Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
Dignitatis Humanae e libertà religiosa: è davvero una questione filologica? Uno dei documenti conciliari più controversi e dirompenti è stato proprio l’ultimo la Dichiarazione Dignitatis Humanae sulla libertà religiosa
di Francesco Lamendola
Come è noto, uno dei documenti conciliari più controversi e dirompenti è stato proprio l’ultimo, la Dichiarazione Dignitatis Humanae, sulla libertà religiosa: che, per i teologi progressisti e per i nuovi indirizzi pastorali, apre la stagione “gloriosa” del dialogo inter-religioso e dell’ecumensimo, mentre, per i suoi critici, inaugura una stagione di relativismo e di grave confusione dottrinale.
Quale delle due interpretazioni è più vicina al vero? Per tentar di rispondere a questo scomodo interrogativo – scomodo, per le enormi conseguenze che ne derivano, anche sul piano dell’attualità, circa la Chiesa e la fede dei cattolici - ci sembra necessario riportare tutto il Proemio e la prima parte del secondo capitolo della Dignitatis Humanae, pubblicata il 7 dicembre 1965, cioè alla vigilia della chiusura ufficiale del Concilio Vaticano II da parte di Paolo VI (da: I documenti del Concilio Vaticano II, Milano, Edizioni Paoline, 2002, pp. 579-581):
Schönborn & Co., si “scherza” con i fanti non con i santi!
Le scorrette citazioni di San Tommaso d’Aquino contenute nell’AMORIS LAETITIA sono opera dell’eterodosso cardinale austriaco Christoph Schönborn, designato da papa Francesco in persona come l’INTERPRETE UFFICIALE di questo ambiguo e contestatissimo documento.
La vittoria di Assad e Putin ad Aleppo potrebbe avere conseguenze decisive per la guerra civile siriana e se, tra gli sconfitti, è inevitabile annoverare le milizie per lo più jihadiste sostenute dalle monarchie del Golfo e dall’Amministrazione Obama, occorre chiedersi se la disfatta non travolga anche un’Europa che assomiglia sempre di più all’Eurabia tratteggiata da Bat Ye'or.
Su Aleppo, la Ue si è appiattita sulle posizioni saudite e delle altre monarchie del Golfo difendendo i jihadisti e sfidando il ridicolo con accuse di crimini di guerra rivolte a russi e regime siriano ma non ai ribelli delle milizie Qaediste e Salafite che anche secondo le Nazioni Unite hanno sparato ai civili in fuga, si sono fatti scudo della popolazione o impiegano bambini come kamikaze. Come è accaduto ieri a Damasco, dove una bambina di 8 anni è stata inviata dentro una stazione di polizia e poi fatta esplodere dai ribelli con un radiocomando.
> “Il povero Giuda traditore e pentito non è stato accolto dai pastori”
Il 13 di dicembre scorso, Papa Bergoglio ha parlato al Santa Marta sul popolo"vittima dei sedotti dal clericalismo"e fra le vittime ci ha incluso anche Giuda. Un articolo di Salvatore Cernuzio commenta su ZENIT:
((Sottolineature e grassetti sono sempre i miei. Il corsivo invece fa parte dei testi originali di Maria Valtorta.))
<<<
[…] "Come scartato è stato anche Giuda, dice il Papa proseguendo la sua opera di riabilitazione verso la figura dell’apostolo che tradì il Signore. Giuda “è stato un traditore, ha peccato di brutto, eh! Ha peccato forte” sottolinea Bergoglio, però poi si è pentito e, come dice il Vangelo, “è andato da loro a ridare le monete”. Ma loro cosa hanno fatto? Non hanno detto: “Ma, tu sei stato il nostro socio. Stai tranquillo… Noi abbiamo il potere di perdonarti tutto!”. No, hanno piuttosto risposto: “Arrangiati come tu puoi! È un problema tuo!”. “E lo hanno lasciato solo: scartato!”.
“Il povero Giuda traditore e pentito non è stato accolto dai pastori”, evidenzia Francesco. “Questi avevano dimenticato cosa fosse un pastore. Erano gli intellettuali della religione, quelli che avevano il potere, che portavano avanti la catechesi del popolo con una morale fatta dalla loro intelligenza e non dalla rivelazione di Dio”.
Siamo sicuri che i cattolici della odierna generazione cresciuti a Nutella e teologia della liberazione, istruiti da un clero modernista, sappiano esattamente che cos’è il rito centrale, essenziale della loro religione ?
di Francesco Lamendola
Siamo sicuri che i cattolici, i cattolici della odierna generazione, cresciuti a Nutella e teologia della liberazione, e, spesso, formati da un catechismo svuotato e banale, da una Comunione e una Cresima quali pretesti per un bagno di consumismo, e istruiti da un clero modernista che parla sempre di diritti, di libertà, di centralità dell’uomo, poco di Dio e nulla del peccato, e nulla di nulla della vita eterna, dell’Inferno e del Paradiso; siamo sicuri che costoro sappiano esattamente che cos’è il rito centrale, essenziale, indispensabile, della loro religione e della Chiesa cui appartengono da che sono stati battezzati, ossia la santa Messa?
Ce lo domandiamo perché abbiamo visto e udito con i nostri occhi e con i nostri orecchi, in certe parrocchie, celebrare delle Messe in cui il sacerdote si prende la libertà di parlar male della sua stessa Chiesa, di spargere a piene mani dubbi teologici tra i fedeli, di magnificare Lutero, Zwingli e Calvino, di portare ad esempio il giudaismo e l’islamismo, e riservare amare critiche solo ai cattolici, alla loro grettezza, alla loro iniquità, alla loro ipocrisia. Ce lo chiediamo perché, in certe chiese d’Italia, e di altri Paesi, vi sono dei preti che mettono in scena uno spettacolo di burattini, per render le cose più attraenti e più simpatiche: non ha forse detto Gesù Cristo (o Dio, fino a che punto si può travisare il Vangelo, e in perfetta mala fede!) che, se non si torna ad essere semplici come dei bambini, non si entrerà nel regno dei Cieli? E ce lo domandiamo perché, in altre chiese, il prete ha pensato bene di offrire ai fedeli che si vi recano, l’aperitivo, anzi, l’aperimessa, concludendo il tutto con balli e rinfreschi da spiaggia.
“Io ho allergia degli adulatori” ha detto di recente papa Bergoglio intervistato da Tv2000, aggiungendo che preferisce i suoi critici e addirittura i detrattori agli adulatori. Ha spiegato: “noi, a Buenos Aires, li chiamiamo ‘lecca calze’ e la figura è proprio di quello che lecca le calze dell’altro”. Parole molto eloquenti. Resta da capire se il pontefice argentino, in questi quattro anni, ha fatto qualcosa per allontanare da sé le (tante) adulazioni. I suoi 80 anni (oggi) indurranno tutti i media alle solite celebrazioni (vedremo quanto adulatrici), ma produrranno anche bilanci e sono stavolta bilanci di fine stagione.
Fernandez: Il papato di Francesco apre processi irreversibili
In occasione del compleanno di Papa Francesco risulta interessante l’intervista concessa al portale web Vatican Insider dall’arcivescovo Víctor Manuel Fernández. Rettore della Pontificia Università Cattolica Argentina (Uca), teologo e strettissimo collaboratore di Bergoglio. Il prelato, infatti, offre alcuni spunti per comprendere le principali linee di questo pontificato, ormai giunto a 4 anni dall’elezione al conclave del marzo 2013.
Repubblica e Corriere riportano una notizia: Putin Indicò come usare e far trapelare informazioni hackerate.
E’ proprio vero, le ‘fake news’ esistono.
.
Il 15 dicembre Corrieree Repubblicaroportano all’unisono la notizia che Vladimir Putin indicò come far trapelare le informazioni hackerate dal server della Clinton, avete letto bene “Putin indicò come usare…”, non i servizi russi o il governo, proprio lui in persona, diavolo di un Putin, adesso fornisce anche consulenze!
La notizia giungerebbe da fonti dei servizi USA che hanno rilasciato un’intervista alla NBC, a questo punto un giornalista dovrebbe già sobbalzare sulla sedia: i servizi segreti rilasciano interviste su dossier riservati su questioni di sicurezza nazionale?!? Se notizie di questo genere non passano attraverso fonti ufficiali governative la puzza di propaganda deve essere già forte.
AMORIS LAETITIA. IL MANTRA DEI “DUE TERZI” NON REGGE. E NON
DISSIPA LA CONFUSIONE. ANCHE PERCHÈ LA STORIA È DIVERSA…
Dopo Pell, Cordes e diversi vescovi – molti quelli che senza fare dichiarazioni alla stampa indicano nella propria diocesi di seguire quello che afferma il catechismo della Chiesa – anche il cardinale Renato Raffaele Martino prende posizione sulla comunione ai divorziati risposati, l’Amoris Laetita e i “Dubia” avanzati da quattro cardinali al Papa e alla Congregazione della Fede. Lo fa con un’intervista a La Fede Quotidiana, di cui riportiamo qui alcune frasi:
Sconcerto prima del concerto. E nel mirino del papa finisce anche l'Urbaniana
Del discorso di Francesco alla comunità dell’ospedale pediatrico
Bambino Gesù, la sala stampa e "L'Osservatore Romano" di giovedì 15
dicembre hanno riprodotto solo il testo scritto.
Che però il papa ha abbondantemente sostituito con sue
improvvisazioni, immortalate dal video integrale dell'udienza, diffuso
dal Centro Televisivo Vaticano: > Audience with Bambino Gesù Pediatric Hospital
Di queste improvvisazioni, hanno fatto notizia l'ennesima intemerata
di Francesco contro la "corruzione", non però un altro paio di sue
parole in libertà. Una più sconcertante dell'altra.
La prima (dal minuto 23' 55'' al minuto 24'36'' del video) Francesco l'ha prodotta appena preso il microfono:
Non si è sciolto il Sangue del Santo nella cerimonia del "miracolo laico" di dicembre che ricorda quando il prodigio fermò l'eruzione del Vesuvio nel 1631. E adesso i fedeli temono l'infausto presagio In altri tempi sarebbero già iniziati i riti di espiazione. Il santo ha negato il miracolo al suo popolo.
Il sangue di San Gennaro non si è liquefatto. A Napoli, questo non è buon presagio.
Pessimismo antropologico e Speranza divina alla radice della fede cristiana. Il cristianesimo non potrà mai essere un umanesimo. La presunzione intellettuale di certi filosofi e teologi sedicenti cristiani che hanno perso la fede
di F. Lamendola
Ci siamo domandati, in un precedente articolo, se il cristianesimo sia un umanesimo; se si possa equiparare ad un umanesimo; se sia ravvisabile, in esso, una dimensione tale, da poterlo accostare, o trasformare, o trasferire in un’area umanistica. La risposta è stata completamente, assolutamente negativa, sotto qualsiasi punto di vista si voglia porre la questione. Diremo di più: ci sembra che certi filosofi e teologi sedicenti cristiani, che hanno perso la fede, ma non la presunzione intellettuale, farebbero bene a lasciar perdere il cristianesimo, e a lasciarlo morire di consunzione, se così vogliamo dire, invece di rovistare fra le ceneri fredde e spente per cercare la maniera di riciclarlo in qualcosa d’altro, in un ibrido mostruoso, in una specie di moderno Frankenstein, al solo ed unico scopo di trovare la maniera di rappacificarsi con la modernità e di celebrare le nozze sacrileghe fra Dio e il diavolo, ma senza sentirsi rimordere troppo la coscienza.
(Eugenio Scalfari) Compie ottant' anni papa Francesco e li porta molto bene, sia fisicamente e sia spiritualmente. Viaggia continuamente nel mondo intero e nelle parrocchie romane. Di Roma è vescovo e questa qualifica la rivendica spesso perché gli consente di definirsi come "primus inter pares" e lui è consapevole di quanto sia utile a quella Chiesa missionaria da lui realizzata. Personalmente ho avuto la fortuna di diventargli amico ancorché io non sia un credente. Papa Francesco aveva bisogno di un non credente che approvasse la predicazione di quello che lui chiama Gesù Cristo ed io chiamo Gesù di Nazareth figlio di Maria e di Giuseppe della tribù di David, cioè era figlio dell' uomo e non di Dio.
Papa Francesco, 80 anni amari. In Vaticano è sempre più sotto attacco
Papa Francesco ha raggiunto gli ottant’anni. Tra poco cade il quarto anniversario della sua elezione. Il primo tempo del pontificato è passato, quanto durerà il secondo è incerto. Pende sulla missione di Bergoglio una premonizione da lui ribadita appena pochi giorni fa: “Io ho la sensazione che il mio pontificato sarà breve… 4-5 anni”.
In un arco ristretto di tempo Francesco ha lasciato un segno forte sulla Chiesa di Roma, proiettandola come “ospedale da campo” per gli uomini e le donne del mondo globalizzato (al di là di frontiere confessionali), in grado di interloquire con ebrei, musulmani, atei.
Silenziosamente, la fronda ecclesiale si allarga sempre di più. È un movimento sotterraneo, ma decisamente trasversale: si estende dalla “base” (preti e fedeli esasperati dal clima di crescente confusione e disorientamento) ai vertici dei sacri palazzi (quella “corte” pontificia in cui vige un regime di terrore), passando per molti teologi e uomini di pensiero che non riescono a digerire la palese assurdità di talune esternazioni. A quanto pare, nonostante gli strali lanciati per interposta persona, l’onesta e doverosa contestazione dei quattro Cardinali sta coagulando attorno a loro, sebbene con discrezione, un consenso sempre più ampio. Da confidenze raccolte fra chi lavora all’interno delle mura leonine risulta che perfino dei fedelissimi come Becciu e Parolin cominciano a lasciar trapelare delle perplessità sull’operato del monarca, il quale può pure ripetere fino alla noia di non considerarsi un principe rinascimentale, ma di fatto si comporta proprio come tale, con una disinvoltura che rasenta, anzi, la spudoratezza che contraddistingueva le cariatidi del compianto regime sovietico. Il povero padre Lombardi non è andato in pensione: si è dimesso perché non ce la faceva più a dover mettere delle pezze ogni santo giorno; i gesuiti stessi – tolto il mitico direttore della [olim] Civiltà Cattolica, sfegatato propagandista del nuovo corso – riguardo all’elezione del loro confratello sussurrano in privato di «incidente di percorso»…
L'articolo qui sotto è stato inviato dal lettore Alfonso.
Dopo la lettura dell'articolo di don Elia "Scacco matto?", mi sono deciso a inviarti questo scritto. Che si fosse giunti alla tragica fine della partita per scacco matto è stata la consapevolezza più volte provata nella storia della Chiesa cattolica. Ma si facevano sempre "i conti senza il Soprannaturale". La Chiesa di Cristo ha continuato a vivere seppure continuamente aggredita e ferita. Forse che oggi la sua metamorfosi e la sua deriva verso l'annichilimento è senza speranza?
Dum exsistit vita, exsistit spes.
Ero a Milano, pioveva, avevo tempo e sono entrato in una Chiesa sulla via per la stazione centrale. Seduto sulla panca, sfogliavo il libro delle preghiere e dei canti. Fra le mani mi sono ritrovato un foglietto su cui era scritto a mano:
"Qualcuno affermò: quando le due sette saranno una carne sola, la Chiesa Cattolica diventerà, sic et sempliciter, ciò contro cui Gesù predicò e contro cui insegnò ai suoi discepoli a combattere. La parola cristianesimo non avrà più significato. Ci si ricorderà a mala pena che è esistito un ebreo della Galilea di nome Gesù, che morì sulla croce. Ecco, questo è il tempo del sacrilego connubio: massoni e gesuiti finalmente uniti nella carne. Misera Chiesa, come potrai più resistere alla forza distruttiva della Massoneria, essendosi realizzata la sua intima fusione con la falsa forza antagonista per eccellenza, ovvero l'Ordine dei Gesuiti. Passati e lontani sono i tempi in cui nei silenziosi e remoti saloni dei palazzi i sovrani, simulando di essere cattolici, accoglievano "di notte tempo i liberali ... e i nemici dei gesuiti". Voci sante hanno gridato e messo in guardia sul pericolo massonico che infiltrava la Chiesa, ma a nulla è valso. Come si potrà ora permanere nella fede cristiana, frequentando questo luogo ove il Signore è dileggiato e si proclama che Dio non esiste?"
Il cardinale Burke: “L’aborto è alla radice della violenza nella società”
In Hope for the World: To Unite All Things in Christ (Speranza per il mondo: ricapitolare tutte le cose in Cristo), libro-intervista con il giornalista francese Guillaume d’Alançon, il cardinale Burke invita i cattolici a schierarsi in modo netto e senza compromessi per la difesa della vita nel grembo materno e ricorda un fatto che lo riguarda personalmente.
Un medico aveva detto a sua mamma, che già aveva 5 figli, di preservare la sua salute “per amore e rispetto” dei suoi piccoli invitandola ad abortire. La signora ha rifiutato la proposta del medico, perché sia lei e che il marito credevano fermamente in Dio e pensavano che Cristo avrebbe dato loro l’aiuto necessario. Così è nato Raymond Leo che poi sarebbe divenuto il card. Burke.
Si osserva sempre più spesso, nella teologia contemporanea, la tendenza a relativizzare i contenuti specifici della religione cristiana, a tratteggiare come semplici ipotesi quelle che sono sempre state le verità della fede
di Francesco Lamendola
Il cristianesimo è forse un umanesimo? Si osserva sempre più spesso, nella teologia contemporanea, la tendenza a relativizzare i contenuti specifici della religione cristiana, a tratteggiare come semplici ipotesi quelle che sono sempre state le verità della fede, e a ridimensionare progressivamente gli spazi del soprannaturale, del divino, per calare il Vangelo in uno spazio immanente, anzi, immanentistico, nel quale, alla fine, ciò che rimane non è la Rivelazione di Dio all’uomo, ma ciò che l’uomo pensa debba essere Dio; e, alla fine, un Uomo che vuol mettersi al posto di dio.
In fondo, si tratta di una evoluzione coerente con la cosiddetta “svolta antropologica” della quale vanno tanto fieri il fior fiore di teologi cattolici, a partire dagli anni del Concilio Vaticano II. Prima, non si era mai sentita dire una cosa del genere: che la religione cristiana debba imperniarsi sull’uomo, e non su Dio. Ma tant’è: così come, a partire da Kant, la filosofia ha messo in naftalina la metafisica, e ha deciso che tutto quel si può fare è studiare il reale quale l’uomo lo concepisce e lo può percepire, così anche la teologia, e sia pure con un certo ritardo, si è allineata sulle posizioni soggettivistiche e immanentistiche implicite in questa cosiddetta “rivoluzione copernicana”, e, invece di pensare l’Essere, si è concentrata su ciò che, dell’Essere, pensa l’uomo ed esperimenta l’uomo. Via, pertanto, ogni timore e tremore; via la soggezione filiale e il senso di piccolezza dell’uomo davanti a Dio; via, da ultimo, o quasi, anche il senso del peccato, della morte, del giudizio, dell’inferno e del paradiso: tanto è vero che, di queste cose, i teologi odierni parlano sempre di meno, e sempre meno volentieri, come se ne avessero fastidio, o come se provassero imbarazzo. Peccato, giudizio, infermo e paradiso? Eh, via, queste cose andavano bene per i teologi della vecchia scuola; ma ora non più, giammai: i nuovi teologi, i Bianchi, i Mancuso, hanno ben altre cose delle quali occuparsi: volano molto più in alto, loro, di simili piccolezze, di simili quisquilie. E poi, non è forse vero che, se pur l’uomo è peccatore (ma che non lo si dica troppo in giro, potrebbe deprimersi e smarrire la legittima fiducia in se stesso), non c’è forse l’infinita misericordia di Dio, pronta a venirgli incontro per rimediare a qualsiasi errore, a mettere una pezza su ogni sbaglio, magari anche senza bisogno di pentimento, perché Dio non bada a simili cosucce formali, va dritto all’anima delle persone e intuisce il loro desiderio d’esser perdonate, ancor prima che provino l’ormai obsoleto repertorio di rimorso, pentimento, desiderio d’espiazione? E se non giudica Lui, chi siamo noi per giudicare?
Ognuno di noi, in quanto essere umano, è ferito dal peccato originale, le cui conseguenze materiali ed intellettuali non vengono meno anche dopo il Battesimo. Rimaniamo infatti figli dell'ira, soggetti alla concupiscenza ed alle altre passioni, lenti nell'apprendere.
Il Battesimo ci rende figli di Dio e ci infonde la Grazia, che gli altri Sacramenti ci aiutano a ritrovare, a conservare e ad accrescere. Siamo però soggetti alla malattia, all'invecchiamento, alla morte. Vediamo il nostro corpo e la nostra mente cedere col passare del tempo, la nostra vista venir meno, la forza indebolirsi, l'energia procreativa estinguersi. Solo con la resurrezione della carne il nostro corpo sarà restituito alla perfezione, e perfetto godrà la beatitudine celeste o subirà l'eterna dannazione.