Sant'Alfonso M. de' Liguori scrive: "il Demonio, essendo stato ricettato in sua casa in abito di rigattiere, ebbe commercio colla madre, e così ella avesse conceputo questo parto maledetto [...]. Lutero era sin d'allora pieno di vizj, superbo, ambizioso, petulante, propenso alle sedizioni, alle calunnie, ed anche alle impudicizie [...] In somma dall'anno 1521. sino al 1546, quando morì, egli ne' suoi libri disotterrò tutte le antiche eresie. Il Cocleo, parlando degli scritti di Lutero, scrive: Egli in quelli contamina tutte le cose sacre: così predica Cristo, che conculca i suoi sacramenti: così esalta la divina grazia, che distrugge la libertà: così innalza la fede, che nega le buone opere, ed ingerisce la licenza di peccare: così solleva la misericordia, che deprime la giustizia, e rifonde in Dio la causa di tutti i mali: distrugge in somma tutte le leggi, toglie la forza a' magistrati, concita i laici contra i sacerdoti, gli empj contra il papa, ed i popoli contra i principi".
Il gregoriano cantato da una dozzina di monaci attorno ai 30 anni di età è acqua di sorgente fresca e vitale, solennità che non diventa mai pomposa, armonia che ha risolto un combattimento dell’anima intenso e protratto. Perché gli anni della giovinezza sono per lunghezza secondi solo a quelli dell’infanzia. L’esperienza è alla portata di tutti coloro che varcano la soglia della basilica di san Benedetto a Norcia per prendere parte alla Messa conventuale che ogni mattina viene celebrata alle ore 10 dalla comunità benedettina nella forma straordinaria. Per intenderci: la Messa tridentina, che il Summorum Pontificum di Benedetto XVI ha riportato di attualità, e che i monaci celebrano pubblicamente perché, dicono a Tempi, «questa forma è più consona allo stile contemplativo della nostra preghiera.