Bagno di folla per papa Francesco prima dell’arrivo nella basilica di Caacupe in Paraguay, l’11 luglio 2015. (Andres Stapff, Reuters/Contrasto) |
La chiesa di Francesco dice addio a Roma
Roma è lontana, lontanissima dall’America Latina profonda visitata nell’arco di una settimana da papa Francesco. Montagne e foreste tropicali, deserti, indigeni, contadini, città marginali negli scenari contemporanei come Quito, La Paz, Asunción, capitali che raramente fanno, come si dice, notizia. Eppure è in questa porzione di mondo in cui si parlano decine di idiomi, in cui coesistono gruppi etnici diversi ma ci si capisce universalmente in spagnolo, in cui la natura conosce varietà sorprendenti, che il papa ha rotto definitivamente gli argini della clausura europea per la chiesa, una chiesa dal volto cupo e ieratico, nostalgico e triste, di chi vive la stagione del declino e del rimpianto.