ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 21 dicembre 2016

Gli italiani ricorderanno?


QUANDO L’ITALIA S’INCHINA A MARIA

Il 15 marzo 1994 l’allora Pontefice ha dato inizio ad un periodo di “grande preghiera” per l’Italia che ha avuto una durata di nove mesi (quanto una gravidanza) ed ha conservato – dal principio alla fine – un evidente riferimento mariano. La preghiera ebbe inizio, infatti, presso il famoso “muro dei graffiti”, adiacente alla tomba di Pietro, dove il nome di Maria è invocato – intrecciato a quelli di Gesù e di Pietro – come soprannaturale vittoria della Chiesa nascente, e ha avuto termine a Loreto, dove sono venerate le mura che accolsero l’angelo annunziante l’incarnazione del Verbo divino. Quest’irradiamento della preghiera dal Tirreno all’Adriatico coinvolse tutte le regioni della Penisola “Sfavillante” (Aethalia = favilla), che con i suoi 1500 santuari mariani si presenta con una specialissima fisionomia spirituale fra tutte le nazioni cristiane d’Europa.

“Perché loro e non io?”


Gelida semilibertà per Vallejo Balda. È l'inverno della misericordia


balda
Riavvolgiamo il nastro e torniamo al 22 dicembre del 2012., quando la segreteria di Stato diramò il seguente comunicato:
"Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto visita in carcere al Sig. Paolo Gabriele, per confermargli il proprio perdono e per comunicargli di persona di avere accolto la sua domanda di grazia, condonando la pena a lui inflitta. Si è trattato di un gesto paterno verso una persona con cui il Papa ha condiviso per alcuni anni una quotidiana familiarità.

“Ho allergia degli adulatori, mi merito i detrattori”:slap,slap!

Comprare un paio di scarpe, quando l’umiltà di un Papa ci invita alla speranza 
(a cura Redazione "Il sismografo") 
(Damiano Serpi©copyrightChi di noi non esce abitualmente di casa per comprare ciò che gli serve ? Non c’è cosa che facciamo con più disinvoltura. Per il Santo Padre è più complicato. Ci sonoragioni di sicurezza, di opportunità e di ordine pubblico che devono essere vagliate e chenessuno di noi si pone nel vivere quotidiano. Ma a quanti di noi piacerebbe ancora di più poter mandare qualcun altro al supermercato, in farmacia o dal giornalaio al posto nostro? Diciamolo chiaramente, ci piacerebbe tanto. Questo il Santo Padre potrebbe farlo con più facilità e, con tutta sicurezza. 
Invece Papa Francesco mostra la sua umiltà e, mettendo un po’ di patema d’animo a chi si occupa quotidianamente con professionalità e accuratezza della sua sicurezza, anche stavolta è voluto andare di persona in una farmacia romana per acquistare un paio di scarpe ortopediche. Lo avrà fatto per evadere un po’ dalle stanze vaticane? Lo avrà fatto per poter avere quel contatto con la gente che tanto gli fa bene? 
Lo avrà fatto per assaporare quella libertà di movimento che il suo ruolo gli impedisce di avere e di cui lo stesso Papa Francesco ha più volte confessato pubblicamente di patire la mancanza? Di certo qualcuno non tarderà a trovare in questo gesto qualcosa da criticare. I mal pensanti fanno parte del vivere quotidiano e Papa Francesco tiene conto anche le loro osservazioni. 
Personalmente mi piace pensare anche a qualcos’altro. Mi piace pensare che con questo gesto il Papa abbia voluto regalare a tutti noi, in questo preciso momento, una testimonianza di coraggio, di speranza, di fiducia. Mentre tutte le tv del mondo raccontano di cristiani impauriti dopo l’attentato di Berlino, l’uccisione dell’ambasciatore russo in Turchia e la strage nella Chiesa Copta di Il Cairo, il Papa esce tranquillamente e compie uno dei gesti più semplici e umili che tutti noi facciamo ogni giorno. Si reca ad acquistare di persona ciò di cui ha bisogno. Proprio lui, il Santo Padre, ci offre questa testimonianza vera, concreta, diretta. Non ha paura, esce, va incontro al mondo che esiste al di fuori della sua residenza super protetta. Incontra, si ferma e dialoga umilmente con chi trova nel suo percorso. 
Abbiamo davvero bisogno di testimonianza e di esempi e questo, voluto o no che sia stato, lo è davvero. 

Carta igienica per piazza S.Pietro


ALEPPO, LE MENZOGNE DEI MEDIA E LA REALTÀ VISSUTA DA CHI L’HA VISSUTA. PARLA UN MEDICO, NABIL ANTAKI.

La fine della battaglia di Aleppo ha segnato un altro episodio di sostanziale vergogna per la maggior parte dell’informazione occidentale, compresa quella italiana. Era solo qualche mese fa che denunciavamo come i media occidentali si facevano strumento della propaganda dei propri governi, e facevamo nostro l’incipit di un commentatore del Boston Globe: “La copertura della guerra siriana sarà ricordata come uno dei più vergognosi episodi nella storia della stampa americana. E i reportage sul massacro nell’antica città di Aleppo ne sono l’ultimo episodio”. 

Quanto puzza il Tradizionalista..!


Quando il Nazareno si presentò in Vaticano


In  quel tempo le cronache parlarono a lungo di un «patto del Nazareno», una complicata faccenda politica mai del tutto chiarita. Ma non si venne mai a sapere che il vero patto del Nazareno fu un altro.

Un giorno infatti il Nazareno si fece coraggio e decise di andare in Vaticano. Aveva un patto da proporre al papa.
Si presentò alle guardie svizzere ma fu respinto. Gli fecero un sacco di domande: chi era, che cosa voleva, se aveva prenotato, se aveva un accredito, se poteva contare su qualche amico cardinale.
Il Nazareno rimase senza parole. Non aveva prenotato, non aveva un pass, non aveva un cardinale amico. Tentò di spiegare che aveva da proporre un patto al papa, una cosa importante. Ma non ci fu verso.
Passarono di lì alcuni volontari che si dedicavano alle docce per i senza tetto e al servizio barba e capelli. Quando videro quell’uomo dalle lunghe chiome, che indossava una poverissima tunica di sacco e sembrava proprio bisognoso di assistenza, lo presero sottobraccio e lo portarono verso il colonnato, dove il papa aveva fatto installare le docce per i barboni e dove all’occorrenza uno poteva gratuitamente farsi tagliare i capelli e radere il volto.

Il demone muto!..Vogliono fargli le scarpe?*

Il papa non risponde ai quattro cardinali. Ma sono pochi 


quelli che lo giustificano


E sono sempre di più, invece, i cardinali e vescovi che si schierano a sostegno degli autori delle cinque domande di chiarimento sulle ambiguità di "Amoris laetitia". Eccoli a uno a uno

di Sandro Magister


ROMA, 21 dicembre 2016 – "Sono solo quattro cardinali", ha detto il porporato brasiliano Cláudio Hummes, grande elettore di Jorge Mario Bergoglio, degli autori della lettera al papa con i "dubia" sui punti controversi di "Amoris laetitia". "Solo quattro contro più di duecento, un gruppo enorme che invece sta dando tutto il suo appoggio al papa":

> Hummes: “¿Las críticas al Papa? Son sólo cuatro cardenales. Todo el colegio cardenalicio está con él”

In realtà il paesaggio appare molto più mosso, a giudicare da tutti coloro, tra i cardinali e i vescovi, che hanno preso la parola sui "dubia", dopo la loro pubblicazione il 14 novembre ad opera dei cardinali Walter Brandmüller, Raymond L. Burke, Carlo Caffarra e Joachim Meisner.

Sono diciotto i cardinali e i vescovi che fino ad oggi hanno parlato sul tema. E di questi non più di sette hanno preso le parti del papa scagliandosi contro i quattro autori dei "dubia".

In ogni caso non si è vista affatto prorompere quella difesa corale e universale di papa Francesco data per certa da Hummes.

Non solo. Il primo che si è scagliato contro i quattro cardinali l'ha fatto con una tale virulenza da ritrovarsi a sua volta isolato, rispetto agli altri sostenitori di papa Francesco.


Qual'é il papa?

Se Scalfari scrive che gli Apostoli erano tredici… 


scalfari-francescoC’è chi lo ha definito Grande Orecchiante per il modo in cui tratta temi filosofici, storici e teologici su “Repubblica”. Eugenio Scalfari ci delizia da anni con le sue fantasiose sparate e continua instancabilmente, nonostante l’età. Domenica scorsa, per esempio, nel suo editoriale sul giornale da lui fondato, ha confuso l’Immacolata Concezione (che abbiamo festeggiato l’8 dicembre) con “l’Assunzione al cielo di Maria” (forse voleva menzionare anche tale “assunzione” fra i meriti del Jobs Act renziano).
Sabato, poi, Scalfari in un nuovo editoriale su “Repubblica” dedicato agli 80 anni del papa, ha lanciato un altro dei suoi caratteristici scoop teologici: “gli apostoli all’ultima cena erano tredici”.

Più belli che intelligenti..!?

#Fedeli: l'ONAGROCRAZIA al potere!

martedì 20 dicembre 2016


Tutti i Lucignoli d’Italia oggi festeggiano! Non soltanto perché tra pochi giorni inizieranno le vacanze natalizie e non si andrà più a scuola. Festeggiano perché hanno ottenuto la loro rivincita morale sui compagni secchioni e sgobboni. Oggi hanno un Ministro dell’Istruzione che è una dei loro. Una che davvero li rappresenta, dimostrando concretamente che in Italia si può anche non studiare per fare strada e, soprattutto, carriera politica. Via libri di scuola, sussidiari, abecedari, dizionari, e tutta quella ferraglia arrugginita che costringe la povera gioventù a perdere tempo incollata ad una sedia per ore! Basta, finalmente è arrivata l’ora della riscossa. L’onagrocrazia al potere! A proposito, onagrocrazia non è una parolaccia. Deriva dal greco ὄναγρος (ònagros), che significa somaro selvatico. L’ha coniata Benedetto Croce per indicare la forma di potere gestita dai somarelli, ovvero coloro che non hanno avuta tanta voglia di studiare.

martedì 20 dicembre 2016

I se e i ma...

State calmi, è strategia della tensione

E’ troppo presto per dire qualcosa di più preciso. L’assassinio di Ankara è stato rivendicato, più precisamente esaltato, dall’IS e da Al Qaeda, certo come no:  attraverso il SITE di  Rita Katz. E’ un indizio abbastanza preciso.  Anche Obama, anche al Dipartimento di Stato, e alla Cia, hanno ottime ragioni per esaltare l’omicidio,  prima   di dover traslocare.

Laureata CEI


IL MINISTRO FEDELI FA UN ALTRO SCIVOLONE NELLO SCAMBIO DI CORTESIE E RIVERENZE CON AVVENIRE. IL GENDER C’È O NON C’È?
Ho letto con rispetto e interesse lo scambio di cortesie fra il Ministro della Pubblica Istruzione Fedeli e il direttore del quotidiano dei vescovi, Avvenire. Giornale a cui il neo-ministro deve essere grata anche perché ha elegantemente sorvolato su quello che è stato e continua ad essere il principale problema di questa nomina. Cioè il fatto che il ministro della Pubblica istruzione ha scritto sul suo CV di essere laureata (non vero) e poi l’ha fatto sparire.

Mala Fede:fuori dalla hall,fora di ball

Papa Francesco: "Aiutare i migranti è come accogliere Dio stesso"

"Esprimo la mia solidarietà ai migranti del mondo e ringrazio coloro che li aiutano: accogliere l'altro è come accogliere Dio in persona!". Lo scrive Papa Francesco in un tweet, pubblicato in occasione della Giornata mondiale dei migranti.

CHI E' IL VERO "MIGRANTE" ?


    Questa società non punta ad accogliere chi arriva da noi, ma a rendere migrante chi c'è già.
Il capitale non mira a integrare i migranti ma a disintegrare i non-ancora-migranti affinché si adattino allo stile di vita apolide e nomade 
di Diego Fusaro  

C'é un pacco anche per lui?

                        
ULTIM'ORA: Card. Burke dà utlimatum al Papa: "Deve chiarire i dubia o dopo l'Epifania potrebbe arrivare l'atto formale di correzione"

Il Card. Burke pone un limite di tempo al Papa per rispondere, e avvisa: "O risponde dopo l'Epifania o si dovrà procedere con l'atto formale di correzione, dopo l'Epifania.
L'articolo ricorda un precedente: un atto di formale correzione da parte di teologi dell'Università di Parigi che ammonirono e corressero Papa Giovanni XXII nel XVI secolo. Più che giusto, alla luce anche del ben più autorevole precedente: la correzione che San Paolo ebbe a fare a San Pietro "pubblicamente, perchè ne andava della fede".
Citiamo, circa la legittimazione dei 4 cardinali (che non sono più soli!) di correggere il Papa, quanto scrissero San Tommaso e sant'Agostino (come riportato da Corrispondenza Romana in un interessantissimo studio di don P. Leoni del 14.12.2016):
"Scrive San Tommaso d’Aquino (ad Gal.2.14): “Essendovi un pericolo prossimo per la fede, i prelati devono essere ripresi, perfino pubblicamente, da parte di quelli che sono loro soggetti. Così San Paolo, che era soggetto a San Pietro, lo riprese pubblicamente, in ragione di un pericolo imminente di scandalo in materia di fede”.
E Sant’Agostino commenta: “Lo stesso San Pietro dette esempio a coloro che governano, affinché essi, allontanandosi qualche volta dalla buona strada, non rifiutino come indebita una correzione venuta anche dal loro soggetti”.
Riferendosi di nuovo alla critica pubblica di San Paolo a San Pietro, scrive ancora San Tommaso: “La riprensione fu giusta ed utile, ed il suo motivo non fu di poco conto: si trattava di fatti di un pericolo per la preservazione della verità evangelica… il modo della riprensione fu conveniente, perché fu pubblico e manifesto. Perciò San Paolo scrive: ‘Parlai a Cefa’ cioè a Pietro ‘di fronte a tutti’ perché la simulazione operata da san Pietro comportava un pericolo per tutti.”
Questo è lo spirito dunque in cui sarà intrapresa la critica delle dottrine o dei gesti che seguono, con la pietà dovuta di un figlio verso il proprio padre spirituale, capo visibile della santa Chiesa di Dio. Le dichiarazioni (o i gesti) trattati riguarderanno solo tre punti determinati: 1) l’Ecumenismo, 2) l’Eroticismo, e 3) l’Adulterio. (segue nell'articolo "Non si può più tacere") "
Roberto

Si preparano la ghigliottina..


Alcuni commentatori iniziano a prendere atto del clima intimidatorio e di paura - peraltro denunziato da molti sin dai primi giorni dopo l'elezione di Bergoglio - che vige nell'Alma Urbe ed in particolare all'interno delle Mura Leonine. 

L'ultima denuncia, a onor del vero la più aperta e coraggiosa, viene dal sito Lifesitenews, in un articolo dal titolo Climate of fear in Vatican is very real (Il clima di paura in Vaticano è palpabile).

Per chi conosce le dinamiche della Corte Papale, è noto che mai prima d'ora si era giunti a dover temere che le proprie conversazioni fossero ascoltate da orecchi indiscreti, che la privacy della corrispondenza elettronica fosse violata, che le comunicazioni telefoniche venissero registrate. Ma vi posso garantire che questa è l'impressione che hanno quasi tutti coloro che svolgono una qualsivoglia mansione in una Congregazione Romana, in Segreteria di Stato, negli Atenei Pontifici, negli uffici della Sede Apostolica. 

El cabron alterado

GIUDA SI E' PENTITO,O NO ?

    «Sarebbe stato meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!» sono parole terribili che fanno rabbrividire pronunciate da Gesù su Giuda Iscariota ma papa Francesco non è d’accordo non la pensa così: a cosa vuole arrivare? 
di Francesco Lamendola  



«Sarebbe stato meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Sono parole terribili, che fanno semplicemente rabbrividire. Di chi mai si potrà dire una cosa simile? Chi oserà esprimere un giudizio così radicale, così annichilente, a proposito di un essere umano, per quanto peccatore? Ebbene, queste parole atroci non sono uscite dalla bocca dei soliti “clericali”, come li chiama, ormai abitualmente, papa Francesco; non sono state pronunciate da qualche fariseo o dottore della Legge, e neppure da qualche moderno inquisitore, da qualche Torquemada, bramoso di persone da mandare al rogo; nossignori: sono parole pronunciate da Gesù Cristo. E sono parole che Egli ha pronunciato nei confronti di una persona ben precisa, in carne ed ossa, con un nome e un cognome, non nei confronti di una persona ipotetica; di una persona che Egli conosceva assai bene, perché era uno dei dodici apostoli, tutti scelti da Lui: Giuda Iscariota. Colui che lo avrebbe tradito e venduto al Sinedrio di Gerusalemme per trenta denari.
Vale la pena di riportare tutto il passo del Vangelo di Marco (14, 17-21):

Venuta la sera, egli giunse con i Dodici. Ora, mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse: «In verità vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l'altro: «Sono forse io?». Ed egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che intinge con me nel piatto. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui, ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è tradito! Bene per quell'uomo se non fosse mai nato!

Jorge Videla Bergoglio

 Paura in Vaticano

(EDWARD PENTIN SULLA GUERRA PER “LO SPIRITO DEL CONCILIO”)


«Non ho mai sperimentato nulla di simile nella mia vita»
(Ed Pentin)

Apprendiamo dal sito lifesitenwes.com le esternazioni del vaticanista Edward Pentin, e dei suoi collaboratori John-Henry Westen  e Jan Bentz, a seguito di un recente viaggio a Roma. Oltre Tevere pare ormai essere in vigore un regime di sospetto se non un vero e proprio Stato di Polizia. Il noto giornalista, non tentando nemmeno di nascondere il proprio sconcerto per questa situazione pietosa, racconta di aver visto un “modello costante” consistente di ansia diffusa e paura molto reale tra servitori fedeli della Chiesa. Cosa in vero mai riscontrata in dieci anni di corrispondenza. «Molti avevano paura di essere rimossi dalle loro posizioni».

lunedì 19 dicembre 2016

Mansuetudine angelica

LA CASA DI EFESO

    Quella casa fra gli alberi, sulla collina, donde s’intravede lo scintillio del mare. Anna Katharina Emmerick e le singolari circostanze del ritrovamento della casa di Efeso. Ben 3 pontefici vi si sono recati in pellegrinaggio 
di Francesco Lamendola  




C’è un’antica dimora in pietra, ad alcuni chilometri da Efeso, verso sud, non lontana dalle azzurre rive del Mediterraneo, immersa nel verde dei pini, delle acacie e degli olivi e nella pace del silenzio. Un incendio era divampato nei boschi circostanti, nel 2003, ma, inspiegabilmente, le fiamme si arrestarono a un metro dalla casa, lasciandola intatta. Si tratta di una dimora antichissima, che è stata datata al I secolo dell’era volgare. Secondo la tradizione, quella è stata l’ultima dimora terrena di Maria Vergine, la madre di Gesù Cristo (in turco: Meryem Ana Evi.), ai piedi del monte Solmisso, che è, in realtà, una collina alta appena 500 metri, dalla quale si vede, però, lo scintillio delle acque dell’Egeo. Il modo in cui quel venerabile edificio è stato ritrovato merita senz’altro un approfondimento ed una riflessione.

L’opzione Sarajevo 2.0?

Turchia, è “Archduke moment” o destabilizzazione interna? Di certo, ricorda molto Sarajevo nel 1914

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False flag doveva essere e false flag, forse, è stato. E in grande stile. Alla vigilia di un incontro preparatorio al vertice trilaterale previsto per il 27 dicembre a Mosca fra Russia, Turchia e Iran per il futuro della Siria, a cui avrebbe paertcipato anche il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, l’ambasciatore russo ad Ankara, Andrey Karlov, è stato ucciso in un attentato a colpi d’arma da fuoco, mentre presenziava alla mostra fotografica “La Russia vista attraverso gli occhi dei turchi”. Altre quattro persone sono rimaste ferite ma, almeno in due casi, non pare in maniera fatale.
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È tutto oro, quel che luccica?

COS'E'IL DIALOGO INTER-RELIGIOSO?

    Cari cattolici post-conciliari, la Chiesa cattolica non appartiene forse a Gesù Cristo? Una religione per sopravvivere deve credere in se stessa, deve essere fiera di sé e deve essere animata da zelo apostolico 
di Francesco Lamendola  



La dichiarazione conciliare Nostra aetate (Nel nostro tempo), del 28 ottobre 1965, è uno degli ultimi documenti approvati dal Concilio Vaticano II, e – con la Dignitatis Humanae, dedicata alla libertà religiosa - uno dei più controversi, destinato a sviluppi imprevedibili, perché, come molti altri documenti conciliari, la sua giusta interpretazione dipende, stanti i larghi margini di ambiguità, da una precisa volontà politica, in senso figurato, da parte della Chiesa post-conciliare.
La bozza preparatoria della Nostra aetate, specificamente dedicata alla questione dei rapporti con l’ebraismo, risaliva al novembre 1961, quattro anni prima, e recava il titolo Decretum de Judaeos; poi la prospettiva venne allargata anche ai rapporti con l’islam e, in generale, con le religioni non cristiane, e infine al senso religioso insito in ciascun essere umano e sulla necessità della fratellanza e dell’amore universali. Essa è la base teorica del cosiddetto dialogo inter-religioso, che si sarebbe sviluppato egli anni seguenti; senza di essa, eventi come gli incontri di preghiera inter-religiosi di Assisi, iniziati alla metà degli anni ’80 su iniziativa della Comunità di Sant’Egidio, sarebbero stati difficilmente immaginabili. Ma che cosa significa, esattamente, dialogo inter-religioso?

Gli anni della misericordia 2.0


IL DISASTRO DELLA CHIESA BELGA. LÉONARD, E IL PROFESSORE LICENZIATO DA UNA SCUOLA CATTOLICA. DIFENDEVA LOURDES E I MIRACOLI DEL VANGELO.

Nella Chiesa del 2016 può capitare quasi di tutto. Anche che venga richiesto – e l’hanno già fatto in parecchie migliaia – di firmare una richiesta di sostegno a un arcivescovo, Léonard, ingiustamente escluso dalla porpora cardinalizia, e di un insegnante, teologo, autore di diverse opere, e perseguitato perché sosteneva che i miracoli di Lourdes sono avvenuti, e che i miracoli del Vangelo anche.
Siamo al paradosso, ma in realtà anche stupirsi è diventato difficile.

La colpa è della tradizione popolare?°


                Ma il Natale di chi é?                                 

C'è di che farsi cadere le braccia, ad ogni Natale. Ed è ormai così dal 2011 col governo degli Androidi Monti & banchieri. A ridosso di  questo periodo non hanno nemmeno più il pudore di confezionarci "pacchi", nel senso di bidoni. Non regali sotto l'albero, ma veri e propri "pacchi" e fregature ignobili contro gli Italiani. A cominciare dal Pacco di Mattarella  col governo Gentiloni, appena dopo la nostra strepitosa vittoria al referendum. Dal Patto Gentiloni (il trisavolo dell'attuale presidente del consiglio) al Pacco Gentiloni, quarto governo nominato  e non eletto a tempo di record.

Intanto pacco su pacco, ogni anno l'iconoclastia anti-Natale galoppa spedita. La Rai ha pensato di mettere per sigla pubblicitaria natalizia una grafica a base di "pacchi-regalo" che si scompongono e ricompongono dove appare la scritta "Buone Feste", quella che usano le macellerie fuori dalle loro vetrine per i clienti.

Non tutti francescomani?

La “Street theology” di Francesco

Decentrato, planetario, inclusivo. Appena un anno fa a Roma iniziava l’Anno Santo dedicato alla Misericordia. Bergoglio, contravvenendo al protocollo, aveva tagliato il nastro nella Repubblica Centrafricana, terra in cui sono «rappresentate tutte le sofferenze» di un popolo. Bangui, proclamata per l’occasione «capitale spirituale del mondo», ospitava una cerimonia inaugurale celebrata con oltre una settimana d’anticipo sulla data ufficiale.

Scelta periferica, in sintonia con la “provocazione” da cui aveva preso le mosse il Giubileo Straordinario: mettere al centro gli “Hinterland” umani ed esistenziali di ogni angolo del globo, gli esclusi dalla società, ma non dalla Misericordia di Dio. Senzatetto, ex prostitute, carcerati. A popolare gli incontri di Bergoglio le anime che abitano la notte, affollano le celle buie, consumano i marciapiedi di città. Non la discesa agli Inferi di un eroe, ma l’attraversamento della realtà di un uomo che dubita. «Perché loro e non io?» ha domandato a una platea di detenuti, riecheggiando quel controverso «Chi sono io per giudicare». Ma non chiamatelo Superman.


"Open Communion"?: not common opinion!

L'intercomunione? Non si può fare, S. Tommaso dixitIl quinto centenario della riforma luterana ha riportato d'attualità il tema della comunione insieme cattolici e protestanti, teorizzata ad esempio dal teologo riformato Jurgen Moltmann. Ma la Chiesa ha sempre detto no, perché non basta il Battesimo a giustificare qualsiasi cosa. E a Moltmann ha risposto Giovanni Paolo II.Le celebrazioni del quinto centenario della Riforma luterana, e i gesti ecumenici che ne hanno accompagnato l'inizio, hanno portato alcuni settori della Chiesa cattolica ad approfondire e anche sostenere il tema dell'intercomunione. Ad esempio sull'Osservatore Romano del 26-27 settembre 2016, è stata riportata una tesi del teologo protestante Jurgen Moltmann, il quale sosteneva che la vera comunità cristiana «nasce quando i cristiani sentono la chiamata di Cristo e insieme vanno verso l’altare dove Cristo li aspetta. Che parliamo di “comunione” cattolica o di “santa cena” evangelica, si tratta sempre del “sangue di Cristo versato per voi” e “corpo di Cristo offerto per voi”. Come possiamo rimanere separati di fronte al Cristo crocifisso per noi?».
Si tratta della cosiddetta "open Communion", già praticata da molte denominazioni protestanti, in cui sono ammessi alla comunione, senza restrizioni, cristiani di altre denominazioni.

I Chiesa Fuori!

“Torno presto. Sono fuori per il mio compleanno!”

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“Torno presto. Sono fuori per il mio compleanno!”

NON E’ FACILE FARE IL PAPA. AUGURI FRANCESCO!
Buon compleanno papa Francesco! Di auguri hai molto bisogno. Non è facile fare il papa nelle tue condizioni in questo tempo così perturbato: non si evangelizza se non si è riconosciuti coerenti, se fatti e comportamenti non sono adeguati alla parole.
Hai imposto uno stile di vita sobrio e funzionale.
Hai cominciato col richiamare vescovi e preti alla povertà e alla fedeltà alla loro missione.
Hai avviato il difficile tentativo di ridurre la Curia alla sua funzione.
Hai rovesciato il giudizio sul mondo privilegiando giustizia, solidarietà, pace, su ordine, obbedienza, difesa della verità.
Hai denunciato la società sempre più globalizzata e richiamato i ricchi al dovere di prendersi cura dei poveri ridimensionando le disuguaglianze: non c’è diritto al superfluo se mancano cibo e acqua per tutti.
Hai faticosamente favorito il rovesciamento della sessuofobia promuovendo il primato delle persone sulle regole senza rinnegarle.
Hai promosso il valore della famiglia nei limiti imposti dalla tradizione ma senza farne un mito.
Hai dimensionato le controversie teologiche.
Stai cercando di fare il papa … come Cristo comanda. Grazie
Noi Siamo Chiesa
Roma, 17 dicembre 2016
https://www.facebook.com/nandinocapovilla/posts/1275301999198866

Verrà la morte corporale, e avrà i suoi occhi..

Francesco, comunista e scomunicato



Messa pontificale in Piazza della Rivoluzione a L'Avana: con Gesù Cristo e Che Guevara

«Francesco», attuale occupante del Trono di San Pietro e supposto Vicario di Cristo, il 7 novembre 2016, ha rilasciato una nuova intervista al suo confidente e portavoce ufficioso: il giornalista laicista e abortista italiano Eugenio Scalfari, che è stata pubblicata, come d’abitudine, nel quotidiano di sinistra La Repubblica (1), di cui Scalfari è stato uno dei fondatori e il primo direttore. Ormai si è perso il conto delle interviste, delle conferenze stampa e dei resoconti con cui Francesco ha diffuso il caos e la confusione tra i cattolici col suo pseudo magistero mediatico, e in verità vengono sempre meno la voglia e l’energia per continuare ad analizzarli e a denunciarli pubblicamente.

E questo per due motivi principali. In primo luogo perché si tratta sempre dello stesso arcinoto discorso naturalista che cerca di trasformare il cattolicesimo in una ONG laica e dei diritti umani, in conformità con lo scopo della massoneria. In secondo luogo perché si suppone che chi non ha ancora aperto gli occhi dopo quasi quattro anni di aberrazioni bergogliane, difficilmente lo farà leggendo l’ennesima critica della sua ennesima intervista. Se, ciò nonostante, mi sono deciso a farlo è perché in quest’ultima si riscontra senza attenuanti l’adesione di Bergoglio all’ideale socialista, per la qualcosa egli incorre nella scomunica automatica – latae sententiae – comminata della Congregazione del Sant’Uffizio col decreto del 1 luglio del 1949, che citerò più avanti dopo le parole di Bergoglio che afferma che «sono i comunisti che la pensano come i cristiani» (2).

Di seguito trascrivo una parte dell’intervista:

domenica 18 dicembre 2016

Non cambiano le parole, ma i fatti!

DIGNITATIS HUMANAE

    Dignitatis Humanae e libertà religiosa: è davvero una questione filologica? Uno dei documenti conciliari più controversi e dirompenti è stato proprio l’ultimo la Dichiarazione Dignitatis Humanae sulla libertà religiosa 
di Francesco Lamendola  
  

Come è noto, uno dei documenti conciliari più controversi e dirompenti è stato proprio l’ultimo, la Dichiarazione Dignitatis Humanae, sulla libertà religiosa: che, per i teologi progressisti e per i nuovi indirizzi pastorali, apre la stagione “gloriosa” del dialogo inter-religioso e dell’ecumensimo, mentre, per i suoi critici, inaugura una stagione di relativismo e di grave confusione dottrinale.
Quale delle due interpretazioni è più vicina al vero? Per tentar di rispondere a questo scomodo interrogativo – scomodo, per le enormi conseguenze che ne derivano, anche sul piano dell’attualità, circa la Chiesa e la fede dei cattolici - ci sembra necessario riportare tutto il Proemio e la prima parte del secondo capitolo della Dignitatis Humanae, pubblicata il 7 dicembre 1965, cioè alla vigilia della chiusura ufficiale del Concilio Vaticano II da parte di Paolo VI (da: I documenti del Concilio Vaticano II, Milano, Edizioni Paoline, 2002, pp. 579-581):