ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 23 settembre 2013

ALLA CONQUISTA DELLA CHIESA?

L’ULTIMA DOTTRINA MASSONICA ALLA CONQUISTA DELLA CHIESA?
Ho letto con un certo sgomento l'intervista del Santo Padre alla rivista dei gesuiti  La Civiltà Cattolica.
Scorrendo le righe trovavo conferma di questo strano linguaggio del Papa, un papa che gioca con le parole e coi concetti... forse un “vizio” gesuitico, un modo per dire e non dire, e far capire a ciascuno quello che vuol capire. 

Tante sono le osservazioni che si potrebbero fare, ma mi soffermo su una sola frase del Papa che mi ha colpito particolarmente:
«Una volta una persona, in maniera provocatoria, mi chiese se approvavo l’omosessualità. Io allora le risposi con un’altra domanda: “Dimmi: Dio, quando guarda a una persona omosessuale, ne approva l’esistenza con affetto o la respinge condannandola?”».

Non riesco a capire se quella del Papa sia una svista mostruosa o una mossa ben pensata. Egli non risponde alla domanda, ma la cambia completamente. Una persona gli chiede se approva l'omosessualità, lui risponde sul piano della “persona omosessuale”. Il papa confonde due piani concettuali, non distinguendo tra peccato e peccatore. Dio non respinge certo il peccatore, ma condanna il peccato. Dio non può approvare l’omosessualità, in quanto è peccato, anche se certamente attende con pazienza la persona omosessuale nel suo cammino di conversione. Possibile che un papa non si debba preoccupare di fare questa elementare distinzione? E’ solo una svista, un modo di parlare pressappochista, … o c'è qualcosa dietro?

Ho la forte impressione che si stia volutamente giocando sugli  equivoci. Si parla di misericordia, di accoglienza delle persone, là dove si dovrebbe parlare di condanna del peccato.
Del resto, come si può parlare veramente di misericordia se non si parla anche di peccato?
Eppure ecco il pensiero del Santo Padre: 

«Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile. Io non ho parlato molto di queste cose, e questo mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in un contesto. Il parere della Chiesa, del resto, lo si conosce, e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione».

La cultura contemporanea sta chiaramente cercando di dimostrare che non esiste il peccato… e gli uomini contemporanei sono prima di tutto vittime di questa terribile mistificazione. Il primo atto di misericordia dovrebbe essere quello di ribadire l’esistenza del peccato, che Dio rigetta totalmente e che Egli ha sconfitto ed annientato ad un prezzo altissimo: la morte in croce del Figlio.
Questo papa confonde il peccato col peccatore,  ed in modo alquanto confuso, se qualcuno gli chiede se approva l'omosessualità lui risponde, indirettamente, che Dio approva l’omosessuale... Ma che razza di ragionamento è?  Il Dio cristiano condanna decisamente il male e lo respinge da sé. L'uomo che compie il male certo può essere salvato, ma la misericordia ha senso precisamente perché è chiaro il concetto di peccato.

Allora cosa c'è sotto? L’altra notte mi sono svegliata con un terribile sospetto:
stai a vedere che dopo che in questi decenni post-conciliari la Chiesa è riuscita a sdoganare i concetti massonici del primato dei diritti umani, della libertà di coscienza, della equivalenza delle religioni in quanto tutte vie di salvezza… ecco che è arrivato il momento di sdoganare un ulteriore gradino del malefico pensiero massonico:  la compresenza, in Dio, del Bene e del Male.
E’ un'idea balzana? Un sospetto assurdo?
Forse. Ma non sono per niente tranquilla.

Ricordo di aver letto qualcosa del genere in un libro sulla massoneria e lo vado a consultare: 

“Il cavaliere Kadosh (30° grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato) è chiamato anche cavaliere dell’aquila Bianca e Nera. In questo titolo, come pure nel simbolismo, è adombrata la dottrina esoterica dell’unione degli opposti (Bene-Male, Luce-Tenebre, Maschile-Femminile). L’Aquila bicipite, simbolo speciale del 30° Kadosh come pure del 33° e di tutto il RSAA, rappresenta la Dualità nell’Unità o Assoluto (Dio), l’Unità nella Dualità, dunque l’unione-armonia degli Opposti nell’Assoluto (Dio) ... (1)

L’unione e l’armonia degli opposti in Dio… no, questa non è la Rivelazione cristiana.
Dio è Luce ed in Lui non vi sono tenebre” (2) . Dio respinge decisamente e totalmente il Male, in Lui non può sussistere nessuna ombra di peccato.

Ed invece si comincia a dire che  Dio approva il peccato/peccatore, concetti volutamente confusi…
Certo, il linguaggio è sempre cattolico: si parla di misericordia, si parla di confessione... ma stiamo bene attenti: se ne stravolge il  significato.

Cos’è la misericordia, se viene meno il concetto di peccato?
Che senso ha parlare di perdono, là dove non c’è niente da perdonare?
E questo Papa che parla sempre di misericordia senza sentire la necessità di denunciare il peccato usa semplicemente un termine consueto alle orecchie dei fedeli, ma privandolo del suo vero significato.
Ed infatti come sta “evolvendo” il significato del termine confessione?
Ecco cosa dice il famoso Documento di Aperecida del 2007. Quello stipulato dai vescovi latino-americani, presieduti dal Card. Bergoglio: 

§518 (…) gli operatori pastorali si sforzino di sviluppare (…) Servizi di ascolto, accoglienza personale, direzione spirituale e celebrazione del sacramento della riconciliazione, per rispondere alla solitudine, alle grandi ferite psicologiche che fanno soffrire molti nelle città, tenendo conto delle relazioni interpersonali (3)”. 

Ecco: il sacramento della riconciliazione deve rispondere ai problemi psicologici ed affettivi della gente, la parola peccato è sparita, ci sono solo delle ferite da guarire, ma non esiste alcuna responsabilità personale, alcun concetto di male morale.

Non sarà allora che è cominciata la traduzione cattolica per far passare questo concetto esoterico e totalmente anti-cristiano della unione degli opposti in Dio?
E chi meglio di un papa che usa il linguaggio con tanta “disinvoltura” poteva cominciare a farlo entrare nella coscienza del povero ignaro “popolo di Dio”?

Certo è che d’ora innanzi se si tenterà di dire qualcosa circa il fatto che certe tendenze sessuali o l’eliminazione e la manipolazione di bambini innocenti è Male… subito si tirerà fuori in modo del tutto improprio il discorso della misericordia, e chi avrà osato parlare di male e di peccato sarà accusato (ancor più di quanto già stia accadendo) di essere un bigotto indurito nel moralismo…
Esattamente come già oggi è considerato un fondamentalista indurito e presuntuoso chi pensa che il cattolicesimo sia l’unica religione vera, che i diritti di Dio siano superiori ai diritti umani e che l’unica garanzia di questi è che sopra la coscienza individuale c’è una Legge di Dio a cui l’uomo deve conformarsi.

Forse mi sbaglio, e spero che sia così… ma certamente sono tempi di attenta e vigile attesa…

di Luce Zares

NOTE
1 - P. Paolo M. Siano, Un manuale per conoscere la Massoneria, Casa Mariana editrice, 2012, pag. 207.
2 - 1 Gv 1,5.
3 - In: J.M. Bergoglio, Dio nella città, San Paolo 2013 (supplemento aCredere), pag. 57.
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV613_LZ_Ultima_dottrina_massonica.html

I risultati del linguaggio “pastoralmente” aggiornato

Di Marco Bongi



Domandina facile facile… Supponiamo, ed è comunque tutto da dimostrare, che ogni esternazione dell'attuale “Vescovo di Roma” sia dottrinalmente corretta ed assolutamente ortodossa: “Chi sono io per…” “Chi non cerca Dio si salva se segue la sua coscienza” “per gli omosessuali e i divorziati ci vuole più tenerezza e misericordia”, ecc. - e che ogni fraintendimento sia dovuto unicamente alla cattiva interpretazione dei mass-media:

Mi chiedo:
Per quale motivo tali fraintendimenti si verificano costantemente e sistematicamente?

Siamo del resto ormai abituati alla triste litanìa dei giornalisti e commentatori cosiddetti “conservatori conciliari”: il Papa non è stato correttamente interpretato, non intendeva assolutamente dire quello che hanno riportato le testate laiche, si è mantenuto fedelissimo al Magistero precedente…
 
Sarà... ma non mi risulta che il Sillabo o l’enciclica “Pascendi” di San Pio X, in quei tempi lontani e difficili, fossero stati interpretati in modo differente rispetto al loro reale significato.
Anche allora c’erano i liberali e gli anticlericali, anche allora c’era interesse a distorcere il pensiero dei Pontefici, ma ciò semplicemente non era materialmente possibile.
I pronunciamenti infatti erano talmente chiari e cristallini che nessun lettore, per quanto in mala fede, avrebbe potuto distorcerli.

E allora? Le risposte al mio quesito non sono molte, ma, come spesso chiedo ai lettori, mi farebbe davvero piacere che ce ne fossero altre.
Posto infatti che tutti conosciamo, e quindi dovrebbero conoscerle anche in Vaticano,  la superficialità e la malignità di molti commentatori degli organi d’informazione, se davvero si volessero evitare i fraintendimenti, ci sarebbe un unico rimedio: tornare ad un linguaggio chiaro e definitorio, preciso, inequivocabile e netto.
Questo aspetto della comunicazione ecclesiale contemporanea è stato evidenziato, con mirabile acutezza, da Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro nel loro recente volume “La bella addormentata” (Vallecchi 2011).
Tali pagine erano dedicate all'analisi dei documenti conciliari ma le medesime considerazioni possono applicarsi, forse ancora di più, al linguaggio colloquiale di Papa Francesco.
In altre parole: per cercare di essere più compresi dal mondo contemporaneo si è ottenuto paradossalmente l’effetto assolutamente opposto, cioè quello di non essere compresi da nessuno.
Già... perché le risposte sono soltanto due:

1 - O i comunicatori della Chiesa, ad ogni livello, non conoscono il significato comune di parole, espressioni idiomatiche o proposizioni. In questo caso dovrebbero soltanto mettersi a studiare…    
2 - Oppure, e fa tremare solo il pensarlo, questi signori lo fanno apposta. Usano un linguaggio volutamente ambiguo perché non hanno il coraggio di proclamare apertamente la Verità e così sperano di dire ad ognuno quello che questi vorrebbe sentirsi dire. Ai credenti, che bisogna convertirsi, agli atei, che basta seguire la coscienza, ai gay, che il loro comportamento non è giudicabile, ai divorziati, che il Cristianesimo non è un insieme di precetti, e via di questo passo. 

Questo è il risultato dell’aggiornamento della comunicazione religiosa all’uomo contemporaneo?
Davvero sconfortanti i traguardi raggiunti dalla “pastoralità” del concilio Vaticano II. E poi si stupiscono se le vocazioni crollano? Se i fedeli non credono più alla Resurrezione di Cristo? Se le Chiese e i conventi sono vuoti?
Beh... anche per quest’ultimo problema ci sarebbe comunque la soluzione mediaticamente apprezzata: facciamone ricoveri per immigrati!
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV614_Bongi_Linguaggio_aggiornato.html

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