollerebbe tutto il discorso di Socci.
Secondo caso – Ci sono due eventualità: 1°. Bergoglio raggiunge esattamente il quorum richiesto per l’elezione, indipendentemente dalla scheda in più; in questo caso la scheda in più crea problemi, perché non si può escludere che un Cardinale abbia messo nell’urna due schede con il nome: la votazione è nulla, ma non si può procedere a una terza votazione, perché così è prescritto dalla Udg e perché questa terza votazione non avrebbe il carattere pleonastico di quella del primo caso. 2°. Bergoglio per un voto non raggiunge il quorum: in questa eventualità non si può addurre la scusa della scheda in più inficiante  la votazione, per procedere a una formale ripetizione della seconda, perché il caso è ben diverso dal primo, dove la scheda in più è ininfluente. Infatti, non avendo Bergoglio raggiunto il quorum, è necessario, secondo lo spirito e gli intenti della Udg, concedere ai Cardinali la pausa di riflessione e di murmuratio tra loro, per il dovuto e prudente discernimento.

E se si è verificato questo fatto, Socci avrebbe qualche ragione, perché indubbiamente un vulnus, anche grave, al regolamento c’è stato, in quanto la Udg non prevede eccezioni alla regola delle due votazioni. Che dire? Secondo me, non essendoci stata alcuna contestazione da parte di nessun cardinale e nell’impossibilità di stabilire le oggettive cause di tale mancata contestazione, l’elezione è da considerarsi valida. D’altra parte cosa si dovrebbe fare adesso a quasi due anni di pontificato di Bergoglio? Annullare tutte le decisioni da lui prese in quanto invalidamente eletto? E come si dovrebbe procedere? Chi dovrebbe e come stabilire che ha ragione Socci? Chi dovrebbe dichiarare l’invalidità dell’elezione di Bergoglio? Chi dovrebbe andare dal Papa a dirgli di dimettersi? E se si rifiutasse? E se il Collegio cardinalizio si dividesse tra fautori della validità e sostenitori dell’invalidità?
Con gli interrogativi si potrebbe andare ancora molto avanti. Pertanto l’elezione di Bergoglio, anche ammesso ci sia stato un vizio di forma nella procedura, è assolutamente valida, come dimostra il caso di una elezione simoniaca secondo la Costituzione Vacante Sede Apostolica di Pio X del 1904: la cosa sarebbe gravissima, ma l’elezione sarebbe valida. E ciò per evitare il più possibile contestazioni sulla validità dell’elezione.

Nel mio libro Chiesa povera, non impoverita esprimo alcune perplessità e dico di non poter condividere alcune scelte di papa Francesco, ma mi sembra di averlo fatto con molto rispetto e senza mai mettere in dubbio la validità dell’elezione di Bergoglio, il quale sicuramente è un sant’uomo, ma non sempre i santi sono adatti a governare. Un S. Francesco come papa avrebbe fatto disastri: che un papa diventi santo ce lo auguriamo tutti, ma che un santo diventi papa è un po’ rischioso, perché la prudenza è la prima virtù da esigersi in chi deve governare.

di Don Francesco Cupello

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