ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 21 febbraio 2016

“Meno fede, più sesso”.


La BBC conferma l’Inquisizione una truffa culturale per colpire la Chiesa. Addio ad uno dei suoi grandi calunniatori, Umberto Eco


urlSe oggi  pensare al medioevo e alla  Chiesa dell’epoca alla maggior parte del popolo poco informato vengono subito in mente roghi, streghe, superstizione e barbarie di tutti i generi lo dobbiamo sicuramente alla massoneria: si sa, sono i vincitori che scrivono la storia, o almeno quella storia ricca di reticenze, omissioni, spesso di vere e proprie falsità; accuse che si continuano a scagliare anche a distanza di molti secoli. Infatti, una ricerca storica al di fuori dei libri di testo ci da un quadro chiaro -e del tutto diverso come vedremo- da quello cosiddetto ufficiale. Il 19 Febbraio 2016 se ne va uno dei grandi calunniatori e mistificatori del medioevo e soprattutto, della Chiesa e della Santa Inquisizione. E così Umberto Eco pieno di sè fino all’orlo ha dovuto piegarsi anche lui davanti al ciclo naturale della vita, e alla natura come Dio l’ha creata, a cosa gli è servita tanta superbia se anche lui, “filosofo illuminati”, ha dovuto piegarsi-come i tutti i comuni mortali- alla sua ora? Il suo romanzo “Il Nome della Rosa” è uno dei libri più venduti di tutti i tempi insieme al “Codice da Vinci” di Dan Brown e a “50 sfumature di Grigio” , ciò la dice lunga sui gusti dei lettori occidentali, che sembrano chiedano: “ci vuole meno fede e ci vuole più sesso”.

url-2Ateo incallito, Eco ha fatto del suo meglio per trascinare il pubblico mondiale in direzione delle sue vedute personali contro la Cristianità, anche se questo ha significato mentire senza scrupoli. Umberto Eco – intervistato dal Corriere in occasione degli eventi di Charlie Hebdo– si schierò in favore della cancellazione di tutte le religioni, portatrici, secondo lui di odio e di distruzione, appoggiando in pieno il piano di dell’Unica Religione Globale in piena sintonia coi signori del potere e della globalizzazione. Non una parola ovviamente sulle cause reali di questi attentati, -che di islamico, a dir la verità hanno poco o nulla,- ma a questi eventi verranno contrapposti quelli della Santa Inquisizione, come dire? Due false flag a confronto. E fu così che anche Eco ha dovuto chiudere gli occhi e passare dall’aldilà, se abbia invocato la Divina Misericordia– l’unica possibilità di salvezza- non lo sapremo mai, ma sappiamo per certo che le sue menzogne, i suoi romanzi e le sue affermazioni continueranno ad essere riprese dai grembiulini (o massoni senza grembiule) che contunueranno a servirsene  per attaccare ingiustamente la Chiesa Cattolica e i suoi fedeli.  -Introduzione a cura di Floriana Castro –
Testo in basso tratto da Appuntiitaliani.com
le foto in basso son tratte dal film il nome della rosa(Le foto riportate nell’articolo sono tratte dal dalla versione cinematografica de “Il nome della Rosa” diJean-Jacques Annaud. Raffigurano il falso scenario medievale che si è inculcato nella mente del popolo medio: volti raccapriccianti, torture, donne innocenti accusate e scene di sesso tra presunte streghe e monaci: la più grande mistificazione di tutti i tempi)
Finalmente un  documentario della BBC, una fonte sicuramente non di parte Cattolica, che smonta il mito sulla Santa Inquisizione con il quale la Chiesa Cattolica e’ stata calunniata per secoli. (guarda video). Tutto falso signori, e’ tutto falso. La Chiesa non e’ quel covo di torturatori sadici depressi e maniaci che ha compiuto stragi, anzi, questa accusa torna al mittente, ossia la propaganda rivoluzionaria francese, i protestanti, gli inglesi anglicani che hanno attaccato la Chiesa Cattolica con accuse infamanti coprendo invece i loro misfatti.
Ebbene si, sono loro i torturatori sadici depressi e maniaci che hanno ucciso e torturato civili sopratutto Cattolici in quanto oppositori dei loro regimi. Basti pensare ai 2 milioni di francesi uccisi dalla massonica Rivoluzione Francese, ai Vandeani trucidati, ai Cattolici perseguitati in Inghilterra, facendo 70.000 vittime. Un clima di terrore quotidiano, ghigliottine, carceri, omicidi e genocidi. Questi sono coloro che accusano gli altri di colpe che invece sono le loro. Forza Cattolici, non fatevi intimidire, la Chiesa non deve chiedere scusa di niente e tantomeno bisogna vivere in soggezione per un presunto passato oscuro. Lo stesso Napoleone, invasa la Spagna, credeva di trovare archivi insanguinati ed invece non trovo’ niente. Forse avrebbe dovuto indagare sui suoi fratelli a Parigi.
url-3Vorrei proporvi questo interessante articolo che riassume i nuovi studi storici sulla cosidetta leggenda dell’Inquisizione Cattolica, uno dei cavalli di battaglia della Massoneria ma sopratutto delProtestantesimo anglosassone  fresco di tradimento nei confronti di Roma  ed in competizione con l’egemonia del nascenteImpero Spagnolo. Altro interessantissimo documento a supporto dei fatti e’ il documentario della BBC inglese -fonte sicuramente non di parte Cattolica- che dimostra come  i fatti storici siano stati ingigantiti e manipolati in chiave anticattolica dalla propaganda protestante.
Naturalmente i cavalieri anticattolici si stracciano le vesti e si inneggiano a difensori della dignita’ umana solo quando si tratta della storia del Cattolicesimo, dimenticandosi invece delle colpe ben piu’ gravi e maggiori per esempio di Lutero che perseguito’ i Cattolici e  fece uccidere 100.000 anabattisti, oppure  degli eccidi  di  Cattolici da parte dell’anglicanesimo, e non dimentichiamo i 2.000.000 di francesi, il 10% della popolazione delle Francia  inclusi i 600,000 Vandeani,  uccisi durante la Rivoluzione Francese, la quintessenza della liberta’  e della superiorita’ anticlericale  ed invece dimostratasi la madre di tutte le dittature. E che dire del Comunismo che fece 100 “milioni” di  morti nel mondo, dei quali 30 “milioni” solo in Russia, per i quali pero’  non c’e’ memoria ne’ si grida allo scandalo?
Per non parlare del genocidio armeno e quello in corso di Cristiani in medio oriente.Nessuna menzione riguardo agli eccidi dell’impero Azteco che sacrificava la popolazione conriti propiziatori  in quantita’ industriale fino a raggiungere i 30.000 morti ogni anno e che giustamente sono stati travolti dagli spagnoli che hanno letteralmente liberato la popolazione locale da tale tirannia satanica, non solo si vorrà vedere quei territori liberati da quel male, ma si accuserà persino il condottiero spagnolo, Hernan Cortes di inciviltà e barbarie contro quel civile e pacifico popolo. Ma si sa’,  l’unica liberazione accettabile e’ quella della dittatura  liberale  che ha portato guerra in Europa negli ultimi tre secoli  ed ora   bombarda civili per esportare la falsa democrazia, nel silenzio totale  dei sostenitori degli eroi che avrebbero liberato il mondo  dalla millantata tirannia della Chiesa Cattolica
Streghe e Inquisizione: la verità storica oltre i luoghi comuni, di Bartolo Salone
url-1Quando si parla di caccia alle streghe, nell’immaginario collettivo è immediato l’accostamento all’Inquisizione cattolica. Centinaia di migliaia, anzi milioni di donne sarebbero state sterminate per colpa di quell’esecrabile Istituzione, che certa storiografia liberal ci ha abituati a vedere come un covo di fanatici e integralisti religiosi assetati di sangue. Ma sono andate veramente così le cose? La ricerca storica, di recente, ha ribaltato questa prospettiva, dimostrando la falsità di una delle più diffuse “leggende nere” anticattoliche.
Possiamo definire la stregoneria come quell’insieme di pratiche che una persona, in particolare relazione col Maligno, possa esercitare per nuocere ai suoi simili (secondo la credenza popolare). Benché si parli sovente di streghe e di caccia alle stesse, in realtà – come risulta dai documenti storici – la persecuzione riguardò, seppur in misura più ridotta, anche gli uomini e, in qualche raro caso, perfino i bambini. Contro un diffuso luogo comune di stampo femminista, va dunque rilevato come la “caccia” non era rivolta al sesso femminile in quanto tale, nascendo invece da una più generale ossessione per il diabolico. Ossessione – e qui va sfatato un altro luogo comune – sorta non nella Cristianità medievale, bensì nell’Europa moderna, proprio in quella osannata Europa della Riforma e del Rinascimento.
url-5Se nel Medioevo la credenza nella stregoneria non attecchì presso il popolo si deve proprio alla Chiesa cattolica, la quale, in numerosi Concili dal VI al XIII secolo (si pensi al Concilio di Praga del 563 o di Lione dell’840, fino ad arrivare ai Concili di Rouen e di Parigi, rispettivamente celebrati nel 1189 e nel 1212), condannò come superstiziosa idolatria la credenza che esistessero persone capaci di esercitare la magia nera in forza dei loro rapporti con il diavolo. A partire dalla fine del XIII secolo, le credenze stregonesche, per ragioni storiche che in questa sede non è possibile riepilogare, si fanno sempre più diffuse sia presso il popolo che presso alcuni ecclesiastici ed uomini di cultura. Sul piano dogmatico la posizione ufficiale della Chiesa sulla stregoneria (formulata nei predetti Concili) non muta, tuttavia muta la risposta al fenomeno: streghe e stregoni, proprio perché contravvengono agli insegnamenti della Chiesa e al divieto di esercitare le arti magiche, vengono considerati alla stregua degli eretici, e pertanto la competenza giurisdizionale, nei Paesi cattolici, viene sottratta ai tribunali civili e assegnata ai tribunali inquisitoriali.
url-1Secondo una certa vulgata (sostenuta con forza da intellettuali “liberal” e da romanzieri asciutti di storia alla Dan Brown) questo avrebbe segnato l’inizio di una vera e propria mattanza, che nell’arco di tre secoli avrebbe portato al rogo non migliaia, ma addirittura milioni di donne (tutte ascrivibili, manco a dirlo, al fanatismo e alla misoginia propri del mondo cattolico). Fin qui la “leggenda”. La verità è però ben diversa e per rendercene conto basterà riferirsi ad alcuni dati tratti dall’opera più completa ed aggiornata di cui ad oggi si dispone in tema di stregoneria e di caccia alle streghe: si tratta della“Enciclopedia della stregoneria, la Tradizione occidentale” edita nel 2007 dalla Abc-Clio e curata dallo storico anglosassone Richard Golden, per un totale di ben 752 voci, compilate da 172 studiosi di 28 diverse nazionalità. Innanzitutto, facciamo attenzione alla periodizzazione e alla “geografia” del fenomeno: la cosiddetta “caccia alle streghe” (ma, come visto, non mancarono anche roghi di stregoni) va dal 1450 al 1750 (siamo dunque in piena età moderna, non nel “buio” Medioevo) e interessò un po’ tutti i Paesi europei, sia cattolici che protestanti.
Quante le persone giustiziate per stregoneria? Centinaia di migliaia o milioni, come ci ripetono alcuni? Ebbene, la cifra “vera” si aggira tra le 30.000 e le 50.000 unità, da “spalmare” nel corso di tre secoli: una cifra considerevole, ma comunque irrisoria se paragonata ai milioni di morti delle grandi rivoluzioni e guerre dell’800 e delle stragi del ‘900, e in ogni caso non tale da giustificare la definizione di “genocidio” né tantomeno di “olocausto”.
url-4Un fenomeno prevalentemente cattolico, dovuto alla furia dei tribunali inquisitoriali? Anche questa è una falsità bell’e buona.Infatti nei Paesi che avevano l’Inquisizione, le “streghe” giustiziate furono soltanto 310 (precisamente, 300 in Italia e Spagna e soltanto 10 in Portogallo), a cui si aggiungono (per rimanere in ambito cattolico) i 600 casi della Francia e i 4 dell’Irlanda. La grande massa (tra le 15.000 e le 25.000 vittime) è concentrata in Germania, mentre la piccola Svizzera contribuì al massacro con 3.000, la Scandinavia con 2.000 e la Scozia con 1.000. Si ha quindi conferma che la mattanza fu concentrata soprattutto nei Paesi luterani, calvinisti, anglicani o in quei piccoli Stati tedeschi che non avevano l’Inquisizione cattolica. Dunque, l’Inquisizione costituì non un incentivo (come a lungo ci è stato fatto credere), bensì un freno (e molto efficace) contro la persecuzione delle “streghe”. Le ragioni ci sono spiegate dallo storico Richard Golden in questo modo: “Nelle terre dove regnava la legge dell’Inquisizione cattolica vi furono meno vittime rispetto ad altre regioni d’Europa. Questo si deve al fatto che le tre Inquisizioni applicavano regole omogenee ovunque, avevano propri tribunali composti da giudici con nozioni basilari di diritto e applicavano la legge seguendo canoni universali, rispondendo a un unico potere. In Germania, invece, dove si ebbe il numero più alto di streghe uccise, la realtà era opposta: ognuno degli oltre trecento principati e staterelli aveva un sovrano con un suo tribunale che applicava la legge a piacimento e di conseguenza i pericoli per le presunte streghe aumentavano. I tribunali laici del nord e del centro dell’Europa condannarono a morte molte più streghe di quanto fecero quelli dell’Inquisizione cattolica romana, che facevano maggiore attenzione al rispetto di garanzie legali e di conseguenza limitavano il ricorso alla tortura”.
Non penso ci sia bisogno di aggiungere altro, se non che da cattolici realmente maturi e amanti della verità dovremmo imparare ad andare oltre certi luoghi comuni e a guardare con più serenità ed obiettività al nostro passato. E non solo per un dovere di carità verso quanti ci hanno preceduto nella fede, ma anche per saper rispondere a ragion veduta a quanti vorrebbero farci vergognare della nostra fede presentandoci una visione parziale e in molti casi deformata della storia della Chiesa.
Introduzione Floriana Castro testo seguente tratto da  appuntiitaliani.com
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UMBERTO ECO FA LA COMPARSA NEL FILM LA NOTTE DI MICHELANGELO ANTONIONIUMBERTO ECO FA LA COMPARSA NEL FILM LA NOTTE DI MICHELANGELO ANTONIONI
1 - IL MANICHEO CHE TEORIZZAVA L' INFERIORITÀ ETICA DELLA DESTRA
Fausto Carioti per “Libero quotidiano”

De mortuis nihil nisi bonum. Ma se il defunto è l' intellettuale italiano più noto nel mondo c'è anche l' obbligo della verità. Tutta, inclusa quella sgradevole. L' autore del Nome della rosa è stato tante cose. Politicamente parlando è stato l' intellettuale più autorevole tra coloro che hanno diviso l' Italia in due, per venti lunghissimi anni.

Da una parte chi studia, legge (preferibilmente Repubblica e Micromega) e ha una coscienza: l' Italia dei giusti. Dall' altra, l' Italia della barbarie: delinquenti, favoreggiatori di delinquenti, subumani della cultura. In parole povere: tutti coloro che hanno votato per Silvio Berlusconi. Una dicotomia che ha fatto di Umberto Eco il grande teorico della inferiorità etico-culturale degli elettori di centrodestra.
umberto ecoUMBERTO ECO

Il difetto di Eco non era la sua antipatia viscerale per il Cavaliere, che nel 2006 lo spinse ad annunciare la fuga dall' Italia (figuriamoci) se avesse vinto Berlusconi e che è appartenuta e appartiene a tanti, anche a destra e che spocchiosi non sono (non sempre, almeno). Era invece il disprezzo antropologico dell' intellettuale illuminato per milioni di italiani.

Quel «razzismo etico» che gli è costato un giudizio durissimo da un intellettuale di sinistra senza paraocchi come Luca Ricolfi. Il quale, ricordando come si comportò nella seconda metà degli anni Novanta la categoria cui lui stesso appartiene, scrisse sulla Stampa: «Fu proprio in quell' epoca che la sinistra, tramortita e incredula di fronte a un elettorato che aveva osato preferirle Berlusconi, iniziò a rivedere drasticamente il proprio giudizio sugli italiani.
roberto cotroneo umberto ecoROBERTO COTRONEO UMBERTO ECO

Visto che non la votavano, e le preferivano quel cialtrone di Berlusconi, gli italiani dovevano essere un popolo ben arretrato, individualista, amorale e privo di senso civico. Una teoria, questa, che raggiunse il suo apice, al limite del ridicolo, con l' appello elettorale di Umberto Eco nel 2001, in cui gli italiani che avessero osato votare Berlusconi venivano descritti con un disprezzo ed un semplicismo che, in una persona colta, si spiegano solo con l' accecamento ideologico».
COPERTINA DI _SETTE_ DEDICATA AL LIBRO DI UMBERTO ECOCOPERTINA DI _SETTE_ DEDICATA AL LIBRO DI UMBERTO ECO

Accecamento ideologico: per un intellettuale, cioè per colui la cui identità e professione sono le idee, l' accusa peggiore. È anche quella che dipinge meglio l' Eco degli scritti politici (chiamiamole pure invettive). Dall' appello firmato nel 1971 contro il «commissario torturatore» Luigi Calabresi - padre del direttore di quella Repubblica che ieri commemorava Eco - agli appelli, alle interviste, a certe "Bustine di Minerva" vergate per l' ultima pagina dell' Espresso.

L' apice, ma anche la teorizzazione che ha dato dignità a tanti deliri del progressismo italiano (vale la pena di ripeterlo: intrinsecamente razzisti, perché basati sulla superiorità antropologica dell' homo sinistriensis), è proprio l' appello che Repubblica mise in pagina l' 8 maggio del 2001. Tonitruante sin dal titolo: «Non possiamo astenerci dal referendum morale».

Lì Eco divideva «l' elettorato potenziale del Polo» in due. C'era l' Elettorato Motivato, del quale facevano parte «il leghista delirante», «l' ex fascista» e quelli che, «avendo avuto contenziosi con la magistratura, vedono nel Polo un' alleanza che porrà freno all' indipendenza dei pubblici ministeri».
UMBERTO ECO INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINOUMBERTO ECO INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO

E poi c' era l' Elettorato Affascinato, composto da chi legge «pochi quotidiani e pochissimi libri», persone che «salendo in treno comperano indifferentemente una rivista di destra o di sinistra purché ci sia un sedere in copertina». «Che senso ha parlare a questi elettori di off shore», inveiva Eco, «quando al massimo su quelle spiagge esotiche desiderano poter fare una settimana di vacanza con volo charter?».
UMBERTO ECO A CAPALBIOUMBERTO ECO A CAPALBIO

Criminali e gente in malafede, dunque, assieme a ignoranti lobotomizzati dalle televisioni e da un sogno di benessere a buon mercato. Spiriti meschini, paria del suffragio universale, personaggi che nella democrazia illuminista di Eco non avevano diritto alla cittadinanza e probabilmente nemmeno allo status di rifugiato.

In quella pagina Eco scrisse anche che, se avesse vinto il Polo, «tutti i giornali, il Corriere della Sera, la Repubblica, la Stampa, il Messaggero, il Giornale, e via via dall' Unità al Manifesto, compresi i settimanali e i mensili, dall' Espresso a Novella 2000, sino alla rivista online Golem», sarebbero finiti nelle mani dello «stesso proprietario», ovviamente Berlusconi. Il quale, come noto, avrebbe vinto nel 2001 e nel 2008 per trovarseli tutti contro: la previsione dello scienziato sociale Eco fu falsificata, ma lo status dell' autore non ne risentì.

UMBERTO ECO A CAPALBIOUMBERTO ECO A CAPALBIO
Non avrebbe mai cambiato idea. Ripubblicò il testo del 2001 in una raccolta del 2006 (anno in cui ovviamente scrisse anche l' ennesimo appello in occasione dell' ennesimo «appuntamento drammatico» elettorale) e in quell' occasione difese gli insulti che cinque anni prima aveva distribuito su metà degli italiani, paragonando se stesso agli intellettuali che resistettero al fascismo: «Come se ai loro tempi si fosse imputato (si parva licet componere magnis) ai Rosselli, ai Gobetti, ai Salvemini, ai Gramsci, per non dire dei Matteotti, di non essere abbastanza comprensivi e rispettosi nei confronti del loro avversario».
UMBERTO ECO ALL'ULTIMA PANZA DI CAPALBIOUMBERTO ECO ALL'ULTIMA PANZA DI CAPALBIO

Il fatto che «oggi Umberto Eco a Ventotene ci va - se lo vuole - in vacanza», come ha scritto lo storico Giovanni Orsina, non pareva scuotere le sue certezze. Nel dibattito elettorale, argomentava Eco in quel gennaio di dieci anni fa, «le critiche all' avversario devono essere severe, spietate, per potere convincere almeno l' incerto». Ma allora è questo il compito dell' intellettuale?

Insultare, drammatizzare, umiliare il prossimo affinché voti come lui gli dice di fare? Abitante spocchioso dei quartieri alti della Moralità, quando di mezzo c' era la politica Eco non aveva nulla della leggerezza e dell' umanità di un Edmondo Berselli, per restare nella sinistra colta di matrice bolognese.

Una vita di successi, lo status di grande maestro universalmente riconosciuto, ma in fondo Eco è rimasto sempre lo stesso di quel saggio che scrisse a 29 anni, in cui Mike Bongiorno era definito «esempio vivente e trionfante del valore della mediocrità», la rappresentazione di «un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque si trova già al suo livello». Era già tutto lì, nel 1961. Disprezzo per l' italiano medio e accecamento ideologico inclusi.
UMBERTO ECOUMBERTO ECO

2 - DOPO «IL NOME DELLA ROSA» È STATA UNA DISCESA LIBERA
Davide Brullo per “Libero quotidiano”

Umberto Eco Il pendolo di FoucaultUMBERTO ECO IL PENDOLO DI FOUCAULT
Lo ha fatto secco. Ben prima di andarsene all' altro mondo, Eco si è tolto la soddisfazione di accoppare l' amico semiologo Paolo Fabbri. Una specie di vendetta accademica... «Ha ragione. Nel Nome della rosa Umberto mi raffigura sotto le mentite spoglie di Paolo da Rimini, doctor agraphicus...». Mi tocca correggerla: «"L' abate Paolo da Rimini, un uomo curioso di cui si raccontano strane storie", scrive, "conosceva a memoria tutti i libri della biblioteca, ma aveva una strana infermità, non riusciva a scrivere, lo chiamavano Abbas agraphicus"». «Ciò non toglie che mi fa uccidere da un gruppo di briganti».

Fabbri, che ha conosciuto Umberto negli anni '60 a Parigi, «ai corsi di Roland Barthes e di Lucien Goldmann», poi gli ha fatto da assistente, all' Università di Firenze, nel 2010, introducendo la Fenomenologia di Umberto Eco, ha ideato una specifica filosofia sul successo letterario di Eco. Si chiama «teoria del QuiProQuo», ed è, più volgarmente, una variante dotta del «Fattore C». «Tutte le volte che gli è capitato qualcosa di brutto, si risolveva in gloria. Un esempio: l' Università di Torino gli preferisce Gianni Vattimo, stroncando la pianificata attività accademica di Eco. Lui va in tv. E comincia il suo enorme successo».
Umberto Eco e signoraUMBERTO ECO E SIGNORA

Se la mettiamo in letteratura, è lo stesso. «In quel caso s' innesca un altra questione. Fin da giovane Eco entra in Bompiani, diventandone il direttore letterario. Questo gli ha permesso un controllo pressoché assoluto del media-libro. E lo ha aiutato a tradurre la sua roba nel mondo intero».

Come si sa, Eco ha il merito di aver celebrato le nozze tra Tommaso d' Aquino e Mike Bongiorno. «Aveva un talento stupefacente per la scrittura, va detto; un talento che gli permetteva, anche quando esprimeva concetti non proprio originali, di giganteggiare», dice Fabbri. Sarà.
UMBERTO ECO eUMBERTO ECO E

Secondo Mario Guaraldi, l'editore che gli stampa, nel 1972, I pampini bugiardi, «una clamorosa inchiesta sui libri di testo per le scuole elementari», e che due anni fa gli edita Mnemotecniche e rebus, non ci sono dubbi: «Il nome della rosa vale di più di mille libri di storia medioevale. Per me è un testo cruciale, scritto in un' epoca in cui il romanzo storico era visto dagli editori con la puzza sotto il naso».

Balle. Guaraldi parla da editore, il suo giudizio è viziato all' origine, si sa che l' unico genio narrativo di Umberto Eco è quello di tramutare il verbo in sonori soldoni, è il re Mida del mercato librario, per questo Elisabetta Sgarbi, ha già annunciato che, editorialmente parlando, Eco risorgerà nel catalogo della neonata Nave di Teseo con Pape Satàn Aleppe.

UMBERTO ECO CON IL DITO NEL NASOUMBERTO ECO CON IL DITO NEL NASO
Il Nome della Rosa non vale una pagina de Il Quinto Evangelio di Mario Pomilio, scritto cinque anni prima e di cui pare un' ingenua scopiazzatura; ma il capolavoro di Pomilio, passato per Rusconi e per Bompiani, è rinato, l' anno scorso, per merito del piccolo editore L' orma di Roma: del mastino, pardon, del Guglielmo da Baskerville son pieni gli scaffali di tutto il globo. Perché?

Quanto al talento narrativo di Eco, comunque, ha detto tutto Cesare Cavalleri: «Di romanzi brutti e pretenziosi Eco ne ha scritti parecchi, praticamente tutti: da Il Nome della Rosa (che è il meno brutto, ma il più cattivo) in poi, è tutta una discesa».
UMBERTO ECO - NUMERO ZEROUMBERTO ECO - NUMERO ZERO

Proprio così: a Eco gli si perdona (merito della cinematografia) l' errore iniziale, ma lo strazio successivo è eccessivo, ingiustificato. Da Il pendolo di Foucault, un centone che fa della Cabala, della Massoneria, dei Templari e del complottismo un liquore indigesto, a Baudolino, che ricalca (superficialmente) i resoconti dei viaggi in Terra Santa, fino a libri francamente ingiudicabili, come L' isola del giorno prima, La misteriosa fiamma della regina Loana, e l' ultimo, Numero zero, una bizza senile. Per carità, scrivere brutti libri non è il peggiore dei mali. Ma la considerazione della letteratura italiana nel resto del pianeta ne esce con le ossa rotte. Francamente, essere rappresentati da Eco non è un motivo di gloria.
Umberto Eco (Fotogramma)UMBERTO ECO (FOTOGRAMMA)

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