ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 28 marzo 2016

L'invincibile ambiguità !?

Come il cardinale Müller rilegge il papa


Punto per punto, l'esegesi fatta dal prefetto di dottrina delle parole di Francesco che più si prestano ad equivoci. Su omosessualità, comunione ai divorziati risposati, Lutero, sacerdozio femminile, celibato del clero

di Sandro Magister

ROMA, 29 marzo 2016 – L'attesa dell'esortazione apostolica nella quale papa Francesco tirerà le somme del doppio sinodo sulla famiglia si fa ogni giorno più febbrile.

E intanto già si posizionano sui rispettivi fronti le aspettative riguardanti il documento papale, facendo presagire fin d'ora le divisioni che esploderanno dopo la sua pubblicazione.

Da un lato c'è un trionfante cardinale Walter Kasper, il capofila dei riformatori, secondo il quale l'esortazione "sarà il primo passo di una riforma che farà voltar pagina alla Chiesa al termine di un periodo di 1700 anni" (con presumibile riferimento al concilio di Nicea del 325, il cui canone 8, secondo un'azzardata esegesi, avrebbe autorizzato la comunione ai divorziati risposati).

Mentre sul fronte opposto c'è ad esempio l'arcivescovo Georg Gänswein, prefetto della casa pontificia e segretario del papa emerito Benedetto XVI, secondo il quale nell'esortazione si ritroverà invece "quel che ha sempre detto il magistero della Chiesa", senza strappi né nella dottrina né nella pratica pastorale.

La sensazione diffusa è che entrambi i fronti abbiano le loro ragioni, vista l'invincibile ambiguità che caratterizza i pronunciamenti di papa Francesco. Perché è facile prevedere che chiunque saprà scovare nelle oltre 200 pagine del documento il passaggio che più gli aggrada, e agire di conseguenza.

Pesce di mezz'Aprile?


 La rivoluzione pastorale

A quanto è stato riferito, il 19 marzo scorso il Papa avrebbe firmato l’esortazione apostolica post-sinodale contenente i risultati degli ultimi due Sinodi dei Vescovi: la III assemblea generale straordinaria su “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione” (5-19 ottobre 2014) e la XIV assemblea generale ordinaria su “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo” (4-25 ottobre 2015). La pubblicazione è attesa per la metà di aprile.


Il 14 marzo il Card. Walter Kasper, nel corso di una conferenza tenuta a Lucca, ha annunciato: «Tra pochi giorni uscirà un documento di circa duecento pagine in cui Papa Francesco si esprimerà definitivamente sui temi della famiglia affrontati durante lo scorso sinodo e in particolare sulla partecipazione dei fedeli divorziati e risposati alla vita attiva della comunità cattolica. Questo sarà il primo passo di una riforma che farà voltare pagina alla Chiesa dopo 1700 anni». A leggere questo annuncio bomba del Cardinale tedesco, sembrerebbe di capire che l’esortazione apostolica costituirà uno “strappo” alla tradizione in materia di matrimonio e famiglia.

Attenti a quei tre..!

          I TRE SACRAMENTALI: ACQUA, OLIO, SALE
                                     

Importanza dei tre elementi, che sono i tre sacramentali
Tra i mezzi di cui gli esorcisti (e i non esorcisti) fanno largo uso, citiamo in primo luogo l’acqua esorcizzata (o almeno benedetta), l’olio (d’oliva) esorcizzato, il sale esorcizzato. Qualunque sacerdote può recitare le preghiere del Rituale per esorcizzare questi tre elementi; non occorre nessuna autorizzazione particolare. Piuttosto è molto utile conoscere l’uso specifico di questi tre sacramentali che, adoperati con fede, sono di grande giovamento.

La nave di Pietro?

CHIESE IN LEGNO DI CHILOE'

    Dalle chiese in legno della remota Chiloé sale un cantico a Dio per la bellezza del creato. L’isola di Chiloé si trova nel Cile centro-meridionale nel 2000 l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità 16 delle sue chiese in legno
di F. Lamedola  
  


Lo scrittore Francisco Coloane (1910-2002), nativo di Quemchi, nell’isola di Chiloé, è colui che ha fatto conoscere quelle terre estreme, bellissime e un po’ malinconiche, dove rari sono i giorni di sole e frequentissime le precipitazioni, al grande pubblico internazionale, grazie ad opere come Capo Horn (del 1941), I conquistatori dell’Antartide (1945), Terra del Fuoco (1956), Cacciatori di Indios (1980),Una vita alla fine del mondo (2000), Naufragi (2002), Antartide (2006, postumo), ispirandosi a scrittori di mare come Herman Melville, Joseph Conrad e ad un viaggiatore irrequieto ed insolito come Bruce Chatwin.

Il segnale è evidente?

MORIREMO MUSULMANI SANTITA’?

    Dopo Bruxelles anche il mainstream politically correct ha riconosciuto che non siamo più alle prese con gesta di fanatici isolati. L’espansionismo islamico è il fattore cardine nel mondo oggi e questa realtà non è più islamofobia di Marco Della Luna  


A seguito delle recenti stragi in Francia e Belgio, nonché dell’espansione dell’Isis in Medio Oriente e in vari paesi africani, compresa la Libia, anche il mainstream politically correct ha riconosciuto che non siamo alle prese con gesta di fanatici isolati ma con una strategia di espansione islamica diretta anche verso l’Europa. Tematizzare questa realtà, quindi, non è più islamofobia.

Una buona soluzione?


Rita Wismann con i chierichetti durante la messa pasquale a Suhr(RSI)

Pasqua senza il prete

Mancano i sacerdoti: liturgia celebrata da laici e donne in alcune parrocchie della Svizzera interna



Ravasianeide ante litteram


Circa le ridicole bugie dei farisei contro la Risurrezione di Cristo

[Brano tratto da un libro del 1837 intitolato "Spiegazione pastorale ordinata degli Evangelj", scritto da Don Francesco Molena].

Voi già sapete, o cristiani, che la notte della domenica in cui risuscitò Gesù Cristo, un angelo discese dal cielo e, suscitato un grande terremoto e rovesciata la pietra del sepolcro, vi si assise al di sopra con un aspetto fulminante; sicché le guardie poste dai Giudei al sepolcro, atterrite a quella vista, restarono tutte come morte. Voi sapete parimenti che il sepolcro fu poi visitato e rivisitato dalle sante donne e dai discepoli. […] Dove intanto si trovassero le guardie, l’Evangelio non lo dice. Esso dice solamente che, partite le donne dal sepolcro, Quae cum abiisent, alcuni soldati della guardia andarono  in città a riferire ai sommi sacerdoti tutto quello che era avvenuto […] vale a dire riferirono loro non solamente che il terremoto e l’aspetto minaccioso e terribile dell’angelo li aveva fatti dallo spavento tramortire, ma inoltre che, rovesciata dall’angelo la pietra del sepolcro, il corpo di Gesù Cristo non vi si trovava più. […] Ora i sacerdoti, assicurati così dalle guardie che il corpo di Gesù Cristo tra mezzo a inauditi prodigi era da sé sparito dal sepolcro, che dovevano essi pensare? Che dovevano fare? Essi dovevano pensare che Gesù Cristo era veramente risuscitato, come aveva promesso […]. Allora fu che i capi de’ Giudei ebbero ben a pentirsi d’aver posta al sepolcro quella guardia di cui tanto dapprima si gloriavano. O consigli degli uomini, quanto siete voi ciechi contro i consigli di Dio! Senza quella guardia, sarebbe stato facile ai capi de’ Giudei il dire che i discepoli avevano rubato il corpo di Gesù Cristo: ma con quella guardia era loro ben difficile il dirlo e più difficile ancora il provarlo.

domenica 27 marzo 2016

Ore 6 del mattino..


Con quale coraggio infangate il medioevo?


MEDIOEVO ROMANTICO-A cura di Floriana Castro Agnello-
LA VITA NEL MEDIOEVO
Siamo in una mattina di mille anni fa. Ore 6 del mattino, le sveglie non esistevano ancora. Suona la campana, si aprono gli occhi, ci si alza dal letto e si fa tre volte il segno della croce,affidando a Dio la giornata. Ci si lava il viso e si va nella Chiesa gremita del villaggio per la messa mattutina.

Il polveroso

Lutero, Cantalamessa, e la Resurrezione dal modernismo


L'ultima predica del venerdì santo 2016, pronunciata nella basilica di S. Pietro dal P. Raniero Cantalamessa, contiene affermazioni che feriscono profondamente il cuore dei buoni cristiani.
Si tratta di un'interpretazione falsa della dottrina della giustificazione di Lutero, ascrivendo allo stesso eresiarca un merito, quando invece il suo pensiero in materia è un grandissimo errore contro la Misericordia divina.

Il fine della vita cristiana

L'ACQUISTO DELLO SPIRITO SANTO

Il fine della vita cristiana per s. Serafino di Sarov è l’acquisto dello Spirito Santo. Il ritiro dal mondo la preghiera incessante e la contemplazione servono a predisporre l’anima per ricevere il dono della Grazia 
di Francesco Lamendola



Nato a Kursk, circa 300 km. a sud di Mosca, il 19 luglio 1859 e morto a Sarov il 2 gennaio 1833, san Serafino è probabilmente il più grande santo della Chiesa ortodossa russa (benché canonizzato solo nel 1903) e una delle figure più dolci e affascinanti di tutta la tradizione monastica cristiana. Nella iconografia devozionale egli è spesso rappresentato con degli animali selvatici, che gli si accostano come a un padre e ad un amico; in particolare, insieme a un orso, al quale egli porge da mangiare. Di quanti secoli è necessario tornare indietro, nella tradizione monastica dell’Occidente, per incontrare questa dimensione francescana di amore universale, di fratellanza con tutte le creature? La sensibilità ecologica di cui tanto si parla oggi, magari declinandola in senso cristiano, non è che il pallido e sbiadito riflesso d’una spiritualità nella quale cadono tutte le zavorre dell’ego, per cui l’anima, ansiosa solo di riunirsi a Dio, non può non sentirsi fraternamente unita a tutti i viventi, in un unico coro universale chiamato a cantare le Sue lodi. E quante lotte con il Diavolo ha dovuto sostenere san Serafino, fisicamente e moralmente, nel suo eremo in mezzo alla foresta!

Davanti al sepolcro

Meditazioni sulla Pasqua: "Non cercate tra i morti colui che è vivo"

Davanti al sepolcro, seduto sulla pietra che lo chiudeva, un angelo sconvolge le donne con un annuncio inaudito: “Il Crocifisso è risorto!”. Non dice Gesù è risorto, ma il “Crocifisso è risorto” (Mt 28,5s), accentuando il “modo” del suo supplizio, riservato a coloro che commettevano i delitti più infami. Questo il racconto di Matteo. Più articolata è la redazione di Giovanni. La domenica di Pasqua “di buon mattino, quand’era ancora buio”, Maria Maddalena si precipita al sepolcro e lo trova vuoto. Smarrita corre ad avvertire Pietro e Giovanni, che la seguono e verificano l’assenza di Gesù. Nel sepolcro ora ci sono solo le bende e il sudario. Il mistero di Cristo culminante nella Risurrezione prende forma. Maria però non torna con loro a casa, ma rimane lì a piangere.

Sembra di leggere di un’altra religione,

Abbiamo bisogno degli eremiti di una volta!

Si legga, nel giorno della crocifissione di Cristo, “Gli eremiti del deserto” (Quodlibet) in cui con stile piano e per nulla devozionale Ermanno Cavazzoni racconta le autopunizioni dei Santi che dimoravano solitari nei deserti di Egitto, Palestina e Siria.

In nome del nuovo...?

COMUNIONE SULLA MANO ?

    La Comunione sulla mano? Caro amico provo a spiegarti perché no. Ricevere la particola sulla mano significa fidarsi della retta intenzione del fedele come tutte le riforme pretende di passar sopra le obiezioni in nome del nuovo
di Francesco Lamendola  




Caro amico, nonostante la grandissima stima e l’affetto che ci uniscono, e la convergenza o la perfetta sintonia su tantissimi argomenti, e nonostante io ti abbia sempre sentito come un fratello maggiore, quando siamo venuti a parlare di questo argomento, è emersa fra noi una netta divergenza di vedute. Tu sei favorevole alla nuova usanza di ricevere la particola della Comunione  sulla mano; hai detto che, se un sacerdote non te la desse in questa forma, dopo due o tre volte cambieresti chiesa, perché ti sentiresti offeso nella tua dignità di cristiano. Dici di aver riflettuto molto su tale questione, fin da giovane, e che hai accolto con autentico sollievo la decisione della Chiesa di non somministrarla più direttamente sulla lingua dei fedeli; così come, del resto, hai accolto con piena soddisfazione l’abbandono del latino nella sacra liturgia della Messa, perché, dici, moltissimi fedeli non capivamo più quella lingua, non si rendevano conto delle formule che pronunciavano, e ciò – concludi - non era bello.

Il papa deve essere cattivo. O quantomeno severo".


Paolo Poli: "La Chiesa è l'unica cosa seria che abbiamo in Italia"


poli
Paolo Poli è morto a Roma di venerdì santo, come il buon ladrone. Aveva 86 anni. Attore e uomo grandissimo e geniale, ha calcato le scene fino all'ultimo, con prodigiosa vitalità.
Quella che segue è l'intervista raccolta da Aldo Cazzullo per il "Corriere della sera" del 26 aprile 2009, al compiere dei suoi ottant'anni.
Un autoritratto impareggiabile. E controcorrente.
*

Gesù è e sarà sempre la misericordia stessa.

Capire la Sindone dagli usi funerari giudaici
La Sacra Sindone
La Sindone di Torino è una sindone funeraria ebraica di particolare pregio. Per comprendere meglio questo straordinario reperto essa deve dunque essere analizzata in relazione agli usi funerari giudaici, che qui ripercorriamo brevemente.
La prima operazione da compiere era chiudere occhi e mascella del defunto (quella dell'Uomo della Sindone era probabilmente già serrata, avendo il rigor mortis fissato il capo in posizione reclinata sul petto); a meno che il defunto non fosse morto di morte violenta (come l'Uomo della Sindone), nel qual caso il sangue non veniva rimosso ma anzi conservato e sepolto con il corpo (infatti la Sindone ne è intrisa), il corpo veniva di norma lavato con acqua; successivamente esso veniva unto con olii e profumi (sulla Sindone sono presenti tracce di aloe e mirra: Nicodemo portò alla tomba una grande quantità di una simile mistura, cfr. Gv 19,39, presumibilmente destinata in parte all'unzione della pietra ove fu composto Gesù, in parte all'unzione di corpo e Sindone e in parte infine a purificare l'aria); seguiva la deposizione nella tomba.

Il capro espiatorio

SULL'AGNELLO PASQUALE, IL PAPA DISSENTE DA GESÙ E DAL VANGELO

Un tormentone accompagna da anni la Pasqua: basta mangiare gli agnelli
Un tormentone accompagna da anni la Pasqua: basta mangiare gli agnelli. Anche Gesù lo mangiò nell'ultima cena, ma papa Francesco ha invitato «a sostituire la carne di agnello con menù alternativi» (27/3/2013). Da sempre gli italiani se ne fregano e continuano a gustarlo. Per fortuna: un costume che ancora unisce un popolo largamente scristianizzato nei valori della sua tradizione. La Pasqua è la festa dell'agnello. Non quello che, con formula inesatta, «toglie i peccati del mondo». Non li «toglie», in quanto la storia continuerà sino alla fine a esserne piena, ma «assume» (greco airéo, latino tollere) su di sé il peccato del mondo. Nel vangelo secondo Giovanni, 1, 29, si parla di peccato (amartía), non di peccati, come poi nella liturgia.

sabato 26 marzo 2016

Nulla andrà perduto




La Pasqua, il sapore della conservazione del proprio umano


Il Cristianesimo non fa perdere nulla. Affascina perché ci assicura che ogni umana affezione non andrà perduta
 C’è una questione che è meravigliosamente risolta dal Cristianesimo ed è quella riguardante la distruzione del proprio essere e del proprio umano. Il dramma – cioè – di vedere infrangere, con la perdita del proprio corpo, ogni umana integrità, appunto il proprio umano, intendendo per  “umano” ciò che l’uomo costruisce di buono nella propria vita, con i propri affetti e con le proprie fatiche.

Perché mai Ella sarebbe dovuta andarci?

Maria, la Passione e la Risurrezione di suo Figlio

La prima apparizione di Gesù Risorto fu per la Madre. Gratitudine e finezza d’amore del Figlio verso la persona più amata



Davvero, basta riflettere poco per capire subito che la gioia della Pasqua è una gioia straripante. È la gioia possente della vita che travolge la morte. È la gioia del trionfo sulla disfatta. È la gioia dell’immortalità sulla caducità. È la gioia dell’eterno sul tempo.
Tutta questa gioia trascendente e metafisica, storica e metastorica, celeste e terrestre, legata all’evento divino e cosmico della Risurrezione di Cristo, chi l’ha avuta per prima? E chi poteva essere in grado di averla in tutta la sua pienezza trasfigurata?
Una sola persona al mondo poteva essere in grado: Maria Santissima.

Dietro i fili

Stragi a Bruxelles – Incomprensibile minuto di

silenzio dell'élite europeista
Stragi, ancora stragi dietro i fili di astuti burattinai
occidentali
 di Padre Giacobbe Elia, esorcista incaricato per la Diocesi di Roma dal 1987, 
sacerdote, discepolo del Servo di Dio Padre Candido Amantini
Stragi a Bruxelles - Minuto di silenzio
 Bruxelles – Un incomprensibile minuto di silenzio                                     
Bruxelles – di Padre Giacobbe Elia  – Sangue e morte continuano a bagnare le strade della vecchia Europa che ha annacquato il Vangelo nell’ideologia e diluito la bontà nel buonismo esiziale e becero dietro la bandiera dell'europeismo (1). Le nostre morti annunciate trovano ormai unica insensata commemorazione nell’incomprensibile minuto di silenzio, che accompagna il vuoto di senso con una canzonetta, musicale e disperante, prima che la parola saccente riemerga per balbettare inutili e penose giustificazioni geopolitiche e culturali, responsabili di nuove morti e del dolore e dell’angoscia dei vivi. Horror vacui! Immagina che non esista paradiso e nessuna religione”, canta compunta l’orchestrina strimpellando le note del mitico John Lennon, che prima di essere sparato, il giorno dell’Immacolata Concezione del 1980 a New York a soli 40 anni davanti alla sua villa,resisteva alla morte cupa che lo ghermiva con bombe di speed-ball di eroina e cocaina, buttato sul letto e al buio, perché odiava la luce. Già, questo profeta dei Beatles – il gruppo musicale divenuto più famoso di Cristo, la “Luce vera venuta nel mondo perché chi crede in lui non rimanga nelle tenebre” (Gv 12,46), “ma abbia la luce della vita” (8,12) - che odiava la luce e viveva al buio, tiranneggiando la sua servitù, assurge ora a simbolo di speranza di un mondo agonizzante,costretto a sballarsi per non pensare al suo fallimento. “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini” (Mt 5,13).

L’ultima goccia di sangue

                

                   “CROCIFISSO... MA TRIONFATORE”


Al giorno d’oggi, che lo si creda o meno, ci sono ancora ragazzi e giovani che rimangono incantati a contemplare il Crocifisso. Questa contemplazione li esorta a farsi santi. Oggi, nonostante tutto, nonostante l’apostasia, l’esaltazione del piacere sfrenato e le ideologie più folli, non si sa come, nascono piccoli, grandi capolavori di anime. Da chi nascono se non da Lui, da Gesù sulla croce? “Davvero il Figlio di Dio” – Sperduto nelle tenebre, appeso a due terribili pali, Gesù appare come uno straccio sanguinante, immobile. A guardarLo così sembra l’immagine della disfatta totale, irreparabile. Con l’ultimo respiro, invece, Gesù ha sconfitto la morte: grazie a Lui, la partita è vinta.

La preghiera è essenzialmente silenzio

La preghiera è silenzio, il troppo rumore allontana l'uomo da Dio

Perché i cristiani dovrebbero riscoprire il valore dell'ascesi, parola che nella società contemporanea spaventa chi si fa influenzare dallo spirito mondano

"Il silenzio è l’atteggiamento positivo di colui che si prepara ad accogliere Dio attraverso l’ascolto"
Pubblichiamo un estratto dello scritto "Sull'importanza del silenzio nella liturgia", del cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti.

In senso negativo, il silenzio è l’assenza di rumore. Può essere esteriore o interiore. Il silenzio esteriore riguarda l’assenza di silenzio a livello di parole e azioni (rumori di porte, di veicoli, di martelli pneumatici, di aerei, gli scatti delle macchine fotografiche, spesso accompagnati dalla luce dei flash, per non parlare della devastante marea di cellulari, branditi indiscriminatamente nel corso delle nostre liturgie eucaristiche). Il silenzio virtuoso – ossia mistico – non deve quindi essere confuso con il silenzio di riprovazione, il rifiuto di rivolgere la parola, il silenzio di omissione dovuto a codardia, egoismo o durezza di cuore.

Stabat Mater dolorosa

 
                                           L’ora della Madre

Al termine dell’Ufficio delle Tenebre, l’ultima candela non viene spenta, ma nascosta agli occhi dei fedeli e poi ricollocata, in segno di speranza, in cima al grande candelabro a quindici braccia. Le altre candele sono state spente ad una ad una alla fine dei singoli salmi. La Luce del mondo, nella Sua morte e sepoltura, si è nascosta al mondo in attesa di sfolgorare il mattino del terzo giorno. In quel lasso di tempo che intercorre tra l’istante della Sua morte e quello della Sua risurrezione la fede della Chiesa nascente è parsa irrimediabilmente estinta. Eppure una fiammella ha continuato ad ardere nel Cuore più puro e credente che sia mai esistito e mai esisterà, in quello – immacolato – della Vergine Madre. Tutta la fede dei cristiani, in quelle ore, si è concentrata in Lei sola, l’unica che ancora una volta, come già all’Annunciazione, ha creduto oltre ogni umana credenza e sperato contro ogni speranza, come il Suo antenato Abramo (cf. Rm 4, 18). Come, grazie alla sua fede, egli divenne padre di molti popoli (Gen 17, 5), così Maria, grazie alla Sua fede, meritò di diventare Madre della Chiesa.

Candidato al posto di Kasper!

Gianni Vattimo: finiti i dogmi resta l'amore, e il comunismo

Il filosofo del pensiero debole. «Il cristianesimo ha aiutato a liquidare i sacrifici rituali».«Bergoglio dovrebbe fondare l'internazionale comunista». No all'utero in affitto: «il problema non è l'utero, ma il soldo». Sì all'eutanasia.

Ha teorizzato il "pensiero debole", ma è una testa forte della filosofia contemporanea.

" Prossimi beati loro?"

TEOLOGIA:"IL GRANDE ERRORE"

    Il grande errore della teologia della liberazione: i cattolici progressisti e preti modernisti si mettano il cuore in pace all’interno della Chiesa cattolica non c’è posto per essa il cattolicesimo non è una ideologia politica 
di Francesco Lamendola  



Non vogliamo fare qui tutta la storia della teologia della liberazione, delle sue origini, delle sue formulazioni, delle sue prese di posizione nel corso degli ultimi decenni; ci vorrebbero parecchi volumi. Vogliamo solo andare al nocciolo della questione, non senza aver ricordato, qualora ce ne fosse bisogno, che la teologia della liberazione è una dottrina non cattolica e non riconosciuta come tale dal Magistero ecclesiastico, il quale per due volte, con Giovanni Paolo II e con Benedetto XVI, si è pronunciato su di essa in forma solenne, e l’ha irrevocabilmente condannata. Perciò i cattolici progressisti e i preti e modernisti e pauperisti si mettano il cuore in pace: se si parla della teologia della liberazione, non è per vedere se sia o no compatibile, sia o no accettabile, se sia o no auspicabile, all’interno della Chiesa acattolica; perché, all’interno della Chiesa cattolica, non c’è posto per essa, punto e fine. Semmai, quel che interessa è capire dove stia esattamente l’errore, dove si nasconda il pungiglione velenoso, per trarre un insegnamento da tale esperienza e stare in guardia affinché simili deviazioni non abbiano a ripetersi.