“Che sta succedendo in Vaticano ? – mi chiedono diversi lettori –
perché ora Papa Benedetto se ne esce con quel libro intervista in cui
sembra solo elogiare Bergoglio, sminuire se stesso e rimarcare che la
decisione di mettersi da parte è stata del tutto personale è presa in
autonomia senza coercizione ?
“È una buffonata – dice un altro – e Ratzinger ed è stato ancora una volta manovrato dal potere in Vaticano pro Bergoglio, oppure non abbiamo capito niente è davvero Benedetto ha scritto di suo pugno tutto il testo e stima Bergoglio?”.
Il libro si chiama “Ultime Conversazioni”; è sotto forma di intervista, e viene presentato trionfalmente da Vatican Insider (il sito più adulatorio verso Papa Francesco, non a caso di La Stampa) come quello che fa “ emergere il «vero» Ratzinger. Un teologo e un Papa che si smarca dai cliché dei sedicenti «ratzingeriani», da quelli che hanno cercato di rinchiuderlo nel recinto dei conservatori o dei tradizionalisti”. Soprattutto, l’Emerito nega di essersi dimesso sotto pressione (“Non sono stato ricattato”), “Ho scritto io la rinuncia” (il latino scorretto in cui era stata stesa aveva fatto sospettare un’altra mano), “sono stato contento e felice” della scelta di Bergoglio; ne approva le riforme, “significa che la Chiesa è in movimento, è dinamica, aperta, con davanti a sé prospettive di nuovi sviluppi. Che non è congelata in schemi: … la Chiesa è viva e trabocca di nuove possibilità” Si autoaccusa: “Il governo pratico non è il mio forte”…
“È una buffonata – dice un altro – e Ratzinger ed è stato ancora una volta manovrato dal potere in Vaticano pro Bergoglio, oppure non abbiamo capito niente è davvero Benedetto ha scritto di suo pugno tutto il testo e stima Bergoglio?”.
Il libro si chiama “Ultime Conversazioni”; è sotto forma di intervista, e viene presentato trionfalmente da Vatican Insider (il sito più adulatorio verso Papa Francesco, non a caso di La Stampa) come quello che fa “ emergere il «vero» Ratzinger. Un teologo e un Papa che si smarca dai cliché dei sedicenti «ratzingeriani», da quelli che hanno cercato di rinchiuderlo nel recinto dei conservatori o dei tradizionalisti”. Soprattutto, l’Emerito nega di essersi dimesso sotto pressione (“Non sono stato ricattato”), “Ho scritto io la rinuncia” (il latino scorretto in cui era stata stesa aveva fatto sospettare un’altra mano), “sono stato contento e felice” della scelta di Bergoglio; ne approva le riforme, “significa che la Chiesa è in movimento, è dinamica, aperta, con davanti a sé prospettive di nuovi sviluppi. Che non è congelata in schemi: … la Chiesa è viva e trabocca di nuove possibilità” Si autoaccusa: “Il governo pratico non è il mio forte”…