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mercoledì 30 agosto 2017

Pastorale o pecorile?

Padre Perrella. Medjugorje, perché il Papa non crede alla «Madonna postina». «È una cosa non vera, i veggenti non vedono niente».IL VESCOVO ESORCISTA ANDREA GEMMA :Adesso lo ha fatto capire anche il Santo Padre..«Prima di arrivare a Papa Francesco io metto la sottolineatura che i vescovi del luogo per 5 o 6 volte si sono pronunciati contro. E secondo il diritto canonico tocca ai vescovi locali decidere sulla veridicità di questi fenomeni preternaturali. Poi la gente dice che lì si vede, ma il primo vescovo di Mostar che ne parlò disse queste parole precise: “È diabolico scambiare la Vergina Santa con il Demonio”». MA A QUANTO PARE FRANCESCO SI STA RIMANGIANDO LE PAROLE …???? E QUELLO CHE DISSE IL 18 MAGGIO 2017??? ” IL PAPA NON CREDE ALLA MADONNA POSTINA” Padre Perrella .



Un’intervista rilasciata dall’arcivescovo di Varsavia mons. Henryk Hoser all’agenzia polacca Kai riaccende i riflettori su Medjugorje. L’inviato del Papa esprime un giudizio sostanzialmente positivo su quanto sta accadendo in Bosnia. Molti hanno interpretato le sue parole come un riconoscimento delle apparizioni mariane. In realtà, l’arcivescovo si è limitato a dire che da una parte anche i più scettici hanno ammesso la soprannaturalità delle prime apparizioni; dall’altra pensa che una decisione della Congregazione per la Dottrina della fede potrebbe arrivare entro l’anno e potrebbe essere favorevole al culto mariano. Su una cosa il prelato polacco è stato molto chiaro: il suo giudizio è positivo sul piano pastorale. E in fondo era l’incarico che gli aveva affidato Papa Francesco: verificare cosa è più opportuno fare di fronte a un fenomeno planetario. Gli aspetti pastorali, secondo monsignor Hoser, sono quelli più importanti. 

In estrema sintesi, l’arcivescovo pensa che non si può fermare un flusso di 2 milioni e mezzo di pellegrini ogni anno, che la Chiesa non può ignorare una devozione così imponente che ha portato a tante conversioni. Del resto, è il suo ragionamento, non è importante se la Vergine sia effettivamente apparsa o meno. Ci sono tanti santuari dove è viva la venerazione mariana senza che ci siano state apparizioni. Monsignor Hoser ha registrato una serie di aspetti positivi dal punto di vista pastorale: culto eucaristico, adorazione continua, vita sacramentale, lunghe code ai confessionali… perciò se la domanda è: vanno organizzati pellegrinaggi, anche con la presenza di sacerdoti, a Medjugorje? La risposta è senza dubbio sì.
Le apparizioni ripetute
E a chi contesta il fatto delle apparizioni ripetute nel tempo, quasi “a orologeria”, l’inviato del Papa risponde che anche Santa Faustina Kowalska ha parlato ogni giorno con Gesù per diversi anni e quindi questo non sarebbe un ostacolo al riconoscimento di un fenomeno soprannaturale.

L’opposizione della diocesi 
Dunque il giudizio di monsignor Hoser è sicuramente positivo. Tutto il contrario di quello che pensa mons. Ratko Perić, il vescovo di Mostar, diocesi da cui dipende Medjugorje, che nel febbraio scorso pubblicò in italiano una lunga nota sul sito diocesano ribadendo che “La posizione di questa Curia per tutto questo periodo è stata chiara e risoluta: non si tratta di vere apparizioni della Beata Vergine Maria”.
Il parere del Papa
L’ultima parola senza dubbio spetta al Romano Pontefice, che nella conferenza stampa sul volo di ritorno da Fatima si espresse con queste parole: “Io personalmente preferisco la Madonna madre, nostra madre, e non la Madonna capo-ufficio telegrafico che tutti i giorni invia un messaggio a tale ora: questa non è la mamma di Gesù. Poi c’è l’aspetto spirituale e pastorale, gente che va lì e si converte, gente che incontra Dio, che cambia vita… Ma questo fatto spirituale-pastorale non si può negare”. E’ appunto sugli aspetti pastorali che si concentra ora l’attenzione della Chiesa, anche se è comprensibile la curiosità dei media e dei numerosi fedeli che hanno ricevuto tanti benefici spirituali di sapere se a Medjugorje è accaduto realmente qualcosa di straordinario. Lo stesso Pontefice aveva ricordato l’esito della commissione presieduta dal cardinale Ruini che aveva espresso un giudizio favorevole (pur con alcuni pareri contrari) sulle apparizioni della prima settimana mentre aveva manifestato dubbi su quelle successive. Francesco aveva assicurato che dopo la relazione di monsignor Hoser, alla fine “si dirà qualche parola”. Ora non rimane che attendere il suo pronunciamento.
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Padre Perrella. Medjugorje, perché il Papa non crede alla «Madonna postina»
Giacomo Gambassi giovedì 18 maggio 2017
Parla uno dei membri della Commissione d’inchiesta su Medjugorje, padre Perrella. «Credibili le prime sette apparizioni. Il Papa vuole preservare la purezza della devozione mariana»   
Fedeli in preghiera a Medjugorje (Reuters)
Fedeli in preghiera a Medjugorje (Reuters)
«Ciò che sta a cuore a papa Francesco è preservare la purezza della devozione mariana». Padre Salvatore Maria Perrella, preside della Pontificia Facoltà Teologica “Marianum” di Roma, è stato uno dei diciassette membri della Commissione internazionale d’inchiesta su Medjugorje istituita nel 2010 da Benedetto XVI. E con Avvenire legge le parole di Bergoglio che hanno fatto il giro del mondo sulle presunte apparizioni mariane che dal 1981 sei ragazzi (oggi adulti) sostengono di avere. «Francesco non si nasconde e non improvvisa. Se ha affermato ciò che ha avuto una così vasta eco – spiega il sacerdote dell’Ordine dei Servi di Maria, docente di dogmatica e mariologia – è perché chi ha orecchie per intendere intenda».
Il religioso fa una premessa. «Il Papa ha avocato a sé ogni decisione su Medjugorje». E nelle sue mani è stato consegnato il rapporto della Commissione presieduta dal cardinale Camillo Ruini che ha concluso il suo impegno nel gennaio 2014. «La Commissione – chiarisce Perrella – è stata chiamata a dare un giudizio seppur non definitivo compiendo una valutazione teologica sulla veridicità o meno del “fenomeno” Medjugorje e a proporre indicazioni pastorali. Il Papa, parlando con i giornalisti, ha spiegato che la Commissione ha sezionato il “caso” in due segmenti: una prima parte riguarda le sette apparizioni iniziali, il nucleo fondativo definiamolo così, che è sembrato credibile. L’altra parte, vale a dire il seguito delle apparizioni che ancora continuerebbero, ha lasciato perplessa la Commissione». A questo punto Bergoglio ha fatto riferimento alla “Madonna capo-ufficio telegrafico che tutti i giorni invia un messaggio”. Che cosa ha voluto dire il Pontefice? «È un fatto assodato – osserva il teologo – che la Vergine sia latrice di messaggi del cielo, ossia di Dio. Basta leggere il Vangelo quando lei afferma: “Qualsiasi cosa il Signore vi dica, fatela”. Tuttavia il Papa è scettico sul fatto che la cosiddetta “Madonna di Medjugorje” mandi messaggi a getto continuo, parli troppo, si presenti a orari prestabiliti. Del resto le apparizione non sono mai a gloria di Maria ma di Dio per le meraviglie compiute nella Vergine. Meraviglie che Dio compie ancora oggi, anche inviando la Madonna perché ricordi a tutti noi che la mano del Signore è paterna e benefica e che la Parola di Dio va accolta e testimoniata. Questo rappresenta il nocciolo della discussione. Le polemiche fanno parte soltanto del chiacchiericcio».
A proposito delle prime apparizioni Francesco ha sottolineato che si può investigare ancora. «Il Papa – nota il preside del “Marianum” – ha ripetuto più volte che la Commissione Ruini ha fatto un lavoro molto buono. Tuttavia i fatti sono talmente complessi e innervati da curiosità che il Pontefice è libero di disporre un’ulteriore indagine. Va ricordato, come ha fatto in maniera chiara Francesco di ritorno dal Portogallo, che al “fenomeno” Medjugorje è legata una grande devozione di popolo che ha portato anche a numerose conversioni. C’è bisogno di preservare i fedeli dalla banalizzazione, dalla superficialità, dal pettegolezzo. In quest’ottica va letta la missione dell’inviato speciale del Papa, l’arcivescovo Henryk Hoser. Si è trattato di una richiesta avanzata della Commissione che grazie al genio pastorale del Papa si è concretizzata. Francesco intende salvaguardare a Medjugorje l’habitat e il modus di preghiera che deve essere il più cristallino possibile».
Padre Perrella ripercorre il lavoro dell’organismo vaticano. «Abbiamo passato al vaglio tutto quello che si poteva e si doveva scandagliare secondo le indicazioni di Benedetto XVI e della Congregazione per la dottrina della fede, tenendo conto delle norme attuali sul discernimento delle presunte rivelazioni». Compresa la vita dei sei “veggenti”. «Le apparizioni prescindono dallo stato di grazia di chi le ha – precisa il mariologo –. Anche Gesù non ha scelto dei santi come apostoli. Pertanto la Commissione ha analizzato la credibilità o meno dei testimoni che ricevono le visioni». Ma quando arriverà un pronunciamento ufficiale? «È innegabile – conclude Perrella – che il Papa abbia dato un’accelerazione anche se è ben consapevole che non si debba correre troppo. Su quanto è emerso è necessarrio meditare e pregare. Le apparizioni sono di aiuto alla fede. Se il popolo – e sono milioni di persone – che si reca a Medjugorje non vive un clima di incontro con il Signore, la Chiesa è tenuta a intervenire».
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«Qualcuno sta fremendo di rabbia». Si alza un vento forte in redazione, volano tutti i fogli dalle scrivanie mentre parliamo al telefono con l’esorcista e vescovo emerito di Iserna Venafro, monsignor Andrea Gemma, «84 anni e due giorni» dice quando gli chiediamo quanti anni ha. L’abbiamo scovato a Roma, nel centro Don Orione a Monte Mario, dove è convalescente dopo un mese e mezzo di malattia per un mal di cuore, perché lui è quello che da sempre ha bollato come fenomeno «diabolico» le apparizioni di Medjugorje.
Eccellenza, chi è che freme di rabbia, il Diavolo? È perché parliamo di lui che si è alzato questo vento incredibile in redazione?
«Qualcuno sta fremendo di rabbia come capita sempre quando trionfa la verità» risponde l’anziano esorcista.
Il diavolo è arrabbiato perché è stato stanato da Papa Francesco. O ce l’ha con lei?
«Tutti sanno quale è il mio pensiero su Medjugorje, io sono contento di questa vicinanza con il Papa, il mio motto comunque è “unusquisque in sensu suo abundat”, ciascuno goda di quello che pensa e di quello che sostiene».
Che vuol dire col motto latino?
«Se qualcuno ci crede beato lui e continui a crederci».
Lei è il primo che ha detto che Medjugorje era una bufala demoniaca..
«È una cosa non vera, i veggenti non vedono niente».
Adesso lo ha fatto capire anche il Santo Padre..
«Prima di arrivare a Papa Francesco io metto la sottolineatura che i vescovi del luogo per 5 o 6 volte si sono pronunciati contro. E secondo il diritto canonico tocca ai vescovi locali decidere sulla veridicità di questi fenomeni preternaturali. Poi la gente dice che lì si vede, ma il primo vescovo di Mostar che ne parlò disse queste parole precise: “È diabolico scambiare la Vergina Santa con il Demonio”».
E per questo che lei parlò di messinscena ad opera del Demonio per creare scompiglio e dello sterco del Diavolo, i soldi, che ci girano attorno?
«Su questo fenomeno mi sono sin dall’inizio basato sul pronunciamento del vescovo locale e non ho mai cambiato una virgola al mio pensiero al riguardo».
Anche se i vescovi bosniaci si sono espressi, i pellegrinaggi però sono continuati…
«Ripeto: “unusquisque…”, ciascuno vada dove vuole, e speriamo che non vadano all’inferno!»

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