“Le lacune del Vaticano II cinquant’anni dopo”
Intervista a "Vatican Insider" del padre conciliare Giovanni Franzoni, uno degli ultimi protagonisti del Concilio
GIACOMO GALEAZZI CITTÀ DEL VATICANO La Santa Sede si sta concentrando su un’importante avventura: una riflessione sul Concilio Vaticano II, che animi l’Anno della fede e avvii una nuova stagione per il cristianesimo e la chiesa cattolica nel mondo. E chissà che per la rivisitazione dell’eredità del Concilio nella prospettiva dell’Anno della fede l’ex perito conciliare Joseph Ratzinger non abbia in serbo qualche sorpresa. L’ex abate della basilica papale di San Paolo fuori le mura, Giovanni Franzoni (attuale leader delle comunità di base che si riuniranno a Napoli dal 28 al 30 aprile per il loro congresso nazionale annuale) è stato il più giovane padre conciliare e in questa intervista a «Vatican Insider» traccia un bilancio a mezzo secolo dal Concilio.Per lei che vi ha partecipato, cos’è stato davvero quell’evento religioso? Nel Concilio Vaticano II trova più motivi di rimpianto o di soddisfazione?
«Sono appena tornato da Madrid dove ho tenuto la relazione introduttiva in un incontro internazionale di teologici dedicato proprio al cinquantesimo anniversario del Concilio. Ha suscitato clamore e il quotidiano «El Pais» vi ha dedicato un’intera pagina, la mia tesi controcorrente e cioè che già nei documenti conciliari ci fosse tutta una serie di punti deboli che poi hanno frenato e limitato l’impatto riformatore del Vaticano II».