macron-le penE’ il dibattito televisivo che deciderà l’elezione presidenziale. Di solito un singolo evento non basta a determinare l’esito di una campagna elettorale ma in Francia, dove vige il ballottaggio, sì. Accadde nel 2007 quando Nicolas Sarkozy convinse gli ultimi indecisi mostrandosi più presidenziale di Ségolène Royal e cinque anni fa quando Hollande respinse gli assalti di un Sarkozy troppo nervoso.
Come arrivano Marine Le Pen ed Emmanuel Macron al confronto di questa sera? Il candidato di “En marche!” resta favorito ma in un contesto di grande nervosismo e di crescente preoccupazione. La campagna della Le Pen è stata molto più efficace e i sondaggi, infatti, l’hanno premiata: ha guadagnato 5 punti percentuali, quanti ne ha persi Macron. Il distacco resta notevole, 59% a 41%, ma molto inferiore al 64%-36% di dieci giorni fa.

E la matematica dimostra che Marine può ancora vincere.
Come? Convincendo il maggior numero possibile di elettori di centrodestra a votare per lei e confidando nell’astensione del popolo della sinistra. Attenzione: è il quadro che si sta delineando in queste ore.
dupontStringendo un accordo con  Nicolas Dupont-Aignan la Le Pen ha messo a segno un colpo magistrale, perchè Dupont-Aignan, che a sua volta era candidato al primo turno, è un gollista della prima ora, un conservatore rispettabile, che non ha nulla a che fare con il Fronte Nazionale. E che al primo turno aveva ottenuto il 5% dei consensi. Dichiarando sin d’ora che sarà lui il primo ministro qualora venisse eletta, Marine lancia un messaggio formidabile alla piccola e media borghesia della provincia francese, che da sempre è decisiva alle presidenziale. Subliminalmente dice: visto? Io non sono l’estremista descritta dai media ma sono diventata una neogollista. Se si fida Dupont-Aignan potete fidarvi anche voi. E la gaffe dei passaggi del discorso copiati da quello di Fillon in realtà non solo non la danneggia ma rafforza il messaggio.
A sinistra il sondaggio tra il popolo di Mélenchon (19,5% al primo turno!) ha dato l’esito sperato dalla Le Pen: solo un terzo degli “Insoumis” voterà per Macron, i restanti due terzi si asterranno o voteranno scheda bianca. E bisogna considerare come una parte degli elettori dell’estrema sinistra, soprattutto nelle zone più degradate, voterà comunque per la Le Pen, anche se non lo ammetterà mai pubblicamente.
E che la vittoria di Macron non sia scontata lo dimostra la gaffe di ieri quando ha minacciato di abbandonare lo studio televisivo questa sera se si accorgerà di servire da “punching-ball” alla Le Pen. Un leader sicuro della vittoria non contempla nemmeno questa ipotesi, che peraltro sarebbe disastrosa per la sua immagine presidenziale, uno che ha paura di perdere allo sprint finale sì.
Marine può vincere se l’affluenza alle urne scende nettamente rispetto al primo turno e se l’elettorato moderato abbandona almeno in parte Macron, considerando che quello dell’estrema sinistra lo ha già lasciato.
Ecco perchè questa sera i due candidati si giocano il tutto per tutto. Se Marine Le Pen dovesse vincerlo nettamente, la forchetta potrebbe ridursi a pochi punti percentuali e la “rimonta impossibile” sarebbe a portata di mano.
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