ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 21 febbraio 2017

Quo vadimus?

Dove ci sta portando questa chiesa modernista?



Sono quattro anni da quando, nella Chiesa, si è scatenato il putiferio a riguardo del Sacramento del Matrimonio. Abbiamo evitato di apportare dei nostri commenti onde evitare il rischio del soggettivismo, di conseguenza abbiamo cercato di portare il nostro piccolo contributo con una raccolta fondamentale in questo Dossier sul Matrimonio ed anche attraverso un Ebook molto particolare: Teologia del corpo, l’insegnamento della Chiesa sul Matrimonio e Famiglia. Una raccolta di tutto il Magistero pontificio da Leone XIII a Benedetto XVI sull’argomento.
Restando sulla scia della famosa Lettera dei quattro (ma anche sei) cardinali con i Dubia, vedi qui tutta la raccolta sapientemente fatta dal sito La Nuova Bussola Quotidiana, noi desideriamo contribuire all’argomento con molta semplicità, con “fede e ragione”, come “cooperatori della Verità” e non certo battezzati per trovare scappatoie alla via del Calvario che tutti, ma proprio tutti, in qualche modo siamo chiamati a percorrere se… “vogliamo risorgere con Cristo”.

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Confrontandoci spesso con i nostri lettori ci siamo resi conto di come e quanto, anch’essi, chiedono che fine abbia fatto per gli illustrissimi cardinali, vescovi e pure per il santo Padre, il famoso articolo n. 1650 del Catechismo della Chiesa Cattolica. Esso dice testualmente:
1650 “Oggi, in molti paesi, sono numerosi i cattolici che ricorrono al divorzio secondo le leggi civili e che contraggono civilmente una nuova unione. La Chiesa sostiene, per fedeltà alla parola di Gesù Cristo (« Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio »: Mc 10,11-12), che non può riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il primo matrimonio. Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la Legge di Dio. Perciò essi non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione. Per lo stesso motivo non possono esercitare certe responsabilità ecclesiali. La riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza.”
Un catecumeno, un battezzato in via di perfezionamento nei Sacramenti, un qualsiasi studioso della materia, un qualsiasi Catechista ma anche sacerdote parroco, vescovo o Papa che fosse, non ha alcun diritto di modificare questo Catechismo e, il senso di queste parole è talmente cristallino da non lasciare assolutamente alcuna ombra di DubiaInfatti il problema è sorto da quando si sta tentando di aggirare questa affermazione dottrinale dandole le più disperate interpretazioni atte a modificare, di fatto, il contenuto della prassi, ossia, della sua applicazione.
Lo sconforto che emerge per chi come noi, assai umilmente, tenta di aiutare se stesso e il prossimo a comprendere quanto sia davvero “difficile e stretta” la strada e la porta del Paradiso, proviene così non dalle sfide che ognuno di noi è chiamato a combattere e a vivere nel proprio quotidiano, non dal mondo il quale lo sappiamo è nemico della Verità ed ha come principe il Demonio, quanto piuttosto nel constatare di come un certo episcopato – insieme al Pontefice con il quale si sostengono vicendevolmente verso l’errore – sta spingendo il “popolo di Dio” verso un baratro spaventoso, quello della apostasia, quello della strada comoda e dalla porta larga.
Ma noi siamo stati battezzati per diventare Cooperatori della Verità (cfr.3Gv.8) e non degli accomodamenti o delle novità, non siamo “novatores” del Modernismo! Siamo stati battezzati per salvare le nostre anime e cooperare alla salvezza delle anime del nostro Prossimo. Se non credete a noi, credete almeno a Sant’Agostino il quale arrivò a dire che se amiamo ciò che è iniquo non amiamo noi stessi, di conseguenza è meglio non amare il prossimo, non avvicinarlo alle nostre idee inique per evitare di danneggiarlo. Ecco le sue parole che troverete integralmente qui:
Se poi tu ami l’iniquità e mandi in rovina te stesso, non è possibile che tu pretenda ti sia affidato il prossimo da amare come te stesso, perché come perderesti te stesso con il tuo modo di amarti, così faresti perdere il tuo prossimo amandolo allo stesso modo. Ti proibisco dunque di amare alcuno, perché sia tu solo a perderti. Ti pongo l’alternativa: o correggere il tuo modo di amare o astenerti da ogni rapporto con altri…”
Badiamo bene: il povero, come il prossimo, non sono un nostro “monopolio” di cui disporre a piacimento, ma UN AFFIDAMENTO, un affidamento da parte di Dio affinché – cooperatori della Verità – conformati noi stessi alla Verità, possiamo essere di valido aiuto e sostegno a quanti IL SIGNORE CI AFFIDA. Se non siamo noi stessi sulla via del Bene, Sant’Agostino arriva addirittura A VIETARE, PROIBIRE di amare qualcuno nell’errore. Quanto sta accadendo oggi nella Chiesa è assolutamente drammatico e senza precedenti nella storia, dal momento che non ci troviamo davanti ad un Lutero, ad un Ario, ad un Donato eretici dichiarati, ma piuttosto davanti ad un pontificato che ha deciso di non usare il Catechismo, la Dottrina oppure, peggio ancora, ha deciso di predicare l’ambiguità, l’accomodamento, la strada larga trovando, come era ovvio, un mare di ecclesiastici e laicisti catto-progressisti e modernisti compiacenti.
Perché Papa Francesco lavora così: nelle Catechesi del mercoledì come negli Angelus si mantiene abbastanza soft, lineare con la dottrina; nelle Omelie del mattino usa il Vangelo per bacchettare il popolo di Dio, clero, parroci e vescovi non in linea con la sua “idea di chiesa”; negli incontri parrocchiali si trasforma persino in un buon parroco e in un umile catechista che domanda e risponde, catecheticamente, al piccolo gregge; negli incontri mondani o diplomatici, si trasforma in un tuttologo scienziato, diplomatico, sociologo, militare, ideologo, ecc… dove Gesù Cristo scompare letteralmente, dove la dottrina viene fatta a pezzi e dove il Catechismo viene giudicato persino “dannoso”. Non ce lo stiamo inventando noi, basta seguire tutti i suoi discorsi, le sue interviste attentamente, gli applausi che riceve da certa stampa che fino a ieri avrebbe visto volentieri la morte di tutti i suoi predecessori e l’affossamento definitivo del cattolicesimo.. Più che un cooperatore della Verità ci troviamo davanti ad un Pontefice cooperatore degli accomodamenti!
Per comprendere cosa sta accadendo oggi nella Chiesa è fondamentale che leggiate il Dossier che stiamo studiando sul gesuitismo degli anni Settanta: vedi qui prima partequi la seconda parte, e presto una terza. Non sono studi soggettivi, ma oggettivi e che rivelano un piano specifico atto ad alimentare il diabolico “spirito del concilio” denunciato come perverso sia da Paolo VI, sia da San Giovanni Paolo II e sia da Benedetto XVI, uno “spirito” Modernista profeticamente condannato da San Pio X e che ha trovato, nel gesuitismo di quegli anni, la roccaforte per il suo espansionismo nella Chiesa. E’ tutto provato, nero su bianco. E dal momento che noi non crediamo al “caso”, è rilevante capire che non è un “caso” che questo gesuitismo modernista sia giunto ai vertici della Chiesa riportandoci indietro di cinquant’anni che anzi nel progredire, ci sta spingendo verso una regressione che i tre Pontefici citati tentarono di combattere.
Dove si vuole arrivare con questa nuova prassi della Eucaristia ai “divorziati-risposati”?
Intendiamoci bene, il Papa non risponderà mai direttamente ai Dubia dei cardinali il perché è semplice: egli non vuole (e non può, lo sa benissimo) cambiare la dottrina, ma nella prassi vuole introdurre il diritto della coscienza sopra la dottrina. Ma c’è qualcosa di peggio e di più inquietante. Tutta questa battaglia non nasce affatto dall’amore verso quel prossimo che si trova in un grave stato di peccato mortale, ma nasce dal falso ecumenismo che pretenderebbe una comunione eucaristica con il mondo protestante.
Il divorziato-risposato è solo lo specchio per le allodole, è il caso attraverso il quale impietosire la gente e attirarla verso questa scomposta compassione, Papa Francesco diventa il “più buono e più misericordioso” di Cristo stesso e tutti coloro che gli dicono: “No Santità, state sbagliando!” sono i cattivoni, i retrogradi, i tradizionalisti, i conservatori, persone senza compassione, senza misericordia… Il “popolino” che in fondo ama sinceramente l’immagine del Pontefice, ci casca e ci è cascato, complice lo stillicidio mediatico del “Papa misericordioso”. In verità si sta mirando a colpire il Sacramento dell’Eucaristia per piegarlo ad una intercomunione con i Protestanti. Se non credete a noi, leggete questo articolo da La Nuova Bussola Quotidiana: “Per dissolvere definitivamente la liturgia cattolica“.
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Amici cari, studiatevi la vera storia dei fatti che seguirono al concilio e dopo il concilio. Non è un segreto apprendere che la riforma Liturgica aveva come motivazione un avvicinamento del mondo protestante alla Messa Cattolica, lo spiegava Paolo VI stesso a Guitton. L’idea era fatta di buone intenzioni le quali però, come dice un pensiero dei Santi “lastricano la strada per l’inferno!” La riforma liturgica fu usata non per convertire i protestanti al Cattolicesimo, al contrario, per protestantizzare la Chiesa. Di questo domino costruito a tavolino che cosa mancava? L’intercomunione la quale, abusivamente avanzata in ambiente germanico, fu condannata letteralmente da Giovanni Paolo II nella sua ultima Enciclica Ecclesia de Eucharistia nella quale c’è questo passaggio che vale la pena di leggere attentamente:
“Non c’è dubbio che la riforma liturgica del Concilio abbia portato grandi vantaggi per una più consapevole, attiva e fruttuosa partecipazione dei fedeli al santo Sacrificio dell’altare. (..) Purtroppo, accanto a queste luci, non mancano delle ombre. Infatti vi sono luoghi dove si registra un pressoché completo abbandono del culto di adorazione eucaristica. Si aggiungono, nell’uno o nell’altro contesto ecclesiale, abusi che contribuiscono ad oscurare la retta fede e la dottrina cattolica su questo mirabile Sacramento. Emerge talvolta una comprensione assai riduttiva del Mistero eucaristico. Spogliato del suo valore sacrificale, viene vissuto come se non oltrepassasse il senso e il valore di un incontro conviviale fraterno. Inoltre, la necessità del sacerdozio ministeriale, che poggia sulla successione apostolica, rimane talvolta oscurata e la sacramentalità dell’Eucaristia viene ridotta alla sola efficacia dell’annuncio. Di qui anche, qua e là, iniziative ecumeniche che, pur generose nelle intenzioni, indulgono a prassi eucaristiche contrarie alla disciplina nella quale la Chiesa esprime la sua fede. Come non manifestare, per tutto questo, profondo dolore? L’Eucaristia è un dono troppo grande, per sopportare ambiguità e diminuzioni… Confido che questa mia Lettera enciclica possa contribuire efficacemente a che vengano dissipate le ombre di dottrine e pratiche non accettabili, affinché l’Eucaristia continui a risplendere in tutto il fulgore del suo mistero. ” (n.10)
Lasciamo a voi trarre le conclusioni di questo “grido inquieto” inascoltato, un vero Testamento possiamo dire visto che eravamo nell’Anno dell’Eucaristia e nell’anno in cui Giovanni Paolo II morì. Aggiungiamo insieme altri appelli che seguirono, di Benedetto XVI nella Sacramentum Caritatis, un’altro monito calpestato: “Il Sinodo dei Vescovi ha confermato la prassi della Chiesa, fondata sulla Sacra Scrittura (cfr Mc 10,2-12), di non ammettere ai Sacramenti i divorziati risposati, perché il loro stato e la loro condizione di vita oggettivamente contraddicono quell’unione di amore tra Cristo e la Chiesa che è significata ed attuata nell’Eucaristia...”(n.29)
La scelta di “quei Vescovi” guidati da un saggio Pastore, non hanno fatto altro che confermare “la prassi CONFERMATA DALLA SCRITTURA”, capite bene amici quello che stanno facendo invece, oggi, i pastori guidati da un pastore molto strano? Che cosa è cambiato dal Sinodo del 2005 ai due sinodi del 2014 e 2015? è cambiato il Pontefice, il Pastore…. ma non è certo cambiata la Scrittura! Quello che era peccato ieri, è peccato anche oggi e domani! Questo Pastore, allora, dove vuole portarci?
Ricordiamo che “la Comunione Eucaristica” non è un diritto di nessuno, e neppure un monopolio dei parroci o del Pontefice, sia ben chiaro! Il Papa non è il “successore di Cristo” come siamo stati costretti ad udire – senza che nessuno correggesse il grave errore – da alcuni giovani di recente intervistati, e che può fare quello che vuole, la sua infallibilità non riguarda e non rientra nella costruzione di una chiesa fatta a sua immagine, e questo vale per tutti i Pontefici di ieri, oggi e domani. Tuttavia è evidente che il marketing in uso mediatico di stampo modernista, che ben conosce la verità sul ruolo e la missione di Pietro di cui il Papa è il successore, ama ingannare il popolo giocando sulle immagini di un Papa simpatico e misericordioso.
Noi non vogliamo entrare nel giudizio soggettivo della persona, un Papa NON deve affatto “piacere”, come ricordava il compianto Mario Palmaro, che se piacesse al mondo come ricorda Gesù stesso e, di recente rimarcato dal vaticanista Aldo Maria Valli vedi qui, significherebbe che qualcosa con il Vangelo si è rotto, come del resto lo testimonia anche la lunga documentazione redatta, giorno dopo giorno, dalla tastiera riflessiva di Marco Tosatti, vedi qui. E se volete arricchirvi di sana lettura, leggete anche le riflessioni di Padre Giovanni Scalese qui “Dato per letto”.
Papa Francesco ha, indubbiamente, un forte carisma che andrebbe, tuttavia, usato per essere cooperatore della Verità e non dell’immagine di una Chiesa “ospedale da campo” (che non regge più) dentro al quale, agli ammalati, non si distribuiscono affatto le vere medicine, ma palliativi, cure dall’effetto placebo, dove si regalano sogni e utopie, dove si offre al malato una diagnosi falsificata, o dove si nasconde ad esso lo stato grave e mortale della sua malattiaSe il Papa avesse intenzione di portarci in Paradiso – pensiero sublime che non gli mettiamo in discussione – gli andrebbe però ricordato che la strada da lui scelta non è affatto quella migliore, e non è neppure quella del Vangelo, non è la strada indicata dal Cristo.
Abbiate il dolore dei peccati – Vivete in continua conversione“. È la traduzione del “Poenitens cor tenete” che il Fondatore Alberione stesso ha consegnato ai suoi nella traduzione italiana “Abbiate il dolore dei peccati”. Si tratta di una delle tre espressioni di cui Don Alberione fece esperienza durante un famoso “sogno” e che volle si scrivesse in tutte le cappelle paoline. È la risposta che questo santo diede al suo discepolo in un momento di difficoltà, quasi a rassicurarlo della sua assistenza chiedendo in cambio lotta al peccato e adesione alla divina volontà. È tradotto in forma dinamica con “Vivete in continua conversione”. La conversione continua deve caratterizzare l’intera esistenza del discepolo di Gesù, che solo in questo modo coopera davvero alla instaurazione del Regno di Dio, che non è di questo mondo.
Laudetur Jesus Christus

3 commenti:

  1. Ma di nuovo quelli del delirio contro la Compagnia di Gesù cattolica! Basta, per favore! Si tratta di tristi personaggi che riprendono e diffondono senza vergogna le calunnie di massoni, protestanti, giansenisti, liberali e modernisti (come ad esempio il loro caro J. Huber il cui testo è all'indice da tempo immemorabile) contro Sant'Ignazio di Loyola e la Compagnia di Gesù (che naturalmente nulla ha a che vedere con Bergoglio e i modernisti sedicenti gesuiti attuali). Più volte ripreso da vari cattolici anche pubblicamente, costui non ha desistito dall'attribuire falsamente la responsabilità dell'eresia modernista alla Compagnia di Gesù cattolica approvata dalla Chiesa e da tutti i Papi cattolici. Diffondere calunnie con la pubblicazione di tali articoli e di link a tali pagine è moralmente assai rilevante.

    Deus non irridetur.

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  2. Senti ciccio se vuoi sproloquiare sproloquia pure ma magari mettici la faccia.... Massimiliano.

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  3. Inutili e ridicole le tue provocazioni: ma non scrivo per te, scrivo per coloro che vuoi ingannare.
    Sono calunnie e menzogne quelle di Pascal, di Gioberti, di Huber (tutti condannati e all'indice), del falso odio per la Compagnia di Gesù di San Carlo Borromeo... L'odio per la vera Chiesa cattolica antimodernista del passato genera l'anarchia religiosa ed è tutta acqua al mulino dei modernisti bergogliani.
    Capito anonimo "Massimiliano" cooperator calumniae che "ci mette la faccia"? Sei stato avvisato tante volte, sei cosciente di quello che fai, ne risponderai a N.S.G.C., Deus non irridetur.

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