Tuttavia ci sono circostanze in cui pare necessario parlare chiaramente, non per questioni o antipatie personali ma per stabilire come stanno realmente le cose. È il miglior servizio verso i lettori.
Recentemente
ha fatto un certo colpo l'ultima esternazione di Jorge Bergoglio sulla
disciplina ecclesiastica del digiuno se non altro perché, oltre a
ridicolizzare certe prassi, ha inchiodato i custodi delle tradizioni con
la definizione "putrefatti nel cuore", espressione, a mio modo di
vedere, abbastanza pesante e indubbiamente stonata e volgare per chi
ricopre il suo ruolo. Con quest'espressione non si correggono eventuali
erranti ma li si chiude a riccio disponendoli in atteggiamento
difensivo. Si creano fazioni e opposizioni ed è, dunque, pure
pastoralmente disastrosa.
Prima
di entrare in merito a tale discorso, chiedo un attimo di pazienza al
mio gentile lettore. Cercherò di ripetere alcuni concetti per quanto
riguarda la disciplina del digiuno ecclesiastico. Questo è l'unico modo
per poter dare una base concreta al discorso e impedire che fluttui
nella pura opinione soggettiva.