►L'AFORISMA - Abbiamo dimenticato Dio: questo è il vero male; il resto è solo conseguenza - Aleksandr Solzenicyn
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Le "unioni (in)civili"
►L'AFORISMA - Abbiamo dimenticato Dio: questo è il vero male; il resto è solo conseguenza - Aleksandr Solzenicyn
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Le "unioni (in)civili"
http://www.corsiadeiservi.it/it/default.asp?page_id=1
La tutela delle convivenze di fatto: una caricatura del matrimonio
L’onnipotente pubblicità, relativista, nichilista, omosessualista ci fa metabolizzare tutto ed è riuscita a impermeabilizzare il nostro spirito (in questo caso dovrei dire, più prosaicamente, il nostro stomaco) rivestendolo di quel metaforico Maalox che ci rende digeribili anche le innovazioni più assurde…
di Carla D’Agostino Ungaretti
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Nella confusione politica, morale, sociale, antropologica che impera in questo nostro travagliato tempo e che ci sta trascinando verso l’apostasia, solo un aspetto della realtà italiana mi sembra chiaro. Tutti si riempiono la bocca con le unioni civili invocando una legge “moderna ”, una legge “condivisa”, che riconosca i diritti di tutti, che non faccia sentire nessuno emarginato, che ottemperi alle pretese europee, che rispetti “l’amore” ovunque esso si trovi, sia tra gli uomini che tra le donne. Lo proclamano i politici di qualunque sponda, lo dicono perfino i Vescovi, lo affermano (ormai per sfinimento) le persone comuni che fino a qualche anno fa avrebbero riso a crepapelle all’idea, non solo della possibilità di far sposare tra loro gli omosessuali, ma addirittura di riconoscere loro dei diritti che si richiamino, più o meno alla lontana, al matrimonio; lo si vuole inculcare anche nelle menti innocenti dei nostri bambini fin dall’asilo infantile. Ma è giusto tutto ciò? Dico subito che secondo me non lo è, e soprattutto dal punto di vista cristiano, nonostante Papa Francesco, sul volo di ritorno dal Messico, abbia proclamato che, in tema di unioni civili, i cattolici devono votare secondo coscienza, frase che come al solito quando è pronunciata da lui dà origine alle più diverse interpretazioni[1].
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Nella confusione politica, morale, sociale, antropologica che impera in questo nostro travagliato tempo e che ci sta trascinando verso l’apostasia, solo un aspetto della realtà italiana mi sembra chiaro. Tutti si riempiono la bocca con le unioni civili invocando una legge “moderna ”, una legge “condivisa”, che riconosca i diritti di tutti, che non faccia sentire nessuno emarginato, che ottemperi alle pretese europee, che rispetti “l’amore” ovunque esso si trovi, sia tra gli uomini che tra le donne. Lo proclamano i politici di qualunque sponda, lo dicono perfino i Vescovi, lo affermano (ormai per sfinimento) le persone comuni che fino a qualche anno fa avrebbero riso a crepapelle all’idea, non solo della possibilità di far sposare tra loro gli omosessuali, ma addirittura di riconoscere loro dei diritti che si richiamino, più o meno alla lontana, al matrimonio; lo si vuole inculcare anche nelle menti innocenti dei nostri bambini fin dall’asilo infantile. Ma è giusto tutto ciò? Dico subito che secondo me non lo è, e soprattutto dal punto di vista cristiano, nonostante Papa Francesco, sul volo di ritorno dal Messico, abbia proclamato che, in tema di unioni civili, i cattolici devono votare secondo coscienza, frase che come al solito quando è pronunciata da lui dà origine alle più diverse interpretazioni[1].