ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 8 giugno 2017

Stabat Italia

L’Italia non è una repubblica! 


L’Italia non è una repubblica. Lo affermiamo senz’altro, a ridosso della ricorrenza del 2 giugno, pomposamente detta Festa della Repubblica. Non intendiamo riferirci a polemiche storiche fuori tempo massimo per l’esito del referendum istituzionale, che pure gettano ombre sulla scelta del 1946. Schede ritrovate a sacchi dopo anni, il voto negato in province intere, brogli tanto clamorosi che i tribunali dell’epoca rifiutarono di proclamare i risultati. Non intendiamo neppure riferirci al ridicolo patriottismo costituzionale, parto della mente di Jurgen Habermas e di altri intellettuali neo illuministi, per i quali l’unico amor di patria ammesso è quello, algido e politico, per le “buone “istituzioni democratiche e rappresentative.
In Italia, banditore della patria “light” politicamente corretta, con i quattro codici in mano e la carta costituzionale, fu Carlo Azeglio Ciampi, uno che l’Italia la vendette a pezzi (privatizzazioni decise sul panfilo Britannia, il divorzio Tesoro- Banca d’Italia, distruzione della lira) e che ha quindi avuto un posto tra i Venerati (o venerabili…) maestri. Non vogliamo neppure infierire- se non altro per non alimentare sofferenze personali – commentando alcune ultime vicende del Bel Paese (peraltro, ha lo stesso nome un gustoso formaggio). Gettiamole lì alla rinfusa, esempi senza pretese di una fine annunciata e non evitabile: il presidente dell’INPS, l’economista alla moda Tito Boeri si felicita per l’emigrazione di molti connazionali. Collaborano alla diminuzione delle spese sociali, sostiene Boeri.
Torna alla mente il romanzo Sostiene Pereira, ed il lavoro di autore di “coccodrilli”, i necrologi giornalistici in morte di personaggi famosi, offerto al giovane ribelle italo lusitano Francesco Monteiro Rossi. Di questo si tratta, di un coccodrillo anticipato, un necrologio o un testamento un po’ abusivo e un po’ no, scritto per conto di un De Cuius, l’Italia, che defunta non è ancora, ma non se la passa certo bene. Boeri ci preferisce espatriati, a noi italiani, e si unisce ad un coro iniziato da un ministro di Stato, Poletti, il rubicondo romagnolo delle cooperative rosse. In contemporanea, un altro ministro, il cattolico Delrio, insiste perché venga approvato lo ius soli, ovvero che sia dichiarato italiano chiunque nasca sotto questo cielo. Bersani, un altro dell’Emilia Romagna, afferma addirittura che si vergognerebbe se tale norma non passasse: apologia del suicidio.
La signora Fedeli, ministro dell’istruzione pubblica dalla scarsa istruzione privata lotta invece affinché sia consentito dare ai figli il nome della madre. Abbattere la patrilinearità senza neppure sostituirla con la linea femminile: a piacere, tanto per distruggere prima il poco che ci resta. Futile battaglia, poi, per un popolo che ha interrotto da tempo la catena generazionale e di figli non ne fa più. L’infezione della denatalità è così potente che anche gli immigrati- anzi i nuovi italiani – cessano di essere prolifici appena messo piede sull’ex sacro suolo. Individualismo dei “diritti”, femminismo, smantellamento delle tradizioni, abrogazione dei diritti sociali, vite precarie: è il mercato misura di tutte le cose. I figli sono un peso, anche per gli ultimi arrivati.
Un concorso pubblico al Ministero di Giustizia è stato sospeso per il ricorso di una cittadina albanese decisa a parteciparvi. Essere italiani non sembra più un requisito per l’accesso a pubbliche funzioni. Il 2 giugno, comunque, si è tenuta la consueta parata militare ai Fori Imperiali. Già qualche giorno prima, in visita ad una delle tante comunità terremotate, Mattarella aveva visto la bandiera nazionale brandita un po’ maldestramente da una simpatica signora di colore, evidentemente una nuova italiana.
Alla sfilata romana, sguardo corrucciato ed espressione schifata della presidenta Boldrini al passaggio dei militari della Folgore. Poi se l’è cavata – pezo el tacòn del buso– esaltando il servizio civile. Eppure, persino il mite patriottismo repubblicano & costituzionale prevede che la difesa della patria sia “sacro dovere del cittadino”. Tre vocaboli, tre significanti destituiti di significato. Il sacro è ormai bandito anche dalle chiese, tanto che il capo dei gesuiti nega l’esistenza del Diavolo. Chi tentò Gesù nel deserto, forse un bieco reazionario dell’epoca? Le fedi postmoderne sembrano più attente a garantirsi – a colpi di messaggi pubblicitari – l’Otto per mille delle nostre tasse. Il dovere è stato chiuso in cantina, sbaragliato dai più comodi “diritti”, individuali, tanto simili a capricci del signorino viziato, poiché quelli sociali e comunitari sono caduti in disgrazia presso i Mercati. Il cittadino, poi, si presume italiano, perché mai dovrebbe difendere a rischio della pelle la Patria o la Repubblica, o in qualunque altro modo scegliamo di chiamare l’Italia, se ha l’obbligo quotidiano di essere cosmopolita, globale, multiculturale, costruttore di ponti, severo distruttore di muri? Essere italiano non vale neppure per diventare assistente giudiziario al ministero, meglio, molto meglio che la repubblica (loro) la difendano i mercenari, pardon i volontari. Tra i capitani di ventura del XXI secolo, c’è la famigerata Blackwater che arruola soldataglia chiamata pudicamente contractors (in inglese viene tutto meglio), aspettiamo fiduciosi la brigata di Mohammed dalle Bande Nere.
Se sono italiano casualmente, giusto perché mia madre si trovava qui al momento del parto, voglio solo i diritti connessi alla cittadinanza, o resterò l’ultimo sciocco che crede alle parole false dei pifferai di Hamelin della repubblica!  Le sue leggi, a partire dalla Costituzione posta nell’empireo dell’estetica (la più bella del mondo, forse della galassia) sono pezzi di carta. Prevalgono, nell’ordine, i voleri dei mercati, i diktat delle oligarchie finanziarie, la volontà del grande alleato Usa che ci occupa militarmente da settant’anni, ma solo per il nostro bene e con il nostro consenso, tanto paghiamo noi a piè di lista, le norme dell’Unione Europea, infine le amicizie e le appartenenze “giuste”.
Un vero e sincero italiano fu Giovanni Giolitti da Mondovì, solida terra di gente con i piedi ben piantati sulla terra: le leggi per gli amici si interpretano, per i nemici si applicano. Quanti dottori della legge, e scribi, e farisei ha la repubblica… Ma l’Italia non è una repubblica. Va scartata l’ipotesi balzana di definirla nazione o addirittura patria, orrore massimo, la terra dei padri, oggi indegni, quando esistono, di trasmettere il proprio cognome. E poi, via, sono parole antiquate degne di tromboni con il monocolo, tipo il babbo nel salotto di Nonna Speranza di Guido Gozzano, tra le vecchie cose di pessimo gusto. Del resto, non aveva torto Samuel Johnson a scrivere che il patriottismo è l’ultimo rifugio dei mascalzoni: basta guardarsi in giro, o accendere la TV.
Non è neanche un paese, l’Italia, con la p maiuscola o minuscola è lo stesso. Il proprio paese è una cosa molto seria. E’ la terra che calpestiamo – lo disse il vandeano Charette nemico dei cittadini della rivoluzione – è il campanile che vediamo dall’infanzia e scandisce le ore ed i giorni, è il dialetto, l’inflessione natia, è la gioia dolorosa del ritorno, quando rivedi, risenti, annusi, un po’ cambiato, ciò che era tuo e ti è caro. Un paese, poi, è esclusivo: tu non sei di tutto il mondo, ma proprio di Roncobilaccio, di Strangolagalli, macché cittadino del mondo, il paese-che-non-c’è.
L’Italia è un sentimento, una voce, un luogo dell’anima perché ci sei – o ci vorresti essere – con i piedi, le scarpe ed il cervello. Veniamo allora alla promessa iniziale non mantenuta: nessuna nostalgia, ma un necrologio o un coccodrillo, come sui giornali locali: “ne danno il triste annuncio” e poi l’elenco dei parenti in lutto, con l’indicazione del funerale e, talora, l’invito a non portare fiori, ma compiere opere di bene. Anche i popoli muoiono. La data è incerta, liquida avrebbe detto Bauman, ma sicuramente un popolo cessa di esistere quando non si sente più tale. Oswald Spengler ci ha insegnato che anche le civiltà muoiono, solitamente di noia, stanchezza, inedia.
La scadenza dei popoli è più incerta e mobile rispetto a quella degli yogurt, ma che l’Italia “nostra” sia giunta a scadenza è un fatto. E’ come un matrimonio fallito, la data non è quella del certificato di divorzio, ma il giorno in cui è finito l’amore. Spesso, finisce da una parte sola, ed allora la ferita è più dolorosa, la sofferenza più grande. Poi, spesso ci si rifà una vita, come si usa dire. Dunque, l’Italia non morirà, ma diverrà qualcosa d’altro e diverso, nuova gente, nuovi colori, inevitabilmente nuove visioni della vita. Probabilmente, vorrà avere un nuovo nome. Alessandro Manzoni, nella lirica Marzo 1821, celebrava i primi moti nazionali, invocando l’Italia “una d’arme, di lingua, d’altare. Di memorie, di sangue e di cor.” Il ciclo è finito, meno di due secoli: game over.   Sul trono – monarchico o repubblicano – ci sono poteri lontani ed estranei, e la repubblica è una e indivisibile solo nelle polverose scartoffie costituzionali. Di altari non ce ne sono più, o ce ne sono mille, come ci rivela la dichiarazione dei redditi, che ci permette di sostenere anche la Chiesa del Settimo Giorno.
La lingua, subito dopo essere divenuta patrimonio comune, attraverso la scuola e la televisione, si è imbastardita (si può usare ancora questo verbo sospetto?) per l’imposizione della neolingua anglo tecnocratica e per l’avanzata dei grugniti monosillabici dei messaggini. Anzi, la lingua di Dante non è neppure nominata in Costituzione come lingua ufficiale, in compenso a Bolzano domina il tedesco, ad Aosta il francese, anche se nessuno lo usa nella vita quotidiana ed in Venezia Giulia il Partito Democratico – perno della repubblica democratica progressista e multiculturale – si presenza alle elezioni in forma bilingue, Demokratska Stranka, se vi pare, per rastrellare il voto della piccola minoranza slovena. Ma almeno quelli sono cittadini italiani autoctoni, diversamente dalle masse straniere condotte senza vergogna in fila a votare alle elezioni primarie.
Tutti i comportamenti pubblici vanno nella direzione di avvantaggiare – è la storia invertita – ciò che è estraneo e straniero, persone, idee, valori, modi di essere, rispetto a ciò che è (o meglio era) nostro. E’ tardi per lamentarsi: non abbiamo voluto figli, siamo stati favorevoli ad ogni forma di aborto, pratichiamo volentieri l’eutanasia sui nostri stessi genitori, deridiamo la civiltà in cui siamo nati, abbiamo rinunciato a qualsiasi identità comune, svenduto la nostra sovranità. In caso di attacchi terroristici, organizziamo infiorate ed accendiamo lumini. Di che pasta siamo fatti lo dimostra la fuga di massa dei tifosi da Piazza San Carlo a Torino, con millecinquecento feriti nella calca prodotta da qualche petardo degli immancabili imbecilli. Eutanasia, buona e pietosa morte, è la giusta fine dell’Italia ridotta a repubblica.
Paradossalmente, tuttavia, poiché gli esseri umani hanno istinti di vita, forse l’odio di sé e la preferenza per gli stranieri sono segnali di una tenace speranza, di un riflesso di sopravvivenza. Siamo giunti alla conclusione che gli italiani si sentano così male con se stessi da sperare ormai solo in un trapianto, o in una robusta trasfusione di sangue.  Un innesto multiplo, polmoni, fegato, cuore occhi, e poi globuli bianchi, rossi e piastrine. Un’uscita da se stessi, una sorta di disperata reincarnazione nell’Altro affinché resti qualcosa di noi. Chissà. In altre occasioni, abbiamo definito la condizione attuale dei popoli europei sindrome della balena spiaggiata. E’ quel fenomeno inspiegabile che porta alcuni cetacei ad arenarsi e morire a terra, lontani dal loro elemento naturale.
James Lovelock e l’ecologia profonda hanno inventato la figura di Gaia, la terra madre, il pianeta visto come un organismo vivente e a suo modo senziente, afflitto dalla superbia e dalla violenza degli uomini. L’Italia, con lo pseudonimo di repubblica, è forse qualcosa di simile. Infastidita dal trattamento ricevuto dai suoi figli attraverso idee, comportamenti e disvalori, magari è decisa a liberarsi di noi. Infine, non l’abbiamo amata o almeno rispettata, abbiamo sfigurato il territorio (il Bel Paese!), l’abbiamo lasciata in mano a classi dirigenti corrotte ed incapaci, noi stessi siamo vissuti nella corruzione, nell’imbroglio, nel feroce perseguimento del tornaconto. Odiamo i doveri, abbiamo preteso tutto come un diritto, senza fatica, al diavolo il sudore, lo sforzo. Adesso, come delfini infelici stanchi del mare, fuggiamo da noi stessi, in un orrore inconscio, un drammatico cupio dissolvi, desiderio di autodisfacimento. Dio toglie il senno a coloro che vuol perdere, Gaia/Italia sembra la conferma dell’antico detto.
In effetti, lasciamo a chi ci sostituirà un sacco di problemi irrisolti. In ogni testamento, ci sono attivi e passivi. Sarà prudente che i nuovi italiani accettino l’eredità con beneficio d’inventario. Fatti i conti, accoglieranno o meno il lascito. Un quarto abbondante del territorio – il suolo di cui offriamo il diritto, lo ius, è in mano alla criminalità mafiosa, debiti ne abbiamo a iosa. Il lavoro manca, specie se qualificato, ed intanto esportiamo cervelli e professionalità ed importiamo braccia o bocche da sfamare. La delinquenza è fortissima, e l’assassino serbo Igor il Russo disse chiaro e tondo di stare in Italia perché qui si può fare il bello ed il cattivo tempo. Lo zingaro, no il rom, anzi il nomade che ha carbonizzato tre ragazzine aveva trascorso una vacanza di soli 20 giorni in carcere, arrestato per la vicenda della rapina mortale ad una povera giovane cinese. Insomma, l’Italia di cui lasciamo le consegne non è granché. Sarà la repubblica, l’eccesso di libertà, la democrazia o la cultura di massa, ma da poveri ed ignoranti le cose andavano meglio, o meno peggio, ma sembra che non si possa dire. Era un bel posto per nascere e vivere l’Italia, avevamo le toppe ai calzoni e non ci facevamo la doccia così spesso, le ingiustizie non mancavano. Epperò, arte, bellezza, fede, un senso della vita inimitabile e diverso in ognuno dei mille campanili. Ne farete minareti, o attrazioni turistiche, o quel che vorrete: sarà casa vostra, noi vi abbiamo chiamato, invocato, cari nuovi italiani concittadini nostri. Connazionali no, questo non lo sarete, ma sono brontolii di vecchi.
Giorgio Gori, il sindaco di Bergamo democratico, dirigente televisivo berlusconiano, fa un po’ di conti. Servono, dice, otto milioni di nuovi immigrati in pochi anni. Temiamo che abbia ragione, in termini contabili: la natura – ed i bilanci – hanno orrore del vuoto. Nell’immediato, chi pagherà le nostre smagrite pensioni, chi cambierà i nostri pannoloni, chi zapperà una terra tanto bassa, specie per signorine e signorini viziati in carriera? Dopo, che ci importa, la classe dirigente di oggi sarà morta, come le generazioni del boom economico e demografico.  Nei testamenti, giustamente si può disporre dei propri beni, ma non indicarne l’uso. Fatene quel che volete dell’Italia, ve la consegniamo usata, e, come certe compravendite di beni di seconda mano, la formula è “vista e piaciuta nello stato in cui si trova”.
Saranno fatti vostri, ed è lo scherzo peggiore che potessimo farvi, noi, le uniche generazioni della storia disinteressate a ciò che verrà dopo. Ovvio, senza figli, cade la prospettiva, si interrompe la trasmissione, après moi le déluge, dopo di me il diluvio, come disse Luigi XV di Francia alla sua favorita, la marchesa di Pompadour. Siamo cittadini del nulla, e i posteri, che cosa hanno fatto per noi i posteri (Groucho Marx, il più credibile con quel cognome). Si arrangino, l’Italia “nostra”, munita dei conforti religiosi, sta morendo e, per prudenza, ha ricevuto i sacramenti. Dio non esiste, ma non si sa mai.
Intanto, ne sorge una nuova, l’ibridazione è in corso, l’esperimento è interessante. Eppure, lasciateci dire che era tanto bella quella di prima, sono tutte belle le mamme del mondo! Nessun figlio ha mai chiamato repubblica sua madre, e questa è una spiegazione. Dicono con sussiego che l’Italia sono la repubblica, le sue leggi, le istituzioni.  Se così è, nessun dolore, nessuna lacrima o rimpianto, che l’agonia sia composta e soprattutto breve. Il timore è che gli italiani di domani ci malediranno, probabilmente in un’altra lingua, ma lo faranno, quando scopriranno che abbiamo lasciato loro solo una repubblica.
In un’altra vita, era l’Italia, e, poiché non siamo britannici, non potremo neppure lasciare un epitaffio con scritto “right or wrong, my country”: giusta o sbagliata, la mia patria.

– di Roberto Pecchioli

riscossacristiana.it/litalia-non-e-una-repubblica-di-roberto-pecchioli/https://www.riscossacristiana.it/litalia-non-e-una-repubblica-di-roberto-pecchioli/

(MB.  – Lo siamo da gran tempo. Ma è  umiliante che continuiamo ad esserlo oggi, quando agli altri si aprono spiragli di liberazione)
MATTARELLA FIRMA IL DECRETO FUORILEGGE PER 12 VACCINI OBBLIGATORI
di Gianni Lannes
L’inquilino del Quirinale, Sergio Mattarella ha sottoscritto l’illegale
decreto legge che rende obbligatori ben 12 vaccini sui bambini. Una misura
coercitiva unica al mondo, imposta da Washington per favorire le solite
multinazionali. Ora l’atto inconstituzionale dovrà essere pubblicato in
Gazzetta Ufficiale e convertito in legge dal parlamento entro 60 giorni a
pena di decadenza. Gentiloni e Lorenzin sono già stati denunciati dal
Codacons, dall’Aduce e da alcuni cittadini. L’Italia da oggi è
ufficialmente, a tutti gli effetti, sotto dittatura anglo-americana  Alla
repressione si risponde con la ribellione.  Parola di Giuseppe Dossetti, un
padre della Costituzione Repubblicana:
“Quando i poteri pubblici violano le libertà fondamentali e i diritti
garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è un diritto e
un dovere del cittadino”.
riferimenti:
Vaccinazioni di massa
I medici americani registrano ogni anno migliaia di reazioni serie ai
vaccini, incluse centinaia di morti e di menomazioni permanenti. Le
popolazioni completamente vaccinate sono state investite da epidemie, e i
ricercatori attribuiscono dozzine di condizioni neurologiche e immunologiche
croniche ai programmi di immunizzazione di massa.
Vi sono centinaia di studi medici pubblicati che documentano il fallimento
dei vaccini e le reazioni avverse, e dozzine di libri scritti da medici,
ricercatori e scienziati indipendenti che rivelano serie lacune nella teoria
e pratica dell’immunizzazione.
Mito n°1: “..i vaccini sono completamente innocui..?”
Il VERS (sistema che riporta gli effetti avversi ai vaccini) dell’
<http://www.fda.gov/> FDA (Food and Drug Administration) riceve annualmente
11.000 rapporti su serie reazioni avverse ai vaccini, di cui l’1%
rappresenta le morti causate dalle reazioni al vaccino. La maggior parte
delle morti sono ascrivibili al vaccino della pertosse. Studi internazionali
hanno dimostrato che la vaccinazione è causa della SIDS (sindrome di morte
infantile improvvisa)…
Mito n°2: “..i vaccini sono molto efficaci..?”
La letteratura medica possiede un numero sorprendente di ricerche che
documentano il fallimento del vaccino. Epidemie di morbillo, orecchioni,
vaiolo, polio si sono manifestate in popolazioni vaccinate. Nel 1989 il CDC
(Center for Diesease Control and Prevention) riportò:..”nelle scuole con un
livello di vaccinazioni superiore al 98% si sono avute epidemie (morbillo)
fra i bambini di età prescolare..” “..l’apparente paradosso è che, quando il
tasso di immunizzazione al morbillo aumenta a livelli alti in una
popolazione, il morbillo diventa una malattie di persone immunizzate..”
Mito n°3: “..i vaccini sono la ragione principale del basso tasso di
malattie..?”
Secondo l’Associazione Britannica per il Progresso della Scienza, le
malattie infantili diminuirono del 90% fra il 1850 ed il 1940,
parallelamente al miglioramento delle pratiche sanitarie ed igieniche, ben
prima che fossero introdotti i programmi di vaccinazione obbligatoria. A
sottolineare questa conclusione è stato un recente rapporto dell’ OMS
(Organizzazione Mondiale per la Sanità), il quale trovò che la malattia e i
tassi di mortalità nei paesi del terzo mondo non hanno un legame diretto con
le procedure di immunizzazione o il trattamento medico, ma sono strettamente
collegate con gli standard igienici ed alimentari.
Mito n°4: “..la vaccinazione si basa su fondate teorie e pratica
dell’immunizzazione..?”
L’evidenza clinica sta nella loro capacità di stimolare la produzione di
anticorpi. Quello che non è chiaro è se tale produzione produca immunità.
Per esempio i bambini anemici di agammaglobine sono incapaci di produrre
anticorpi, tuttavia guariscono dalla malattie infettive quasi con la stessa
velocità degli altri bambini. L’immunità naturale è un fenomeno complesso
che coinvolge molti organi e sistemi.
Mito n°5: “..le malattie infantili sono pericolose..?”
La maggior parte delle malattie infettive dell’infanzia hanno poche serie
conseguenze al giorno d’oggi. Persino le statistiche conservatrici del CDC
sulla pertosse durante il 1992/1994 indicano un tasso di guarigione del
98.8%. Nella maggior parte delle volte, la malattie produce immunità per
tutta la vita, mentre l’immunità del vaccino è solo temporanea.
Mito n°6: “..mio figlio non ha avuto reazioni, quindi non vi è nulla di cui
preoccuparsi..?”
Gli effetti negativi documentati del vaccino includono disturbi immunologici
e neurologici cronici, quali autismo, iperattività, scarsità di attenzione,
dislessia, allergie, cancro. I componenti del vaccino includono noti
cancerogeni quali thimersol, il fosfato di alluminio e la formaldeide. Il
dilemma è che gli elementi virali presenti nel vaccino possono perdurare e
mutare nel corpo umano per anni, con conseguenze imprevedibili.
Mito n°7: “..esiste solo la vaccinazione..?”
Storicamente l’omeopatia si è rivelata più efficace della medicina
ortodossa, nel trattare e prevenire le malattie. Si è riscontrato che i
rimedi omeopatici sono più efficaci quando vengono assunti durante i periodi
di incremento del rischio, poiché non contengono sostanze tossiche, non
danno effetti collaterali.
“Qualunque sia il vostro pensiero riguardo alle vaccinazioni, prendete una
decisione informata: perché ne avete tutto il diritto. La responsabilità è
molto elevata, soprattutto pensando che state giocando con la vita dei
vostri figli. Non prendete una decisione basandovi su questo resoconto, ma
cercate da voi.”
Poliomielite:
Il vaccino della poliomielite è indicato con orgoglio da ogni governo come
la prova definitiva che la vaccinazione di massa funziona. Il governo
statunitense fa notare che durante gli anni peggiori della polio, in America
si verificarono 20000 – 30000 casi, rispetto ai 20-30 all’anno al giorno
d’oggi. Tuttavia il dott. Bernard Greenberg, capo del Dipartimento di
Biostatistica presso l’Università della Carolina del Nord, Scuola di Sanità
Pubblica, continua ad affermare che i casi di polio aumentarono del 50% tra
il 1957 e il 1958 e dell’ 80% al 1959, dopo l’introduzione
dell’immunizzazione di massa. In cinque stati – New England, Massachusetts,
Connecticut, New Hampshire, Rhode Island e Vermont – i casi di polio più o
meno raddoppiarono nel 1954 e nel 1955 dopo l’introduzione del vaccino per
la poliomielite.
Malattie come la polio operano in modo ciclico. La grande epidemia di polio
si verificò nel anni 1910, negli anni 1930 e negli anni 1950; poi i casi
diminuirono grandemente fino a raggiungere quasi lo zero.
Nei veri casi di polio, il virus vive nell’intestino, creando quella che
ordinariamente è un’infezione innocua. Il virus morto, originariamente
sviluppato da Joan Salk, viene iniettato sotto la pelle e si dà per scontato
che viaggi attraverso il flusso sanguigno per creare anticorpi che lo
“bloccheranno” prima che raggiunga il sistema nervoso. Tuttavia, l’iniezione
del virus della polio morto, non dà “un’immunità intestinale”, cioè non fa
crescere gli anticorpi nell’intestino. Questo significa che, anche se non si
contrarrà la polio paralizzante, il virus selvaggio continuerà a vivere
nell’intestino e teoricamente potrà essere trasmesso a qualcun altro. Il
vaccino originale di Salk richiedeva tre o più richiami ogni cinque anni.
Quando venne somministrato per la prima volta, venne considerato un successo
enorme, finché negli anni ’60 la percentuale di vittime di poliomielite
salì. Il vaccino vivo orale (OVP), venne sviluppato da Sabin, e praticamente
rimpiazzò il vaccino di Salk negli anni ’60, perché non solo conferiva, o
così sembrava, un’immunità per tutta la vita a chi lo riceveva, ma gli
impediva di divenire portatore del virus selvaggio.
Gli scienziati ora si rendono conto che ci sono poche prove che il vaccino
vivo permetta il raggiungimento effettivo di questa immunità tipo “porta di
servizio” tra le persone vaccinate. Questa è stata la conclusione di uno
studio scientifico condotto da un gruppo di ricercatori dopo un’epidemia di
polio a Taiwan, dove il 98% dei bambini era stato immunizzato. Ci sono
moltissime prove che il vaccino per la polio sia fallimentare. Molto delle
epidemie dei nostri giorni si verificano più tra le persone immunizzate che
tra quelle non immunizzate.
Con il virus della polio vivo, il problema principale è che questa versione
“attenuata” o indebolita del virus contenuta nel vaccino può alterarsi
geneticamente negli intestini, trasformandosi in una forma virulenta e
provocando una poliomielite paralizzante in chi la riceve o in coloro con i
quali vieni a contatto.
Tetano Difterite e Pertosse:
L’incidenza e il numero delle morti per difterite iniziarono a diminuire
molto tempo prima che il vaccino venisse introdotto, come accade per il
tetano, in particolare grazie all’attenzione prestata all’igiene delle
ferite. Il grande declino delle morti per pertosse (circa l’80%) si verificò
prima dell’introduzione del vaccino.
Vaccino della Pertosse:
E’ riconosciuto come il più pericoloso. Di tutte le reazioni avverse alle
vaccinazioni che vengono ora riportate dal Sistema Americano di
Registrazione di Eventi Avversi ai Vaccini, la stragrande maggioranza sono
dovuti al vaccino DPT. Incredibile ma vero, la sicurezza del vaccino contro
la pertosse non è mai stata provata prima che questo venisse iniettato a
milioni di neonati. Essenzialmente il vaccino come lo conosciamo oggi non è
differente dal primo lotto creato nel 1912. A quel tempo due batteriologi
francesi fecero crescere il batterio della pertosse in grandi contenitori,
lo uccisero con il calore, conservando questo brodo con la formaldeide e
proseguendo iniettandolo a centinaia di bambini. A differenza di molti
vaccini che vengono detossificati e purificati, il vaccino della pertosse
contiene ancora la “cellula completa” del batterio della pertosse. Questo
significa che contiene ancora endotossine e sostanze come pareti cellulari
molto tossiche, che provocano febbre, interferenze con la crescita e morte
negli animali di laboratorio. Per non parlare poi dell’aggiunta di un
“adiuvante” un sale metallico (spesso un composto dell’alluminio) usato per
aumentare l’effetto del vaccino, più un conservante (un derivato del
mercurio). Questi ingredienti vengono usati a dispetto del fatto che la
formaldeide sia cancerogena e che l’alluminio e il mercurio siano altamente
tossici per gli esseri umani.
Vaccino anti-Epatite B:
L’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomanda che il vaccino per
l’epatite B (HB) venga incluso nel programma di vaccinazione per neonati o
bambini in tutto il mondo. In Italia il vaccino è obbligatorio. Quello di
cui nessuno parla è come è stato creato il vecchio vaccino. Nessuna
produzione di vaccini è simpatica (per esempio la produzione del vaccino
della pertosse utilizza il muco di bambini infetti, quella del tifo usa gli
escrementi delle vittime e la rosolia viene coltivata in feti abortiti), ma
questa è una delle poche che derivano direttamente dal sangue umano, in
particolare, i prodotti del sangue di persone omosessuali cha avevano
contratto l’epatite. Il vaccino è stato rimpiazzato negli anni’90 da una
versione ottenuta tramite l’ingegneria genetica o versione a “DNA
ricombinante”, che viene coltivata in cellule di funghi unicellulari.
Comunque i primi vaccini derivati dal plasma non sono mai stati ritirati dal
mercato. Perciò fino a poco tempo fa, chiunque si fosse vaccinato per
l’epatite avrebbe potuto ricevere un vaccino derivato da sangue umano.
In un rapporto della Nuova Zelanda si parla dopo una immunizzazione di massa
di eventi avversi quali: letargia e malessere, diarrea, asma, svenimenti,
artrite, pallore, calo della pressione.
Il vaccino per il morbillo collegato ad autismo:
I dottori britannici hanno scoperto che la vaccinazione MMR (morbillo,
rosolia ed orecchioni) potrebbero innescare l’autismo. Lo studio, condotto
presso il Royal Free Hospital, ad Hampstead, Londra nord, ha anche scoperto
una connessione tra vaccino e infiammazione intestinale. Ha mostrato che di
12 bambini che erano stati in precedenza diagnosticati normali, tutti hanno
sviluppato una malattia intestinale e nove hanno sviluppato l’autismo.
Secondo i medici coinvolti nello studio, otto dei bambini hanno sviluppato
cambiamenti nella salute e nel comportamento entro sei giorni dalla
vaccinazione. In uno studio di un altro gruppo di bambini, 46 su 48 hanno
sofferto di problemi intestinali e comportamentali entro sei giorni dalla
vaccinazione.
* NdC: Su questo tema in particolare ci sono parecchie controversie, per par
condicio aggiungo questo link, per chi desidera approfondire:
<http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/autismo.asp> Vaccini e
autismo: storia di una frode scientifica *
Vaccini al mercurio
Un decreto del Ministero della Sanità del 15 luglio 2000 (D.M. 15 giugno
2000) prevede l’eliminazione del mercurio nei vaccini, ma tale obbligo
entrerà in vigore solo tra sei anni, nel 2007. Lo stesso decreto ha
prescritto nuove modalità di compilazione degli stampati e dei foglietti
illustrativi dei medicinali contenenti mercurio, nei quali vi dovrà essere
l’avvertenza di possibili reazioni allergiche e di sensibilizzazione. La
presenza del mercurio nei vaccini era poco nota all’opinione pubblica, ma
una ricerca negli USA nel 1999 ha accertato che la quantità di questo
elemento utilizzato come conservante nei vaccini superava di gran lunga i
limiti di sicurezza. Sempre negli USA era stato riscontrato un aumento dei
casi di autismo collegato all’assunzione di mercurio nell’organismo. Di qui
la decisione di vietare la produzione di tali vaccini, con la possibilità,
però, di vendere le scorte fino a esaurimento. Dopo tali notizie allarmanti
sono stati presentati alcuni esposti alla Magistratura da parte di alcuni
cittadini ed associazioni e, quindi sono state avviate le indagini per
accertare eventuali responsabilità penali. I vaccini antidifterico ed
antitetanico contengono circa 25 mcg di mercurio, il vaccino antiepatite B
per uso pediatrico ne contiene 12,5 mcg, quindi sommando abbiamo 37,5 mcg di
mercurio somministrati assieme, in dose settantacinque colte superiore al
livello di sicurezza consigliato dall’O.M.S. (0,5 microgrammi). Nei
foglietti illustrativi delle fiale, il mercurio si nasconde sotto il nome di
vari composti: thiomersal, etilmercurio, mercuriotiolato, sodiomertiolato
(Libero 16/03/2001 e del Corriere della Sera 18/06/2001)
Tratto da COMILVA  <http://www.comilva.org/www.comilva.org
Aumentano i casi di meningite
Crescono i casi di meningite da pneumococco in Italia, ma stranamente ciò
avviene nel Nord, dove si vaccina di più. Risultano infatti 309 casi
denunciati nel 1999 contro i 109 del 1994, principalmente bambini fra i 13 e
i 18 mesi (24 Ore-Sanità 3-9 luglio 2001). L’allarme (udite, udite!) viene
lanciato dal Moige, un’associazione di genitori. L’incidenza della malattia
nel Nord è di 7.4 per milioni di abitanti, nel Centro di 5.8 e nel Sud di 2
per milione (in Molise nessun caso registrato). Poiché il tasso di mortalità
per questa malattia sfiora il 60% è da escludere che tali notevoli
differenze d’incidenza sulla popolazione infantile siano imputabili alla
mancata segnalazione dei pediatri del Sud e del Centro, come ci vorrebbero
far credere. Inoltre sembra poco probabile che quei pediatri vogliano
correre il rischio di non denunciare una malattia con decorso spesso
mortale.
Tratto da COMILVA  <http://www.comilva.org/www.comilva.org

Ed ammettono implicitamente che c’è soprattutto qualche preoccupazione legata all’immigrazione:

“….A questa andrebbe aggiunta quella contro la poliomielite, una delle quattro vaccinazioni obbligatorie da oltre 40 anni — spiega ancora Gianninoni —, è vero che siamo nella regione europea polio- free secondo l’Organizzazione mondiale di sanità ma focolai si sono ripresentati anche in questa regione. Inoltre Afghanistan, Pakistan e Nigeria continuano ad essere Paesi esportatori di polio».



VACCINI OBBLIGATORI: L'ITALIA VENDUTA COME CAVIA!




Sebirblu, 7 giugno 2017

Ecco un articolo che riporto quasi per intero (QUI, il testo completo con i riferimenti finali e tutti i link che li riguardano), perché riguarda moltissime famiglie italiane sottoposte all'ennesimo sopruso, quello dei vaccini obbligatori, non solo per i propri figli ma, a quanto pare, anche per molti operatori come insegnanti e bidelli. (Cfr. anche QUI).

Per la sua corposità e agevolarne la lettura mi limiterò solo a qualche immagine senza evidenziarne troppo le frasi, ma mettendo in risalto, ogni tanto, le più essenziali. 

Decreto-legge sui Vaccini:
Abuso di potere, Regresso nei diritti civili, Insulto alla medicina e alla scienza.

La montagna di propaganda che si è riversata nell'ultimo anno sugli italiani per convincerli dell'esistenza di immaginarie emergenze sanitarie (come quella della meningite) era preparatoria ad un decreto-legge antiscientifico, anticostituzionale, illiberale.

I principali media, anche stavolta, hanno tradito il pubblico concentrandosi sul falso scontro (un tipico esempio della tecnica di manipolazione detta "Good Cop –Bad Cop"="sbirro buono o cattivo" – ossia un distinguo) tra due signore non laureate ma misteriosamente poste a capo del ministero dell'Istruzione (Valeria Fedeli) e della Salute (Beatrice Lorenzin), si sono ben guardati dall'entrare in merito al colpo di mano che si stava preparando ai danni dei cittadini italiani.


Beatrice Lorenzin e Valeria Fedeli

Così il 19 maggio 2017 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri un decreto-legge sui vaccini pediatrici. Il decreto non è ancora stato convertito in legge, e se non lo fosse entro 60 giorni dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (cosa, quest'ultima, non ancora avvenuta) decadrebbe in tutti i suoi effetti.

In base al "decreto vaccini", diventano obbligatorie per i bambini da 0 a 16 anni ben 12 vaccinazioni (sic! ndr), otto in più rispetto a quelle che c'erano finora (anti-poliomielite, anti-difterite, anti-tetano, anti-epatite B). Le nuove vaccinazioni sono: anti-pertosse; anti Haemophilus influenzae tipo B; anti-meningococcica B; anti-meningococcica C; anti-morbillo; anti-rosolia; anti-parotite; anti- varicella.

I genitori che violano l'obbligo sono multati da 500 fino a 7500 euro, ogni anno, e sono segnalati al Tribunale dei Minori «per la sospensione della potestà genitoriale». Il bambino non vaccinato non può essere iscritto agli asili nido e alle scuole dell'infanzia pubbliche o private.

Non esistono in tutto il mondo altri paesi con un tale programma vaccinale, e neppure si può dire che "ce lo chiede l'Europa" visto che ben 15 paesi dell'Unione Europea  non  hanno  nessun  tipo di imposizione  vaccinale. [...]

In Svezia, solo pochi giorni prima, il 10 maggio, il parlamento aveva respinto sette proposte di legge che introducevano l'obbligo dei vaccini: le aveva respinte perché anticostituzionali e rifiutate dalla maggior parte dei cittadini per l'uso di additivi e sostanze pericolose, e per le «frequenti reazioni avverse» che provocano.

È un decreto che prepara un esperimento di massa sui bambini italiani, con il fanatismo di una classe di governo che non si preoccupa d'altro se non, come vedremo,  degli  accordi  contrattuali  con  soggetti  industriali.

È un decreto in palese contraddizione con la Convenzione di Oviedo sul consenso informato, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, e con il Principio di precauzione, che è uno dei pilastri della legislazione europea in materia di gestione dei rischi.

In breve: È UN SOPRUSO.

Di fronte a questo sopruso, alcuni hanno pensato di assumere una posizione apparentemente "equidistante", e aggirare la controversia concentrandosi su come "garantire la massima copertura vaccinale": se con le "buone" – raccomandazione e accompagnamento – se con le "cattive" – obbligo e sanzioni. [...]




Emergenze Sanitarie Finte e Autentiche

L'argomento ci deve far riflettere su un'altra questione: quella dell'ipocrisia dei personaggi istituzionali che pretendono di spacciare la coercizione vaccinale come una priorità per la "salute dei bambini".

Ipocrisia – perché è un dato di fatto, mai citato in questo contesto, che la sicurezza delle nostre scuole è drammaticamente inadeguata: quasi il 90% non è costruito secondo criteri antisismici e «soltanto una scuola su due ha certificati di collaudo e idoneità statica».

Inoltre la maggioranza delle scuole costruite negli anni Sessanta e Settanta ha utilizzato amianto, e le bonifiche (anche quelle dichiarate "urgenti" dai periti) non sono mai state eseguite.

E non stiamo parlando di "possibili" rischi: ogni tanto ci sono crolli durante le lezioni e studenti feriti o addirittura uccisi dalle macerie (come il diciassettenne del liceo di Torino nel 2008) – sono notizie che non interessano però i nostri governanti né, se non per un brevissimo lasso di tempo, i media ufficiali.

In questo contesto, ricordando che il nostro paese ha subìto solo un anno fa un catastrofico terremoto, non si può non sottolineare il cinismo con cui il Governo ha lasciato per mesi nei disagi migliaia di cittadini ad Amatrice e dintorni mentre stanziava 733 milioni di euro per il programma vaccinale.

Ecco la testimonianza di una signora sfollata, appena due mesi fa:

«Siamo stanchi, bisogna dirlo, 7 mesi per consegnare queste case, che case non sono. Nessuno ascolta i cittadini. [...] Qui ad Amatrice, come in tutto il cratere, non è stato fatto nulla. Si parla di ricostruzione e devono ancora rimuovere le macerie dalle zone rosse».

Come si può prendere sul serio l'interesse per la "salute dei bambini" di una classe dirigente che fa rischiare ogni giorno l'incolumità a milioni di bambini e ragazzi in età scolare, e che nega l'essenziale a famiglie che hanno perso tutto in un terremoto? [...]

[...] Ora, nemmeno in un momento di delirio propagandistico si potrebbe considerare "emergenza" la situazione attuale, e lo stesso presidente del consiglio Gentiloni, nella conferenza stampa in cui è stato annunciato il decreto vaccini, ha ammesso che al momento si può parlare al più di "difficoltà" e non di "emergenze".

Questo essenziale distinguo implica, peraltro, che l'emanazione del decreto configura un abuso di potere da parte del governo in carica per uso ingiustificato del dispositivo del decreto-legge, oltre che per usurpazione di competenze ai danni delle regioni.


Affollatissima manifestazione a Milano contro il decreto sui 12 vaccini

Ma se morbillo, orecchioni, meningite ecc. non sono emergenze sanitarie, ciò non vuol  dire  che  in Italia   non  ne  esistano  di  autentiche,  che fanno strage di cittadini di ogni età: e quando dico "strage di cittadini" non sto ingigantendo a scopo pubblicitario una manciata di casi sporadici, eventuali o in corso di accertamento – come si fa regolarmente con i decessi, veri o presunti, di malattie "vaccinabili".

No, intendo decine di migliaia di vittime ogni anno, causate dallo sforamento ripetuto nelle nostre città delle soglie ammesse dall'OMS per la concentrazione di sostanze tossiche e cancerogene nell'aria che respiriamo tutti: adulti e bambini.

In Italia si stimano circa 70.000 morti all'anno causate dall'inquinamento urbano, e non sono dati ufficiosi, ma ufficiali: così ufficiali che la Commissione Europea ha aperto dal 2014 procedure d'infrazione contro il nostro paese a tale riguardo, e proprio lo scorso aprile ha inviato un "richiamo", con rischio di deferimento alla Corte di Giustizia europea.

Di fronte ad una vera emergenza sanitaria come questa, di cui quasi mai il comune cittadino sente parlare in televisione, benché incomba costantemente sulle vite degli italiani e minacci anche le tasche di tutti nella forma di pesantissime multe da parte dell'UE, il Governo ha pensato invece che fosse una priorità rendere obbligatoria la vaccinazione antimorbillo – perché in un caso ogni 4000-8000 (ammesso e non concesso che queste stime probabilistiche siano applicabili all'Italia d'oggi) ci potrebbe essere un danno neurologico permanente, e un decesso per «poco meno di un bimbo ogni mille colpiti dalla malattia».

Come definire ciò se non la prova definitiva del disprezzo del Governo verso gli italiani e l'indizio, che vedremo ampiamente confermato, che esso sta perseguendo obiettivi estranei alla tutela della salute dei cittadini?

Ecco il video-denuncia di Claudio Messora su questo argomento.




Segnalazioni di «Sospette Reazioni Avverse»

Ci possono essere varie ragioni per opporsi ad una vaccinazione. Per esempio si può rifiutare il modo in cui alcuni vaccini sono prodotti: coltivandoli su reni di scimmie, o su cellule di feti abortiti. Si tratta di ragioni che si sbaglierebbe a minimizzare e che meriterebbero una discussione pubblica e onesta.

Tuttavia la ragione principale della pur sempre minoritaria riluttanza a vaccinare i propri figli è la preoccupazione per le reazioni avverse che gli stessi vaccini possono causare, sia da soli, sia nelle combinazioni in cui vengono somministrati. [...] (Leggere attentamente QUI come li preparano!).

[...] Nel caso dell'antipolio, per citare un solo esempio, si sa bene che la vaccinazione può, in certi soggetti, causare la malattia che dovrebbe prevenire, e che nei paesi occidentali questa è praticamente la sola origine di casi di poliomielite da decenni.

Quindi anche se le inoculazioni non provocano autismo, ciò non mette la parola fine alla questione della loro innocuità.

È un fatto che diversi vaccini contengono sostanze additive molto poco rassicurantisoprattutto se si pensa che devono essere iniettate, e tra queste ci sono cancerogeni ufficialmente riconosciuti come tali dalla OMS (alluminio, formaldeide, etanolo). [...]

[...] Ma le reazioni contrarie sono un'invenzione dei nemici della medicina e della scienza? Ovviamente no, ed è per questo che le autorità sanitarie raccolgono i rapporti di complicanze successive alla vaccinazione (mentre non raccolgono, per esempio, quelli di avvistamento di fantasmi).

È generalmente riconosciuto che le «notifiche di sospette reazioni avverse» pervenute alle ASL sono solo una piccola parte di quelle reali, e si stima che il loro numero sia inferiore a quello vero per almeno un fattore 10 e probabilmente per più d'uno.

Questo non riguarda solo l'Italia, ma ogni apparato di vaccino-vigilanza affidato principalmente alle segnalazioni spontanee dei medici e alla raccolta dati della stessa industria producente.

Se si aggiunge l'esistenza di incentivi per i medici che vaccinano, e i rischi di procedure disciplinari per quelli che dovessero fare "troppe" segnalazioni, se ne deduce  che  il sistema è  perfettamente  calibrato  per  sottovalutare  il rischio. [...]

(Per le statistiche rimando all'articolo completo sopra linkato; ndr).

[...] Per ragioni poco chiare, l'ultimo rapporto annuale dell'AIFA (=Agenzia Italiana Farmaco; ndr) sui vaccini riguarda il 2013: l'associazione CODACONS ha diffidato proprio in questi ultimi giorni il ministero della Salute a cessare tale segretazione illegittima.

In una conferenza stampa tenuta il 30 maggio 2017 ha comunicato di aver ricevuto i dati richiesti e li ha così sintetizzati:

«Sono 21.658 le notifiche di sospette complicanze ai vaccini registrate nel triennio 2014-2016. Nello stesso periodo ammontano invece a 3.351 quelle relative soltanto al vaccino esavalente. E si segnalano 5 casi di gravi effetti che avrebbero portato al decesso degli assistiti.» [...]




Il Negazionismo del Danno Vaccinale

La puntata di Report di RAI 3 del 17 aprile 2017 (QUI) ha suscitato un'onda di proteste proprio, come ci si poteva aspettare, a causa dei suoi meriti: ha infatti informato i cittadini dell'esistenza di eminenti scienziati che considerano fraudolenti i dati sulla sicurezza del vaccino anti-HPV [il papilloma virus; ndr] (non incluso nella lista del decreto vaccini), e inaffidabile l'EMA (Agenzia Europea dei Medicinali) che li ha accettati.

Inoltre ha documentato l'enorme difficoltà e i ritardi di anni e anni che le ragazze danneggiate incontrano per farsi riconoscere ufficialmente da un medico ciò che è loro accaduto.




Il negazionismo del danno vaccinale è una sottospecie della negazione del danno industriale che ha segnato luttuosamente la storia del Novecento fino ai nostri giorni.

Una cultura medica in cui esso prevale non può che rendere difficile il rapporto sulle complicanze deleterie. [...]

[...] Ben pochi personaggi che hanno difeso a spada tratta i vaccini godono della credibilità e dell'autorevolezza di Peter Gøtzsche, il direttore del Nordic Cochrane Center, uno dei massimi esperti mondiali in materia di sicurezza di farmaci, di screening sanitari e di integrità della ricerca, intervistato appunto da Report.

Gøtzsche, che ha pubblicato un libro sulla corruzione della ricerca medica operata dalle industrie farmaceutiche, ha denunciato all'Unione Europea la transnazionale farmaceutica Sanofi-Pasteur per «frode» nella comunicazione delle reazioni avverse al vaccino anti-HPV, nonché l'EMA per essersi fidata acriticamente dei dati fasulli forniti dall'industria farmaceutica e per mancanza di trasparenza.

In particolare ha sottolineato durante l'intervista:

«Negli studi di controllo con il placebo, invece di usare una sostanza inerte come acqua salina, hanno iniettato spesso alluminio, che è presente nel vaccino come adiuvante, o addirittura un altro vaccino, quello dell'epatite. Non è più un placebo! Non si distingue dal farmaco, potrebbe causare le stesse reazioni avverse e quindi i dati ottenuti non sono attendibili».

Anche chi fosse del tutto nuovo alla questione capirebbe che questa è una truffa, avvenuta con la complicità dell'industria ed EMA, colluse, e che senza la denuncia dello scienziato danese non sarebbe mai stata scoperta.

Ma l'aspetto più interessante di questo episodio, e che si applica a tutte le prove cliniche analoghe, è che i dati, sulla cui base l'Agenzia di Controllo dei Farmaci decide se approvare o no un vaccino, vengono forniti dall'industria stessa che intende farselo approvare e metterlo in commercio.

Non basta: l'EMA stessa è finanziata per l'83% dalle industrie farmaceutiche.Insomma, è molto, molto  peggio che stabilire se il vino sia di buona qualità facendoselo  dire  dall'oste. [...]

(Per il breve seguito e gli "Indennizzi" rimando a leggere l'articolo intero).




Responsabilità Genitoriale

La storia della normativa sulle vaccinazioni in Italia ha avuto un suo punto alto il 26 gennaio 1999, quando è stato firmato dal Presidente della Repubblica il decreto che aboliva l'obbligo di vaccinazione per la frequenza nelle scuole di ogni ordine e grado, con la pubblicazione del DPR n. 355.

La già citata rubrica televisiva Report dedicò il 15 ottobre 1998 a questo evento annunciato un'ottima puntata, "Il virus dell'obbligo", dove si trattava di casi gravi di reazioni disastrose alle vaccinazioni obbligatorie, e si mostrava attraverso esempi quanto poco fossero informati i genitori al momento di sottoscrivere in ambulatoriola  liberatoria per la vaccinazione dei figli.

L'attuale decreto-legge rappresenta un netto peggioramento rispetto a vent'anni fa per molti aspetti. Uno, e non il meno importante, riguarda appunto la responsabilità genitoriale. Si consideri l'articolo (QUI) che afferma:

Il genitore o l'esercente la potestà genitoriale sul minore che violi l'obbligo di vaccinazione è segnalato dalla ASL al Tribunale dei Minorenni per la sospensione della potestà genitoriale.

Lasciamo perdere il difetto di formulazione, in quanto la potestà, o la responsabilità genitoriale, appartiene tipicamente a due persone, non a una sola. Ma l'idea che genitori i quali si sono documentati e hanno cercato di decidere consapevolmente debbano essere considerati come "meno" responsabili di chi ha invece firmato liberatorie senza porsi problemi è palesemente assurda.

Piuttosto, andrebbe rovesciata: dovrebbe cioè essere considerato un grave indizio di irresponsabilità genitoriale il portare un bambino di pochi mesi a vaccinarsi senza sapere nemmeno contro che cosa, e firmare la liberatoria senza aver letto e compreso il foglietto illustrativo che il produttore è obbligato dalla legge ad allegare alla confezione. Se ci sono genitori da segnalare al Tribunale dei Minorenni, dovrebbero essere questi.

Su tale punto importantissimo la propaganda dei media filo-governativi cerca colpevolmente di sorvolare. E allora riformuliamolo per maggiore chiarezza. Un cittadino che assume un qualsiasi medicinale per un disturbo di cui soffre senza leggere il foglietto illustrativo va considerato un analfabeta funzionale oppure un incosciente, non certo un modello da portare ad esempio.

Perché mai dovremmo invece lodare chi, avendo la responsabilità di un minore, manca di usare questa minima cautela a proposito dei trattamenti medici a cui lo sottopone così precocemente e senza una impellente necessità medica?

Ma c'è di più. È sacrosanto, non semplicemente ammissibile, che un genitore pretenda che si faccia un test con buon valore predittivo che accerti l'eventuale suscettibilità di suo figlio agli effetti collaterali più gravi del vaccino, almeno quelli citati nel foglietto illustrativo.




Lo ha riconosciuto la stessa Corte Costituzionale con la sentenza n. 258 del 20-23 giugno 1994, che dichiarava  come  fosse  necessario  porre in essere  una  complessa ed articolata normativa di carattere tecnico [...] che, alla luce delle conoscenze scientifiche acquisite, individuasse con la maggiore precisione possibile le complicanze  potenzialmente  derivabili  dalla  vaccinazione. [...]

Ora se test di questo tipo non si eseguono – ed è un fatto che in Italia non li si esegue e mai li si è eseguiti – il genitore responsabile dovrebbe avere quanto meno l'opzione di rifiutare, in un contesto epidemiologico come quello dell'Italia d'oggi, il rischio di trasformare un bambino sano in un malato a vita (o in un cadavere).

In questa opzione non c'è niente di antiscientifico: perché la scienza, oltre a quanto già visto sulla composizione e fabbricazione dei vaccini, ci dice, per esempio, che:

– in molti vaccini si trovano nanoparticelle di metalli (tra cui piombo, mercurio e alluminio) e altre sostanze estranee;

– in parecchi vaccini, e in particolare nello MMR (morbillo, parotite e rosolia; ndr), è stato trovato un pesticida come il glifosato;

– è stata notata la correlazione tra numero di dosi vaccinali in due casi: a) tasso di mortalità infantile nei vari paesi, e b) diabete di tipo 1, sindrome metabolica e malattie mediate da reazioni immunitarie.

Ce n'è più che a sufficienza per ripensare a tutti i programmi vaccinali che non rispondono ad emergenze, ma si pongono solo mete sperimentali di "eradicazione" di questa o quella malattia in contesti in cui essa non è realmente pericolosa, e in cui, per giunta, è legittimo dubitare se con la tecnologia vaccinale odierna ci si possa mai giungere.

Per concludere l'analisi di come il decreto si pone nei riguardi delle famiglie, consideriamo «la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 500 ad euro 7.500»,irrogata dalle Aziende Sanitarie.

È evidente che solo chi può permettersi di pagare (annualmente!) questa cifra potrà liberamente decidere se e quali vaccini far praticare ai propri figli. Ma, gli altri, a che cosa saranno costretti? Non avendo il denaro per le multe dovranno ridursi a firmare un falso atto di consenso informato?

Questa è non solo una normativa classista: è una normativa criminogena, che umilia i genitori e, come è stato subito notato dal Movimento Italiano Genitori, mina l'istituzione familiare nel suo complesso – ne tengano conto tutti coloro che si preoccupano del suo progressivo indebolimento.




Una Battaglia contro una Politica Sanitaria Corrotta dall'Affarismo

Che questo decreto sia uscito da questo governo non è casuale. È dal 2014 che il PD (Partito Democratico) ha stretto legami e preso impegni con l'industria farmaceutica in modi che spiegano largamente il fanatismo dei suoi governi nella promozione delle vaccinazioni. 

Complottismo? No, le prove di questi legami non sono né ipotetiche né segrete, ma verificabili e aperte a chiunque si prenda la briga di leggere i giornali.

Nell'aprile 2016 la GlaxoSmithKline (GSK) ha deciso di investire un altro miliardo di euro nel nostro paese per il quadriennio successivo (QUI). incrementando le proprie attività a partire da quelle del polo toscano dei vaccini di Siena e di Rosia, il cuore rispettivamente della R&S = Ricerca e Sviluppo, e della produzione di settore, dopo il mega scambio di attività (vaccini contro oncologia) con Novartis perfezionato l'anno scorso.

Non a caso proprio ai vaccini, col business strategico anti meningite, sarà riservato il 60% degli investimenti (600 mln), contro il 40% dedicato al pharma tradizionale.

Chi è la GSK?  È la maggiore transnazionale britannica del farmaco, attualmente al primo posto proprio nel settore vaccini (e in quello della corruzione, ved. QUI; ndr):

Leader mondiale in quest'ultimo campo con 3,7 miliardi di sterline di fatturato su 23,9 totali, è da tale ambito (profittevole in due casi su 10 nel mondo) che la multinazionale britannica si aspetta un'autentica escalation nei prossimi anni. Fino ad arrivare a 6 miliardi di sterline entro il 2020.

Sono cifre che, tra l'altro, permettono di fare giustizia della leggenda diffusa ad arte, secondo cui lo sviluppo e la produzione di vaccini sarebbe un'attività poco lucrativa che, come tale, mostrerebbe l'indole altruista e caritatevole dell'industria del farmaco.

Nel maggio 2014 a Bari, l'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva fatto questa promessa alla Merck Serono:

"È importante che siano chiare le regole del gioco, che non si cambi sulla base delle ultime impressioni nate da un articolo di giornale", e aveva aggiunto, rivolgendosi a Karl Ludwig Kley, direttore esecutivo dell'azienda farmaceutica:

"Noi vi garantiamo un progetto a lungo-medio termine, perciò invitiamo le università e le imprese ad investire nei territori e a credere in questo campo, perché il made in Italy non deve significare solo food e fashion ma anche settore farmaceutico". (Cfr. QUI; ndr).

In settembre, l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) annunciava trionfalmente:

"L'Italia guiderà nei prossimi cinque anni le strategie e le campagne vaccinali nel mondo. È quanto deciso al Global Health Security Agenda che si è svolto venerdì scorso alla Casa Bianca.

La nostra Nazione, rappresentata dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin,accompagnata dal Presidente  dell'AIFA Sergio Pecorelli, ha ricevuto l'incarico dal Summit di 40 Paesi dove è intervenuto anche il presidente Barack Obama." (Cfr. QUI; ndr).



Ranieri Guerra (Consigliere scientifico ambasciata USA), Sergio Pecorelli (Presidente AIFA),
Bill Corr (sottosegretario Dipartimento Salute USA) Beatrice Lorenzin (Ministro Sanità Italiana)
  e Luca Franchetti Pardo (Vice-Ambasciatore per l'Italia in USA).

Nel mese di ottobre dello stesso anno Renzi invitava a Palazzo Chigi, per la prima volta nella storia repubblicana, i rappresentanti di dieci transnazionali del farmaco:

«Certo è che la presenza a palazzo Chigi dei Ceo di Bayer, Bristol-Myers Squibb, Eli Lilly, GlaxoSmithKline, Johnson & Johnson, Merck Serono, Novartis e Roche, insieme a due delle italiane ben radicate all'estero, non è stato un evento di secondo piano.

"Mai era accaduto che un primo ministro italiano convocasse un gruppo di Ceo mondiali della stessa categoria, gliene va dato merito. Per noi è un segnale molto positivo e una prova di fiducia nel nostro Paese", ha commentato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Federfarma.

Ora, è chiaro, si attendono i fatti da parte del Governo. Chissà se già con la prossima legge di Stabilità.  La presenza  di  altri  ministri  accanto a Renzi, – da Pier Carlo Padoan (Economia) a Beatrice Lorenzin (Salute) fino a Federica Guidi (Sviluppo) – è di sicuro un segnale d'attenzione molto più grande verso le industrie.» (Ved. QUI; ndr).

Purtroppo con questa classe di governo non c'è da stupirsi se si vedono i suoi membri disponibili, in cambio della partecipazione a giri d'affari miliardari, a calpestare i diritti più consolidati, ad invertire l'ordine delle priorità sanitarie, e a fare del proprio paese un enorme laboratorio a cielo aperto che trasforma i suoi abitanti, in particolare i più indifesi, in cavie.

Il caso del ministro della Salute merita particolare attenzione. Eletta con Forza Italia, la Lorenzin è stata insediata, a partire dal 2013, in un ministero chiave da ben tre presidenti del Consiglio del PD in successione: Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni (un'ottima prova di quella sovrapponibilità tra PD e PDL tante volte denunciata dal M5S).

Pur avendo infarcito di appelli alla "scienza" e di condanne ad atteggiamenti "antiscientifici" i suoi discorsi sui vaccini, la funzionaria non solo non è laureata in alcuna disciplina scientifica, ma possiede soltanto un diploma in maturità classica.

Il che non le ha impedito di impegnarsi nell'oscurantista boicottaggio di "Vaxxed", il documentario dedicato al caso di Andrew Wakefield (ignobilmente trattato dal direttore di Lancet, dalla Stampa e dall'Ordine dei medici britannico), e alla frode, questa sì autentica e confessata da uno degli scienziati coinvolti, commessa dai CDC statunitensi (centri per il controllo e la prevenzione delle malattie; ndr) in relazione ai dati ufficiali sulla connessione tra vaccini e autismo.

Ed ecco il film "Vaxxed" sottotitolato e spesso censurato, sperando che non oscurino anche questo.




Ma la mancanza di autorevolezza della Lorenzin non si limita al piano culturale. Già Report nel 2013 aveva mostrato la cinica disinvoltura con cui la neo-eletta negava valore scientifico ai dati sull'aumento dei tumori nella "Terra dei Fuochi" (in Campania; ndr) e faceva vagamente riferimento a spiegazioni in termini di «stili di vita» (video Report 2013 QUI, al minuto 14,15; ndr).

Del tutto coerente con questo atteggiamento e con la successiva politica vaccinale, è la nomina all'inizio del 2016, all'ufficio di rappresentanza per la tutela della nostra salute alimentare e di quella animale presso l'Unione Europea, del Dr. Pasqualino Rossi, che era stato arrestato nel 2008 per aver fornito «informazioni riservate e addirittura la password dei terminali dell'Agenzia europea a Matteo Mantovani, il manager che curava gli interessi delle case farmaceutiche», in cambio di denaro e regali vari (dopo sette anni il Rossi è stato salvato dalla prescrizione).

È lo stesso dottore a cui si deve se, al contrario che in altri paesi europei, la nimesulide (Aulin) in Italia non è stata ritirata dal commercio. Il giudice Guariniello, nell'ordinanza di 400 pagine che accompagnava il mandato di arresto, sintetizzava: «Da quanto emerso, si registra una totale assenza nel Rossi dell'interesse per la tutela della salute pubblica» (Ved. QUI il video su Report 2016; ndr).

In un paese normale quest'ultimo episodio, presentato ai cittadini italiani in due puntate di Report sarebbe stato sufficiente per esigere le dimissioni immediate del ministro. Nel nostro, invece, non ha impedito nemmeno la seconda conferma della Lorenzin allo stesso posto nel nuovo governo Gentiloni (dicembre 2016). [...]

Il Movimento 5 Stelle, che in tanti altri casi aveva chiesto con insistenza le dimissioni di un ministro, compresa la stessa Lorenzin per ragioni nettamente meno gravi, in questo frangente non l'ha fatto, ma nell'ottobre 2016 (con Piernicola Pedicini) e nell'aprile di quest'anno (con Dalila Nesci) si è limitato a chiedere che Rossi fosse sostituito. [...]

[...] Il comunicato del M5S sui vaccini ha mostrato in maniera inaspettata e sconcertante la debolezza del partito in un momento in cui era stato appena commesso qualcosa di eccezionale gravità ai danni dei cittadini. [...]

Ma l'intero paragrafo lo si legga nell'articolo completo (QUI di nuovo il link), che si conclude con:

Se questo atto di resa alle transnazionali del farmaco (perché di questo si tratta) non verrà rapidamente ritirato o "reinterpretato", sarà una pagina nera non solo per il M5S ma anche per le sorti della democrazia partecipativa in Italia.

Un Decreto contro i Diritti civili e contro il Libero Confronto Scientifico

Il decreto vaccini, in collusione con la dirigenza della FNOMCeO (= Federazione Ordine dei Medici e Odontoiatri; ndr), non è sorto dal confronto con cittadini e medici, che anzi sono stati impediti dal prestare il proprio contributo di analisi ed esperienza essendone stati radiati! Ci si riferisce ai due clinici ed esperti tra i più informati sulla questione: il dr. Roberto Gava (ved. QUI; ndr) e il dr. Dario Miedico (ved. QUI; ndr).
  


Dr. Roberto Gava, farmacologo, tossicologo e cardiologo (radiato dall'Albo).


Dr. Dario Miedico, epidemiologo e climatologo (radiato dall'Albo).

In più, già nell'ottobre 2015, un altro noto epidemiologo ‒ Vittorio Demicheli ‒ era stato minacciato di querela per aver avanzato critiche molto ragionevoli sul programma vaccinale, che poi si è dimesso nell'aprile di quest'anno da vicedirettore del Comparto Sanità della Regione Piemonte. (Cfr. QUI; ndr).



Dr. Vittorio Demicheli, epidemiologo e vicedirettore Comparto Sanità Piemonte (dimessosi). 

La compagine medica dovrebbe far sentire la propria voce contro questa manovra autoritaria che lede la propria dignità e che, se non adeguatamente contrastata, minerà irreversibilmente in Italia il rapporto fiduciario con la cittadinanza. [...]

[...] Per questo anche la comunità scientifica farebbe bene a prendere al più presto le distanze da quei personaggi la cui sovraesposizione mediale può far immaginare una competenza unanimemente riconosciuta, in netto contrasto con la scadente qualità delle loro dichiarazioni. [...]

[...] Lo scetticismo nei riguardi del decreto è un atteggiamento sano e conforme alla razionalità scientifica. Il tentativo di espropriare le famiglie del proprio diritto al consenso informato sulle vaccinazioni va respinto anche da chi ritenga di voler aderire personalmente a questo provvedimento coercitivo. Il vero allarme di fronte al quale tale obbligo ci pone è l'«emergenza democrazia». (Ved. QUI; ndr).

Per concludere, se il decreto non verrà presto ritirato si aprirà una stagione di lotte cittadine contro una svolta autoritaria che, se non bloccata, avrebbe il doppio effetto di prostituire la scienza e fare strame dei diritti fondamentali che definiscono le identità italiana ed europea.

Marco Mamone Capria

Relazione, adattamento e cura di Sebirblu.blogspot.it

http://sebirblu.blogspot.it/2017/06/vaccini-obbligatori-litalia-venduta.html
Comizio Angelo Cofone ( detto Frosparo) - Acri 2017 Comizio Cetto la Qualunque 2017!!

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