ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 29 agosto 2017

Puellae saltanti, et puero*


 Il Battista, difendere la verità senza compromessi
San Giovanni diede la sua vita per Cristo, anche se non gli fu ingiunto di rinnegare Gesù Cristo. Infatti, a lui fu ingiunto solo di tacere la verità. «Proprio per l’amore alla verità», proseguì Benedetto XVI, «non scese a compromessi e non ebbe timore di rivolgere parole forti a chi aveva smarrito la strada di Dio»


Il 29 agosto la Chiesa festeggia il Martirio di San Giovanni Battista, l’unico santo del quale si celebra, nel Calendario romano, sia la nascita, il 24 giugno, sia la morte, avvenuta per decapitazione su ordine di Erode. Questa singolare circostanza attesta come quel santo, che la tradizione greca chiama il Precursore (ο Πρόδρομος), rappresenti una delle figure più alte dell'intera storia della salvezza, del vecchio e del nuovo testamento. Non a caso fu definito da nostro Signore Gesù Cristo come «maior inter natos mulierum» (Lc 7, 28).
Il Battista è il primo martire ucciso per aver proclamato la Verità circa l’indissolubilità del matrimonio. 

Benedetto XVI, all’Udienza Generale del 29 agosto del 2012, ha ricordato che «come ultimo atto, il Battista testimonia con il sangue la sua fedeltà ai comandamenti di Dio, senza cedere o indietreggiare, compiendo fino in fondo la sua missione». In quell’occasione il Pontefice citò un passo delle omelie di San Beda, monaco del IX secolo, in cui si precisava che san Giovanni diede la sua vita per Cristo, anche se non gli fu ingiunto di rinnegare Gesù Cristo. Infatti, a lui fu ingiunto solo di tacere la verità. «Proprio per l’amore alla verità», proseguì Benedetto XVI, «non scese a compromessi e non ebbe timore di rivolgere parole forti a chi aveva smarrito la strada di Dio».

Questo è il grande insegnamento che ci ha donato il più grande fra i nati di donna.
A proposito del martirio del Battista, mi è impossibile non citare un altro autentico Pastore e testimone della fede dei nostri giorni: mons. Athanasius Schneider, Vescovo ausiliare di Astana. La sua resta una voce ferma e coraggiosa che – in un periodo storico della Chiesa dove, a volte, pare prevalere ambiguità e timore – è capace di rappresentare un punto di riferimento per molti fedeli che non intendono smarrire la via della sana dottrina. Ebbene, mons. Schneider in una conferenza tenuta a Roma il 5 dicembre 2016, parlando a proposito del martirio di Giovanni il Battista si espresse in questi termini:


Rimane sempre una grande lezione e un serio ammonimento ai Pastori e ai fedeli della Chiesa il fatto che il Santo che per primo diede la sua vita come testimone di Cristo, fu San Giovanni Battista, il Precursore del Signore. La sua testimonianza per Cristo consisteva nel difendere senza ombra di dubbi e di ambiguità l’indissolubilità del matrimonio e nel condannare l’adulterio. La storia della Chiesa cattolica si gloria di possedere esempi luminosi che hanno seguito l’esempio di San Giovanni Battista o hanno dato come lui la testimonianza del sangue, soffrendo delle persecuzioni e svantaggi personali. Questi esempi devono guidare specialmente i Pastori della Chiesa dei nostri giorni, perché non cedano alla tipica tentazione clericale di voler piacere più agli uomini che alla santa ed esigente volontà di Dio, una volontà allo stesso tempo amorevole e sommamente saggia.


Sempre in quell’Udienza Generale del 29 agosto 2012, Benedetto XVI esortò i fedeli con queste illuminanti parole:

Cari fratelli e sorelle, celebrare il martirio di san Giovanni Battista ricorda anche a noi, cristiani di questo nostro tempo, che non si può scendere a compromessi con l’amore a Cristo, alla sua Parola, alla Verità. La Verità è Verità, non ci sono compromessi. La vita cristiana esige, per così dire, il «martirio» della fedeltà quotidiana al Vangelo, il coraggio cioè di lasciare che Cristo cresca in noi e sia Cristo ad orientare il nostro pensiero e le nostre azioni.


Anche oggi si può essere esposti ad un «martirio», sia pure non violento, ogni volta che ci si trova dinanzi al tentativo di far tacere voci scomode che proclamino la Verità. A volte, purtroppo, anche in ambiente ecclesiastico.
Sant’Agostino nel suo Sermo 94/A, spiegò bene che il martirio del Battista derivò dall’aver difeso la Verità che, apparendo scomoda alle orecchie dei malvagi, arriva a generare odio. E fu profetico quando precisò: «Hi sunt fructus futuri saeculi», questi sono i frutti del mondo futuro. Sant’Agostino volle pure precisare – e sembra parlare agli occidentali di oggi – che «nessuno dovrebbe dire: “Non posso essere martire perché i cristiani oggi non sono perseguitati”, in quanto se Cristo è la verità, soffre per Cristo chiunque viene condannato per la verità», e «omnia tempora patent martyribus», tutti i tempi sono aperti ai martiri. «Forse perché è cessata la persecuzione da parte dei sovrani della terra, per questo non infuria il diavolo?», si chiede il Vescovo d’Ippona. «No, l’antico avversario è sempre instancabilmente all'opera contro di noi, perciò non dobbiamo dormire. Ci trama lusinghe, agguati, ci ispira cattivi pensieri; per farci cadere in modo peggiore», ossia risucchiandoci piano piano nel gorgo infernale dell’apostasia. Precisa, infine, Agostino che «dobbiamo pensare sempre che il diavolo, nostro tentatore e persecutore, non si stanca mai di tramare contro di noi, e noi nel nome e con l’aiuto di Dio nostro Signore non stanchiamoci mai di combattere con ardore contro di lui, perché in qualche occasione vinca su di noi».
San Giovanni Battista è morto martire perché non ha fatto sconti ad Erode. Non ha tentato un “dialogo” per trovare punti d’incontro o soluzioni “misericordiose”. Non ha lanciato “ponti” ad Erode per ascoltare anche le sue ragioni. Non ha voluto usare un particolare “discernimento” per verificare se nella particolare situazione del re vi fosse qualche elemento per attenuare o eliminare la sua responsabilità. Non ha ritenuto di essere tanto “misericordioso” da evitare di gridare ad Erode davanti a tutti: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello!». Non ha voluto considerare se nel rapporto irregolare tra Erode ed Erodiade vi fossero comunque “semi di verità”. 
No, Giovanni il Battista è stato ucciso per aver sostenuto che la Verità non può essere “seminata” qua e là, a proprio uso e consumo.
Concludiamo, quindi, con le parole dell’invocazione impetrata da Benedetto XVI durante l’Angelus del 24 giugno 2007: «Invochiamo l’intercessione di San Giovanni Battista, insieme con quella di Maria Santissima, perché anche ai nostri giorni la Chiesa sappia mantenersi sempre fedele a Cristo e testimoniare con coraggio la sua verità e il suo amore per tutti». Sancte Joannes Baptista ora pro nobis et pro sancta Ecclesia Dei.
martedì 29 agosto 2017

Autore:Amato, Avv. Gianfranco Curatore:don Gabriele Mangiarotti
http://www.culturacattolica.it/attualit%C3%A0/in-rilievo/ultime-news/2017/08/29/il-battista-difendere-la-verit%C3%A0-senza-compromessi
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OPUS DEI. MA IN CILE, A LAS CONDES, SI PRONUNCIA OPUS GAY. IL SINDACO LAVÌN ALZA BANDIERA ARCOBALENO.

Infovaticana, il grande sito di informazione ispanofono, ha una notizia che vi riportiamo brevemente, perché ci sembra interessante di un clima sempre più assillante, nell’assenza di richiami da parte delle autorità e di troppi pastori alla dottrina – fino ad ora non smentita – della Chiesa.
La notizia viene dal Cile. Joaquin Lavìn è un membro soprannumerario dell’Opus Dei. È anche, dicono, una delle personalità più note della Prelatura nel Paese. Lavìn è anche sindaco di Las Condes, un comune della zona nord-orientale di Santiago del Cile. Las Condes, insieme a Providencia e al comune di Santiago rappresentano l’asse commerciale, finanziario e turistico della capitale. I suoi abitanti sono di livello medio-alto.
Joaquin Lavìn è stati ministro dell’Educazione e delle Sviluppo sociale del Paese, e anche sindaco di Santiago. È stato anche candidato alla Presidenza. È padre di sette figli.
Il 17 maggio scorso nel giorno della “diversità sessuale” Lavìn pubblicò su Twitter la foto di una bandiera arcobaleno, con la didascalia: “Questa bandiera è oggi a @Muni_LasCondes come segno di rispetto e di non discriminazione @Movilh”.
El Movilh è il movimento di integrazione e liberazione omosessuale cileno. Lo stesso Lavìn quattro anni fa sempre su Twitter sosteneva che permettere il matrimonio omosessuale “contraddiceva i valori cristiani”. Ma quattro anni fa non c’era ancora Francesco, e la nota lobby, in Vaticano e fuori era contrastata e combattuta. Intelligenti pauca.
MARCO TOSATTI          

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