Lorenzo de Vita / Curzio Nitoglia 19 Giugno 2014
Di questi tempi, per noi cattolici (e non solo ovviamente), potrebbe rivelarsi necessario effettuare una sana e corretta rilettura dei testi che anticipano la venuta futura dell’Anticristo, perché sono un utile strumento se letti alla luce della Tradizione; sono un dono che “Dio ha voluto rivelarci affinché potessimo premunirci”, come giustamente scrive Don Nitoglia, e che la Provvidenza ci ha dato perché non ignorassimo i pericoli che sempre corre l’umanità, come già aveva avvertito San Pio X. Peccato che oggi, proprio quando se ne percepisce sempre più l’urgenza, il cattolico “moderno” ignori o confonda quelle che sono le basi stesse della sua Fede, forse perché la Chiesa, attualmente e a partire dagli anni ’60, preferisce non parlare più di certi argomenti.
Questa mattina, per la celebrazione dei Santi Pietro e Paolo nella basilica vaticana, il Papa ha scelto di indossare un pallio uguale a quello degli altri vescovi metropoliti, usato dai pontefici fino a Giovanni Paolo II. Fu mons. Piero Marini, allora Maestro delle Celebrazioni liturgiche, a proporre a Benedetto XVI, appena eletto vescovo di Roma nel 2005, di cambiare il pallio, tornando alle origini – gli studi in tal senso andavano avanti da almeno un decennio e furono almeno quattro i prototipi fatti confezionare dal Vaticano: forma allungata e incrociato sulla spalla sinistra, identico a quello in uso fino al IX secolo.