La Fraternità San Pio X
in stato di «riconciliazione imperfetta».
Verso il riconoscimento canonico?
Dunque, ieri, martedì 23 settembre, nel Palazzo del Sant’Uffizio (Congregazione per la Dottrina della Fede), si è svolto l’incontro annunciato senza data fra il cardinale Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, e Mons. Fellay, Superiore generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX). Erano presenti: da parte della Congregazione: Mons. Pozzo, Segretario della Commissione Ecclesia Dei, Mons. Ladaria, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, e Mons. Di Noia, Segretario aggiunto; e da parte della FSSPX: i due assistenti di Mons. Fellay: Don Pflüger e Don Nély.
Il riconoscimento canonico della FSSPX, se giungerà nei tempi prossimi, non presenterà più l’aspetto e l’interesse di terremoto che avrebbe rivestito all’interno della Chiesa alla fine del pontificato di Benedetto XVI. Al contrario, esso è divenuto, paradossalmente, molto più facile da realizzare, dal momento che il Papa attuale – è il minimo che si possa dire – non ha la reputazione di tradizionalista che aveva il suo predecessore.
Dunque, ieri, martedì 23 settembre, nel Palazzo del Sant’Uffizio (Congregazione per la Dottrina della Fede), si è svolto l’incontro annunciato senza data fra il cardinale Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, e Mons. Fellay, Superiore generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX). Erano presenti: da parte della Congregazione: Mons. Pozzo, Segretario della Commissione Ecclesia Dei, Mons. Ladaria, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, e Mons. Di Noia, Segretario aggiunto; e da parte della FSSPX: i due assistenti di Mons. Fellay: Don Pflüger e Don Nély.
Il riconoscimento canonico della FSSPX, se giungerà nei tempi prossimi, non presenterà più l’aspetto e l’interesse di terremoto che avrebbe rivestito all’interno della Chiesa alla fine del pontificato di Benedetto XVI. Al contrario, esso è divenuto, paradossalmente, molto più facile da realizzare, dal momento che il Papa attuale – è il minimo che si possa dire – non ha la reputazione di tradizionalista che aveva il suo predecessore.