Decine di preti dichiarano di aver “sposato” divorziati e gay
(di Mauro Faverzani) L’inchiesta condotta dalla Ccbf, la Conferenza cattolica dei battezzati e delle battezzate francofoni, è choccante, ma parla chiaro: 75 preti e diaconi ammettono tranquillamente di violare la disciplina della Chiesa in fatto di nozze.
Come? Accettando di celebrare le unioni tra persone divorziate, ciò che è del tutto contrario all’indissolubilità del Matrimonio. Il Codice di Diritto Canonico, in questo, non lascia il benché minimo spazio a dubbi: «Le proprietà essenziali del matrimonio sono l’unità e l’indissolubilità» (can. 1056). Ma, per loro, le regole sono saltate. Oltre il 60% dei sacerdoti intervistati, infatti, ha dichiarato di non chiedere alcun permesso, in questi casi, al Vescovo o al Parroco, celebrano e tanti saluti a tutti. Non solo: da veri trapezisti liturgici, tentano di giustificare l’ingiustificabile, spiegando come la loro cerimonia, in realtà, sia una semplice benedizione, non un Sacramento.