ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 23 maggio 2016

Zitti zitti,quatti quatti..

Unioni civili, la firma di Mattarella conferma un copione già scritto per liquidare i cattolici
Zitto, zitto, approfittando del clamore mediatico suscitato dalla morte di Marco Pannella che ha concentrato tutta l’attenzione, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato venerdì la legge sulle unioni civili. Lo ha fatto ignorando i gravi dubbi di incostituzionalità sia sui contenuti (l’effettiva parificazione delle unioni civili al matrimonio) sia sul metodo (violazione dell’articolo 72 della Costituzione riguardo al procedimento di approvazione di una legge). Da notare anche che al proposito si attende un pronunciamento della Corte Costituzionale a cui si sono rivolti una quarantina di senatori. Ma da “uomo delle istituzioni”, Mattarella non ci ha pensato neanche un attimo a sospendere la firma di questa legge: che tutto fili liscio, senza scossoni, senza provocare pericolosi (per chi, poi?) attriti fra istituzioni dello Stato, è preoccupazione che viene prima di ogni altra considerazione.

Soprattutto bisognerebbe tornare a riflettere sul fatto che una accelerazione senza precedenti a una legislazione anti-famiglia e anti-vita (prepariamoci per l’eutanasia) avviene nel momento in cui c’è una coppia di cattolici alla guida delle istituzioni, il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

È triste doverlo dire, ma lo avevamo ampiamente previsto il giorno dell’elezione di Mattarella: «L’Italia cattolica non c’è più – scriveva Stefano Fontana meno di un anno e mezzo fa - ma i cattolici servono ancora perché sono loro che devono – da “adulti” – completare l’esodo del popolo italiano dall’Italia cattolica. Il modo migliore per fare questo è essere “uomini delle istituzioni”. Basta pensare che la Costituzione sia superiore al Vangelo e il gioco è fatto». Ricordate le parole di Renzi la settimana scorsa? «Ho giurato sulla Costituzione, non sul Vangelo», appunto. E se venisse interpellato, Mattarella risponderebbe allo stesso modo.
È bene riprendere i due principali articoli che abbiamo scritto allora, non per autoreferenzialità o per riaccendere vecchie polemiche, ma perché la questione è sempre di grande attualità visto quanto sta accadendo e ciò che ci si para davanti. Peraltro, allora fummo anche definiti “cretini” per non esserci uniti al coro di evviva di tanti opinionisti cattolici per l’arrivo di Mattarella, un cattolico, al Quirinale. Non vogliamo ricambiare oggi con la stessa moneta, ma aiutare a riflettere sulle conseguenze di un certo approccio alla politica tipico di alcune correnti del cattolicesimo.
- MATTARELLA AL QUIRINALE. PER LIQUIDARE I CATTOLICI, di Stefano Fontana
(31 gennaio 2015)
Il nuovo capo dello Stato è figlio della cultura della vecchia sinistra DC, il cui scopo era diluire il cattolicesimo democratico in una laicità accettata nella sua radicalità. E rivedremo leggi contro la vita e la famiglia firmate da un presidente della Repubblica cattolico, in quanto uomo delle istituzioni.
- "VIVA MATTARELLA"? PER QUALCUNO È OBBLIGATORIO, PER NOI NO, di Robi Ronza
(2 febbraio 2015)
Nessuno mette in discussione fede e retti costumi del capo dello Stato, ma il "cattolicesimo democratico" è subalterno alla cultura laica post-illuminista. E i direttori di Avvenire e La Croce, che brindano e fanno tifo da stadio, provino a leggere i motivi dell'esultanza di Eugenio Scalfari.
23-05-2016

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-unioni-civili-la-firma-di-mattarella-confermaun-copione-gia-scritto-per-liquidare-i-cattolici-16261.htm

E adesso, chi è il cretino? (E non dica che non era stato avvertito) 

Considerazioni su Mattarella, Adinolfi, e su cosa voglia dire, dopo la firma alla legge Cirinnà, avere un “cristiano” al Quirinale. E adesso qualcuno potrebbe fare un mea culpa…

di Marco Manfredini
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zzzz2mtdnlImpietosa la rete: il primo febbraio dell’anno scorso, l’indomani dell’elezione a Capo dello Stato di Sergio Mattarella, Mario Adinolfi scriveva con baldanza sul suo giornale:
La Croce esce in edicola il 13 gennaio 2015 con un titolo di apertura che ha scatenato mille polemiche la cui coda insultante non si è ancora placata. Quattro parole: “Serve un presidente cristiano”. Il 31 gennaio un presidente cristiano è stato eletto. A qualcuno Mattarella non piace perché oltre ad essere cristiano è democristiano o perché ha militato nell’ala sinistra di quel partito o perché è “dossettiano”. Cretinate ideologiche, appunto. Mattarella è un presidente cristiano e per noi combattenti, consci che il 2015 sarà l’anno decisivo della battaglia per la difesa della cultura della vita e della famiglia dalle iniziative parlamentari già in corso che puntano a varare le norme sulle unioni gay e sulla legittimazione dell’utero in affitto tramite la stepchild adoption, è decisivo avere un cristiano non all’acqua di rose al Quirinale.
I cattolici che oggi protestano contro Mattarella e scrivono che un presidente “cattolico” (usano offensive virgolette) serve a liquidare i cattolici, chi avrebbero preferito? Walter Veltroni? Umberto Veronesi? Il prosieguo del settennato di Napolitano, quello del caso Englaro?
[…] Bisogna ragionare sulle soluzioni possibili nelle condizioni date, per un obiettivo preciso da raggiungere: tutelare l’Italia da un’offensiva normativa che dal matrimonio omosessuale all’eutanasia ha messo radici, informo i distratti, negli ordinamenti di tutta Europa. In tutta Europa, ma in Italia no. Merito dei cristiani che resistono e, forse, anche dei tanti vituperati democristiani. Che hanno eletto un presidente cristiano alla presidenza della Repubblica.
Chi non capisce che, nelle condizioni date, va ringraziato il Signore per questo miracolo semplicemente non è in battaglia. Chiacchiera, sì, ma qui le chiacchiere stanno a zero. Bisogna vincere un combattimento difficile contro forze che ci sovrastano per numero e furbizia. Sarà bene affilare le armi dell’intelligenza, perché continuando a bearsi di cretinerie ideologiche prive di concretezza, ci si espone a certa e devastante sconfitta.
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Caro Mario, il combattimento è stato difficile, e le forze nemiche ci hanno sovrastato: per numero, tutti quanti; per furbizia, quasi tutti. Di certo hanno sovrastato te, i tuoi amici della Croce e tutti coloro che, intenti ad insegnare agli altri come affilare le armi dell’intelligenza, si sono dimenticati di dare una ripassata alle proprie.
Ma andiamo in ordine:
“Il 31 gennaio un presidente cristiano è stato eletto”.
Può essere che personalmente il Signor Mattarella sia dotato di una dirittura morale che la maggior parte di noi si possono sognare. Niente di più facile. Potrebbe essere anche un asceta, digiunare sei giorni a settimana, indossare il cilicio, flagellarsi ogni sera e comunicarsi ogni mattina; ciò non meraviglierebbe.
Ma l’atto di mettere l’ultima, definitiva firma su una legge sbagliata in quanto contro l’uomo e contro Dio, lo rende ipso facto un pessimo cristiano. La qualità di prima carica dello Stato, con gli onori e oneri che ne conseguono, lo elevano in questo momento al rango di peggior cristiano sul suolo italico. Lasciamo stare l’acqua di rose, magari ci fosse almeno quella. Anzi, togliamo pure l’inutile insegna del “cattolico”, poco importa se con o senza offensive virgolette, perché grazie a questa legge, ad essere offesi siamo noi; ad essere offesi sono quei bambini che nel giro di breve tempo si troveranno ad avere due mammi ma nessun vero genitore; ad essere offeso è soprattutto Dio, perché questa è una di quelle cose che una volta gridavano vendetta al suo cospetto, quando i pastori facevano i pastori.
Nonostante la gravità della materia, qualcuno si meraviglia dell’accaduto? Noi, gentilmente definiti “cretini ideologici”, no.
Non potendo avere botte piena e moglie ubriaca, avremmo preferito di molto che al posto di un virtuoso e cattolico Mattarella che firma leggi inique a danno della collettività, ci fosse stato un vizioso e ateo puttaniere che non se la sentiva di trascinare nel baratro con sé un intero paese.
Abbiamo perso anche questa battaglia. L’abbiamo persa affidandoci a persone di cui non ci si poteva fidare, cedendo in questo modo sia sul piano teoretico, dei principi, che su quello effettivo, dei risultati. Certo, avremmo perso anche se la Croce avesse titolato “Mai fidarsi dei democristiani, specie se di sinistra”, ma in questo modo avremmo dimostrato, pur nella netta inferiorità numerica, di avere sì armi affilate, armi che ci consentono di non cadere ingenuamente nei soliti, ormai banali inganni; armi che il nemico avrebbe forse imparato a temere a futura memoria, iniziando a smettere di pensare che tanto ci sono quei boccaloni dei cattolici, e gli facciamo bere tutto.
Non è vero, è stra-vero: a noi Mattarella non è mai piaciuto esattamente per i motivi che hai indicato. Non ci è mai piaciuto perché oltre ad essere cristiano è democristiano, ha militato a sinistra ed è riconducibile al dossettismo. Confermo tutto, anzi, confesso tutto: le cose stanno proprio così.
Ma cerchiamo di capirci, caro Mario. Non sono proprio pregiudizi campati per aria questi; col mestiere che fai dovresti sapere meglio di noi chi occupava i più alti scranni statali quando venivano promulgate le leggi madri di tutte le odierne aberrazioni. E dovresti altresì essere a conoscenza di quale fu l’impegno profuso dai militanti di area dossettiana per fare fallire nel 1974 il tentativo di abrogazione della legge Fortuna-Baslini tramite referendum.
L’essenza del dossettismo, del progressismo democristiano, o del cattolicesimo adulto che dir si voglia è sempre questa: ridurre all’insignificanza pubblica il messaggio cristiano. L’insipidità assoluta come stile di presenza nella politica e nella società. E’ così da molti decenni, ma c’è ancora chi si ostina a non vedere, nonostante i devastanti danni che grazie a questa insignificanza abbiamo sotto gli occhi.
Ci chiedi di che morte avremmo preferito morire:  Veltroni e Veronesi? Napolitano o magari Zagrebelsky? Dario Fo e la Bonino? Evidentemente non avremmo preferito nessuno di questi personaggi, ma quale differenza ci sarebbe stata con l’attuale Presidente? La nefanda legge sarebbe stata firmata allo stesso identico modo, al massimo con qualche cenno espressivo del viso in più, o qualche ammiccante dichiarazione in favore di telecamera che nessuno può pretendere da Mattarella.
La sostanza sarebbe rimasta la stessa, ma almeno non si sarebbe detto che un Presidente “”cattolico””  per l’ennesima volta aveva firmato una legge anticristiana e antiumana.
Adesso che l’“obiettivo preciso da raggiungere” non è stato raggiunto, non sarà il caso di togliere i paraocchi ed evitare di continuare a commettere sempre gli stessi errori? Possiamo far tesoro di quanto accaduto e capire che non basta definirsi o essere definiti cattolici per avere la garanzia di esserlo veramente ed agire di conseguenza? Non sarà d’uopo adottare il criterio, precauzionale ma realistico, che in politica anche il cristiano o sedicente tale è nemico fino ad esplicita ed inequivocabile prova contraria? Infine, possiamo prendere atto che dalle file del progresso, sia esso politico, religioso o filosofico, non è più ragionevolmente lecito aspettarsi qualcosa di buono sulle materie importanti per la sopravvivenza della civiltà?
Noi, che pure eravamo sul campo, checché tu ne dica, abbiamo sempre avuto tanti motivi validi per ringraziare il Signore, ma tra questi non figurava (nemmeno in fondo alla lista) l’elezione a Presidente di Mattarella.
Come poi l’avvento di un grigio uomo di apparato, uno che contribuì a fondare il mitico Ulivo di Prodi, uno che, smarrito temporaneamente il consueto aplomb, definì “incubo irrazionale” l’ingresso di Forza Italia nel Ppe e scorse dei “tratti illiberali” nel programma dello stesso partito, uno che dalla Corte Costituzionale difese la legge Fornero scippa-pensionati, uno così, come possa far gridare al “miracolo”, rimane per noi cretini reazionari alquanto misterioso.
Nonostante ciò, caro Mario, avremmo preferito esserci sbagliati. Se Mattarella non avesse firmato quella legge saremmo stati i primi a gioirne insieme a te, ai nostri figli e alle future generazioni.
Ma evidentemente le nostre non erano “cretinerie ideologiche prive di concretezza”. Ti concedo che possiamo anche essere cretini, ma né ideologici né dotati di scarsa concretezza. Con ciò che è successo, mi sai dire cosa ce ne facciamo di un presidente “cristiano” come l’attuale?
Mi fermo qua, essendoci precise leggi a tutela dell’onorabilità della prima carica; dopo i fatti, stavolta sì, che le chiacchiere stanno a zero. E un mea culpa non sarebbe fuori luogo.

Gay pride a Madrid
Spagna, il clero anti gender andrà alla sbarra
di Andrea Zambrano
23-05-2016

Si avvicina la persecuzione per il clero spagnolo che non intende piegarsi alla dittatura gay. L’arcivescovo di Valencia Antonio Cañizares è finito nel mirino di diverse associazioni Lgbt e dell’ideologo di Podemos Juan Carlos Monedero. Il motivo? Aver parlato di “impero gay” a proposito dell’inculturazione di gender e omofobia in atto da tempo nella società spagnola. 
Ormai vescovi e sacerdoti spagnoli sono costretti al martirio bianco, ma quello che è accaduto nel corso di una conferenza dell’Università cattolica di Valencia, dove ha sede la sezione spagnola dell’Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sulla famiglia, rappresenta un deciso cambio di passo. Cañizares infatti rischia una denuncia penale alla corte spagnola per istigazione all’odio, causa intentata dalla lobby gay Lambda, collettivo valenciano per i diritti Lgbt retto da Mar Ortega. 
Secondo quanto riferito dal portale cattolico religion y libertad, Cañizares ha tenuto una lectio magistralis sulla deriva odierna. Il cardinale ha denunciato «l’escalation contro la famiglia portata avanti dai politici, aiutati tra gli altri dai poteri lobbisti come l’impero gay e certe ideologhe femministe». Inoltre ha criticato le leggi che fomentano l’ideologia del gender definita «la più insidiosa che ci sia stata in tutta la storia dell’umanità», in riferimento alla legge che consente ai bambini di poter mutare genere a seconda delle circostanze.
Di contro ha denunciato la totale mancanza di aiuti alle famiglie. «La Spagna occupa uno degli ultimi posti in Europa in fatto di politiche famigliari. Insieme alla Grecia è il paese con il più basso indice di natalità e dove la popolazione giovanile è in decrescita costante. E soprattuto è il Paese in cui è aumentato maggiormente il numero di aborti, i divorzi e le unioni di fatto». 
Apriti cielo. A rispondere minacciosamente a Cañizares è stato Monedero, che è considerato l’ideologo di Podemos, ma è anche membro di una commissione dell“Università Pontificia Comillas”, retta dai gesuiti, oltre ad essere stato membro del governo di Hugo Chavez in Venezuela.
Quando ascolto Cañizares quello che vedo è una persona traviata sessualmente, ha esordito l’ideologo dell’estrema sinistra mentre un coro di femministe, tra cui Isabel Lozano del collettivo dell’uguaglianza ha detto che le sue parole provocano odio e violenza.
Subito dopo è arrivata la lobby Lambda che ha annunciato l’intenzione di presentare una denuncia per istigazione all’odio ai danni di Cañizares. Che si troverà così in buona compagnia perché a fianco del cardinale, durante la lectio magistralis c’era anche il vescovo di Alcalà Juan Antonio Reig Pla, che è già finito nelle maglie del sistema giudiziario spagnolo proprio a seguito di denunce delle lobby gay, nel 2012 e nel 2014, fortunatamente archiviate.
Ma l’escalation di violenza verso chi denuncia la dittatura del pensiero gay fa pensare che prima a o poi potremo assistere ad un processo che veda sul banco degli imputati un vescovo della Chiesa cattolica, come nel peggiore dei totalitarismi, chiamato a rispondere di fronte ad un tribunale del popolo. 
La campagna contro Cañizares non si è fermata. Monedero durante una trasmissione sulla tv Cuatro ha avanzato che Cañizares  abbia una «omosessualità repressa, e sarebbe bene che Chiesa cattolica toga i propri scheletri dagli armadi. Cañizares è una persona piena di ossessioni, che danneggiano e limitano la nostra democrazia e promuove un tipo di comportamento paragonabile a quello utilizzato dalla Chiesa durante la dittatura del franchismo». Con premesse di questo tenore, il clero spagnolo è avvertito.  
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-spagna-il-cleroanti-genderandra-alla-sbarra-16253.htm

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