ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 4 novembre 2013

Ecco perchè Il NO del vicariato romano della misericordia

Erich Priebke: l'ultima intervista


Dal blog di Michael Hoffman:
ERICH PRIEBKE: L’ULTIMA INTERVISTA[1]
È incredibile che nel corso dell’intervista a Priebke non sia stato chiesto del suo cattolicesimo. Era già cattolico romano durante la guerra, o si convertì in seguito? Come è riuscito ad affiliarsi al gruppo di sacerdoti dissidenti della “FSSPX” del defunto Arcivescovo francese Marcel Lefebvre (un’intervista in italiano con il superiore del distretto italiano della FSSPX è in rete qui: http://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=1097:funerali-priebke-intervista-a-don-pierpaolo-petrucci&catid=53&Itemid=50 )?
L’amministrazione vaticana del “liberale, tollerante” Papa Francesco ha proibito il funerale di Priebke con la tirannia in cui i liberali ipocriti sono particolarmente versati. Questo è forse uno dei più grandi allori che possano giungere ad un dissidente del libero pensiero: che anche dopo la morte il suo stesso cadavere venga bandito!
Una delle ragioni per le quali poniamo la questione religiosa è perché il defunto veterano tedesco della seconda guerra mondiale e studioso revisionista Hans Schmidt (http://www.amazon.com/Jailed-Democratic-Germany-Ordeal-American/dp/0965413403/ref=pd_sim_b_1 ) asserì che una delle ragioni per cui Pio XII non credeva alle camere a gas omicide di Auschwitz era dovuta ai rapporti informativi che riceveva da sacerdoti cattolici che avevano ascoltato le confessioni sacramentali del personale cattolico-tedesco di Auschwitz – costoro non avevano confessato di aver partecipato a gasazioni omicide.
Il prof. Faurisson ha scritto un opuscolo (Il revisionismo di Pio XII) in cui ha fatto notare come, anche dopo la guerra, questo pontefice non alluse mai in pubblico, neanche una volta, allo sterminio mediante camere a gas di Auschwitz.
Commento di Andrea Carancini
Riguardo al revisionismo di Pio XII, sul fatto che il pontefice fosse revisionista anche dopo la guerra, ho espresso le mie riserve qui:http://andreacarancini.blogspot.it/2008/07/pio-xii-e-le-camere-gas.html .
Quanto al resto, il post di Michael Hoffman è  come sempre interessante. Ritengo sia utile integrarlo con due citazioni. La prima, sullo scetticismo di Pio XII almeno durante la guerra –  la traggo dalla Rassegna Stampa n°8 di Sodalitium (ottobre-dicembre 1999)[3]:
Revisionismo – Pio XII, revisionista ante litteram. “Secondo un documento appena scoperto negli archivi nazionali americani, Pio XII aveva fatto sapere agli Stati Uniti nel 1942 che i rapporti sulle atrocità commesse contro gli ebrei erano molto esagerati. Secondo lo stesso documento, egli spiegava di non poter insorgere contro i massacri degli ebrei senza criticare l’Unione Sovietica” (A. J.[4], n. 630, p. 16). Si tratta della relazione che l’ambasciatore Tittmann aveva fatto dopo la sua udienza pontificia del 30 dicembre 1942. “Il diplomatico scrive nel rapporto che si era dichiarato pronto a condannare pubblicamente gli Alleati se essi avessero tentato di bombardare Roma, affermando anche di temere che le notizie sulle atrocità commesse dai tedeschi avessero un fondamento. Tuttavia, osservava l’inviato del governo americano, ‘mi indusse a credere che era convinto che tali notizie fossero in qualche modo esagerate da intenti propagandistici’” (S.[5], 22/10/99, p. 4).
La seconda, sul (sottovalutato) potenziale informativo costituito dai preti cattolici, la traggo da una nota a piè di pagina del libro IL MISTERIOSO INTERMEDIARIO – Igor Markevič e il caso MoroÈ la nota a piè di pagina 111 (la pagina è la 242, i grassetti sono miei):
I tre autori, in L’eredità messianica[6] cit., scrivono tra l’altro: «A capo dell’Oss, William Donovan intuì subito il potenziale significato del Vaticano per le operazioni di contro spionaggio. Migliaia di sacerdoti cattolici erano presenti in Europa, in ogni paese, ogni città, praticamente ogni villaggio. Migliaia di sacerdoti cattolici fungevano anche da cappellani per le forze armate di ogni nazione in guerra. Questa rete era già impegnata in attività di controspionaggio; trasmetteva grandi quantità di informazioni al servizio segreto del Vaticano stesso.
[…]

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