Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
Aleppo che
soffre. Di questa tragedia sono pieni i quotidiani e le radio. Monsignor Joseph
Tobji, arcivescovo di Aleppo dei maroniti, è testimone diretto di tali
sofferenze. E ce ne parla a Roma, dov’è riuscito ad approdare
momentaneamente in questi giorni.
Sui giornali si legge di Aleppo assediata, la zona
orientale, quella in mano ai ribelli, e si condannano i bombardamenti
russi su quella zona della città.
Certo, le bombe di aereo uccidono. Ma uccidono anche i
missili e i proiettili di artiglieria. Come anche le cosiddette armi leggere. E
se Aleppo Est è sottoposta ai bombardamenti, anche nella parte occidentale,
quella dove mi trovo io, si muore. Ogni giorno da quattro anni. Da quando i
terroristi hanno preso una parte di Aleppo e hanno iniziato a tirare sui civili
che vivono nelle zone libere i loro ordigni di morte. Ne hanno in abbondanza,
Quelli fatti artigianalmente e quelli più che
sofisticati forniti loro dall’Occidente e dall’Arabia Saudita.
«Benedetto è semicieco dal ‘94 Il giorno dell’addio non
pianse»
Il racconto di padre Georg Gänswein: «Ama fare le imitazioni
delle voci. I suoi passi sono sempre più brevi»
Georg Gänswein
Vorrei iniziare con una precisazione che forse potrà
comunque essere molto utile. Queste «ultime conversazioni» non sono un «hard
talk» bellicoso, alla maniera del famoso programma televisivo della BBC, e
Peter Seewald non ha assolutamente cercato di mettere Benedetto XVI «sulla
graticola». Il libro contiene piuttosto la registrazione di una serie di
incontri «cuore a cuore» svoltisi prima e dopo le dimissioni del Papa, tra due
anime molto diverse tra loro ma bavaresi fino al midollo (questo lo posso dire
io che non sono bavarese e vengo dalla Foresta Nera) che interrogando intensamente
la memoria entrano in confidenza. Le risposte del Papa emerito sorprendono qui
per un’intimità del tutto particolare e nuova in cui il libro coinvolge il
lettore, e per una lingua diretta. Apprendiamo, per esempio, dalla bocca del
Papa dopo le dimissioni che il suo oppositore Hans Küng «parlava troppo».
Amoris laetitia: la "misericordiosa" repressione del dissenso
Offriamo la traduzione di un interessante articolo comparso su LifeSiteNews, che ci racconta della misericordiosa repressione dei 45 firmatari dell'Appello ai Cardinali e Patriarchi, circa i problemi posti da Amoris laetitia.
29 settembre 2016 (LifeSiteNews).
Alcuni degli studiosi che hanno un appello ai 218 Cardinali e
Patriarchi, sono sotto tiro per per avere richiesto misure correttive
utili a chiarificare "un numero di asserzioni che possono essere capite
in un senso che è contrario alla fede cattolica e principi morale" in Amoris laetitia.
Alcune settimane fa è comparsa una
lettera di Papa Francesco, che ha espresso l'appoggio dello stesso Santo
Padre ai vescovi della regione pastorale di Buenos Aires in questi
termini: "Nessuna altra interpretazione" di Amoris Laetitia è valida,
permettendo di conseguenza la distribuzione, in certi casi, della S.
Comunione ai divorziati risposati cattolici. Certamente uno dei temi
caldi in questione.
Con viva preoccupazione: Noi accusiamo Papa Francesco/3
Riprendiamo nella nostra traduzione il Libellus di accusa - Parte III formulato nei confronti del papa in una Dichiarazione congiunta di due testate cattoliche U.S.A. [qui]: The Remnant e Catholic Family News. Qui la Parte I e la Parte II.
“Non Si sente allarmato da tutte le divisioni che ha generato all’interno della Chiesa, nella quale alcuni vescovi si stanno allontanando dall’insegnamento dei Suoi predecessori sulle persone divorziate e ‘risposate’, basandosi solamente sulla Sua presunta autorità, mentre altri di loro cercano di difendere la dottrina e la pratica bimillenarie che Lei si è sforzato incessantemente di rovesciare?”
Dichiarazione congiunta di The Remnant e di Catholic Family News Michael J. Matt, Christopher Ferrara e John Vennari
TERZA PARTE
Una “Prassi pastorale” in guerra contro la Dottrina
Lei ha approvato come unica corretta interpretazione dell’Amoris una speculazione morale che in pratica minerebbe non solo le norme di morale sessuale che Lei sta cercando palesemente di sovvertire, ma l’intero ordine morale. Infatti, l’invocazione – come una sorta di talismano – di “circostanze complesse” che un sacerdote o un vescovo deve “discernere” nell’ambito di una “prassi pastorale” – pur mantenendo piamente invariata e invariabile la norma in qualità di “regola generale” –, fa praticamente sì che l’applicazione di qualsiasi norma morale possa essere considerata “impraticabile”.
Gli oscuri criteri che definiscono i “limiti che diminuiscono la responsabilità e la colpa” potranno essere applicati a ogni sorta di peccato mortale abituale, ivi comprese la convivenza – che Lei ha già comparato al “vero matrimonio”; le “unioni omosessuali”, alla cui legalizzazione Lei si è rifiutato di opporsi; la contraccezione, che Lei – in modo sconvolgente – ha dichiarato essere moralmente permissibile nel caso in cui serva a prevenire la trasmissione di malattie, dichiarazione che il Vaticano ha successivamente confermato essere in realtà solo la Sua opinione personale.
I farisei di Molfetta e lo tsunami catto-gayContrariamente a quanto dichiarato alla Nuova BQ, alla fine il vescovo di Molfetta ha "battezzato" il corso gender della propria diocesi. Un vero scandalo che però è soltanto la punta dell'iceberg in una Chiesa sempre più indirizzata dalla lobby gay. Ormai le condanne del gender non bastano più...
«Evitare il confronto è da vili», ha detto monsignor Domenico Cornacchia, vescovo di Molfetta, introducendo il 30 settembre il dibattito che ha dato inizio al corso di formazione per insegnanti ed educatori sulla “Educazione di genere”, organizzato dalla diocesi di Molfetta e dalla locale Azione Cattolica. Oddio, chiamarlo dibattito sembra azzardato, visto che i sei che sedevano dietro al tavolo degli oratori raccontavano in modi diversi la stessa storia: che l’omosessualità, cioè, è una variante della natura, che l’educazione di genere è compito fondamentale della scuola, che compito dell’educatore è accompagnare ogni persona nel crearsi una identità sessuale forte, qualsiasi essa sia.
Senza la preghiera e la Grazia scivoliamo in un nuovo rovinoso paganesimo. L’essenza del paganesimo è il naturalismo, prospettiva corretta dal Cristianesimo che ci ricorda che non tutto nella natura è buono
di Francesco Lamendola
Scriveva la poetessa Saffo, in una delle sue composizioni più sofferte e più belle (24 D; traduzione di Salvatore Quasimodo):
Tramontata è la luna
E le Pleiadi a mezzo della notte;
anche giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote l’anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.
Ecco: qui è veramente racchiusa l’anima dell’uomo antico, dell’uomo pagano (e della donna, ovviamente, come in questo caso). Sola di fronte al mistero di Eros, dell’amore-passione, del desiderio indomabile, che persiste e cresce nonostante l’avanzar degli anni, e irrompe come un vento impetuoso d’inverno, scuotendo il fogliame in un bosco di querce: l’anima è come sorpresa, sbigottita, trema e ha paura, non sa che dire, non sa che fare, rabbrividisce e resta come folgorata. L’amore passionale è una forza spaventosa, davanti alla quale l’uomo non possiede alcuna risorsa, alcuno strumento per resistere: è lì, inerme, avvinto, schiavo della bellezza, torturato dal desiderio anche quando sa di non esser più desiderabile; si agita e si contorce nel letto vuoto, agitato da fantasmi erotici, davanti ai quali è più inerme di un bambino. Brama e soffre, e non sa darsi pace, e rabbrividisce di vergogna e desiderio: ma non può fare a meno di bramare.
Le cronache in questi giorni si sono occupate del Belgio per
essere stata l’unica Nazione al mondo ad autorizzare l’eutanasia ad un
bambino. La legge, varata nel 2014 ed applicata senza limiti d’età, impone
l’autorizzazione dei genitori, della Commissione di controllo ed una
forma di consenso del minore.
L’offensiva, scatenata anche contro l’infanzia handicappata, non solo contraddice la morale di base di uno Stato di diritto, ma è destinata ad
aprire stagioni cariche di disordini e di orrori. Con la trasgressione del
quinto Comandamento (non uccidere) il ricorso all’atto omicida potrà
consolidarsi sopprimendo o privando di cure necessarie anche il neonato
dopo la nascita, se affetto da infermità giudicata incurabile. Mettere
fine, in certe condizioni, all’esistenza di un malato è cosa nota ormai da
tempo. L’esperienza riconduce alla mentalità delle masse, alla banalità
della vita, ma anche al ruolo degli ambienti ospedalieri decisamente inclini
ad applicare la “cura” risolutrice all’insegna di “benefici” (per gli
eredi e la società) con la rapida liquidazione del moribondo. Il quinto
Comandamento, ergendosi come barriera invalicabile, ricorda che solo
Dio è Padrone della vita mentre l’uomo è il custode, il depositario, l’amministratore
della propria esistenza. Perdita della Fede, indifferenza del
Giudizio di Dio, insofferenza per i moniti riguardanti la pena eterna hanno
concorso all’ instaurazione di quella sorta di culto per la morte dolce.
IL PAPA TUONA CONTRO IL GENDER. HO UNA DOMANDA – PER ORA – SENZA RISPOSTA.
Il Pontefice oggi ha detto cose importanti. Riprendiamo dall’ANSA: “C’è ‘un grande nemico oggi del matrimonio: la teoria del gender’, ha detto Papa Francesco nel suo discorso durante l’incontro con il clero a Tbilisi. ‘Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio – ha affermato rispondendo a una delle testimonianze, quella di una madre di famiglia -. Ma
non si distrugge con le armi, si distrugge con le idee: ci sono
colonizzazioni ideologiche che distruggono. Pertanto difendersi dalle
colonizzazioni ideologiche’. ‘Il matrimonio è la cosa
più bella che Dio ha creato. La Bibbia ci dice che Dio ha creato uomo e
donna e li ha creati a sua immagine: cioè l’uomo e la donna che si fanno
una sola carne sono l’immagine di Dio’, ha detto ancora il Papa”. Lasciando intendere chiaramente che solo fra uomo e donna si può avere matrimonio. Molto chiaro, no? Però nella mia povertà ho una domanda. Se è
convinto, come certamente è convinto, di tutto questo, perché picchia in
testa a vescovi, cardinali e laici che si battono proprio contro i mali
che ha denunciato oggi, e predilige e sceglie quelli che certe
questioni e battaglie preferiscono schivarle? Non ho una risposta. E mi dispiace. Marco Tosatti http://www.marcotosatti.com/2016/10/01/il-papa-tuona-contro-il-gender-ho-una-domanda-per-ora-senza-risposta/
Il patriarca di Baghdad lo invita in Iraq. Il Papa risponde: "Inshallah"
Papa Franesco è stato invitato dal patriarca di Baghdad Louis Raphael I Sako ad andare in Iraq. La risposta del pontefice che ha recitato una preghiera"Una visita in Iraq? "Inshallah", se Dio vuole".Papa Francescoha risposto così al patriarca caldeo di Baghdad,Louis Raphael I Sako.
Il papa, l’annuncio, la verità. Due chiacchiere con Chesterton
Domenica 25 settembre, mentre il papa in piazza San Pietro pronuncia l’omelia nella messa per il giubileo dei catechisti, a un certo punto mi sento tirare per la giacca.
Mi volto di qua, mi volto di là, ma non vedo nessuno. Mistero. Poi di nuovo quella tirata. Ed ecco lì, accanto a me, l’anima di Gilbert Keith Chesterton!
Non c’è dubbio. È proprio lui: il buon vecchio Gilbert, con tanto di baffoni spioventi e occhialetti in bilico sul naso!
«Scusa Gilbert – gli dico – non vedi che sono in diretta tv? Che vuoi?».
L’anima di Chesterton mi guarda e poi indica il testo del papa. Mi invita a dare un’occhiata ai primi paragrafi, ma io proprio non posso: sto lavorando, che diamine!
Dico a Chesterton di portare pazienza. Gli risponderò quando avrò un minuto di calma, cosa assai difficile, per la verità, per un povero cronista.
Oggi comunque un minuto ce l’ho, e dunque vediamo: cos’è che voleva farmi notare l’amico Gilbert?
Hanno umanizzato la Messa e poi l'hanno resa facoltativa: potremmo sintetizzare così la tragica parabola discendente del cattolicesimo ammodernato.
Intanto urge ricordare che la Messa cattolica, quella vera, poggia tutta sulla realtà e non su moti spirituali soggettivi.
È reale il mondo che non si è fatto da sé; è reale Dio, Creatore e Signore di tutto ciò che esiste. È reale, realissimo, che il mondo, dopo la caduta del Peccato Originale, è salvato da Gesù Cristo. Attenti però: il mondo è salvato da Cristo in modo reale, non retorico cioè per modo di dire; è salvato con una azione storica redentiva: la sua Incarnazione Passione e Morte al Calvario.
Lucia, una dei tre veggenti delle apparizioni di Fatima racconta:
“Il 10 dicembre 1925 mi apparve in camera la Vergine Santissima e al suo fianco un Bambino, come sospeso su una nube. La Madonna gli teneva la mano sulle spalle e, contemporaneamente, nell’altra mano reggeva un Cuore circondato di spine. In quel momento il Bambino disse:
- Abbi compassione del Cuore della Tua Madre Santissima avvolto nelle spine che gli uomini ingrati gli configgono continuamente, mentre non v’è chi faccia atti di riparazione per strapparglieLe.
Quel che è venuto a mancare è stata l’educazione alla santità. Santità
non significa altro che vivere nel pieno esercizio delle virtù umane e
cristiane: la generosità la fratellanza la capacità di perdonare l’amore
e il timor di Dio
di F. Lamendola
Uomini
e donne rattrappiti, narcisisti, fragili, volubili, incapaci di
assumersi impegni, di portare responsabilità, perennemente proiettati
verso l’effimero, il caduco, il contingente, e del tutto dimentichi di
ciò che è essenziale, permanente, assoluto. Cristiani parimenti
rattrappiti, immiseriti, banalizzati, senza radici, senza sostanza,
senza volontà, senza spirito di sacrificio, incapaci di lottare per
qualcosa di grande, più che mai bramosi di auto-giustificare la propria
piccolezza, di auto-glorificare la propria inadeguatezza. Questa è la
situazione attuale: uomini e donne che fanno fatica a svolgere
degnamente le normali funzioni della vita sociale, a creare una
famiglia, ad allevare dei figli, a prendersi cura dei vecchi, a svolgere
onorevolmente una professione o un mestiere; cristiani all’acqua di
rose che non cercano la croce, anzi, la scansano con orrore, e che si
stanno costruendo un cattolicesimo su misura, fatto apposta per essere
indulgente con le loro umane debolezze, con la loro propensione a
peccare. Uomini e donne sui quali non si può più fare affidamento; padri
e madri che non sanno più crescere ed educare convenientemente i loro
figli, che li sanno solo viziare, scusare, giustificare, che sanno solo
litigare con le maestre o rimproverare i professori quando vengono messi
di fronte alla pigrizia e alla furberia dei loro pargoli; lavoratori
mediocri, che non sanno mandare avanti l’azienda creata dai loro
genitori con infinita passione e con mille sacrifici; e cristiani che
non sono più d’esempio a nessuno, che non guardano più in Alto, che non
hanno più la vera fede, ma che, in compenso, si riempiono la bocca –
loro e i loro pessimi teologi e i loro prelati cialtroni – di paroloni
progressisti e modernisti, per spacciarsi per quello che non sono, per
vestire abiti dei quali non son degni.
Tu es qui restitues haereditatem meam mihi (Sal 15, 5).
I salmi, tradotti da san Girolamo, sprigionano un’inesauribile carica profetica. Dio ci sta restituendo quell’eredità di infinito valore che ci era stata tolta con il pretesto dell’aggiornamento e del rinnovamento. Il diavolo dispone al suo servizio di buoni parolai; ma i parolai sono solo parolai. Chi crede nel Verbo e lo ascolta seriamente prima o poi li smaschera, perché le loro ciarle non resistono al fuoco che divampa dalla Parola eterna. Ve lo garantisce qualcuno che, durante la sua “formazione” al sacerdozio, è stato ossessionato dai suoi superiori con i mantra della manipolazione mentale: l’ascolto dello Spirito, la Parola scrutata e ruminata, il lasciarsi trafiggere e giudicare, e via di questo passo… Un giovane si fida spontaneamente delle sue guide e si accende facilmente con discorsi ammalianti che non hanno immediata incidenza sulla sua condotta.
Dato che la meditazione della Bibbia, con un metodo sostanzialmente protestante, si praticava solo con i rimandi a margine, facendo raramente ricorso ai Padri e al Magistero, un suo risultato non infrequente erano i voli spirituali ad altezze da cui difficilmente si scorgevano difetti e trasgressioni concrete, ciò che rendeva la loro correzione estremamente improbabile. A questo, del resto, si era fortemente incoraggiati dalle mensili Messe di classe con il rettore, nel corso delle quali ognuno doveva prender la parola dopo l’omelia per condividere i frutti della sua scrutatio. Il grave abuso liturgico, regolarmente perpetrato nel vivaio dei futuri sacerdoti, era praticamente obbligatorio: tacere in quel momento, infatti, era mal visto, mentre chi si effondeva in considerazioni altamente edificanti godeva di grande stima, a prescindere dalle sue segrete tendenze…
Come la desidera signore? Ben cotta o al sangue? Gastronomia e marketing del teologo-cameriere. Il teologo-cameriere sta operando una trasmutazione del cattolicesimo: da religione della Trinità a culto dell’uomo
di Francesco Lamendola
Come la desidera, signore? Ben cotta, o al sangue?, domanda premuroso il cameriere, dopo che il cliente ha ordinato, come secondo piatto, una bistecca svizzera.
Fa il suo mestiere; e lo fa bene. Bisogna sforzarsi di far contento il cliente, specie in questi tempi di crisi; un cliente soddisfatto, è un cliente che paga senza discutere e che ritornerà alla prossima occasione.
Oggi, però, questo stile, diciamo così, di marketing, è passato dai camerieri ai teologi: Che genere di Dio le piace di più, signore? Come lo preferisce: misericordioso, vero? Qui, infatti, si va sul sicuro: chi, potendo scegliersi un dio, lo vorrebbe troppo severo, troppo esigente, o anche solamente - diciamo la verità - giusto? Nessuno, tranne un masochista.
E come vorrebbe la vita eterna, signore? Paradiso per tutti e niente Inferno, vero?
Aperto il varco… passa di tutto… e diventa una voragine!
No, non è colpa di questo o di quello, oppure sì: è colpa di questo e di quello.
Certo è che qualcuno ha aperto il varco e qualcun altro ne tiene allargati i labbri.
Ma non è successo ieri, né l’altro ieri, è da un bel po’ che si è perso il senso della realtà e si è pensato bene di dare spazio a qualsivoglia frutto dell’immaginazione o delle incontrollate pulsioni umane… qualcuno dice… subumane.
Fatto è che quello che ieri si credeva fosse un limite oltre il quale nessuno sarebbe mai andato, oggi, non solo viene superato, ma lo si considera perfino una tappa… verso nuovi limiti teorici che verranno superati a loro volta.
Il curioso caso di una guerra in cui le tregue si concordano tra due potenze che, almeno in teoria, combattono lo stesso nemico. Bombardamenti buoni e bombardamenti cattivi. Qualcuno si ricorda, ad esempio, la “spontanea” rivolta in Ucraina? Sparito ogni pudore, la menzogna è ormai la normale modalità di comunicazione e i cervelli si anestetizzano.
di Paolo Deotto
. Non pretendo assolutamente di scrivere un articolo di politica estera. Amo parlare solo di ciò che conosco bene e anche su quello ho spesso qualche esitazione. Vorrei solo intrattenervi brevemente su alcuni dati di fatto che dimostrano come la menzogna sia ormai divenuta la normalità in gran parte dell’informazione.
Guerra contro l’Isis. Non dilunghiamoci sulle origini e lo sviluppo di questa iniziale banda, e poi vero e proprio esercito, di tagliagole fanatici. Sta di fatto che a un certo punto il mondo occidentale, bontà sua, si rende conto che forse bisognerebbe fare qualcosa. I salvatori del mondo per definizione, gli Stati Uniti, annunciano che bombarderanno i terroristi.
Gender, attacco finale. Come si diventa collaborazionisti
ProVita, nella memoria depositata prima dell’audizione alla Camera, affoga nell’accettazione dell’esistenza reale di categorie e problematiche nate esclusivamente su base ideologica, con fini ben precisi. Sono caduti in trappola, divenendo di fatto opposizione di regime.
di Elisabetta Frezza e Patrizia Fermani per leggere il precedente articolo, “Gender, attacco finale. Col contributo degli ex-combattenti”, clicca qui
. Chi abbia intuito quali siano le ricadute della straordinaria macchina da guerra messa in moto dalla armata omo-femminista e senta il dovere di opporvisi, dovrebbe preoccuparsi anzitutto di smascherare la truffa planetaria che vi è sottesa, e denunciare il grande inganno. Dovrebbe smontare il castello di cartapesta che è stato costruito per renderlo inattaccabile.
Invece, a sorpresa, ormai quasi nessuno si preoccupa più di smontare l’artificio. Anzi, ormai tutti danno per scontato proprio quel presupposto fasullo del “genere” come categoria avulsa dalla realtà concreta, cioè dal sesso, e ci girano intorno preoccupati soltanto di trovarvi qualcosa di plausibile e di accettabile finendo per agevolarne, di fatto, una penetrazione più morbida e indolore nell’orizzonte del pensiero comune, e quindi nella vita quotidiana. Insomma, ora sembra che un po’ tutti abbiano finito per adottare il linguaggio, utilizzare le formule dell’antico nemico e immedesimarsi nei suoi panni.
Martin Lutero. Per la stesura delle sue 95 tesi importante fu il gabinetto.
Certamente
nemmeno gli uomini illustri furono esenti da malanni fisici, incurabili
nelle epoche in cui vissero, se, come riferisce Plutarco nelle Vite parallele,
Giulio Cesare soffriva di epilessia e, come sappiamo da una lettera al
fratello Jerome, Napoleone Bonaparte fu vittima di una stipsi cronica
che gli procurò terribili disturbi che si acuirono drammaticamente
proprio il giorno della battaglia di Waterloo. E proprio ai dolori
atroci che lo tormentarono stando in sella alcuni storici attribuiscono
la concausa della clamorosa sconfitta.
Le infermità dei personaggi storici restarono comunque sempre
custodite nel ristretto ambito dei familiari e dei collaboratori più
prossimi, perciò stupisce sapere che Martin Lutero non solo non ne
facesse mistero ma addirittura ne parlasse apertamente quasi fosse un
vanto.
Antropologia del teologo-cameriere. E' il teologo moderno che desidera,
innanzitutto, piacere al suo pubblico; dire le cose che strapperanno il
maggior numero di consensi e di applausi; farsi bello agli occhi del
mondo
di Francesco Lamendola
Il teologo-cameriere è il teologo moderno che
desidera, innanzitutto, piacere al suo pubblico; dire le cose che
strapperanno il maggior numero di consensi e di applausi; farsi bello
agli occhi del mondo, e specialmente dei poteri massonici e finanziari;
rendersi popolare presso gli esponenti delle chiese cristiane separate e
delle altre religioni; venire incontro – con la parola-chiave del
“dialogo” - ai desiderata dei
non credenti, degli atei militanti e degli anticristiani; e accrescere
il proprio prestigio e la propria “simpatia” attaccando quei cattolici
che egli chiama, sdegnosamente, “tradizionalisti” o anche
“conservatori”, ironizzando su di essi, ridicolizzandoli, distorcendo
abbondantemente le loro posizioni, e sparando a zero su tutto ciò che
essi dicono e fanno.
Egli
è un teologo-cameriere perché fa quello che fanno tutti i bravi
camerieri: cerca di accontentare i gusti del pubblico, di andare
incontro ad esso, e, se possibile, addirittura di prevenire le sue
richieste e i suoi desideri. S’intende che i bravi camerieri fanno bene
ad agire così: il loro mestiere consiste precisamente nel servire i
clienti secondo i loro desideri. Nel caso dei teologi, il discorso
sarebbe un tantino diverso; ma, sostenuti dal vistoso esempio di molti
vescovi e cardinali, di molti preti e suore, e, da ultimo, dello stesso
papa Francesco, il teologo-cameriere ha abbandonato definitivamente ogni
remora ed ogni scrupolo (ammesso che ne abbia mai avuti), e ritiene
cosa perfettamente normale, anzi, ritiene persino che sia doveroso,
comportarsi egli pure in tal modo: andare incontro ai gusti dei
credenti, alle opinioni prevalenti, agli umori e agli stati d’animo del
momento (il momento della modernità) nel parlare di Dio.
Il clamore scatenato dalla (pur) grave situazione umanitaria di Aleppo, è politico. Il perché è semplice: se Aleppo viene riconquistata dall’esercito siriano, la guerra è pressoché finita. Conscio di questa situazione, il ministro degli Esteri Gentiloni, ha puntato il dito contro Assad e la Russia.
Diciamolo pure: il clamore scatenato dalla (pur) grave situazione umanitaria di Aleppo, è politico. Il perché è semplice: Washington, Londra e Parigi sanno bene che se Aleppo viene riconquistata dall’esercito siriano, la guerra è pressoché finita. E vinta. Da Assad e i suoi alleati, Russia in primis. Bisogna quindi imporre una tregua, permettere alle formazioni islamiste di riarmarsi e di riorganizzarsi, e impedire che ciò accada.
Gender, attacco finale. Col contributo degli ex-combattenti
A cose già fatte si convocano alla Camera varie associazioni pro-vita e pro-famiglia. Che cascano nella rete, come ProVita Onlus che, convertita al “dialogo”, produce uno stupefacente documento. Prima di esaminarlo, domani, nel dettaglio, riassumiamo la storia surreale del “gender”, un maledetto imbroglio ultraventennale. Forse questo riassunto sarà utile anche ai “dialogatori”…
di Elisabetta Frezza e Patrizia Fermani
. I nostri legislatori, dopo aver introdotto l’insegnamento curricolare obbligatorio al pansessualismo, all’indifferentismo sessuale e all’omoerotismo attraverso la “buona scuola”, si stanno impegnando senza distinzione di schieramento a presentare disegni di legge specifici sulla “educazione di genere” (allo stato sono ben otto), interpretativi a scanso di equivoci di ciò che già risulta statuito grazie alla ormai nota matrioska normativa con cui si è riformato, fraudolentemente, il sistema di istruzione: la legge 107/2015, che rinvia alla legge sul femminicidio (l.119/2013, applicativa della Convenzione di Istanbul del 2011), la quale recepisce in blocco il Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, che «deve essere predisposto in sinergia con la nuova programmazione dell’Unione Europea».
LE SUORE DI PINEROLOLe suore di Pinerolo suore lesbiche, la felicità e San Francesco. A Pinerolo verrà celebrata la prima unione civile, termine light e politicamente corretto per non chiamare matrimonio le nozze omosessuali di due monache
di Roberto Pecchioli
Allegria ! direbbe Mike Bongiorno. A Pinerolo verrà celebrata la prima unione civile, termine light e politicamente corretto per non chiamare matrimonio le nozze omosessuali di due monache. Suor Federica e Suor Isabel, 44 anni, francescane fino a poco tempo fa, missionarie e con titoli accademici in filosofia diventeranno moglie e moglie, o come diavolo si chiama il legame introdotto dalla signora Cirinnà ( madre , tra l’altro, di figli “non umani”, come scrive nel suo profilo pubblico). Subito dopo, poiché le due restano assai religiose, si faranno benedire da un prete spretato della zona, Franco Barbero, cacciato da anni e noto per aver officiato ben diciannove “matrimoni” tra omosessuali.
PAPA FRANCESCO HA FALLITO? SE LO CHIEDE IL NEW YORK
TIMES…
Papa Francesco ha fallito? Non se lo chiede il vostro povero blogger, ma la domanda è il titolo di un editoriale del New York Times, firmato Matthew Schmitz, che è anche il responsabile di “First Things”. Ve ne proponiamo qualche brano perché difficilmente potreste trovare qualche cosa di analogo sui giornali italiani, fatta salva qualche rara eccezione. E molto difficilmente sulle più grandi testate.
Un giornalista che incominci il suo servizio mettendo il proprio giudizio avanti alla stessa notizia del fatto su cui deve riferire, peraltro spesso ampiamente manipolata: ecco un esempio di disonestà intellettuale
di Francesco Lamendola
Nel mondo dei cosiddetti intellettuali (l’ultimo vocabolo usato come sostantivo) c’è una cosa sempre più rara e ormai, si direbbe, in via di estinzione: l’onestà intellettuale (l’ultimo vocabolo adoperato come aggettivo). In altre parole: gli intellettuali non sono più onesti in ciò che dovrebbe caratterizzare il loro modo di essere, la loro attitudine complessiva nei confronti del reale, e, di conseguenza, nei confronti della loro specializzazione: che sia l’arte, o la narrativa, o la saggistica, o la critica letteraria, cinematografica, artistica, o il giornalismo, e così via. Non sono onesti nel loro modo di porsi davanti alle cose; di conseguenza, non sono onesti nei confronti della loro disciplina; e ciò perché, a monte, non sono onesti come persone.