ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 19 maggio 2017

Much ado..?


Reggio Emilia: tanto rumore per nulla… di nuovo 




Il prete ammodernato:
Giordano Goccini


Il “portavoce” ammorbato:
Edoardo Tincani

 

I personaggi che difendono:
aspiranti ecclesiastici?
   
Allora, sabato 3 giugno 2017,  dopo la festa della Repubblica del 2, la città che porta quasi ironicamente il nome “Reggio”, e cioè Reggio Emilia, si sciropperà una delle ormai solite variopinte “parate militari” di vari tipi di “froci”, invertiti, pervertiti ecc.
Sarà una giornata trionfale, visto che gli organizzatori del grande evento parlano di partecipazione corale di tutta l’area padana del Nord-Est. Una partecipazione che partendo dallo slogan truffaldino del “tutti uniti nella differenza” per costruire “una serie di ponti”, intende “procedere spediti verso il matrimonio egualitario, per il bene di tutte le coppie, e soprattutto dei bambini”.
Una cosa splendida, cioè, che più che una sfilata, sarebbe un evento politico:  “a oggi sono 13 le città che hanno aderito al nostro appello, e 3 sono i patrocini in dirittura d’arrivo. A questi si aggiunge il sostegno della Regione, della Provincia di Reggio Emilia, di associazioni e realtà economiche: … ancor una volta Reggio Emilia si dimostra una città di sinistra e all’avanguardia sui diritti”.
(Dichiarazioni riportate da Reggioonline del 13 maggio).


Reggio Emilia, che ha vantato il merito del “tricolore” italiano e oggi vanta pure quello del primo matrimonio omosessuale, domani vanterà il passaggio dal tricolore all’arcobaleno: un progresso di cui andare davvero orgogliosi, sempre che si possa ragionevolmente menare vanto dell’anormalità e della aberrazione volute e ostentate.
Ma ecco che, tra ponti, condivisioni, avanguardie di sinistra, diritti per chiunque, spunta pure il primato dei preti mollicci e disposti a tutto pur di essere alla moda e benvoluti dai giornali.

Accade infatti che essendoci a Reggio Emilia, grazie a Dio, anche dei cattolici veramente credenti e praticanti, ed essendosi costoro organizzati per pregare, in atto di riparazione, perché Dio allontani dalla sfregiata città emiliana le nefaste conseguenze dell’infezione mefitica organizzata per 3 giugno, e chiedendo perdono a Lui per loro e per tutti e impetrando la riparazione per le moderne flagellazioni inferte sul corpo di Nostro Signore Gesù Cristo, costoro, invece di essere sostenuti dai preti locali, ne sono osteggiati, come se i bestemmiatori fossero loro e non quelli che, senza pentimento, sono già destinati al fuoco dell’Inferno.

Non staremo qui a scendere nei particolari, di cui ha già parlato Paolo Deotto nel suo articolo, a cui rimandiamo; ci soffermeremo solo su una dichiarazione di un prete del posto, dichiaratamente avverso all’insegnamento di Cristo e colpevole sostenitore della moderna depravazione “arcobaleno”, e su un’altra del “portavoce” del vescovo, laico direttore del giornale diocesano.

Il primo, appositamente intervistato dalla Gazzetta di Reggio, ha affermato:
«Il comitato motiva la processione con una citazione di San Tommaso avulsa dal contesto. Con questi argomenti polemizzano con il Vescovo e con il Papa. Un conto è criticare, un altro polemizzare e non riconoscere la loro autorità. Non sono nella comunione della Chiesa universale. Non definiamoli cattolici».

Il secondo, come riportato da Reggioonline, precisa che
«La Diocesi prende le distanze dell’iniziativa del Comitato Beata Giovanna Scopelli, di cui peraltro non si conoscono i nomi dei referenti». «La Diocesi era all’oscuro dell’iniziativa. Non è stata chiesta alcuna autorizzazione alla manifestazione né alla Diocesi, né alla parrocchia del Duomo per l’utilizzo del sagrato».

Non riconoscere l’autorità del Vescovo e del Papa? Suvvia, questa è davvero bella: la confessione che il Vescovo e il Papa stanno dalla parte del peccato e ciò nonostante sarebbero nella comunione della Chiesa universale! Ma quale chiesa? Forse quella moderna, falsa e bugiarda, non certo la vera Chiesa fondata da Nostro Signore.
La chiesa moderna che prende le distanze dai cattolici che vogliono pregare e lamenta che questi pretenderebbero farlo senza l’autorizzazione del Vescovo.

Tanto rumore per nulla… di nuovo: perché questi nuovi preti e questi nuovi fedeli della neochiesa sono proprio il nulla ammantato dei mille colori dell’arcobaleno, per confondere ed ingannare i credenti.
Non siamo alla farsa, ma al sostegno aperto dei preti e laici moderni alla sovversione promossa dal demonio. Il prete non ha mai neanche letto San Tommaso, visto che ha studiato nel moderno seminario anticattolico, e il “portavoce” del vescovo crede che questi sia il padrone della preghiera cattolica, su cui avrebbe i diritti di riproduzione e di diffusione.

E come poteva essere diversamente dal momento che i cattolici che hanno indetto la preghiera di riparazione sono dei veri credenti, mentre il prete e il laico criticoni sono dei miscredenti che occupano abusivamente chiese, diocesi e giornali un tempo cattolici e oggi ridotte a officine dove si distilla il veleno mortifero dell’Anticristo?

Altro che “preghiere di riparazione”! Ormai ci sarebbe bisogno di una preghiera continua, ma, grazie a Dio, non spettando a noi di salvare né la Chiesa né il mondo, non ci resta che seguire l’insegnamento di Nostro Signore: abbandonate a loro stessi i miscredenti impenitenti (cfr. Lc. 9, 5) e pensate alla salvezza della vostra anima, perché chi crederà sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato (Mc. 16, 15-20).

Insegnamento, questo, senza se e senza ma, senza ponti e senza condivisioni e aperture - oggi siamo costretti ad aggiungere: senza preti e senza vescovi -; un insegnamento così semplice, essenziale e lapidario che solo il moderno cervello in poltiglia dei nuovi preti della neochiesa e dei sedicenti cattolici ammodernati, o ammorbati che dir si voglia, non riescono né a comprendere né a seguire.

E chi ha mosso le carte per ridurre la materia grigia in un ammasso di cellule fatiscenti? Se non il principe della menzogna che famelico si aggira per divorare le anime (1 Pietro, 5, 8). Così che i cattolici rimasti dovremo sempre tenere presente il monito del primo Papa: «bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini» (Atti 5, 29).




di Belvecchio

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1993_Belvecchio_Tanto_rumore_Reggio_Emilia.html

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